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Autore: Nena Hyuga    17/05/2012    5 recensioni
Lo irritava.
Lo irritava da impazzire il modo in cui Yamamoto sorrideva beato quando annunciava che avrebbe trascorso la giornata ad allenarsi con lo spadaccino dei Varia.
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Non era il senso di colpa che muoveva le azioni di Superbi Squalo, nemmeno l'idea di aver ucciso a sangue freddo uno studente delle scuole medie lo turbava, rimaneva il fatto che era raro vedere il Varia dimostrare emozioni umane quali la preoccupazione verso un proprio simile o, più probabilmente, l'orgoglio di uno spadaccino ferito che soccorreva colui al quale aveva passato il testimone.

Ed ecco un nuovo esperimento fresco di settimana ^w^ Spero possa piacervi! Buona lettura ^-^
[Pairing: Yamamoto/Gokudera, Squalo/Yamamoto, accenni di Xanxus/Squalo.]
Rating giallo a causa del linguaggio usato dai personaggi.
Genere: Angst, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Hayato Gokudera, Superbi Squalo, Takeshi Yamamoto, Xanxus
Note: nessuna | Avvertimenti: Triangolo
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Fuoco incrociato




Lo irritava.

Lo irritava da impazzire il modo in cui Yamamoto sorrideva beato quando annunciava che avrebbe trascorso la giornata ad allenarsi con lo spadaccino dei Varia.

La voce calda e gioviale del moro gli suonava come un fastidioso ronzio non appena sentiva nominare quella sottospecie di pesce zannuto e si obbligava ad ignorare l'entusiasmo -esagerato, ovvio- con cui Takeshi esponeva le possibili tecniche che avrebbe appreso durante il pomeriggio dall'Imperatore della spada.

No, non lo faceva semplicemente irritare. Lo mandava letteralmente in bestia.

Sembrava che Yamamoto non si accorgesse delle occhiate stranite e seccate di Hayato, permettendogli di mantenere il sorriso talmente tirato ed innaturale da parer causato da una colica renale.

E Gokudera non si risparmiò nemmeno quella volta di far capire al compagno quanto detestasse la presenza di Squalo.

“Vai ancora da quel fottuto capellone assassino?” chiese vago cercando di velare il tono di voce con una pacatezza più dura del solito.

Il moro gli rivolse un sorriso genuino e radioso, come se non avesse né visto né sentito nulla. Eppure la tensione era palpabile, lo percepiva perfino Tsuna il quale si dileguò al nominare Superbi Squalo.

“Ha detto che una mezza calzetta come me non potrebbe mai batterlo con una difesa così carente, quindi mi farà lavorare più sui miei riflessi.” spiegò cantilenante.

Possibile non si rendesse conto che lo spadaccino mercenario non facesse altro che offenderlo malcelatamente?

Possibile che fosse tanto stupido da non ricordare che Squalo aveva precedentemente tentato di ucciderlo senza remore alcuna a suon di stoccate? Con la sua temibile lama assetata di sangue non lo si poteva definire di certo il miglior esempio di insegnante dai retti principi.

Quel sorriso gentile, poi, lo irritava ancora di più.

Yamamoto recuperò la katana e le box arma contenenti Jirou e Kojirou, ficcandole alla rinfusa nella borsa a tracolla di scuola.

“E' pur sempre un nostro avversario. Come fai a fidarti?”

“E dai, Hayato. Sai che i Varia sono fedeli alla famiglia Vongola e non commetterebbero mai atti sleali per accaparrarsi più punti bonus.” disse bonario, sfoderando una risatina allegra e dando una pacca sula spalla all'argenteo.

Già, per Takeshi la mafia non era altro che finzione, un gioco di ruolo ben organizzato.

Gokudera si dimenticava spesso del particolare che il fissato del baseball non era a conoscenza della vera identità di Reborn e delle persone implicate nella faccenda.

Era arrivato persino a credere che Yamamoto, durante gli allenamenti con Squalo, accusasse così tanti colpi e talmente tanti fendenti da perdere di volta in volta la memoria; solo così si spiegava il suo indicibile entusiasmo quando gli si presentava l'occasione di andare a tirare di spada con Superbi.

Si sarebbe dato una ragione, oltretutto, a come il moro non si ricordasse delle condizioni in cui si presentava a scuola il giorno dopo -se tornava- completamente ricoperto di bende, cerotti e, se gli andava male, il naso rotto od un occhio fasciato.

“Tornerò vivo e vegeto, non ti preoccupare.” disse Yamamoto ammiccando.

“Tu cos...e chi se frega di come torni? Mica ti ho chiesto niente!” sbottò ancora incrociando le braccia al petto e sbuffando, mentre si accendeva l'ennesima sigaretta a causa del nervosismo.

“Sì, sì, Hayato. Ci vediamo più tardi!” esclamò il moro gesticolando con la mano libera, giacché l'altra impugnava saldamente la katana regalatagli da Reborn.

Gokudera aveva fatto finta di nulla, ma Takeshi l'aveva chiamato per nome ben due volte prima di andarsene; era una specie di avvertimento che avrebbe fatto meglio a farsi gli affari suoi, che non avrebbe mai tradito la famiglia per andarsene con i Varia...

Una moltitudine di pensieri simili invase la mente già affollata del Guardiano della Tempesta: dava inconsciamente la colpa ad un eventuale tradimento, ma sapeva che Yamamoto era troppo buono per voltare le spalle ai Vongola e fottutamente stupido per capire quali fossero le vere intenzioni di Superbi Squalo.

Gokudera era semplicemente preoccupato che qualcosa incrinasse l'alleanza stipulata tra Xanxus e Tsuna, perciò avrebbe voluto seguire il Guardiano della Pioggia e supervisionare il suo allenamento. Solo per quella ragione avrebbe desiderato essere presente in caso fosse scoppiata una faida interna tra il moro e i Varia.

Era in ansia perché avrebbe voluto che il maniaco del baseball non giocasse in acque gremite di predatori.

La realtà, invece, era ben altra cosa e vedeva un Gokudera per niente incline a condividere Yamamoto con nessun altro, poiché Takeshi era l'unica persona che sentiva appartenergli.

Hayato era davvero un egoista.




Vooooi! Che pensi di fare, moccioso del cazzo? Così non mi batterai mai!” urlò, sbraitando e serrando il pugno della mano destra, l'unica ancora attaccata al braccio.

Yamamoto, dopo aver ricevuto l'ennesima stoccata con la parte piatta della lama, si accasciò a terra sfinito e tremante; le gocce di sudore grondavano a terra copiose, il fiato corto e spezzato nel tentativo di apparire tranquillo e ancora pieno di energie per poter continuare l'allenamento.

Squalo si avvicinò imperioso, ergendosi minaccioso sopra la figura a carponi dell'allievo, il passo calmo e sicuro di chi aveva la vittoria in mano del duello e che avrebbe potuto porre fine alla vita dell'avversario.

In una situazione normale l'avrebbe fatto di certo: avrebbe ammazzato senza preamboli la feccia che si era proclamata Guardiano della Pioggia fregandogli il Vongola Ring da sotto il naso.

Ma aveva dato parola al Nono che non ci sarebbero stati altri attacchi da parte dei Varia verso il Decimo ed i suoi picciotti.

E poi non sarebbe stato divertente finire Yamamoto. Con chi avrebbe tirato di spada per occuparsi i pomeriggi?

Giunto a fianco del giapponese, Squalo alzò un ginocchio e colpì la schiena di Takeshi con un calcio, facendolo crollare sotto la potenza del suo stivale di pelle nera lucente.

Sei debole, ragazzino. Come pensi di schivare i miei colpi con dei riflessi così mosci, eh?” sibilò accucciandosi per accertarsi delle condizioni del giapponese, stremato e distrutto da appena due ore di incroci di lame e guerriglia psicologica da parte del Varia.

Voooi! Moccioso, non sarai mica morto!” urlò di nuovo, afferrando per la collottola il giovane e girandolo con il viso rivolto verso il cielo, cosicché potesse constatare effettivamente che il suo apprendista non avesse ancora tirato le cuoia.

La voce di Superbi si incrinò e si percepì una nota di preoccupazione solcare il viso duro ed imperscrutabile dell'assassino; non era la prima volta che accusava colpi potenti, il ragazzo, ciononostante era collassato davanti agli occhi velatamente stupefatti del capitano, il quale assunse un'aria perplessa e titubante sul da farsi.

Conscio che non si sarebbe ripreso che entro un'ora o due, se lo caricò in spalla con la sola forza del braccio destro, quello senza spada, e si avviò verso le sue camere.

Non era il senso di colpa che muoveva le azioni di Superbi Squalo, nemmeno l'idea di aver ucciso a sangue freddo uno studente delle scuole medie lo turbava, rimaneva il fatto che era raro vedere il Varia dimostrare emozioni umane quali la preoccupazione verso un proprio simile o, più probabilmente, l'orgoglio di uno spadaccino ferito che soccorreva colui al quale aveva passato il testimone.

Fu solo quando Yamamoto rinvenne -esattamente cinque secondi, il tempo di nominare una certa persona- che anche la famigerata pazienza di Squalo raggiunse il suo limite per sfociare in un poderoso pugno ben assestato.

G-gokudera...mi sta aspettando per tornare a casa...” biascicò Takeshi quando riaprì improvvisamente gli occhi nocciola, respirando a pieno polmoni.

Non connetté il cervello abbastanza rapidamente da capire che si trovava nell'alloggio privato del secondo in comando dei Varia e, soprattutto, che l'assassino in questione fu altrettanto lesto a sferrargli un cazzotto alla bocca dello stomaco, facendolo svenire di nuovo.

Tsk, fottuto moccioso, farfugli troppo spesso riguardo quel perdente del Guardiano della Tempesta. Dormi ancora un po'!” brontolò Squalo, lasciando Yamamoto sul proprio letto e sparendo oltre la porta-finestra che conduceva sull'ampia terrazza della villa.

Il solo sentirlo nominare gli faceva venire l'orticaria, gli prudevano le mani, e scommetteva che non sarebbe stato in grado di mantenere sotto controllo il suo istinto omicida nei confronti di Hayato Gokudera se solo avesse avuto l'occasione di trovarsi faccia a faccia con lui.

Non che gli importasse che il suo apprendista fosse così attaccato al braccio destro del Decimo, infatti aveva fatto perdere i sensi a Yamamoto per farlo riposare e, di conseguenza, potersi allenare un altro paio d'ore dopo che avesse ripreso quasi completamente le forze.

“Sei geloso del marmocchio, feccia?” domandò una voce roca familiare.

Era inquietante il modo in cui Xanxus fosse scivolato alle spalle di Squalo senza che quest'ultimo se ne rendesse conto.

Ancora più scioccante era il fatto che il Varia aveva schiodato il suo regale fondo-schiena dall'amata poltrona.

“Voooi! Sei solo tu, Boss.” borbottò stizzito, marcando il tono di superiorità che si confaceva alla sua indole superba e nascondendo la sorpresa di vederlo dinnanzi a sé.

Di cosa si stupiva, Squalo? Punzecchiarlo e torturarlo era il più divertente svago mai provato per Xanxus e quest'ultimo avrebbe fatto di tutto pur di non togliersi tale meschino piacere.

“Yamamoto Takeshi ti ha fottuto il posto di Guardiano della Pioggia e tu lo alleni e gli stai dietro come uno schifoso cagnetto.” lo canzonò, il suo solito ghigno si fece ancora più prepotente.

“Se ti preoccupi tanto del moccioso allora quello geloso sei tu, Boss del cazzo che non sei altro.” lo liquidò frettolosamente, dando le spalle al Varia e sorpassandolo per entrare nella magione, premurandosi di colpirlo accidentalmente con una spallata prima di superarlo.

Non lo toccò minimamente che gli avesse affibbiato un nome irrispettoso per un sottoposto, tanto meno Squalo gli aveva fatto male cozzandogli addosso di proposito, quanto piuttosto lo irritò che il suo secondo in comando lo ritenesse capace di un sentimento patetico ed inutile come la gelosia.

“Di chi cazzo sarei geloso, stupida feccia?” si inalberò il giovane uomo dal volto coperto di cicatrici, seguendo Superbi a passo lento e strascicato per raggiungerlo prima che tornasse in camera sua.

Gli avrebbe fatto dimenticare con la forza quel Yamamoto Takeshi, anche se fossero serviti mille bicchieri di scotch lanciatigli in testa per fargli perdere la memoria.

Chissà, magari si sarebbe dimenticato anche della sua stupida promessa di non tagliarsi i capelli fintanto che il boss dei Varia non fosse divenuto il successore della famiglia Vongola.

Perché Xanxus lo vedeva attraverso i suoi occhi iracondi, sapeva che ciò che legava Squalo a quel ragazzino non era semplice curiosità di scatenare le vere potenzialità dell'avversario.

Anche se non lo dava a vedere, non era solo orgoglioso del suo apprendista e pure la strana premura che gli riserbava non preannunciava nulla di buono per il team di assassini d'élite.

Quel sentimento avrebbe ben presto reso Superbi Squalo un debole.






Angolo dell'autrice


Salve a tutti ^-^
Questa è la seconda FanFiction nel fandom di Reborn che scrivo, anche se, purtroppo per voi, ne ho in mente tante altre XD
Sono riuscita a scrivere una One-Shot con due dei miei personaggi preferiti, Squalo e Yamamoto, ed essendo io una tifosa sia delle S80 che delle 8059, cosa potevo fare per unirle se non un bel triangolo con Yamamoto centric? u.u

Spero di non essere andata OOC con i personaggi, anche se sono stata particolarmente attenta a questo punto; sono affezionata a Yamamoto e Squalo -ignora totalmente Gokudera xD- e voglio che siano come minimo IC.

Hayato, poverino, non è nella mia top-ten dei personaggi preferiti di Reborn, ma mi sono impegnata per mantenerlo nel personaggio e per dare il giusto peso alla Yamamoto/Gokudera.

Il titolo della storia è riferito al povero Yamamoto che si trova in mezzo a due fuochi, ossia Squalo e Gokudera: c'è interesse da parte di entrambi, ma essendo due personaggi orgogliosi, difficilmente potranno mai dimostrare chiaramente di essere legati a Takeshi, tanto più che esce allo scoperto il loro lato competitivo verso il “rivale”.

Ciò che ho volutamente lasciato alla libera interpretazione del lettore è chi Yamamoto effettivamente scelga u.u

Ad essere onesti io patteggio più per la S80, ma sono una fanatica anche delle XS, il che mi mette in difficoltà ç.ç (si sarà notato XD), quindi... a voi la parola ^w^
Sono sempre ben accette critiche purché costruttive ^.-

Alla prossima mia diavoleria ^o^

Vostra, Nena Hyuga ^-^




   
 
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