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Autore: Hebi_Grin    20/05/2012    8 recensioni
[Questa One-Shot ha partecipato al Contest 'Leggende' di Haleey Grey, classificandosi quarta]
Bardak, dopo la battaglia che l'ha visto vincitore contro Lord Chilled, si interroga sulla sua condizione di unico Saiyan esistente in quell'epoca antica, ma nuova per lui, in un monologo interiore che lo mostra, per una volta, nei suoi dubbi e debolezze.
Citazione:
Quando l’orgoglio infiamma il petto la sentiamo. L’orgoglio è la nostra essenza, cucita addosso al nostro corpo, e rivela l’anima al nostro interno.
Genere: Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Bardack
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Salve, balde lettrici che siete capitate qui. Oggi ho fatto una doppietta, avendo sia aggiornato la mia long pubblicato questa One-Shot.

Questa storia è partecipante al Contest 'Leggende' di Haleey Grey.

So benissimo che questa storia non è il massimo, ma dato il prompt ho dovuto giocare un po' col personaggio, sperando di non averlo reso OOC (anche perché non è permesso dal regolamento del contest xD). 

Preciso, inoltre, che era richiesto di ritrarre un momento di debolezza, in cui il personaggio si ritrovasse faccia a faccia con la sua umanità, lontano da campi di battaglia e tute di allenamento.

Inizialmente non pensavo di partecipare, ma la presenza della scatola viola e di Bardak tra i personaggi mi hanno convinta ^^''

Inoltre, il fatto stesso di scrivere con un prompt è stato traumatico. A mala pena sapevo il significato di prompt.


Nome autore:  LadyGrinningSoul

Titolo storia: Loneliness of a Golden Soul

Prompt:  Solitudine in un vasto universo

Personaggio: Bardak

Genere: Introspettivo, Malinconico

Avvertimenti: Nessuno

Rating: Verde

Note: Questa FF è ambientata immediatamente dopo la fine di ‘Episode of Bardak’ quando vediamo il Saiyan allontanarsi dal villaggio di Ipana e Berry, andando per la sua strada. Dato il prompt mi sembrava il momento più opportuno in cui ambientare la storia.

Ulteriori note e precisazioni: per quanto riguarda il numero dei Soli mi sono fidata di quanto si vede ne ‘Le Origini del Mito’: quando Bardak sta per spiccare il volo per affrontare Freezer si vedono due astri, che suppongo essere i Soli del Pianeta Vegeta. Per quanto riguarda il nome Taanipu, invece, non abbiamo tracce ‘canon’ della donna di Bardak, né è farina del mio sacco: è il nome che le si attribuisce in un doujinshi. Mi piace molto sia come figura che come nome ed è un personaggio che ormai è entrato a far parte del mondo ‘fanon’ di Dragon Ball. Stessa cosa dicasi per il termine ‘Changeling’ riferito alla razza di Freezer, con la differenza che lo trovai casualmente in svariati forum.

Disclaimer: Bardak, Dragon Ball e OAV/Special/Movies appartengono ad Akira Toriyama, che ne detiene tutti i diritti (insieme alla TOEI Animation e Fuji TV, credo). Questo testo è stato scritto senza alcuno scopo di lucro. Chi pagherebbe mai per leggere questa cosa?

 

Loneliness of a Golden Soul

 

Non son mai stato completamente solo. Sempre attorno a me c’è stato qualcuno. E poco importa che questi fossero i miei compagni di squadra, altri soldati, la mia donna, mio figlio, o degli alieni che mi apprestavo inesorabilmente a uccidere. Loro erano con me, o contro di me.

Terribile fu quando, per la prima volta, mi scoprii solo. Orribile, quando arrivai su Meat e trovai solo Toma, agonizzante e in fin di vita. Il mio migliore amico è morto tra le mie braccia. Non gliel’ho mai detto, eppure son certo che lo sapesse.

Mi ritrovai senza nessuno.

I loro corpi riversi a terra.

Le pozze di sangue attorno a loro.

Poi l’attacco degli uomini di Dodoria: no, non ero l’unico su quel Pianeta, ma nessuno era al mio fianco. Cominciai così a distinguere la solitudine spirituale da quella fisica.

 Ma ero davvero spiritualmente solo in quel momento? I corpi dei miei compagni, son sicuro, mi hanno protetto dall’attacco di Dodoria. La lealtà, un legame per noi fondamentale, continua anche dopo la morte? Si instilla a tal punto nelle nostre anime? Ma noi Saiyan ne abbiamo una? Tra molti popoli questa entità, ho saputo, si dice esistere. Eppure non si vede, non si tocca. Direi che non credo a ciò che non tocco, ma ho avuto il dono -o la maledizione- di vedere il destino del mio popolo prima che accadesse. Nulla di palpabile, eppure si è rivelato tutto vero.

Dopo aver visto il futuro mi è stato mostrato il passato, che ora sto vivendo. La rabbia che ho provato combattendo contro Chilled, il vedere in lui Freezer, il ricordo dei miei compagni caduti ha risvegliato il dorato nel mio cuore. Ciò è successo perché ho un’anima? Uno spirito? Forse nella solitudine in cui mi appresto a vivere lo scoprirò. Potevo rimanere nel villaggio di Berry e Ipana. Perché non l’ho fatto? Con loro non sarei stato solo. Ma devo rimanere solo, non posso restare insieme a esseri diversi da me. Io sono un Saiyan, e un Saiyan vive solo con i suoi simili. E ora sono l’ultimo rimasto nell’universo. Persino Kakaroth non c’è, eppure lui si è salvato. Cambiando dimensione temporale ho cambiato universo. I Saiyan non esistono ancora.

 

Guardo i Soli di questo Pianeta, che è quello dove sono nato eppure non è lo stesso. Li guardavo spesso quando ero ragazzo, e li stavo guardando quando Taanipu mi disse che avremmo avuto il nostro primo figlio.

 

«Bardak.» Mi aveva chiamato, mentre mi voltavo verso lei di scatto. I miei occhi fissarono i suoi, interrogativi. Senza che vi fosse bisogno di spronarla continuò.

«Non sarò presente alle prossime missioni: sono incinta.»

Sorrisi. Non fu un sorriso genuino e felice che un padre in un altra popolazione  avrebbe riservato alla notizia, però.

«Almeno avrò una discendenza.»

Non le dissi altro, e tornai a guardare verso il cielo purpureo illuminato dal dorato degli astri che conteneva,orgoglioso e soddisfatto.

 

, i Saiyan hanno un’anima. Forse diversa dagli altri popoli, però. Quando l’orgoglio infiamma il petto la sentiamo. L’orgoglio è la nostra essenza, cucita addosso al nostro corpo, e rivela l’anima al nostro interno.

 

Quelle stesse stelle che guardavo quando seppi dell’imminente nascita di Radish contemplo ora, dopo essermi ricoperto dello stesso colore delle stesse. L’energia traboccava dal mio corpo, manifestandosi in un’aura dorata, così come i miei capelli, di cui vedevo il riflesso nel duro terreno su cui ero violentemente atterrato poco prima. Unico membro della mia specie, ho affrontato con la forza insita nella mia anima il changeling antenato di quello del mio tempo. 

Stavolta ho vinto, ma se nella mia epoca l’ho affrontato solo e son morto con i miei simili, ora son solo nella vita, nonostante la vittoria.

Una mezza vittoria.

Eppure, quando ero nella grotta per stare lontano da questa gente, quel moccioso è venuto a cercarmi.

Quello stesso marmocchio, colpito dal maledetto Conquistatore, mi ha fatto temere per la sua sorte.

Le visioni mi hanno cambiato. Vedere il futuro mi ha permesso di capire l’importanza del presente e delle persone attorno. Così come ho capito tardi che non avrei dovuto rifiutare Kakaroth per la sua debolezza, quando ho scoperto che sarà anche lui una Leggenda, ora tollererò di condividere questo luogo con esseri più deboli.

Sarò l’unico Saiyan, ma un giorno la mia razza nascerà, e non sarò più tale. Forse sarò morto, ma non mi importa. Un Saiyan è sempre pronto alla morte. Ho la consapevolezza che i Changeling non sono invincibili e la Leggenda è vera. Nel futuro da cui provengo, l’abominevole Tiranno scomparirà per mano del sangue del mio sangue.

Forse tornerò al villaggio, ma anche in loro presenza rimarrò comunque solo, fino alla nascita dei Saiyan sarò l’unico Saiyan in questo vasto universo.

 

 

 

 

 

   
 
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