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Autore: Lupescu    07/12/2006    0 recensioni
La mia mente legata a questo concetto con catene incredibilmente salde , non tenta neppure di sganciarsi . [..]Perché qualcuno non può essere come desidera? [...]Io questo non lo so. So solo che il mondo è qualcosa di strano, tanto forse che è lui l’abnorme e gli uomini che ci abitano sopra, non sono altro che la manifestazione di quello che gli altri individui e gli altri esseri, vogliono vedere in loro.
Genere: Malinconico, Dark, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Beeing Mad

Stò impazzendo.
La mia mente legata a questo concetto con catene incredibilmente salde , non tenta neppure di sganciarsi . Apatica lascia che la si perfori ,come un trapano una fittizia parete di carton gesso , e che un seme le sia impiantato dentro .
Ammettere la propria pazzia non dovrebbe essere il primo passo? Ebbene certo io non mi sento diversa, solo più turbata e la mia assenza e paragonabile al vuoto dell’aria nella stanza. Non sono qui ,anche se poi, a conti fatti, ci sono.
Ecco questa è la mia pazzia. Sono una mente turbata che ragiona in maniera insana. Agisco cavillosamente ,contraddicendomi ,fino a risultare pazza.
O forse sono un genio…
Forse ,sì, sono riuscita a sviluppare ad un sì alto livello pratico la mia teoria che ora, eccomi per gli altri sono qui, e sono matta. Matta…poi mi dovrete dire cosa significa questa parola.
Davvero non riesco a comprendere tanto è sdrucciolevole. Perché se una volta và a indicare qualcuno di incredibilmente estroverso e allegro poi si trasforma , come d’incanto , e diventa termine per una persona emarginata e diversa. E io quale sono delle due? Sono la matta A o la matta B? E poi sarei io l’insana…verrà fuori anche una matta C ,ve lo dico io. Ma questo assurdo ‘plic, plic, plic’ mi farà diventare matta fino alla Z se non smette.
I miei occhi vanno a posarsi sulla cannella , così lontana da me. Lontanissima da me. È una pena il solo pensare di alzarsi e andarla a chiudere.
Infatti non lo farò. Mi lascerò cullare da questo ‘plic,plic,plic’ finché non diventerà un gorgo e riuscirà ad assorbire la mia mente. Ma se la chiudessi , la cosa non cambierebbe . Al suo posto ci sarebbe solo il più assordante silenzio, un infinito ultrasuono che mi rimbomba nelle orecchie e mi perfora le tempie.
No, la lascio così.
Quindi i miei occhi tornano al caro soffitto. Incredibile da quanto sono qui a guardarlo, e pensare che solo qualche anno fa pensavo di dipingerlo come la cappella Sistina. Ora il suo bianco abbagliante e insano è il mio Virgilio nel mio viaggio attraverso i sette gironi della mia mente.
Le mani sulla mia pancia sono gentilmente intrecciate e intorpidite, tanto che quasi non le sento più, e aspetto la trascendenza divina che mi verrà ad illuminare e a sollevarmi da questo colle verso regni più alti.
Che sia anche questa pazzia mia ,oppure è un ragionamento normale? Ecco, anche questa parola mi ha sempre incredibilmente incuriosito.
Normale...
La disprezzo tanto è malleabile .
Diciamo una cosa è normale in base a tutti i campi. Gusto, vista, stato di salute, opinioni, persino il peso. Normo peso . Qualcosa di sibilante alle mie orecchie, altamente tossico.
Non tanto la parola peso, che reputo una mosca sulla parete , ma il Normo.
Perché qualcuno non può essere come desidera? Oggi ho voglia di alzarmi , fare colazione prendere la bicicletta e attraversare tutto il deserto sul suo sellino. Benissimo perché non dovrei? Ed ecco che il coniuge di Normo , Abnorme.
Probabilmente il primo greco che l’ha usata aveva una foto di me ,e la guardava scervellandosi su quale delle tante negazioni avrebbe potuto inserirci. Quindi ispirandosi a me , ha preso le prime lettere del mio nome, Alice Blooms.
Quindi l’essere abnorme non è altro che qualcuno troppo particolare per un altro. Un ragionamento abbastanza controverso, tanto da far perdere la certezza fondamentale: ma è veramente pazzo l’uomo di cui si parla o chi parla in se?
Io questo non lo so. So solo che il mondo è qualcosa di strano, tanto forse che è lui l’abnorme.
Gli uomini che ci abitano sopra non sono altro che la manifestazione di quello che gli altri individui e gli esseri vogliono vedere in loro. E anche in questa cosa esistono ruoli fissi: esiste il politico ambizioso e sanguinario, l’uomo di mondo povero e con una famiglia, il perfetto religioso, il malvivente e la puttana. E infine vengo io. Vengono con me tutti quelli che sono considerati come me: pazzi.
Chissà, magari io non sarei nemmeno matta. Gli altri mi voglio vedere così, io non posso far altro che rispecchiare l’idea che loro hanno di me , indipendentemente da quello che faccia o dica.
Così i miei giorni scivolano. Le cellule del mio corpo nascono, muoio, si nutrono e riproducono, tutto in un ciclo che mi porterà pian piano a diventare una rugosa canuta dagli occhi pallidi.
Perché poi cercare conforto in Dio? Ecco allora forse, loro sono matti quanto e più di me. Affidarsi a una provvidenza divina, che si può dire che c’è tanto quanto non lo si può fare, per risolvere le proprie e le grane del mondo , a mio parere equivale alla pazzia.
E se un giorno il mio Dio mi dicesse di tingere di rosso tutte le rose bianche?Ovvio, lo farei.
E se un giorno il tuo Dio ti dicesse di tingere di bianco ogni rosa rossa? Anche tu lo faresti.
Ma se io le tingo in rosso e tu in bianco, questo non porterebbe a scontrarci per un ordine che magari nemmeno esiste? Si ma noi lo facciamo, l’ordine è quello di tingere tutte le rose. Se poi saranno tutte rosse o tutte bianche, o non ne rimarrà proprio nessuna, sono cose quasi marginali.
E se questa non è pazzia.
Il mio ‘plic, plic ,plic ‘ non è niente a confronto. Ma pretendere che tutto il mondo andasse d’amore e d’accordo sarebbe ancora più da pazzi.
Ecco , finalmente la pazzia C. Colui che troppo spera è un pazzo, perché l’uomo Normo deve camminare fissando i suoi piedi appiattito dal grigiore,e la speranza è il fango sotto la sua suola che scivola via con la prima pozzanghera.
L’abnorme , il pazzo, non si cura di come cammina, si muove. È questo che conta no?
A questo punto quel semino che è entrato nella mia mente è nato, ed è una piantina che sotto una oscillante luce rossa schiuderà i suoi petali e a sua volta darà alla luce nuovi semini, per nuove persone come me.
Il concetto che esista una normalità è un veleno per l’essere. Il concetto che esista un Abnorme è veleno per la vita.
Chiudo gli occhi stanca di tanto pensare.
Sono convinta che alla fine dovrò essere solo come voglio. Normo o Abnorme, pazza o sana che sia. Le catene di questo concetto abbracciano il mondo, legandoci collettivamente gli uni agli altri nell’eterno supplizio.
Noi uomini non possiamo che guardarci allo specchio, guardarci tra noi e giudicare. Perforare la mente di un qualcuno instaurandoci dentro la nostra idea e aspettare per vedere se la nostra piantina cresce. Se crescerà, lo potrai vedere, sarà qualcosa di tangibile. Se non crescerà ,rimarrà con me nell’abnorme e forse sarà felice per l’eternità.
Tante di quelle piantine ho avuto tra i capelli che potrei avere i capelli fatti d’edera. La differenza tra me e loro, è che io le espongo a una luce verde.
Il seme deperisce. Diventa un piccolo chicco di carbone nero e sfumacchiato , che il tempo laverà così tanto da farlo diventare l’ennesimo sassolino bianco sulla spiaggia dei ricordi.
Caro il mio ‘plic,plic,plic’ , tu sei fortunato ad essere eterno e immutabile. Non hai ricordi non hai dolore, non hai nulla se non il tuo sono cristallino cadenzato.
Il mio muro alla fine mi ha condotto al centro, dove il mio lucifero suona i suoi tamburi avvolto da fiamme. Mi sento tanto piccola in confronto, e dondolo continuamente su questo burrone indecisa se cadere o no, nella assenza remota.
Se cado, nemmeno il mio essere Abnorme esisterà più. Il mio corpo, sarà vuoto e pallido dato che tutto ciò che vi risiedeva sarà scivolato via nella caduta.
Virgilio mi spinge ad avanzare ancora.
Un passo e mi sento il vento caldo soffiare sul viso, e quel ‘plic,plic’ è improvvisamente diventato assordante, un ‘boom,boom’ incredibilmente forte ,e mi stordisce.
Tentenno e Virgilio lo sente, quindi mi dà una vera e propria spinta e mi osserverà precipitare. Stringo forte i denti , mentre quella lama forte mi perfora il polso, da parte a parte.
Non varrà mai la pena vivere per un mondo di esseri spietati. Non varrà mai la pena per una generazione di germogli in un vivaio contaminato dall’intolleranza e segreto disprezzo.Per una spiaggia colma di sassi appuntiti .
La mia trascendenza divina probabile non arriverà mai stavolta.
I tamburi mi accompagneranno in un silenzioso scivolare nell’oblio.
D’improvviso sento uno scatto, sono le chiavi nella serratura. Io scivolo dal divano e cado bocconi in una pozza Carmina .
La porta si apre cigolando, e di pari passo , qualcuno mi afferra la mano, prima che possa toccare il fondo e scottarmi.
“Mai dire mai…”E’ un sussurro in quel momento, ma come quel ‘plic plic’ ridonda nella mia mente senza pietà ,dalla mia trascendenza divina. E anche stavolta sono pazza ma nell’ultimo modo che mi venga in mente.
Pazza D: pazza per lui.


Non chiedetemi come mi sia venuta in mente, rileggendola mi rendo conto che sia qualcosa di abbastanza allucinante!o_O
Nata dall’idea di un piccolo momento di pessimismo che comunque sia coglie tutti prima o poi e si risolleva con l’avvento della mia trascendenza divina, un po’ la salvezza della situazione.^_^
L’ispirazione a Dante è innegabile, ma i canti dell’inferno mi hanno troppo colpito ,senza contare che anche li il collegamento uomo-uomo e uomo-religione era (ed è) un concetto alquanto basilare.
Quindi, un opinione in merito non mi dispiacerebbe per nulla. ^_^
Thanks a lot! Lupescu.
  
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