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Autore: Portos    19/05/2012    1 recensioni
Holmes e Watson in carrozza discutono
Genere: Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: John Watson
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Sei venuto a me.
Mi hai sfiorato con le ciglia come un angelo pieno d'amore, del tipo che fa piangere anche i diavoli.


Quello che trovava più odioso di Watson era battere il suo maledetto bastone d'appoggio contro il pavimento della carrozza, soprattutto quanto dormiva.
“Cosa devo fare per ottenere la sua attenzione Holmes?”
E dopo averlo fatto sussultare per bene, il buon dottore lo fissava con quel suo dannato sguardo: la maligna soddisfazione, l'ironia del momento di aver disturbato il grande detective.
“Watson, mio caro Watson come sa ho trascorso la notte scorsa a meditare sul crimine commesso, sveglio...quindi non posso concedermi un po' di riposo?”
“Oh, ma quanti giri di parole, ma almeno mi avvertisse” commentò Watson sarcastico.
“Non mi dica è ancora arrabbiato per la volta scorsa...? Lei ho solo fatto saltare l'incontro per il the con la sua amata Mary” ribatté Holmes con un sorrisetto.
“Veramente dovevo incontrare i genitori di lei, per chiedere la sua mano, maledizione!” sibilò Watson, pentendosi di averlo svegliato.
Non avrebbe mai capito perché Holmes amasse queste discussioni alquanto idiote, per dirla tutta . Avrebbe persino pagato anche dieci cent, per sapere quali pensieri corressero in quella sua dannata testaccia.
Teneva quasi sempre i suoi sentimenti nascosti, non permettendoli mai venire alla luce del sole, con la solita scusa che la sua mente dovesse sempre restare sempre razionale.
“Mi dispiace, quel che è fatto è fatto”
“Bah, se dovessi fare l'intero elenco di tutte le diavolerie che combina, non la finirei più, per esempio il cantiere navale...è riuscito a distruggere un intero cantiere navale e siamo finiti in galera, si è travestito da donna a momenti non la impallinavo come un tacchino, cosa altro devo aggiungere?”
“Niente, le faccio le mie più sentite scuse” disse Holmes in tono neutro.
Watson sospirò.
“Non è nulla sua natura scusarsi...lo ammetta Holmes”
Watson voleva sapere la verità. La quale conosceva benissimo, ma voleva che Holmes l'ammettesse una volta per tutte.
“Ammettere?”
“Be' che lei è geloso di Mary, non vuole che io la sposi. Perché io non potrò esserci più con le nostre scorribande o meglio è lei che trascina me nelle sue scorribande” disse Watson, con lungo (studiato) sospiro.
Holmes sospirò.
“Non sono geloso, ma mi spiacerebbe assai se perdessi la sua amicizia, lei è un ottimo collaboratore signor John Watson, felice?” ammise Holmes seccato.
Il buon dottore scoppiò in una mezza risata.
“Sì. Dovrebbe imparare ad abbassare meno le sue difese con me...lo sa?”
“Lei è un dannato furbastro, Watson. La prossima volta, la scaravento sotto alla carrozza”
“Oh, sono vaghe minacce che farebbe senza di me?” disse il buon dottore, con un sorriso sardonico.
La carrozza si fermò. Watson aprì la portiera.
“Ci vediamo più tardi” disse prima scendere.
“Certamente”
Tanto Watson conosceva già a mille miglia, il legame tra loro due, senza bisogno di parole o altro. Ad Holmes parve di udire chiaramente Watson fischiettare.
Perché Holmes allora ebbe la netta sensazione di essere stato preso in giro?


Fine

 
 

  
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