Anime & Manga > Axis Powers Hetalia
Ricorda la storia  |      
Autore: Cherrols    19/05/2012    1 recensioni
Piccola storia dedicata a Lucio Dalla.
Ho notato che qui nessuno aveva scritto su di lui e ci ho provato io,
non é granche, lo so.
Spero che vi piacia.
Genere: Generale, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Spagna/Antonio Fernandez Carriedo, Sud Italia/Lovino Vargas
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Piazza Grande

 

Anche quel giorno in piazza Maggiore era sorto il sole e i suoi raggi illuminavano il palazzo di Podestà e il palazzo Re Enzo, rendendo il paesaggio medievale quasi  magico.                                                                                                                                                                                                                                                
Anche quel giorno Antonio si alzò dalla sua panchina e con un sorriso si avvio al bar con la sua chitarra, compagna di molte avventure.
Anche quel giorno fuori dal bar c'erano dei tavolini verdi e gli ombrellini azzurri, come posto era molto carino, infatti, di giorno ci andavano molte coppiette.
Anche quel giorno il cameriere dai capelli ramati e gli occhi ambrati vedendolo arrivare sbuffò, l’indicò con un gesto veloce e svogliato il solito posto e Antonio sorridendo si sette sulla sedia a lui indicata e presa la chitarra cominciò a cantare:

 Santi che pagano il mio pranzo non ce n'è
sulle panchine in Piazza Grande,
ma quando ho fame di mercanti come me qui non ce n'è.


Il cameriere intanto che Antonio cantava puliva i tavolini e pensava tra  sé e sé, che il primo verso della canzone non fosse vero: da quando lo aveva conosciuto, quel giorno di pioggia dopo essere lasciato dalla sua ragazza, gli offriva sempre il pranzo a quello straccione che lo aveva consolato.
L'unica cosa vera di quel verso era: che non c'erano mercanti come lui, né lì né in altri posti.

 


 

Dormo sull'erba e ho molti amici intorno a me,
gli innamorati in Piazza Grande,
dei loro guai dei loro amori tutto so, sbagliati e no


Antonio si ricordava ancora quando aveva conosciuto quel ragazzo sempre imbronciato.                                     
Quel giorno era sotto un pino, perché quel giorno pioveva a Bologna.                                                               
Da lì silenziosamente era spettatore delle risate o degli urletti  delle ragazze e delle galanterie o gli scherzi dei ragazzi, solo una coppia se ne stava ferma sotto la pioggia.                                             
La ragazza era molto carina, aveva i capelli biondi a caschetto.                                                         
Parlavano fra loro fitti fitti, più andavano avanti e più il ragazzo era sconsolato.                    
Discussero una buona mezzora poi la ragazza si girò e se ne andò con un ragazzotto con la cresta era più biondo della ragazza.  Il ragazzo cadde per terra.                                                                      
Antonio non ci pensò neanche un minuto e andò subito a consolarlo.

 



A modo mio avrei bisogno di carezze anch'io.
A modo mio avrei bisogno di sognare anch'io.


 

Il  ritornello li presentava entrambi.                                                                                                          
Tutte e due avevano bisogno di carezze e di sognare.                                                                             
Uno doveva superare l’abbandono della persona che amava                                                                                  
L’altro doveva ricominciare una vita nuova.




 

Una famiglia vera e propria non ce l'ho
e la mia casa è Piazza Grande,
a chi mi crede prendo amore e amore do, quanto ne ho.
 

Antonio non’aveva una vera famiglia, sua madre era morta dandolo alla luce il padre era caduto in depressione  lasciandolo da solo. Un giorno, senza ricordarsi precisamente il motivo perse la sua chitarra e se ne andò dalla sua vecchia casa andando nella sua nuova casa: Piazza Grande.                          
Per vivere donava il suo amore attraverso le canzoni.

 


 

Con me di donne generose non ce n'è,
rubo l'amore in Piazza Grande,
e meno male che briganti come me qui non ce n'è


Il cameriere si era fermato e si era seduto davanti  a lui e per quanto si concertasse per restare indifferente a quella canzone, i suoi occhi lo tradivano, erano incantanti dalle sue labbra e percepivano e assaporavano ogni sua parola.

 


 

A modo mio avrei bisogno di carezze anch'io.
Avrei bisogno di pregare Dio.
Ma la mia vita non la cambierò mai mai,
a modo mio quel che sono l'ho voluto io

Antonio era consapevole che una volta  andato via di casa non poteva più ritornare indietro, ma quella era la vita che aveva sempre sognato e se mai il suo Dio, che ogni notte pregava di proteggere suo padre, gli proponesse uno scambio di vita, lui non l’avrebbe accettato perché quello che era l’ha voluto lui.


 

 


Lenzuola bianche per coprirci non ne ho
sotto le stelle in Piazza Grande,
e se la vita non ha sogni io li ho e te li do.

Una sera Lovino, era quello il nome del cameriere,  andò a dormire con lui sotto le stelle, aveva portato un lenzuolo bianco per potersi sdraiare ma Antonio non lo volle perché il suo stile di vita non lo permetteva.
Per tutta la notte Antonio aveva raccontato i suoi sogni a Lovino il quale si lamentava infastidito che voleva dormire.

 

 

 E se non ci sarà più gente come me
voglio morire in Piazza Grande,
tra i gatti che non han padrone come me attorno a me

Lovino anche se non l’avrebbe mai ammesso ad alta voce aveva ascoltato tutti i sogni di Antonio e si era promesso che almeno uno lo avrebbe realizzato: Antonio voleva che le sue ceneri fossero sparse per la piazza vicino a quei gatti che si ostinavano a seguirlo.

 


Quello era l’ultimo verso della canzone.                                                                                                  
 Antonio che finora aveva tenuto gli occhi chiusi, gli aprì                                                                                       
-Mi sono guadagnato oggi la mia colazione, Lovi?- chiese sornione                                                         
-Basta che non mi chiami più in questo modo- disse scocciato Lovino andando a  preparare il suo caffè .

 

 

 

 

ANGOLO AUTRICE
Lo so che è tardi per scrivere una ff dedicata a Lucio Dalla ma mi andava, spero che vi sia piaciuta per scriverla ho sudato sette camice.
Non é granche, lo so... siate clementi y_y

 

  
Leggi le 1 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Axis Powers Hetalia / Vai alla pagina dell'autore: Cherrols