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Autore: Carlotta Bucks    20/05/2012    2 recensioni
Arianna, normale ragazza di 15 anni. Come tutti sapevano odiava i balli da quand'era nata a causa della sua scarsa coordinazione. Per questo non riusciva a capire l'agitazione che divampava in classe per quell'evento
// Questa è la mia prima storia. Perciò vi chiedo di essere clementi. Ditemi pure tutto quello che pensate, però.
Genere: Fluff, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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BALLO DI PRIMAVERA. Quelle parole che tanto la spaventavano erano scritte a lettere cubitali sul volantino che il ragazzo all'entrata le aveva appena consegnato. Odiava il ballo, soprattutto per due ragioni: la prima e più importante era il fatto che non sapeva ballare, lei e la coordinazione non andavano proprio d'accordo e questo, oramai, lo sapevano tutti. La seconda era che odiava le situazioni formali, odiava semplicemente il fatto che i balli esistessero!

Fu mentre saliva le scale per raggiungere l'aula dove tra una ventina o meno di minuti avrebbe avuto inizio il supplizio di una delle tante giornate intense in quel liceo scientifico che si mise a leggere il volantino. Sempre più stupita, scoprì che il ballo aveva un regolamento. Wow, pensò, per una cosa così stupida ci vuole pure un regolamento! Bah!

Era stato tutto organizzato per filo e per segno, si spiegava infatti che fino al giovedì della settimana prima del ballo, ovvero quella in cui si trovavano, erano le ragazze a dover invitare i ragazzi, e solo il venerdì i ragazzi potevano fare le loro proposte, il ballo si sarebbe svolto esattamente il giorno dopo!!

Sconvolta e stupefatta, finalmente, varcò la soglia ed entrò in classe.

Arianna! Buongiorno! Oramai ti davamo per dispersa!” Beatrice, Alice e Caterina, le sue più grandi amiche, la salutarono per prime, ancora prima che ebbe tempo di appoggiare la cartella. Purtroppo era arrivata appena pochi attimi prima del suono della campanella, e non ebbe molto tempo per chiacchierare e ridere. Raggiunse il banco e salutò il suo compagno di banco, in fin dei conti l'aveva sempre trovato carino, ma oggi aveva qualcosa in più. Forse nello sguardo o nel sorriso, ma le pareva speciale, quasi bello. Si distolse subito da questi pensieri dandosi della stupida. Anche se si fosse presa una cotta per quel bell'imbusto, lui non avrebbe mai ricambiato: troppo impegnato con lo sport, scherma, e anche se non lo fosse stato la considerava come una semplice amica. Ciò lo sapeva bene, nonostante tutte le battutine dei compagni.

La mattinata passò, come tante altre. Solo una cosa la contraddistinse, il suo vicino di banco, Carlo, le si avvicinò un po' di più durante l'ora di latino e all'orecchio le sussurrò se aveva già invitato qualcuno per il ballo, lei negò. Spiegandogli la sua teoria: lei al ballo era decisa a non andarci, neanche se fosse stato un principe a chiederglielo.

Giorno dopo giorno la settimana stava passando, e giorno dopo giorno Carlo continuava a chiederle se avesse deciso di cambiare qualcuno invitando un ragazzo; lei giorno dopo giorno negava. Scoprì così, durante una delle loro tante conversazioni, anche se sarebbe meglio chiamarle discussioni, che lui aveva già ricevuto tre inviti, ma che li aveva già negati tutti e tre. Le spiegò che stava aspettando il venerdì per invitare la persona giusta, anche se non volle dirle il nome di questa famigerata persona giusta.

Arrivò quel giorno tanto atteso, il venerdì. Era tradizione che i ragazzi donassero dei fiori alle ragazze prescelte, e fu così che quando Arianna oltrepassò la soglia fu investita da una folata di diversi profumi floreali. Sembrava che tutti si fossero già messi all'opera di prima mattina. Tommaso aveva già chiesto la mano di Beatrice in modo teatrale, inginocchiandosi addirittura, per il ballo, e lo stesso aveva fatto Federico per Alice, solo in modo più informale. Per non parlare di Caterina che aveva ricevuto da Diego un invito in pieno stile cavalleresco. Tutta la classe aveva oramai formato delle coppie e in classe non si parlava altro che di abiti, colori, fiori e musica. A malincuore Arianna si accorse che mancava qualcuno. Carlo.

Non ci poteva credere che lui non ci fosse, non in un giorno così, non nel giorno in cui avrebbe scoperto se la persona “giusta” ricambiava i suoi sentimenti. In fin dei conti, nonostante sapesse che lui aveva interessi, passioni, amicizie e forse più al di fuori di quelle mura, al di fuori di quello che lei conosceva su di lui, aveva sempre sperato che la persona giusta fosse lei. Ma lui mancava, non c'era. E lei non l'avrebbe mai scoperto, non avrebbe mai scoperto se qualcosa sarebbe potuto succedere.

Arianna d'altronde era sempre stata pessimista e non le passò nemmeno per la testa che Carlo avrebbe potuto essere in ritardo, ed in fatti così era.

Arrivò a metà della prima ora, un incidente ed il treno aveva saltato la corsa, così spiego alla profe. Si sedette, guardò la sua compagna di banco e sorrise. Aveva organizzato tutto ed il ritardo non era stato casuale, d'altronde il fioraio non apriva prima delle otto.

La campanella suonò per annunciare la ricreazione e senza che Arianna potesse alzarsi, Carlo la prese per mano e la trascinò con se in una parte del liceo che nessuno conosceva e che aveva allestito specialmente per Arianna con fiori e decorazioni. La guidò fino al “nascondiglio” ed una volta arrivati la fece accomodare sulla panca in mezzo alla terrazza e inginocchiandosi (l'aveva letto su un vecchio giornale che suo padre aveva dimenticato in salotto un giorno) e le fece la fatidica domanda, naturalmente solo dopo molti giri di parole.

Bhe... Ecco.. Cioè... Ti avevo detto che aspettavo questo giorno per chiedere alla persona giusta di accompagnarmi al ballo. Ti ho stressato per tutta questa settimana con la solita domanda. Ovvero se avessi intenzione di invitare qualcuno, sai in silenzio speravo che mi invitassi tu, così non avrei dovuto inventarmi mille modi per non fare la figura dell'imbranato. Anche se so che la sto facendo. Quindi andrò dritto al punto. Ti va di venire al ballo con me?

Arianna, travolta dalla più disparate emozioni, stava per accettare quell'invito così romantico dimenticandosi che lei i balli li odiava; quando Carlo la fermò dicendole:

Lo so. Tu odi i balli. Odi ballare. Odi le situazioni formali. Ma ti prometto che renderò tutto questo speciali, che non ti sentirai in imbarazzo. Insomma ti chiedo di provarci, di darmi solo un po' della tua fiducia ed io sarò in grado di conquistarne il resto. Ti prego. “

Oramai Arianna non ragionava più, era sospesa come su di una nuvola. Ed è inutile raccontare che accettò senza obiezioni.

Durante il resto delle lezioni Arianna si sorprese a fissare il suo compagno di banco chiedendosi come avesse fatto a far colpo su di lui! E quasi la stessa cosa pensava Carlo: pensava a come quella splendida ragazza che aveva vicino avesse accettato il suo invito, sembrava che non aspettasse altro che rispondergli con un sì.

Ma non poteva essere tutto così perfetto. E fu così che sorse un problema. Piccolo, a parere di molti, ma enorme a parere di Arianna. Lei non aveva un vestito adatto!

Mise a repentaglio tutte le sue amiche e con Beatrice, Alice e Caterina scandagliò tutti i negozi del centro in cerca dell'abito perfetto, naturalmente le sue amiche avevano già tutto, d'altronde avevano avuto anche più tempo a disposizione!

Ma si sa. Prima o poi il vestito giusto si trova e rende le cose migliori. Fu così che lo trovò in fondo ad una pila di abiti troppo vistosi per i suoi gusti. Era bianco, con una sfumatura di blu elettrico che percorreva tutto l'orlo finale appena sopra al ginocchio. Il tutto era abbellito da un corpetto che le fasciava la vita appena sotto al seno. Gli accessori furono subito trovati e fu così che le quattro ragazze si avviarono a casa di Beatrice per preparasi.

Carlo aveva promesso di venirla a prendere proprio a casa della sua amica alle otto e tre quarti.

L'orologio segnava oramai le nove e un minuto. Di Carlo nessuna traccia. Sperava in un ritardo, che un asteroide avesse colpito la stazione, sperava in qualsiasi scusa e non voleva neanche prendere in considerazione che lui le avesse dato buca. No, non dopo tutte quelle parole. No, non lui. Erano questi i pensieri che si affollavano nella testa di Arianna mentre Carlo era alle prese con un guaio dietro l'altro. Non bastava il treno in ritardo per lo sciopero delle ferrovie, si era messo pure a piovere. E fu così che raggiunse quell'agoniata casa quando mancavano ormai dieci minuti alle dieci. Citofonò, e rispose lei. Tentò di spiegarle la situazione, ma lei non voleva ascoltare. Allora decise di chiamarla e di lasciarle un messaggio in segreteria.

Non abbiamo bisogno di uno stupido ballo di primavera per passare una bella serata. Ti prego scendi e lascia che ti porti dove nessuno sa. E no. Non ti porterò all'isola che non c'è. Anche se lo farei solo per farti scendere.”

Fu così che lei scese, più bella che mai. Lo guardò e la prima cosa che fece fu scoppiare a ridere. Era proprio comico lo stato in cui era conciato quel ragazzo. I capelli fradici erano incollati alla sua fronte, la camicia altrettanto fradicia era attaccata al suo petto, anche se questo non era affatto male!

Fu così che mentre tutto il liceo ballava sotto ad una palla di vetro tipica degli anni '80, due ragazzi coronavano il loro amore con un bacio sotto le stelle, senza curarsi del mondo. Esistevano solo loro due, nessun altro! 

  
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