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Autore: Seryfenice    19/05/2012    2 recensioni
Camilla e Bill sono fidanzati. Una sera capita un incidente alla ragazza, dopo che i due hanno litigato. Bill è sopraffatto dai sensi di colpa, e teme che lei non lo perdoni mai più, ma in realtà Camilla non cova alcun rancore nei suoi confronti, anzi... Il loro legame ne uscirà rafforzato!
Genere: Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Era una bella mattinata del 14 maggio, ed era sabato. Il sole splendeva, in un cielo senza quasi nessuna nuvola, e faceva caldo, un caldo estivo piuttosto insolito, dato il periodo.
Fuori dall'ospedale della città di Halle, in Germania, c'era un viavai di gente parecchio frenetico. L'esatto contrario di quanto accadeva in una stanza, nel reparto di terapia intensiva.
In questa stanza c'erano cinque persone: quattro ragazzi, Tom, Georg, Gustav e Bill, più Camilla, fidanzata di Bill. I ragazzi indossavano delle uniformi verdi, con tanto di mascherina sul viso, materiali forniti dal personale medico; il reparto di terapia intensiva, infatti, doveva rimanere il più sterile possibile, e le mascherine servivano ad evitare che i visitatori portassero germi dall'esterno.
Camilla invece...era stesa sul candido letto, priva di indumenti, coperta solo di un lenzuolo, immersa in un mare di tubicini, ciascuno collegato ad un macchinario che serviva a garantire la continuazione della fragile vita della ragazza.
Poche settimane prima aveva avuto un incidente: era stata picchiata da dei rapinatori.

Era andata così: da un po' di tempo, il rapporto tra Bill e Camilla era un po' in crisi, e i due, una sera, avevano deciso di cenare insieme, per chiarire. Mentre gustavano la loro pizza, seduti al tavolo di un ristorante-pizzeria, non avevano parlato molto, e l'atmosfera era piuttosto imbarazzata.
Una volta usciti dal locale, la situazione era precipitata: i due avevano iniziato a litigare, al punto che Bill, esasperato, aveva voltato le spalle a Camilla e se ne era andato, evitando di accompagnarla a casa. Un errore, quello del ragazzo, dettato sicuramente dalla rabbia, ma che si rivelò catastrofico per lei.
La ragazza, infatti, non aveva nemmeno fatto in tempo a percorrere i pochi metri che le occorrevano per arrivare a casa, quando due individui le si pararono davanti.
-Dacci tutti i soldi che hai!- disse minacciosamente uno di loro, con una voce che sembrava il ringhio di un lupo, e che fece tremare di paura la povera malcapitata.
-Co...come?- rispose lei. Era confusa: la strada era immersa nella penombra, e inoltre Camilla era miope, e quella sera aveva dimenticato di mettere gli occhiali. Insomma, era spacciata.
I due brutti ceffi passarono dalle parole ai fatti: buttarono per terra la ragazza e le presero la borsa. Ma non si accontentarono di derubarla; la picchiarono brutalmente, facendole sputare sangue, senza alcuna pietà, fino a farla svenire dal dolore, poi scapparono via.
Fu proprio Bill a trovarla in quelle condizioni; il ragazzo, infatti, si era pentito ed aveva deciso di recarsi a casa di lei, per chiederle scusa, ma durante il tragitto, ad un certo punto, aveva rischiato di inciampare su qualcosa. Abbassando gli occhi, si rese conto con orrore che si trattava del corpo della sua ragazza, priva di sensi. Chiamò l'ambulanza, disperato, vergognandosi di aver ceduto alla rabbia e di averla abbandonata in pasto al mondo gelido e crudele.

...

Nella stanza continuò a regnare il silenzio. Poi Bill parlò:
-Ragazzi, lasciatemi solo con lei.-
I tre obbedirono senza fiatare. Nell'uscire, gli diedero delle pacche sulle spalle, esprimendo la loro soliderietà.
Non appena la porta si fu chiusa, Bill guardò il viso di Camilla. Era pallida, con gli occhi cerchiati di rosso, e le sue guance, di solito pienotte, si erano svuotate. Ma nonostante ciò, per lui, rimaneva sempre bellissima, come una principessa. La sua principessa.
Gli occhi del ragazzo cominciarono a lacrimare, gocciolando sui capelli di lei. Si sentiva malissimo. Nel suo stomaco si aggrovigliavano tantissimi sentimenti, ma a farla da padrone era il senso di colpa. Gli si spezzava il cuore a vederla in quelle condizioni, attaccata a dei macchinari, grazie ai quali continuava a sopravvivere. Se Bill si fosse azzardato a sfilare anche solo uno dei tanti aghi che le foravano le braccia, probabilmente sarebbe morta. Se tutto questo era successo, la colpa era solo di lui.
-Camilla.- la chiamò dolcemente. Poi appoggiò la testa sul suo seno. -Camilla, sono io. Probabilmente sei ancora arrabbiata con me. Fai bene. Tu DEVI essere arrabbiata. Sono un cretino, Cami, un cretino! Non dovevo abbandonarti, dovevo starti accanto per difenderti da quegli schifosi che ti hanno ridotta così...-
Non riuscì a continuare; l'emozione gli spezzò la voce, e dovette smettere di parlare.
Intanto, mentre lui teneva il viso affondato nel petto di lei, il miracolo si stava compiendo; gli occhi di Camilla si aprirono piano, le palpebre le tremarono, e a poco a poco riacquistò i sensi. Non aveva molta forza, i suoi muscoli erano atrofizzati, ma riuscì comunque a sorridere di tenerezza e commozione, quando si accorse della testa di Bill appoggiata sul suo cuore.
-Spero tanto che, non appena ti sveglierai, mi prenderai a sberle. Me lo merito. Sono un idiota!- continuò lui, e la voce gli si spezzo di nuovo.
Anche gli occhi di Camilla divennero lucidi. Le dispiaceva che il suo ragazzo si sentisse in colpa, perché dopotutto era stata lei a farlo arrabbiare; se lei non avesse fatto la strafottente, quella sera, forse Bill non le avrebbe voltato le spalle.
-Lo so che è sfacciato da parte mia, ma...perdonami, Camilla. Ti prego, perdonami, e ricominciamo da capo...-
Passarono altri taciti istanti. Poi Bill spalancò gli occhi, sorpreso.
Aveva percepito una voce flebile che lo chiamava.
-Bill.-
Era talmente flebile che pensò di avere le traveggole. Poi, però, lo chiamò nuovamente, più forte.
-Bill!-
Il ragazzo alzò la testa, e per poco non perse i sensi: Camilla si era svegliata! Il miracolo era avvenuto, e lui non riusciva quasi a crederci.
-N...non è possibile!- mormorò.
Bill chiuse gli occhi, e li tenne così per diversi istanti: voleva assicurarsi che fosse tutto vero, e che non stesse sognando.
Li riaprì; non stava sognando! Camilla era proprio sveglia, e sorrideva, e piangeva, come lui.
-Camilla...- Pronunciò delicatamente il suo nome, poi riprese a piangere di nuovo.
-Bill...- Lei alzò una mano e gli accarezzò il viso, asciugandogli le lacrime.
-Camilla...scusami...E' tutta colpa mia... io...- Bill si bloccò, abbassò le palpebre, abbandonandosi alla morbida manina della sua ragazza che lo sfiorava.
-No, Bill, scusami tu!- disse lei. -E' colpa mia se abbiamo litigato. Non dovevo farti arrabbiare. Io ci tengo a te, e voglio che la nostra storia continui. Dai, dammi un bacio!-
Il ragazzo si abbassò la mascherina verde, liberando le labbra e posandole su quelle della sua ragazza. Quanto gli mancavano i suoi baci! E anche a lei erano mancati molto, se ne rese conto nel momento in cui Bill cominciò a mordicchiarle la bocca, e a passarci la lingua.
-Non ti lascerò mai più da sola! Mai! Ti amo!- disse lui, dopo essersi staccato dal bacio.
All'improvviso, la porta si aprì, e i due innamorati, girandosi, videro affacciarsi le teste di Tom, Georg e Gustav.
-Bill, dobbiamo and...Oddio!- Gustav sobbalzò.
Nel giro di pochi istanti, Camilla si ritrovò circondata dagli amici di Bill, che le stringevano le mani e le chiedevano se si sentisse bene.
-Mi sento benissimo!- rispose lei, cercando nuovamente la mano di Bill e stringendola tra le sue. Lui appoggiò di nuovo la testa sul seno di lei, lei gli carezzò i capelli.
-Adesso, niente è più impossibile!-
  
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