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Autore: Oximoron    18/05/2012    6 recensioni
Distretto 2, pochi giorni prima della Mietitura.
[Cato x Clove]
(La mia prima operetta su Hunger, siate buoni cwc.)
Genere: Drammatico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Cato, Clove
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Chi l'avrebbe mai detto che, prima o poi, sarei riuscita a postare un qualcosa in questa sezione?°-°
Fino all'altro ieri, non era tra le mie prerogative.
Questa One-Shot, scritta di getto ieri sera, è nata da una conversazione con un amica...anzi, sarebbe meglio dire "rinata".
L'idea gironzolava per la mia mente malata da tempo ma, occupata dalla scuola e quant'altro, ho lasciato perdere.
Ho cercato il più possibile di mantenermi fedele e rendere i PG più IC possibile. (Sembra quasi una rima x°D)
Bene, penso di aver detto tutto.
Aspetto recensioni di qualsiasi genere, sia positive che negative, infondo ci saranno sparsi errori ovunque e dovunque hahah ergo, SEGNALATEMELI è.è
Detto questo ci vediamo alla prossima e grazie in anticipo (:


We're not bred to love.


“Devi prendere un respiro profondo, non perdere di vista la preda. Siamo solo tu ed io, hai la tua arma e non puoi permetterti di esitare, non puoi sbagliare. Clove, colpisci. Ora, in una frazione di secondo, devi torturalo, percepire il suo dolore, il suo sangue che pulsa,le sue urla interiori, la sua paura, la sua debolezza. Regalagli un momento che non potrà mai dimenticare nel suo ultimo attimo di vita, regalagli una morte per un giusta causa.”
Ed è ciò che ho fatto, in questa frazione di secondo.
Il manichino d’addestramento, di pelle sintetica e in sembianze semi umane, affonda e cade trafitto dal mio coltello da taschino, all’altezza del cuore.
Ho calcolato così minuziosamente il punto e la distanza che un corpo umano, a quest’ora, sarebbe invaso da un lago putrido di sangue. Mi sposto un ciuffo di capelli, ripensando al motto di poco prima. Non ho mai ucciso una persona ma è il mio desiderio più nascosto, più sperato e inseguito. Il mio Distretto ha imposto questa disciplina a tutti noi, di combattere fino alla morte e io sono così fiera di portarla avanti, con onore.
Certo, sono giovane, molto giovane rispetto ai miei fratelli ma sento di essere nata per ciò, di essere nata per gli Hunger Games.
Mi sistemo le bende che porto strette sulle mani, pronte a proteggere qualunque mia ferita sul campo e mi dirigo fuori dalla palestra.
 La mia sessione di allenamenti per oggi è finita.
Ultimamente, non ho mai avuto un attimo di riposo, la mia famiglia pretende il massimo da parte mia.
Il Secondo Distretto vuole mandare solo il meglio in campo, siamo pur sempre i favoriti.
Tra tre giorni ci sarà la mietitura ed io…beh, mi offrirò volontaria come tutti si aspettano.
Qui non si muore di fame, non siamo deboli come tutti gli altri. Non abbiamo bisogno di un nome sorteggiato, siamo nati per andare incontro al gioco e nessuno è pronto a piangere, a disperarsi e a stare in pena per i propri piccoli e innocenti tributi.
Quest’anno sarà la mia occasione per trionfare su tutti.
Ormai è giunta la sera , il sole sta calando dipingendo il cielo di colori contrastanti, accessi e allo stesso tempo freddi. Mi dirigo velocemente  verso l’armeria per depositare, almeno per oggi , i miei amati compagni: i miei preziosissimi coltelli. Qui, nel centro addestramento, abbiamo delle sezioni private dove poter tenere al sicuro tutte le nostre armi e i nostri vestiari da combattimento. Il Distretto 2 allena molti futuri pacificatori, un mestiere nobile e al servizio di Capitol city, il mestiere a cui aspirano due dei miei fratelli maggiori.
Sinceramente, per quanto possa essere rispettabile, non li invidio per niente.
Un' intera vita da soli, un' intera vita senza emozioni….a nessun pacificatore è permesso avere una famiglia.
Rido, chiudendo il tecnologico armadio dei coltelli. Chi sono io per pensare ad una famiglia? Sarò il prossimo tributo volontario della settantaquattresima edizione degli Hunger Games, non posso perdermi in pensieri così futili, così da ragazzine. La mia vita, tra tre giorni, sarà continuamente su un filo invisibile, pronta a cadere in ogni momento…è una mia scelta così lontana da un futuro radioso, lontana da mocciosetti e affari lagnosi d’amore.
Esco dalla mia stanza, chiudendola con la password privata e prendo a piedi l’enorme corridoi bianco perla. Questa struttura non ha niente a che invidiare alle tecnologie di Capitol city.
Aumento il passo, sono così stanca che non vedo l’ora di incontrare il mio letto e lasciarmi catturare da morfeo.
Volto a destra e una figura familiare si presenta davanti a me.
Non ci voleva, la giornata è andata così bene che vedere proprio lui non mi aiuta.
-Stronzetta, dove vai così di corsa?-
Sorride, il suo solito ghigno bastardo.
-A casa, Cato. Dovresti andarci anche tu, non vorrai far stare in ansia la tua mammina.-
Socchiude gli occhi mentre la porta si richiude, dietro alle sue spalle. A quanto ho capito, anche lui ha deciso di offrirsi come volontario. E’ comprensibile, tra tutti noi si è dimostrato il migliore in questo ultimo anno di addestramento. E’ diventato un mostro in così poco tempo, una macchina da guerra dai capelli biondi e gli occhi azzurri.
E’ veloce, rapido, agile, forte e letale. In poche parole, nessuno vorrebbe perdere la vita per mano sua.
Io per prima. Provo quasi invida, a differenza sua sono brava solo a roteare due o tre pugnali.
-Sono affari miei. Allora, è vera questa voce che ti proporrai come tributo?- mi chiede appoggiando la schiena contro il muro, mantenendo uno sguardo serio verso il mio volto, senza mai distoglierlo.
-Si, penso che sia arrivato il momento.- rispondo rapidamente, quasi per concludere alla nascita la conversazione.
Un tempo, andavo molto d’accordo con lui, le nostre famiglie si conoscono da sempre.
Poi, come ogni amicizia nata per comodità, è svanita dal momento che siamo entrati nei campi d’addestramento, in rivalità costante.
Ed ora, a quanto pare, la posta in gioco si è fatta molto più alta.
-Girano voci che anche tu hai intenzione di offrirti.-
-Pensavi che il mitico Cato non si offrisse? Ingenua.- risponde lasciandosi partire una risata, incrociando le braccia. Sembra volersi trattenere per molto.
- Saremo compagni di squadra, eccitante no? Adesso, se permetti, ho di meglio da fare.-
Sorrido sarcasticamente, pronta per andarmene. Adesso che ne ho la certezza, non ho voglia di passare dell’altro tempo con lui, il mio prossimo alleato/ nemico in quella maledetta arena.
-Aspetta, Clove.-
Mi chiama, mi fermo all’istante e mi volto, automaticamente.
-Voglio stringere un accordo con te, come ai vecchi tempi.-
Alzo un sopracciglio, mi ha colta totalmente di sorpresa. Accordi ancora prima di iniziare i giochi, interessante.
-Sono tutta orecchie.-
Esita, prima di stendere il suo braccio e porgere la sua mano verso di me. La firma ufficiale del patto.
-Per il nostro Distretto, per il nostro dovere di favoriti, farò di tutto per proteggerti. Non voglio assicurarti la massima protezione, avrai anche il tuo gioco da mandare avanti. Ma promettimi che anche tu farai lo stesso, uno di noi due dovrà vincere. Per il Distretto 2.-
Mi guarda con uno sguardo limpido che porta solo alla serietà delle sue parole, rendendomi immobile, inerme.  Lo guardo, ho paura che sia una trappola. Come posso fidarmi di lui? Come posso fidarmi del letale e furbo Cato? Forse, devo giocare al suo stesso gioco. Devo buttare giù la mia carta.
Porgo la mia mano, pronta a stringere la sua. E’ calda, confortante e riscalda le mie bende insanguinate.
-Per il Distretto 2.- pronuncio, a fil di voce e in quell’attimo sfuggente e non riuscendo a collegare, il mio corpo si sposta, attratta dal suo con forza e, senza riflettere, le mie labbra incontrano le sue.
La testa mi gira, inebriata dal suo odore, pungente come il sangue.
E’ un bacio morbido, rarefatto, un bacio senza logica che mi porta a distaccarmi da lui immediatamente, nonostante le sue labbra fossero così buone e così desiderabili.
Lo spintono  allontanandolo, le mie guance scottano e mi sento come una bambola, un giocattolino.
-Dovevo togliermi questa ultima soddisfazione e so che lo volevi anche tu.-
Si giustifica così, nonostante il mio spintone violento e decisamente poco romantico.
-Perché lo hai fatto? !- alzo la voce irritata, cercando di mostrare il mio disgusto poco credibile.
Dentro di me, vorrei che tutto questo non fosse mai successo.
Per la prima volta mi sento fragile, indifesa e fuori luogo.
Si avvicina di nuovo, con il suo solito passo da predatore.
-Te l’ho detto : dovevo togliermi questa ultima soddisfazione. Da ora in poi, non saremo più persone, saremo pedine telecomandate. Non ci sarà più permesso divertirci.-
-E per te è stato un divertimento? Uno sfizio prima di andare verso morte certa? Come puoi…avermi fatto questo? Perché non ti sei mai esposto il problema prima, anni fa?-
Butto fuori tutte le mie sofferenze, le mie domande che tenevo nascoste da anni. Tutto il tempo che avevo perso dietro a lui, segregata dietro al mio orgoglio e alla mia bramosia di superiorità.
L’amore non è nel mio essere, non può coesistere né in me e né in Cato.
Siamo così simili…e non siamo stati generati per amare.
Non risponde ma nemmeno sorride, il suo viso è duro come la pietra, non trasmette nessuna emozione.
-Clove,non voglio aver nessun rimpianto. Tra tre giorni, sarò il folgorante e forte Cato, il personaggio pubblico, magari con il suo stormo di fan. Lo sai quanto sia ardente il mio desiderio di uccidere, impormi sopra tutti gli altri e ridere dei deboli. Lo sai, come sono fatto…e lo sai che negli Hunger Games non è permesso amare. Nessuno può avere questo privilegio.”
Sento le vene pulsare e stringo i pugni, peggiorando la situazione delle mie mani ferite.
-Sai che c’è? Sai cosa c’è che il folgorante e forte Cato non ha mai colto?-
Non posso cedere alle lacrime dovute alla rabbia.
Cato mi guarda, uno sguardo interrogativo e, inaspettatamente, intravedo dell’infelicità nei suoi occhi, un aspetto che si era quasi estinto dal suo essere.
-Siamo persone, con un cuore, dei polmoni e un cervello, una mente e un vortice di pensieri e sentimenti.  Tu questo non lo sai e non l’hai mai imparato. Sei la vera essenza del nostro Distretto, sarai l’orgoglio di tutti noi.-
Sembra quasi insofferente e non trovo più il coraggio di controbattere.
-Forse è stato una sbaglio.- mormora ma io ormai non ci vedo più e, presa da un attacco di rabbia, gli rifilo un destro in pieno viso e lui non reagisce. Il sangue inizia a sgorgare dal suo labbro.
-Vai al diavolo Cato, ti ucciderò se mi sarà permesso!- urlo distrutta, nonostante il nostro accordo per la vittoria del nostro distretto. Giro i tacchi e corro, lasciandolo da solo, avvolto dal suo orgoglio spezzato.
Il lungo corridoio non sembra mai giungere al termine e vorrei urlare, scalciare, picchiare qualcuno e ridurlo in polvere.
Gli Hunger Games sono nati per dividere, non per unire.
Gli Hunger Games sono nati per intollerare l’amore, renderlo il più gran male.
Nell’arena farò di tutto per non amare, diventerò il loro incubo peggiore.


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