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Autore: Aniel_    20/05/2012    5 recensioni
[Spoiler 7x23]
"Dean non riuscì a rispondere, perché le emozioni dell'angelo lo avevano investito con tale violenza da portagli via l'aria, l'ossigeno e la facoltà di parola. E lui avrebbe voluto dirgli che lo capiva, che avrebbe fatto lo stesso, che non lo avrebbe abbandonato e lo avrebbe aiutato ad uscirne, che da quando lo aveva visto sparire in quel lago una parte di lui era morta, affogata nel senso di colpa."
Genere: Angst, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Castiel, Dean Winchester
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Spoiler! | Contesto: Settima stagione
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Scusa ma prefesco averti qui, maledetto o no.



«Siamo in Purgatorio?» chiese Dean, mentre l'oscurità di quella foresta sembrava farsi più fitta istante dopo istante. «Come usciamo di qui?»
Il rumore sommesso di rami spezzati fece trasalire il cacciatore.
«Temo che finiremo probabilmente fatti a pezzi» rispose Castiel, con la voce monocorde dell'angelo che aveva conosciuto nel capanno anni prima.
Rumori, respiri, ringhi si facevano largo nel buio, lambendo entrambi, rendendoli prede di solo Dio sapeva cosa dimorasse in quel regno ultraterreno.
Come erano finiti in Purgatorio? Dean ricordava solo l'osso trafiggere la carne tenera del collo di Dick Roman, un ghigno levarsi in quel viso, e poi il buio, forse più buio dell'oscurità che li circondava. Sam dov'era finito? Stava bene? E Kevin? Tutti gli altri Leviatani che fine avevano fatto? Erano andati esplodendo in seguito alla disfatta del loro capo o erano ancora a piede libero, seppur con le teste mozzate, sulla terra?
«Cas, credo che dovremmo subito...» iniziò a dire, con la voce incrinata dalla paura, ma l'angelo era sparito, lo aveva lasciato solo, ancora.
«Cas?» lo chiamò ancora, speranzoso.
Nulla. Castiel era andato via, chissà dove. Spero che tu riesca a trovare il sacchetto con le tue rotelle, figlio di puttana pensò, indietreggiando di qualche passo, calpestando le foglie secche. Dean sentì il proprio respiro appesantirsi e un brivido percorrergli la schiena: era spiacevole, era un brivido di terrore. Tra gli alberi riuscì appena a scorgere qualcosa, un'anima viscida, con denti aguzzi, pronta ad assalire la sua preda, ricoperta di carne fresca e tenera da lacerare morso dopo morso. Quelle anime erano così diverse da quelle che aveva visto all'inferno, così prive di qualsiasi umanità; erano bestie, bestie che non sarebbero potute morire ma che, se lo avessero preso, lo avrebbero fatto a pezzi in men che non si dica.
Dean capì di avere solo un'opzione, sebbene non fosse l'idea migliore che gli fosse balzata per la mente: correre.
 

*°*°*°*°*°*

 
Dean non riusciva più a respirare mentre un senso di oppressione sembrava schiacciargli la gabbia toracica, ma non poteva permettere a se stesso di fermarsi o che la fatica lo facesse cadere al suolo come un sacco di patate. Non poteva e non voleva servirsi a quei cazzo di mostri su un piatto d'argento. Ma quanto avrebbe potuto correre ancora? Quanti mostri gli erano alle calcagna? No, non doveva pensarci, non doveva distrarsi. Avrebbe continuato a correre e se poi sarebbe finito nell'apparato digerente di uno di quei figli di puttana, beh, non avrebbe potuto far nulla per impedirlo.
Ma poi Dean cadde, inciampando in una radice fuoriuscita dal terreno e sbattendo il capo contro un macigno. Sentì il calore del sangue appiccicoso scivolare sulla suo viso, sangue che avrebbe attirato quanti più mostri presenti in Purgatorio, felici di potersi fare uno spuntino dopo migliaia di anni.
Era la fine, era spacciato. Pensò a Bobby e si augurò che fosse finito in Paradiso, sebbene anche lì le cose non è che andassero poi così bene.
Sempre meglio dell'inferno, sempre meglio di qui.
Pensò a Sam, e pregò che si facesse forza, perché voleva tornare indietro per lui, perché suo fratello era rimasto completamente solo, senza appigli, e lui avrebbe dovuto proteggerlo, sempre.
Proteggi Sammy, Dean, non lasciarlo mai solo.
Pensò persino a quel figlio di puttana di Castiel, che lo aveva abbandonato, che si era arreso, perché anche in quel preciso istante, mentre una di quelle creature maledette lo annusava famelica, avrebbe voluto averlo accanto, solo per dirgli addio.
Scusa ma preferisco averti qui, maledetto o no.
Il cacciatore - anche se ormai preferiva definirsi come preda, vista l'imminente e tragica fine che lo attendeva- trattenne il fiato quando una lingua ruvida leccò via il suo sangue. Chiuse gli occhi: non aveva intenzione vedere cosa lo stesse per fare a pezzi.
Improvvisamente una luce esplose tutta intorno, illuminando quell'anfratto buio per pochi attimi, e Dean non riuscì neppure ad aprire gli occhi perché sentiva quella luce bruciare selvaggiamente attraverso le sue palpebre chiuse. Non sapeva cosa fosse accaduto, né se quelle belve fossero andate via, ma Dean era troppo stanco persino per controllare.
«Dean» lo chiamò alla realtà una voce roca, «Dean!»
Dean spalancò gli occhi mentre il viso di Castiel era appena a un soffio dal suo e le sue mani lo scuotevano. Castiel era tornato.
«Cas?» chiese, incredulo.
«Si» rispose l'angelo, annuendo lentamente prima di guardasi intorno, «non staranno via per molto, dobbiamo andare» lo informò, poggiando due dita sulla fronte del ragazzo e prima ancora che Dean se ne rendesse conto, si ritrovarono in un luogo ancora più buio della foresta.
«D-dove siamo?» domandò nervosamente, tamponandosi la propria ferita con il palmo della mano. Non riusciva a vedere nulla, non sapeva nemmeno se Castiel era ancora con lui o fosse sparito ancora. Non riusciva nemmeno a sentire il respiro dell'angelo. «Castiel?» lo chiamò con più forza, prima che una mano dall'oscurità gli tappasse la bocca.
«Dean, maledizione!» sbottò l'angelo, in un sussurro, «non dobbiamo farci sentire.»
Castiel allontanò la mano dal viso dell'altro, trascinandolo verso la parete e facendolo sedere accanto a sé. «E' l'unico posto che ho trovato.» gli disse, quasi con un tono di scuse.
«Dove siamo?»
«In una caverna. Ho coperto l'entrata con una roccia e ho già controllato, qui non c'è nessuno. Siamo al sicuro, almeno per ora» gli spiegò l'angelo.
Dean annuì, anche se consapevole che l'altro non avrebbe potuto vederlo, e tra loro calò il silenzio. Il cacciatore, che aveva dato ormai per scontato che Cas lo avesse abbandonato al suo destino, riconobbe di aver fatto male i conti e che alla fine, quel moccioso in trench, gli aveva salvato il culo, ancora una volta.
«Dean, perché sei appiccicoso?» domandò l'angelo, lasciando la mano del cacciatore.
«E' sangue, niente di grave» rispose Dean, con voce sommessa.
Castiel mormorò un sommesso oh prima di posare nuovamente due dita sulla fronte dell'altro e il ragazzo sentì il bruciore della ferita svanire, come se non ci fosse mai stato.
«Cas cosa diavolo è successo? Perché siamo in Purgatorio?» chiese, senza curarsi di ringraziare l'altro.
Avevano cose più importanti a cui pensare adesso.
«Io non lo so, Dean» sospirò Castiel, avvicinandosi maggiormente al corpo dell'altro, «credo che...sia stata l'arma.»
«Come sarebbe a dire l'arma? Cos'è, l'osso ha avuto un effetto collaterale? Non mi sembra di aver letto questa clausola nel Verbo di Dio!» sbottò l'altro, mantenendo un tono di voce soffocato.
«Dean io non lo so, va bene? Magari chi usa quell'arma contro un Leviatano alla fine finisce in Purgatorio, io non lo so.»
Dean notò qualcosa di diverso nella voce dell'angelo, qualcosa che gli ricordò i tempi in cui combattevano ancora spalla a spalla, in cui non aveva la fissa degli animali e delle piante, in cui non si materializzava nudo nella sua auto. I tempi in cui Castiel era ancora Castiel.
«Aspetta» realizzò improvvisamente il ragazzo, alzando lo sguardo all'altezza di quello dell'angelo sebbene non riuscisse a vederlo, «sono io che ho impugnato l'arma e trafitto Dick, io avrei dovuto finire in Purgatorio, quindi perché...»
«Perché ci sono finito anche io?» concluse l'angelo per lui, sbuffando appena quella che al cacciatore sembrò l'accenno di una risata.
«Cas, che cosa hai fatto?»
«Io ti ho...seguito» mormorò Castiel, «ti ho visto sprofondare e ti ho afferrato. Sono caduto con te....mi sono lasciato cadere con te.»
Dean spalancò gli occhi e impose a se stesso di calmarsi o, in mezzo a quel silenzio surreale, Castiel avrebbe potuto sentire il battito del suo cuore accelerare.
«Perché?» gli chiese, con la voce tremante. Non era certo di voler conoscere la risposta.
Castiel respiro profondamente prima di rispondere. «Io non vedevo Lucifer, lo sai? Forse all'inizio ma poi è sparito. Io vedo tutte le vite che ho spezzato, tutti i fratelli che ho ucciso e...» la voce dell'angelo di spezzò e Dean avvertì il bisogno di stringerlo, di sussurrargli che sarebbe andato tutto bene, che avrebbero trovato una soluzione, ma non lo fece: l'angelo stava finalmente affrontando la realtà con lui e di fronte a lui, e non voleva interromperlo. Così aspettò pazientemente che altro trovasse la forza di continuare.
«...e vedo te a volte. Vedo un'espressione sul tuo viso che mi fa impazzire e fa male. E lo so che l'ho meritata, ma quello sguardo...»
«Quale, Cas?» gli chiese con gentilezza.
«Quando hai ordinato a Death di uccidermi, quello sguardo.» rispose quasi facendo violenza a se stesso, «l'ho visto giorno dopo giorno, Dean. E io volevo fare ammenda, non ti avrei lasciato solo ancora. Quindi ti prometto che d'ora in avanti cercherò di riparare a quello che ho fatto, e che non ti lascerò solo quando avrai bisogno di me.»
Dean non riuscì a rispondere, perché le emozioni dell'angelo lo avevano investito con tale violenza da portagli via l'aria, l'ossigeno e la facoltà di parola. E lui avrebbe voluto dirgli che lo capiva, che avrebbe fatto lo stesso, che non lo avrebbe abbandonato e lo avrebbe aiutato ad uscirne, che da quando lo aveva visto sparire in quel lago una parte di lui era morta, affogata nel senso di colpa.
Il cacciatore avrebbe voluto solo dirgli che lui gli sarebbe sempre stato accanto, finché non sarebbe morto, perché lo aveva perdonato sin dal primo momento in cui aveva incrociato i suoi occhi dannatamente blu, occhi gonfi e pieni di confusione. E lui l'avrebbe scacciata via quella confusione e avrebbe guarito le sue ferite.
Ma non riuscì a dire nulla, non riuscì a condividere i suoi pensieri con l'entità che aveva accanto e che adesso sembrava così fragile e...sola.
E Dean non si rese neanche conto di aver portato un braccio attorno alle spalle dell'altro e di averlo stretto a sé; persino nell'oscurità riuscì a percepire il viso dell'angelo inclinarsi confuso, con gli occhi tristi e le labbra leggermente aperte. Dean sentì il respiro del suo Cas lambire le sue labbra: per la prima volta lo sentì vicino, completamente vicino.
Castiel fece cozzare malamente le sue labbra su quelle morbide e calde del cacciatore e a Dean venne da sorridere, perché quel moccioso era ancora un bambino inesperto e non sapeva dove avrebbe voluto andare a parare il cacciatore in quella piccola e buia caverna.
Ma non abbiamo nessuna fretta, non è vero Cas?
Castiel lambì, seppur timidamente, le labbra dell'altro con la lingua, descrivendone i contorni e corteggiandoli affinché si aprissero sotto il suo tocco e quando Dean schiuse le barriere facendolo passare, si sentì come se avesse ricominciato a respirare dopo anni passati in apnea.
Quel gesto così semplice, quel bacio così intimo, era così giusto da far salire un brivido lungo la schiena del cacciatore, uno di quelli piacevoli, che gli fece dimenticare Dick, i Leviatani e il fatto di essere stati rinchiusi in Purgatorio senza via d'uscita e con delle bestie alle calcagna. Nulla di tutto questo aveva più importanza, non se fossero rimasti insieme.
Troveremo il modo di sopravvivere e di uscire di qui, ma insieme, te lo prometto.

Fine

 







Note dell'autrice: era da un po' per i miei standard che non pubblicato un'one shot! Come state? Sopravvissuti all'ultima puntata? Io devo rivederla perché alla prima visione non mi ha entusiasmata moltissimo, fatta eccezione per i momenti destiel che trapelavano dappertutto. Questa mia one shot è una continuazione alla fine della puntata, più che altro immagino che sia andata così...ora voglio solo che il povero Sam (ora solo come un cane, che tristezza) trovi il modo di tirarli fuori dal Purgatorio, posto tra l'altro inquietantissimo porca miseria!! Comunque sia, grazie per aver letto e se vi va di lasciare un commento, mi fareste una persona estremamente felice! Baci, E.

   
 
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