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Autore: Le_Chat_Noir    17/05/2012    5 recensioni
Un innocente (o quasi) gioco della bottiglia può scatenare qualcosa di inaspettato.
Genere: Demenziale, Erotico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
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Salve.
Avevo scritto questa one-shot almeno un anno fa, e poi me lo sono persa o.O
Ora che l'ho ritrovata la pubblico.

La storia è costruita su un fatto realmente accaduto.
Il gioco lo stavamo facendo davvero, quel bigliettino l'avevano scritto (purtroppo) davvero.
La penitenza era vera.
Insomma, tutto vero, pure il bacio tra i due, ma non è successo tutto questo XD
Io sono tra i presenti.
La città è...
...Genova.
Enjoy! :D

 



Dieci secondi non passano mai


Un piccolo giardinetto pubblico in mezzo alla città, dove non passa quasi nessuno.
Una bottiglia sdraiata in terra sull’asfalto della stradina che lo attraversa, quattro ragazzi e tre ragazze, Andre, Faris, Gabri, Dido, Sara, Lara e Bea, chi seduto sulla panchina, chi sul muretto, chi in piedi, in cerchio attorno ad essa.
-Dai girala!-
-Muoviti! Che fai, dormi?-
La bottiglia girò, fermandosi poi ad indicare qualcuno.
- È uscito Dido! Dai pesca un biglietto…-
Il ragazzo, alto, biondo scuro e con gli occhi azzurro chiarissimo, frugò nel cestino pieno di bigliettini piegati, scegliendone uno a caso.
-Cos’è? Che cos’è?- Chiesero più voci.
Il ragazzo spiegò il bigliettino e lesse ad altra voce.
-Bacio con lingua, 10 secondi più foto. Mh…- alzò un sopracciglio.
-Wow chi sarà il fortunato?- scherzò un ragazzo accanto a lui.
Si, il fortunato, perché poteva capitare che uscissero una ragazza o un ragazzo, e in quel gioco il patto che avevano stretto era che non faceva nessuna differenza.
Femmina o maschio, quello che bisognava fare si faceva, in ogni caso.
Certo era divertente, ma a volte imbarazzante, come quando Sara e Bea si ritrovarono a dover limonare per cinque secondi, quando nessuna delle due l’aveva mai fatto prima.
Con un’altra ragazza si intende.
Lo stesso valeva per i ragazzi. Se dovevano baciarsi cominciavano i lamenti e le proteste, ma alla fine, costretti o convinti lo facevano.
-Dai giratela di nuovo!-
La bottiglia roteò su se stessa quattro o cinque volte prima di fermarsi puntando qualcuno.
Qualcuno che non era certo una ragazza.
-Ahahah! È uscito Faris! Dai dai!- esclamò Lara ridendo con gli altri.
Faris, un ragazzo carino di origini etìopi, alto, capelli e occhi scuri, pelle olivastra e corporatura esile.
-Mi raccomando eh, non mi diventate gay che poi vi ho sulla coscienza!- scherzò Sara, quella che aveva organizzato tutto.
Era la terza, o forse la quarta volta che si dovevano baciare, e inconsciamente ci avevano preso gusto, ma non l’avrebbero mai ammesso, nemmeno a loro stessi.
O almeno, Faris non lo avrebbe fatto.
-Oh Faris, amore mio, lo sai che ti amo?- scherzò Dido facendo gesti e facce teatrali.
-Certo Dido, anche io ti amo, alla follia!-
-Basta coi convenevoli, datevi una mossa che vogliamo andare avanti!- disse Bea dando un buffetto in testa a Dido.
-Non ti innamorare troppo di me ok? Non sono omosessuale come te…- lo prese in giro Faris.
-Ah! Non ti preoccupare, preferisco la figa!-
-Dido!- lo rimproverò Lara, non senza ridere.
Quei due assieme non riuscivano mai a stare seri.
-Scusa! Preferisci che dica che amo la farfallina?- le chiese lui, sbattendo le palpebre come una cerbiatta.
-No, vorrei che vi diate una mossa!-
-Ok, ok…-
I due ragazzi, ormai abituati, si avvicinarono poggiando le mani l’uno sulle braccia dell’altro, quasi abbracciandosi.
Faris osservò per un momento lo sguardo azzurro del ragazzo di fronte a se, notando una leggerissima ed impercettibile sfumatura di famelica impazienza.
O forse era solo la sua immaginazione. Aveva spesso uno sguardo simile. Magari era normale, chi lo sa. D'altronde non era uno con tutte le rotelle a posto, era pazzo come un cavallo. Per questo era simpatico e divertente.
Avvicinarono i visi facendo incontrare le loro labbra, che si schiusero al contatto.
Lara e Bea presero la macchina fotografica per fare la foto, e il cellulare, per un video.
Sara cominciò a contare.
-Uno…-
Le labbra dei due si unirono, modellandosi.
Faris, da quando si erano baciati la prima volta, circa venti minuti prima, aveva sempre affermato fra se e se che Dido baciava bene. Molto bene.
Sentì in quel momento la lingua del ragazzo farsi strada incontrando la sua, sfiorandola, accarezzandola, invitandola a ballare.
Stette al gioco.
Rispose all’invito, muovendo la lingua al ritmo con la sua, ballando assieme a lei.
-Due…-
Dido strinse un poco la presa sulle braccia di Faris.
Oh si, era eccitante.
Quel ragazzo che stava baciando lo era.
Sembrava sempre un po’ titubante, ma rispondeva ogni volta, prontamente.
Continuò a far ballare le loro lingue in modo sensuale.
Era una cosa fin troppo piacevole.
Voleva continuare, non smettere mai.
-Tre…-
Le ragazze li stavano filmando.
“Bastarde…” pensò Faris “non importa…ora devo mantenere la lucidità…”
La lingua del compagno continuava a stuzzicare la sua, spingendola e leccandola.
Una cosa era certa: quel ragazzo non provocava nulla di buono nel suo corpo, il quale reagiva alle sue attenzioni in modo del tutto anomalo.
“Dio mio…” pensò “che diavolo sto facendo? Mi sto eccitando!”
-Tre…-
Era una lotta sfrenata.
Le loro lingue si toccavano, si ritiravano e ritornavano all’attacco.
“Che cosa non ti farei se potessi in questo momento Faris…” pensò il biondo.
Aveva voglia di accarezzargli la schiena, baciarlo sul collo, toccarlo nei punti giusti, ma soprattutto…farlo gemere.
Si, era questo ciò che voleva in quel momento.
Voleva che il ragazzo che stava baciando fosse steso sotto di lui, completamente nudo, a ricevere baci e dolci torture, legato per i polsi al letto.
Provava attrazione per quel corpo.
Attrazione sessuale.
-Quattro…-
Delle risa.
“Cosa minchia ridono?” pensò Faris.
Era una faccenda seria.
O almeno, per lui era seria.
Non andava bene che si eccitasse a baciare un maschio.
“Dannazione, sono un’uomo!”
La lingua del compagno continuava a fare il suo lavoro incoraggiando la sua a seguirla, ballando una danza sfrenata, cercandosi senza sosta.
La sua saliva era come afrodisiaco.
“Dio mio, sono completamente impazzito!” pensò Faris, in preda all’eccitazione, cercando di reprimere gli istinti.
-Cinque…-
“Oh si, sei mio…finito il gioco mi verrai a cercare, lo so…”
Dido pregustava la sua vittoria sui dubbi del ragazzo che aveva di fronte.
Lo baciava con foga ma reprimendo l’eccitazione, cercando di apparire normale, almeno esternamente.
Aveva voglia.
Voglia di prendere quel corpo esile con la forza.
Se lo immaginava sdraiato sul suo letto con i polsi legati che gridava, mentre lo penetrava in modo violento.
-Sei…-
“Ma che cazz…”
Faris sentiva il cambiamento nel compagno.
Era più famelico.
Ma nonostante fosse spaventato continuò a baciarlo con foga anche lui.
“Al diavolo le apparenze, questo qua mi sta facendo diventare pazzo!”
Il bacio si fece ancora più profondo.
La lingua del compagno lo lambiva all’interno, facendogli cose meravigliose.
Era davvero eccitante, soprattutto lo era l’idea che potesse essere qualcosa di proibito ed immorale, ma soprattutto, che stesse accadendo tutto sotto gli occhi di cinque persone ignare.
-Sette…-
Altre risa.
-Ahahah secondo me ci hanno preso gusto!- esclamò Lara.
-Ma che non ci provassero che li uccido!- disse Sara.
-Ma che importa…? Lasciali fare…- commentò Bea.
Bisogna dire che a Bea interessavano questo tipo di cose, infatti si stava godendo la scena in silenzio.
-Tu sei fuori di testa!- le disse Lara ridendo.
-Otto…-
“Dio che voglia che ho…Dio che voglia…” pensava il biondo.
Continuavano ad apparirgli nella testa flash di cose perverse, maniacali, che non pensava nemmeno che sarebbero potute venirgli a mente.
Con la lingua tracciò il labbro inferiore del compagno, per poi fare lo stesso con quello superiore.
Poi la insinuò di nuovo nella sua bocca, incontrando quella dell’altro, eccitandosi ancora di più sentendo la reazione che aveva provocato nel suo corpo.
Un fremito.
Le mani del moretto si strinsero attorno alle sue braccia.
-Nove…-
Faris si sentì afferrare per la nuca a tirare in un bacio profondo e passionale.
La lingua dell’altro lo toccava ovunque sfiorando la sua, con forza e voglia repressa.
Gemette piano, chiamando il suo nome.
Per fortuna gli altri non lo sentirono.
Ma il suo compagno lo sentì eccome.
Si sentì accarezzare il cavallo dei pantaloni, e si accorse che in quel punto gli andavano un po’…stretti.
“Oddio…oddio…”
-Ma cosa cazzo fai Dido!? Dieci, basta, fine!- gridò Sara ridendo.
Ma i due non pensavano in modo razionale.
Anzi, non pensavano e basta.
La mano del biondo si strinse sui jeans del moro, il quale gemette contro la sua bocca.
Si baciavano con passione, vogliosi.
-Ooooh!!!- gridò Sara infilandosi fra i due -Ma basta ho detto! Sono finiti i dieci secondi!-
Gli altri sghignazzavano.
I due interessati sciolsero il bacio ansimando.
Il biondo tolse la mano dai pantaloni dell’altro, ridendo.
Rideva.
-Ma cosa cazzo facevi, gay?!- rise Gabri andandogli incontro.
-Cosa facevo? Volevo scoparmi Faris, però mi avete sgamato!- esclamò ridendo.
Tattica giusta.
Se dici la pura verità nessuno penserà che tu stia dicendo sul serio, ancora meno se dici qualcosa di apparentemente assurdo.
Non è così?
Infatti funzionò.
Nessuno sospettò che le vere intenzioni di quel ragazzo andavano ben oltre il bacio e le carezze.
Nessuno, tranne Faris.
-Sei un maiale! Non toccare nessun altro a parte me, tu sei mio, lo sai vero?- gli disse Gabri mandandogli bacini con fare teatrale.
-Cevto tesovo!- rispose imitandolo nelle movenze da checca.
Ma quale checca, lui non era una checca.
A dire la verità non gli interessavano i maschi, ma chissà…
-Beh vogliamo continuare sto gioco??- disse Andre, il più allibito di tutti.
Lui non accettava di baciare i maschi, ma purtroppo veniva costretto.
Beh, poteva anche scegliere di non farlo, ma la penitenza era di girare per strada a toccare i culi di tutti gli ignari passanti, per cui…si, veniva costretto.
-Si dai gira sta bottiglia-
-Vediamo chi uscirà…-
Dido soffermò lo sguardo su Faris, che, rosso in viso, lo guardò di rimando.
Lo sguardo del primo faceva trasparire, leggermente, perversità e pensieri non del tutto casti.
Quello del secondo era incerto ed eccitato.
“Sai che cosa voglio…” pensò il biondo “e me lo darai di tua spontanea volontà…”
“Fammi ciò che vuoi, sono tuo” pensò il moretto.
Chissà, potrebbe succedere qualcosa di interessante…

__________



P.s.: mi hanno fatto notare che ho contato "tre" due volte... -.-
Vabbè, licenza d'autore u.u

Lasciate qualche recensione se vi capita :3
Grazie :D

Le_Chat_Noir
   
 
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