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Autore: _Any    20/05/2012    2 recensioni
Quando mi trovavo alla The Wammy's House giravano strane leggende e tutte quante avevano come protagonista uno di noi, un assassino per l'appunto. Uno di noi che gli altri temevano, uno di quelli che nessuno avrebbe mai voluto incontrare sul proprio cammino. Persino il suo aspetto era spaventoso. Occhi rosso sangue, capaci di infondere il terrore con un solo sguardo. Malvagio, malvagio tanto da uccidere anche una ragazzina.
Devo ammettere che anche io, che mi reputo una persona alquanto razionale e non troppo timorosa, ho creduto a quelle leggende e mi sono permesso di giudicare quella persona in maniera perfida e meschina. Nessuno conosceva il suo nome, per noi era solo una lettera: B.
Genere: Drammatico, Introspettivo, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Beyond Birthday, L, Near
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Contenuti forti
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Questa storia è stata ispirata al romanzo "Another Note" di Nisioisin. La maggioranza dei personaggi non mi appartiene.



Siamo profondamente dispiaciuti, ma il corpo speciale di polizia ha ufficialmente dichiarato che, in base ai risultati degli esami, uno dei due corpi rinvenuti sul posto risulta appartenere a Kiyomi Takada. Le fiamme che hanno causato il crollo della chiesa sembrano divampate dalla benzina contenuta nei serbatoi di un camion di due tonnellate e una moto che si trovavano all'interno dell'edificio.”.

Cominciai a tormentarmi i capelli.

Era davvero troppo tardi adesso.

Speravo che a dirmelo non sarebbe stata la voce elettronica della televisione. Dovevo mantenere la concentrazione.

Concentrazione...

Concentrazione...

Sapevo cosa dovevo fare adesso.

E tutto grazie a quell'episodio.

Avevi ripetuto non so quante volte che mi odiavi, Mello. Allora perché avevi sacrificato la tua vita per salvare la mia? Se tu fossi stato lì, mi avresti risposto che lo avevi fatto solo perché se io fossi morto Kira non sarebbe mai stato preso e ti saresti trovato solo nemici.

Ma tu eri morto.

Avrei dovuto basarmi solo ed esclusivamente sulle mie forze. E ancora non potevo perdonarmi del tutto del non aver eseguito gli ordini di L.

Mi sembrava tutto un sogno, uno strano, evanescente, brutto sogno.

La mia mente era quasi vuota. Era tutto vero. Ed era vero anche quello che aveva detto L.

Nessuno di noi due sarebbe riuscito a superarlo, ma insieme potevamo farcela.


Convincere Blues-harp Babysplit e Blackberry Brown a passare una notte in un albergo di lusso come il “The Peninsula Beverly Hills” non era stato difficile. Il mascherare il tutto come la vincita a un'estrazione da un elenco telefonico giorni prima aveva reso il tutto più credibile.

Ora io e Naomi ci trovavamo davanti al condominio dove il miglior serial killer che Los Angeles avesse mai visto stava per agire.

Era il momento.

In ascensore c'era uno strano silenzio. Naomi guardava in basso, pensando a chissà cosa. Era preoccupata. Probabilmente stava già immaginando il momento dell'arresto.

Anche io stavo immaginando cosa sarebbe avvenuto a breve, ma le mie previsioni non coincidevano con quelle della mia “collega”.

Io e Naomi ci separammo. Lei salì fino al tredicesimo piano, mentre io mi fermai all'appartamento numero 404.

Sorrisi.

Finalmente, il punto di arrivo che tanto aspettavo.

Lentamente aprii l'appartamento e con la massima delicatezza sospinsi la porta di lato.

Mi guardai intorno. Il soggiorno era molto spazioso.

Mi appoggiai ad una delle eleganti sedie, guardai di nuovo l'ambiente circostante.

Dovevo aspettare...

Non mi ero mai reso conto di quanto potesse essere difficile, vero mio caro lettore?

Il tempo sembrava rallentare, quando avrebbe dovuto accelerare.

Sembrava strano. Avevo avuto fretta fino a quel momento per poi guardare inutilmente l'arredamento di quella stanza.

E aspettare ancora poco prima di poter finalmente assaporare la vittoria.

La vittoria dopo aver visto la morte dei miei genitori.

La vittoria dopo essere stato rinchiuso dentro una stanza come un pazzo.

La vittoria dopo essere stato privato della mia essenza.

La vittoria dopo aver perso Any.

La vittoria dopo essere scappato, dopo aver ucciso, dopo aver visto morte ancora...

Risi, stavolta ad alta voce, senza più preoccuparmi.

Io ero uno strumento di morte, anzi, io ero un dio della morte!

Io ero nato per quello! Dovevo uccidere! Sì, sì, dovevo dare un senso alla morte!


La scrittura di Beyond era diventata improvvisamente disordinata, frettolosa. Era sempre stata perfetta fino a quel momento.

La follia che era in lui stava uscendo piano dai limiti del suo corpo.

Si stava impossessando di ogni sua azione.


Mi fermai all'improvviso.

Dovevo mantenere la calma.

Non era ancora il momento, anche se già potevo avvertirlo.

Mi alzai, chiusi la porta, mi avvicinai alla parete, la tastai.

Con delicatezza appoggiai il chiodo dell'unica wara ningyo che avevo con me quel giorno sul muro liscio. Cercando di fare meno rumore possibile lo colpii fissandolo.

Annodai il filo rosso della bambola.

L'impazienza aumentava.

Non potevo aspettare, ma dovevo.

Ancora poco...

Mi aggiravo nervosamente per l'appartamento, cercando il luogo migliore.


Non capivo.

Se Beyond aveva mandato fuori dall'appartamento Blues-harp Babysplit, chi avrebbe ucciso?

Ci vollero pochi secondi prima che la verità mi colpisse come un fulmine.

Believe Bridesmaid, BB.

Quarter Queen, bb.

Backyard Bottomslash, BB.

Beyond Birthday, BB.


Con forzata calma, tirai fuori dalla mia borsa una piccola bottiglietta.

Conteneva benzina.

Sempre con calma la versai sul mio corpo.

Socchiusi gli occhi.

Una scintilla.

E poi il calore.

Stavo bruciando.

Bruciavo! Il calore si espandeva lungo tutto il mio corpo. Il dolore si intensificava ogni secondo di più. Inconsciamente mi muovevo, quasi mi contorcevo, ma non potevo farci nulla!

La mia morte era l'ultimo omicidio.

Le camere chiuse servivano a fingere che non fosse un suicidio!

Il mio piano era perfetto, mio caro lettore!

L aveva perso!


Era spaventoso. Tutto ciò che Beyond aveva fatto era finalizzato alla sua stessa morte.

In passato aveva affermato di essere disposto a uccidere per utilità, ma questa era pura follia.


E poi, dopo aver inspirato per l'ennesima volta quell'odore nauseabondo, cominciai a perdere i sensi.

Mi lasciai cadere a peso morto sul pavimento.

Non ero più nella stanza, non sapevo dove mi trovavo.

Il dolore era forte, ma la mia volontà lo era di più.

Mi contorcevo, ma non cercavo di spegnere le fiamme.

Il loro suono quasi mi ipnotizzava, così come il loro colore.

Tutti i rumori divennero un'eco lontana. E così persi anche la cognizione del tempo, vedevo sfocato.

Rosso, solo rosso riuscivo a vedere.

Rosso come le fiamme, rosso come i miei occhi, rosso come il sangue. Il sangue innocente che avevo versato, ma era tutto perfetto così! Mio caro lettore! Cosa importava in quel momento? Io avevo dato loro un dono: avevo dato un senso alla loro morte.


No, Beyond. Non avevi dato un senso alla loro morte. Ovvero, lo avevi dato ma solo per te stesso.

E dopotutto è sempre così: qualsiasi cosa si faccia per dare un senso alla propria vita o alla propria morte è sempre per auto-realizzazione, non per altro.


Un suono più forte mi distrasse. Era sordo, ma non riuscivo a distinguerlo bene.

Cos'era?

Una voce?

No... Nessuna voce poteva rimbombare in quel modo.

Lo sentii di nuovo, più forte. Qualcuno stava facendo quel rumore a raffica.

Era uno sparo?

Sì! Doveva essere uno sparo!

Chi avrebbe mai sparato in un posto del genere?

...

Chiusi gli occhi.


E così anche Beyond era finito? Bruciato. Esattamente come Mello.

No, non era possibile.

Beyond non poteva essere morto lì, in quel momento. Il quaderno era stato scritto successivamente.

Dopo l'ultima parola c'erano molte pagine totalmente bianche, le sfogliai una ad una.

Ne contai tredici.

Ma nella quattordicesima c'era ancora scritto qualcosa.


Quanto tempo era passato?

Sentii del freddo.

Un rumore, una voce...

Aprii gli occhi, piano.

C'era qualcosa di bianco e appiccicaticcio sul mio corpo. Non riuscivo a muovermi bene.

Un'ombra stava parlando con qualcuno. Il suono della voce rimbombava ancora.

Naomi?

Sentii una presa d'acciaio sul mio polso.

Rue Ryuzaki, ti dichiaro in arresto per l'omicidio di Believe Bridesmaid, Quarter Queen e Backyard Bottomslash. Non hai il diritto di rimanere in silenzio, né di chiamare un avvocato, né di avere un giusto processo.”.


Questa era davvero la fine del gioco di Beyond Birthday, del serial killer di Los Angeles.

Tutto per un errore, uno solo in un piano perfetto.

Così era finita la storia dell'unico serial killer degno della mia stima.

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Authoress' words

Salve! Perdonatemi l'ennesima pausa nella scrittura, ma sto rischiando vari debiti a scuola, se mi prendessi troppe pause dallo studio la mia estate diventerebbe un incubo!

Ah, già. Alcuni potrebbero fraintendere, quindi lo scrivo bello grande:

LA STORIA NON È FINITA!


Ci saranno più o meno altri due capitoli, rispettando i piani che mi sono fatta fin da quando ho scritto il primo capitolo.

Per favore, non fraintendete. Non ho intenzione alcuna di allungare il brodo di proposito perché mi sono affezionata troppo alla storia o cose simili. Io non vedo l'ora di finirla! xD Solo che ci sono due cose che devo scrivere assolutamente. E lo farò nei prossimi due capitoli, quindi non mi abbandonate!

Tenente duro!

Cercherò di fare in fretta stavolta!

Any
   
 
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