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Autore: ArashiStorm    19/05/2012    3 recensioni
Akiko è una ragazza che fin dalla nascita è stata perseguitata da demoni di ogni sorta. Venuta a sapere dell'esistenza del cacciatori di demoni che risponde al nome di Tony Redgrave arriva in una città lontana dalla sua madre patria. Una citta di cui conosce a malapena la lingua... Il suo unico indizio una foto di un locale, a prima vista squallido, su cui campeggia un'insegna luminosa: Devil May Cry
Genere: Generale, Mistero, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro Personaggio, Dante, Trish
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Fandom: Devil May Cry
Titolo: Demone scaccia demone
Rating: verde
Conto Parole: 500!!!!!!!!
Personaggi/Pairing: personaggio inventato + Trish
Disclaimer: Devil May Cry e tutti i suoi personaggi sono proprietà CAPCOM
Avvertimenti: spoiler per la fine del primo videogioco della serie
Prompt: 3°sfida – (seconda prova) Inglese
Scrivere una drabble in cui dei personaggi che non conoscono l'inglese vadano in una città anglosassone e debbano chiedere indicazioni.
Note dell'Autore: scritta per il MDF. Credevo che non ci sarei riuscita. Originariamente erano quasi 700 parole, dopo una prima sforbiciata sono diventate 611, poi 540 e infine, non so come ho fatto, finalmente 500…spero non si notino troppo i vari tagli XD
Ah i plateali errori di inglese di Akiko sono ovviamente voluti, così come il tentativo di uso dello slang.




Akiko non aveva mai visto palazzi tanto alti e strade tanto ampie. Aveva fatto un viaggio lunghissimo per arrivare in America. Le avevano detto che qui avrebbe potuto risolvere il suo problema per il quale tutti la ritenevano solo una pazza visionaria
L’unica cosa che doveva fare era chiedere dove trovare la casa della foto. Era quello l’ufficio di Tony Redgrave.

Si avvicinò quindi, timorosa, ad un venditore ambulante di hotdog.

“Excuse me – iniziò cercando di sciogliere la lingua – I searching a man. Man kill demon…”

“What? Demon, you say? Do you belive in demon, miss?” Le chiese l’omone malcelando un sorriso di scherno.

“Well I…” la ragazza arrossì violentemente. Con gli occhi bassi evitò di rispondere mostrando comunque la foto al venditore.

L’uomo rise vistosamente prendendo la foto tra le dita unte riconsegnandogliela subito dopo con un movimento di diniego del capo.
Scoraggiata Akiko riprese il cammino non sapendo dove andare. Ogni tanto riprendeva coraggio e tentava di chiedere a qualche passante. Le capitò finalmente di incrociare un fattorino che tornava da una consegna di pizze a domicilio.

“oh man, I know this place – le rispose quasi terrorizzato – Dangerous place, ya know… you better go home!”

Furono molteplici i tentativi del ragazzo di dissuaderla ma alla fine Akiko ottenne uno schizzo approssimativo della strada che avrebbe dovuto fare.
Una volta raggiunto il quartiere cominciò a capire le preoccupazione del fattorino.
Quel luogo dava i brividi, era la periferia della periferia. I suoi passi erano l’unica cosa che si sentiva lungo quelle viuzze strette. Fu per quello che si preoccupò quando, ad un certo punto, le sembrò che i suoi piedi non fossero più i soli a solcare quel terreno sconnesso. Un demone era riuscito a trovarla perfino in quella città.
Cominciò a correre ma non si stupì quando pochi istanti dopo venne buttata a terra con violenza

Era finita, sarebbe morta, lontano da casa senza che nessuno sapesse nulla di lei. Per un istante pensò che in fondo era meglio così, le sue pene sarebbero finite una volta per tutte… ma quando smise di dimenarsi valutando l’inutilità di ribellarsi al destino, una scarica di colpi le passò sopra la testa colpendo il demone senza sosta. L’essere si contorse per il dolore e sparì subito dopo con un grido raccapricciante. Akiko alzò la testa, stupefatta di essere stata salvata da una bellissima donna dai lunghi capelli biondi.

“Are you ok?” le chiese, avvicinandosi riponendo le pistole.

“yes...thanks”

“Are you looking for this place?” domandò nuovamente la donna raccogliendo la foto che nel trambusto era finita a terra.

Akiko annuì e la donna sorrise impercettibilmente.

“Follow me” disse soltanto.

Le due si addentrarono ancor più in quei vicoli sporchi e maleodoranti e dopo l’ultima svolta finalmente Akiko vide l’edificio ritratto nella foto.
Sulla sommità dell’ampia porta però la scritta luminosa era leggermente diversa: “Devil never cry” recitava.

“One more thing – aggiunse Trish avvicinadosi all’ingresso – His real name is Dante…”

  
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