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Autore: Rick    05/05/2004    0 recensioni
Aprire gli occhi,svegliarsi,e trovarsi in un nuovo mondo...o e' lo stesso di prima,ma qualcosa e' andato per il verso sbagliato?
Genere: Avventura | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Respirava a fatica in preda alla febbre e a domande, confusa come non mai. Dopo quella visione, tutto le sembrava molto più familiare del solito: l'aria, le nuvole, gli alberi... ansimava, in preda a brevi flash di memoria. Lentamente tutti i ricordi riemergevano nella sua piccola testa, attanagliata da un'emicrania che riusciva a malapena a sopportare. D'un tratto, una sensazione di fresco umido le avvolse la fronte. Volse lo sguardo verso il fianco e vide Cien intento a sistemarle un asciugamano bagnato. Un momento dopo, quest'ultimo scivolò sul cuscino. Lesto, l'improvvisato infermiere lo afferrò rimettendoglielo sotto la rossa frangia.
-Stai ferma o ti cade- disse.
Hikaru annuì e di nuovo il panno si spostò.
Cien ridacchiò, risistemandolo.
-D'accordo... ma non posso stare tutto il giorno a rimettertelo a posto!- la rimproverò dolcemente.
Si alzò e abbandonò la stanza:
-Vado a prenderti un'aspirina- avvertì.
La ragazza rimase sola nella stanza, mentre le sue memorie si facevano strada nella mente. Rivide tutto: Umi, Fuu, Lantis, Ferio, Clef. Ricordò finalmente cos'era Sephiro, e il loro legame. Non riusciva a crederci: la sua seconda casa, il suo eden era finito in quel modo! Devastato dalla guerra, diviso in fazioni, sopraffatto dalla tecnologia... i suoi ricordi si amalgamavano lentamente a quelli più recenti, e d'un tratto tutto quadrò. Le popolazioni intolleranti tra di loro che diedero inizio alla guerra, trasferitesi su Sephiro... potevano essere quelle di Autozam, Fahren e Chizeta? Cosa le aveva spinte a ritrovarsi tutte nello stesso posto? La domanda le morì nella mente, quando il viaggio nella sua memoria raggiunse una tappa estremamente dolorosa. Spalancò gli occhi, in preda al terrore, rivivendo quegli attimi terribili.
Come loro avevano voltato lo sguardo da Sephiro per un singolo attimo, erano successi dei fatti spaventosi.... non capì molto, a dire la verità: tutto ciò che sapeva era che un uomo di nome Steinmetz aveva scatenato il terrore sul pianeta, assorbendo i poteri dei tre mashins e diventando così...simile ad un dio.
I Magic Knights decisero di salvare il loro paradiso anche a costo della vita, e quel giorno vi andarono tremendamente vicino.
Era lì, davanti a loro, occhi brucianti, lunghi capelli biondo platino, vestito completamente di bianco. Neanche il tempo di presentarsi, neanche una smorfia di stizza o di orgoglio, neanche una parola.... Umi si ritrovò a terra ancor prima di rendersi conto di cosa l'aveva colpita, trafitta da una lama al cuore, dopo un volo di diversi metri che la fece sbattere violentemente contro la parete dietro le sue spalle. Solo allora il loro avversario si produsse in un ghigno di superbia, dicendo:
-Congratulazioni, Magic Knights, avete trovato Steinmetz-.
Prese di sorpresa Fuu disarmandola e colpendola sulla spalla sinistra, quasi a tagliarla in due, per poi spingerla con un calcio vicino alla sua amica dagli occhi azzurri.
Hikaru,dopo tanto tempo, stava ricordando cos'era la paura.... fu immediatamente privata della propria arma e lanciata tra le compagne. Chiamò il nome di Umi, cercando di incitarla a muoversi, ma non ricevette risposta. Le afferrò la mano per smuoverla, ma questa ricadde a peso morto, e così anche quella di Fuu. Le tornò alla mente quello che aveva visto prima. Una lama nel cuore, un taglio profondo...Cercò di pensare ad altro, ma dovette cedere alla realtà: la loro battaglia era terminata ancora prima di iniziare.
Erano morte.
Rimase per qualche istante a guardarle, tremando. Cosa poteva fare? La triste signora aveva deciso di reclamare le loro anime quel giorno, in quelle circostanze, e lei....non aveva potuto farci niente! Chiuse gli occhi, in preda allo sconforto, e capì che anche la sua ora era arrivata.
Il rumore del metallo che sfregolava sul terreno la riportò alla realtà - aprendo gli occhi, davanti a sè trovò la sua spada, impugnata da Steinmetz come se niente fosse. Un attimo dopo, la voce profonda dell'uomo:
-Hikaru Shidou. Sono anni che viaggio per questo universo alla tua ricerca. Prendila e alzati. -
La ragazza rimase immobile sul terreno, fissando l'elsa dell'arma, indecisa come non mai, mentre l'avversario si avvicinava. I secondi passarono lunghi, mentre lei si alzava e impugnava la propria lama, incrociando lo sguardo dell' avversario con occhi pieni di lacrime.
Il duello fu lento e solenne: i colpi venivano vibrati con sempre più rabbia da entrambe le parti, e parati con altrettanta furia. Le scintille delle lame che stridevano tra loro risplendevano nella semioscurità della sala dove si stava decidendo il destino del mondo fra combattenti con una motivazione e un impeto sempre maggiori. Ma Hikaru non impiegò molto a capirlo: Steinmetz aveva ucciso facilmente le sue compagne..che speranze aveva lei? La sua voglia di combattere calava, man mano sostituita dal desiderio di morte che aveva già abbracciato gli altri due cavalieri.
Si allontanò dal suo avversario e abbassò la guardia, fissandolo con uno sguardo spento, arrendendosi così al suo destino. Steinmetz sembrò irritato da ciò - con veloci passi si avvicinò, la afferrò per i capelli e le disse, con un tono freddo:
-Non così....sarebbe troppo comodo.-
-Ti..ti prego!-esclamò lei, chiudendo gli occhi per non affrontare il suo sguardo -Finiscimi! Non posso più sopportarlo!-
L'uomo la fissò con una smorfia di rabbia e la lanciò di nuovo tra Umi e Fuu, urlandole dietro:
-E' questo quello che avrebbero voluto anche loro, non è vero!? La pace eterna, quella che desideri...un guerriero non dovrebbe arrendersi se i suoi compagni cadono in battaglia. Finchè hanno qualcosa da proteggere, rimarranno sempre in piedi a combattere. E' la vita.-
-Non è la vita....è la morte.-
-La morte...ciò che tu non avrai.-
Lo sentì pronunciare qualcosa in una lingua arcana che non riuscì a tradurre, ma non impiegò molto a capire cos'era, quando vide con orrore il suo braccio sinistro lentamente tramutarsi in pietra. Fissò i suoi occhi, pieni di superiorità, e sussurrò:
-Umi...Fuu.....-
-Lasciale stare.-Le rispose freddamente il nemico, avvicinandosi a lei lentamente.-Non possono sentirti, e non ti sentiranno mai più. Sarà questo il tuo destino, rimanere una statua di pietra per l'eternità, non ricongiungerti mai più a loro. La tua anima non volerà via, rimarrà intrappolata in eterno in ciò che rimarrà del tuo corpo.-
Pronunciò le ultime parole proprio vicino ai suoi occhi, mostrandole il suo terrificante volto pieno di tagli sanguinanti...e la gelò con il suo ghigno.
-E' questa - proseguì- La punizione per chi si arrende.-
Si voltò verso i corpi delle sue amiche, mentre le membra del suo corpo si facevano sempre più dure. Sentiva ancora le loro voci nella sua testa... i progetti che avevano, la vita che si prospettavano, tutto andato perduto in quegli attimi...poi pensò di nuovo: cosa sarebbe rimasto di Sephiro, dopo la sua sconfitta?
La mano destra, ancora libera dalla maledizione, le si mosse da sola, vibrando un affondo improvviso che trafisse Steinmetz all'altezza del cuore. L'uomo la fissò esterrefatto, e non pronunciò neanche una parola, mentre la morte l'avvolgeva: solo un ghigno satanico. Hikaru fissò i suoi occhi, ormai vuoti, con rabbia. Avrebbe voluto infierire sul corpo, trafiggerlo ancora dieci, cento, mille volte, ma non poteva - il suo braccio andava facendosi sempre più rigido. Lasciò andare la spada, facendo cadere a terra il corpo di Steinmetz, ormai cadavere. Dal petto di questo si librarono in aria tre fuochi fatui... lei sentì tre presenze amiche, Rayearth, Windam, Selece... e capì che la sua missione aveva avuto successo, Sephiro era di nuovo salvo. Vide le tre luci alzarsi in aria e perdersi nel cielo, e sorrise, esprimendo il suo ultimo desiderio - tornare a casa, in compagnia delle sue amiche, tornare alla tanto meritata vita normale, senza più magie, nemici, o altro.....fu questa la sua ultima richiesta, prima di tramutarsi totalmente in una statua di pietra.
Dopo ciò, i suoi ricordi si fecero confusi - la sua mente fu avvolta da due voci distinte, a tratti riconoscibili, ma che non facevano altro che accavallarsi l'un l'altra. :
-...aru, no....so! N...ciarti!-
.....
-..........ru... lei non si....ottato.......alla fine.... ed è .....llo...... Da....non sono più niente.-
-No...no....NO!-

Aprì gli occhi d'un tratto, scattando a sedere. Si tolse l'asciugamano dalla fronte, e si rese conto: la febbre, il malessere che aveva fino a qualche istante prima...era tutto svanito! Si alzò in piedi e si guardò allo specchio incredula. Aveva una risposta alle sue domande, adesso.... ma una domanda ancora perseguitava la sua mente:
-Come...come....come ho fatto a sopravvivere?-
-Sopravvivere a che?-
Si voltò sorpresa: Cien era lì, con in mano un vassoio con sopra qualcosa da mangiare, un'aspirina e un bicchiere d'acqua. La ragazza non trovava le parole - a lui invece bastò guardare il letto per dire:
-...E io che pensavo che fossi solo un pò volubile...adesso scopro che pure la tua salute è lunatica. Come ti senti?-
La giovane pensò con attenzione alle sue parole, e pronunciò:
-....sto...sto bene! Dannazione, sto bene eccome!- mentre tornava a guardarsi allo specchio, incredula.
Il ragazzo posò il vassoio sul comodino, e rimase qualche secondo in silenzio ad osservarla. Stava per dire qualcosa, ma fu interrotto:
-Sono...sono guarita! - esclamò Hikaru rivolgendogli uno sguardo allegro, sorprendendolo.
-Guarita? Vuoi dire che...ricordi tutto!?-
-A perfezione!- Rispose lei, con un sorriso disarmante, pur provando un certo stupore.-Chi sono, da dove vengo, e....-Ci pensò su un attimo -...e cosa ci faccio qui.-
L'ultima frase fu pronunciata con un tono di malinconia che rovinò l'atmosfera. Rimasero un attimo in silenzio, e fu Cien il primo a parlare:
-E' magnifico.-
-Già.-
-Suppongo- continuò il ragazzo, sospirando - che ora tu voglia tornare a casa....-
-Casa....io....-
Ripensò alla sua Tokyo, alla sua vita, alle sue amiche... che non esistevano più. Sospirò:
-....Non ho una casa. O meglio, non posso più tornarci.- e poi, mormorando.-(Non dopo tutti questi anni....)-
Cien notò lo sguardo di Hikaru oscurarsi improvvisamente, e si rimproverò:
-Non avrei dovuto chiedertelo, scusami.-
-Oh, no...non è colpa tua.- lo riprese lei sorridendo, scrollandosi la tristezza di dosso. Si sedette sul letto e pose lo sguardo sul vassoio, prendendovi una brioche e cominciando a mangiare con appetito. Cien sospirò per darsi coraggio, e pose un'altra domanda:
-Quindi...sei un Magic Knight?-
-Esatto.- rispose lei, con una sicurezza disarmante.-Non è un buon incarico....ma qualcuno dovrà pur farlo.-
-Quindi...- disse lui, sedendosi al suo fianco.-Provieni dalla Terra.-
Non ebbe la reazione che si aspettava, in quanto la ragazza gli rispose con la massima naturalezza:
-Come lo sai?-
-Lo sanno tutti.- Replicò lui.-Voi Magic Knights siete una vera e propria leggenda.-
La ragazza inghiottì il boccone, e chiese, mentre addentava un'altra brioche:
-Davvero?-
Ma Cien non rispose, gettandosi sul letto mormorando:
-Avrei dovuto immaginarlo...-
Nella camera cadde il silenzio, appena interrotto dal rumoroso masticare dell'affamata ospite. Fu proprio lei, qualche attimo dopo, a chiedere al suo amico, ancora con la bocca piena:
-Senti... potresti...-
-Vuoi che ti ospiti, finchè non trovi un modo per tornare a casa?-
La ragazza gli sorrise, mettendo in mostra le briciole incastrate fra i denti: aveva centrato in pieno il problema. Cien continuò, ironico:
-Ma non ho intenzione di tenere in casa un mangiapane a tradimento, no, no! Devi trovarti qualcosa da fare!-
-Beh, potrei.... pulirti la casa, o...-
Ma Cien aveva altre intenzioni, e le rivolse una frase che le lasciava intuire:
-Il signor Lagonda sta cercando un altro commesso per la pasticceria.-
Al sentir ciò la ragazza rimase un attimo basita, solo per chiedere sorridendo:
-Dici che mi prenderà?-
-Ne sono certo. Sai cucinare?-
-No.-
-Benissimo.-

-Cien! Alla fine sei....-
Lagonda volse lo sguardo dietro le spalle del ragazzo, e intravide Hikaru:
-Oh, l'hai portata... ma non stava male?-
-Era un falso allarme. E poi, quando le ho detto che stava cercando un altro commesso-disse - mi ha chiesto se potete assumerla. Che ne dite?-
Lagonda fu sorpreso da quelle parole, e accennò un:
-Ma io non....-
Bastò uno sguardo di Cien a convincerlo. Sospirò, e disse, ponendo un grembiule da lavoro alla ragazza:
-D'accordo. Tieni, mettiti questo e stai dietro il banco. Cien, spiegagli come funziona la cassa e vieni dietro, devo dirti un paio di cose.-
L'uomo si recò nel retrobottega lasciandoli soli. Cien sospirò, pensando:
-(Conosco quello sguardo...)-
Mentre Hikaru, dal suo canto, si allacciava il grembiule e prendeva posto dietro al bancone. Un attimo dopo, il suo amico le venne vicino, le appuntò su un foglietto qualche dritta sul funzionamento del registratore di cassa, le mostrò il minuscolo manuale d'istruzioni, si assicurò di spiegarle di non prendere la merce con le mani e raggiunse Lagonda nel retrobottega. Chiuse la porta dietro le sue spalle, e immediatamente gli venne rivolta parola:
-Perchè le hai detto una cosa del genere? Io non stavo cercando una commessa!-
-Ha recuperato la memoria.- rispose Cien, con una voce che sembrava più acuta e spenta del solito.
-E allora?-
Il ragazzo lo guardò con due occhi confusi, e affermò:
-E' un Magic Knight.-
L'uomo rimase sorpreso da quelle parole. Aveva voglia di strillargli addosso, ma la presenza della ragazza dall'altra parte del muro lo trattenne e affermò:
-Tra tutte le scuse che potevi tirare fuori, questa è la più....-
-Stamattina.-Lo interruppe Cien.-L'ho vista usare magia...quando le ho parlato dei Magic Knights, l'ho vista avere un fremito, come se ricordasse qualcosa...e c'è di più! Ieri sera ho rilevato una forza magica in lei, e...-
-E?-
-Era vittima di una maledizione. Non sono riuscito a capire quale fosse, ma una cosa è certa: stamattina, non era più sotto il suo effetto, come se una forza magica l'avesse sciolta come neve al sole...poi, quando è stata lei a dirmelo, ne ho avuto la conferma.-
-E la prima cosa che hai fatto è stata portarla qui, non è vero, Nuvira?-
Si sentì come afflitto dal sentire quel nome. Chinò la testa e disse:
-Non chiamarmi in quel modo. O devo ricominciare a chiamarti Heuliez?-
L'uomo sospirò, passò qualche secondo in silenzio e disse:
-Riesco a capire cosa avevi intenzione di fare.- proseguì l'uomo.-Potrebbe proteggerci nel caso Corvair ci trovasse di nuovo. Ma non era questo il modo, avremmo dovuto parlarne, e....-
-Renderla partecipe?-
Lagonda sospirò.
-Sarebbe stata una buona idea. Se le spiegassimo la nostra situazione sono certo che ci proteggerebbe. Quella ragazza mi ispira fiducia.-
-Non solo a te, è stato per questo che le ho creduto. Ma se le dicessimo tutto, le conseguenze potrebbero essere imprevedibili....potrebbe pensare che abbiamo intenzione di usarla.-
Lagonda rimase in silenzio per qualche attimo, poi si pronunciò:
-Fai come ritieni sia giusto. Posso solo sperare che non ne esca fuori qualche guaio....-
-Non preoccuparti. Farò in modo che non scopra niente, se non saremo noi a dirglielo.- rispose infine Cien, accennando un ghigno ed uscendo dalla stanza.

Mentre i due dialogavano, Hikaru era rimasta dietro al banco a rileggersi gli appunti di Cien. Decise di fare una prova ad aprire la cassa, ma alla pressione del tasto non provocò alcuna reazione da parte della macchina. Un pò stizzita, pigiò qualche tasto a caso e, non ottenuta risposta, consultò il manuale d'istruzioni.
-"La macchina non risponde ai comandi." "1- Verificare che la spina sia collegata ad una presa di corrente." Ma per chi mi prendono, per una....-
E, voltatasi alla sua sinistra, notò il cavo del registratore che cadeva pesante ai fianchi dell'oggetto, e, seguendolo con gli occhi si rese conto che la spina, uno strano modello con quattro buchi, era effettivamente staccata dalla presa. Gettò al registratore uno sguardo omicida, e si chinò per sistemare il tutto.
Sentì la porta del negozio aprirsi, e una persona avvicinarsi al bancone.
-Un attimo...- disse, mentre spingeva a fatica la spina dentro la presa. Seccata, la attaccò alla corrente in modo violento, per poi alzarsi e rivolgersi al suo cliente:
-Si?-
Si trovò davanti un ragazzo dagli occhi dorati, che la fissò per qualche secondo.
Un attimo dopo, lo riconobbe:
-Ferio!-
Il ragazzo strabuzzò gli occhi, ed un attimo dopo indietreggiò dallo stupore.
-Hi....Hikaru...sei...sei tu!?-
I due rimasero a guardarsi in silenzio per qualche istante. Non era esattamente come se lo ricordava: era cresciuto, certo...sembrava stesse per raggungere la trentina d'anni, ma i suoi occhi erano rimasti inconfondibili, erano gli occhi di una persona della quale si fidava, gli occhi di un amico che non vedeva da molto, molto tempo...troppo tempo....
-Aspetta.- ordinò, scuotendo la testaì .-Posso capire che il tempo su Sephiro scorra in modo differente, ma come fai ad essere ancora vivo dopo più di cento anni?-
Ferio non rispondeva, fissandola stupito. Era Hikaru!? Ma lui stesso sapeva cosa era successo a lei, ad Umi, alla sua Fuu, quel giorno, così tanti anni prima... la sua mente era sul punto di esplodere, ma riuscì a trovare la forza di risponderle:
-è...è una cosa normale...non ricordi?-
-Oh, è vero.-osservò Hikaru.-La forza del desiderio. Dopo tutto questo tempo, la mia memoria, sai...-
Lo vide tremendamente scosso, abbandonò la sua postazione e lo prese per mano, cercando di tranquillizzarlo:
-Sono io, non sono un fantasma! Dai, Ferio, calmati! Una volta non avresti fatto così, o sbaglio?-
Ferio sentì una sensazione di calore avvolgergli il braccio, e fu lì che ne ebbe la conferma: era lei. Sospirò, cercando di calmarsi, e osservò l'ironicità della situazione:
-Ero entrato per comprare un vassoio di paste, e ci ho trovato la sorpresa dentro....ma come hai fatto? Pensavo che fossi...-
-E' una lunga storia- lo interruppe la ragazza, riprendendo posto - e non penso di avere la forza di raccontartela ora.-
-Ah...-
-Tu, piuttosto.-disse lei, forzando le parole ad uscirle di bocca.-Come...come ti va?-
-Non...non c'è male. Certo, sono diventato dipendente dai dolci, ma riesco a tenermi in forma.-
Rimasero un attimo a guardarsi, poi Hikaru gli saltò letteralmente al collo con le lacrime agli occhi, abbracciandolo e dicendo:
-QUANTO SONO CONTENTA DI VEDERTI!!!!-
-Mi....mi sei mancata, Hikaru- disse lui, rispondendo all'abbraccio -....tu, Umi e Fuu...tutto questo tempo senza di voi, è stato un inferno....ma....loro?-
Hikaru singhiozzò, chinò il capo e disse:
-Non....non sono più qui....non le rivedremo mai più....-
-Lo sapevo.- replicò Ferio, perdendo l'ultimo bagliore di speranza.-Almeno tu sei qui...è già una buona cosa, no?-
La ragazza non rispose, persa nel pianto. Il suo amico avrebbe voluto rimanere con lei, parlarle, chiederle cosa fosse successo....ma non aveva tempo.
-Hikaru....le paste...-
-Eh? Oh, hai...hai ragione....-lo lasciò e si mise dietro al banco.-Scusami, non ci ho pensato....ho ritenuto fosse la cosa più giusta da fare....-
-Non ti preoccupare.... è che oggi vado di fretta, altrimenti rimarrei con te per molto più tempo.-

Cien, rientrando nella bottega, vide la ragazza appoggiata al bancone fissare la porta, carica di malinconia, e stringere qualcosa tra le mani.
-Qualche cliente?- chiese, con la sua solita voce.
-Un ragazzo.-rispose lei, sospirando.-Lo conoscevo....-
Il giovane curiosò su ciò che la ragazza teneva tra le mani: un numero di telefono, con su scritto un nome: "Ferio".
-Credo di conoscerlo.- commentò -è uno dei pochi Sephiriani che è sopravvissuto alla guerra. Ha più di..-
-150 anni.-
-171, per la precisione. Ancora non riesco a capire come facciano a vivere così a lungo...-
-Ha voglia di vivere- sussurrò lei, cominciando a piangere -....nel Sephiro che ricordo, era il desiderio di vivere a mantenere le persone in vita....io stessa conobbi una persona che aveva più di 700 anni...il mio Sephiro era un pianeta libero, senza tutta questa confusione, questo inquinamento, questa tecnologia...che l'hanno reso simile alla Terra che ho lasciato tanto tempo fa...- e poi, con voce ancora più flebile-Dio mio....come...come ha fatto il mio paradiso a ridursi così...-

Il sole comparve soltanto qualche minuto prima tramonto, riscaldando tiepidamente quella lunga e piovosa giornata dell' estate sephiriana.
E Hikaru era lì, a fissare quella sfera di fuoco sparire lentamente dietro l'orizzonte sporgendosi dalla finestra della sua stanza, rimugiando su ciò che le era accaduto quella mattina. Ripensò a Ferio, e al suo volto: era cambiato....chissà, magari era lui che aveva deciso di invecchiare, passando dal giovanotto combattivo che era una volta all' uomo che era diventato. O forse Sephiro stava perdendo la sua magia? Ricordò le parole di Cien: "Non riesco a capire come faccia a vivere così a lungo...."
Forse era vero. Sephiro stava perdendo la sua magia, stava lentamente diventando come la Terra, un miscuglio mal assortito di popolazioni e culture diverse, destinate a fare a pugni per l'eternità.
La sola idea la ripugnava. Aveva combattuto per quel mondo, le sue amiche erano morte per difenderlo... e anche lei aveva rischiato di fare la stessa fine.
Per cosa!? Per un pianeta sporco, lurido, dove la speranza non contava più niente!
Chinò la testa, intristita da quel pensiero. Poggiò le braccia sul davanzale e vi si chinò sopra, appoggiandovi sopra la testa, per poi tornare a fissare il tramonto, malinconica.
-Tieni.-Annunciò una voce alle sue spalle. Alzato lo sguardo, vide la mano di Cien, sopra la sua testa, porgerle una specie di piccolo walkie talkie.
Lo prese tra le mani, lo fissò un attimo e poi si voltò verso Cien, guardandolo dubbiosa: il ragazzo chiarì la situazione:
-E' un telefono cellulare, non so se dalle tue parti ne avevate. Avevo un pò di soldi da parte, allora te l'ho comprato. Almeno tu hai qualcuno da chiamare...o sbaglio?-
La ragazza gettò lo sguardo sul suo comodino, dove, in un angolo, giaceva il foglio con su scritto il numero di Ferio.
Doveva chiamarlo? Rimase qualche istante a porsi quella domanda, e alla fine prese una decisione.
-Hai ragione, non erano diffusi sulla Terra l'ultima volta che ci sono stata. E sai che ti dico? Tienilo tu, in fondo l'hai comprato con i tuoi soldi.-Disse, rimettendo il telefono nelle mani di Cien.-A me non serve.-
Il ragazzo rimase un pò scioccato da quella decisione, e le chiese, dopo un attimo di spiazzamento:
-Perchè?-
-Sephiro è cambiato, dall'ultima volta che l'ho visto.-rispose Hikaru, sospirando.-I posti a me cari hanno assunto un significato completamente diverso da quello che avevano una volta, le persone che amavo sono cambiate....Ferio non avrebbe mai rifiutato di passare un pò di tempo con me, Umi, Fuu....eppure l'ha fatto...-
Cien rimase in silenzio, mentre la ragazza osservava il tramonto sospirando. Le posò il cellulare sul comodino, dicendo:
-Beh,questo è tuo. Ti tornerà utile, credimi-
-Non ne dubito.-commentò lei, totalmente apatica.
Il ragazzo la guardò, sperando in una qualche reazione, ma la ragazza non si mosse dalla finestra.
-La cena sarà pronta tra qualche minuto.- avvertì, abbandonando la camera.-Vuoi venire a darmi una mano?-
Interpretò il silenzio della ragazza come un rifiuto, e proseguì per la sua strada.


La velocità e freddezza del capo ingegnere le incutevano soggezione: osservava i progetti del Kuu con una velocità incredibile, dando quasi l'impressione che li stesse semplicemente sfogliando, impressione accentuata dal ciuffo di capelli corvini che, nonostante si piegassero verso l'alto con una vertigine piuttosto vistosa, da quella posizione gli coprivano gli occhi.
Chiuso e appoggiato il fascicolo sulla sua scrivania al centro del suo ufficio vivacemente decorato da piante di ogni genere, commentò:
-Una macchina interessante. Sia lei che Akai avete fatto un ottimo lavoro.-
-Grazie...-commentò Fuu, non molto convinta. L'uomo si mosse senza fatica sulla sua sedia a rotelle, si affiancò a lei e le volse parola:
-Il sistema di pilotaggio... è opera vostra, non è vero?-
La donna rispose positivamente con un cenno del capo, e proseguì:
-Abbiamo appurato che le onde emesse dal Nekketsu System hanno un'intensità minore se non incontrano ostacoli durante il loro cammino - è come se si conformassero al percorso che devono seguire, diventando più forti tanto più esso è difficile. Incanalandole direttamente nell'abitacolo tramite il Mind Link System la possibilità che il pilota risenta di onde negative o dell'effetto Berserker è molto inferiore rispetto allo standard.-
-Queste sono solo teorie, dottoressa Houhouji.- Continuò il capoingegnere, tornando dietro la sua scrivania.- Possono essere provate soltanto se sperimentate tramite un metodo scientifico, cosa che non è citata nel vostro fascicolo. è per questo che, mio malgrado, mi trovo costretto a respingere la vostra richiesta di collaudo finchè non saranno effettuate le dovute sperimentazioni-
Fuu strabuzzò gli occhi, ed esclamò:
-Come sarebbe a dire!? Ho effettuato i test personalmente, non è possibile che non sia riportato sul fascicolo!-
-Sono citati e potrei anche credervi, ma le pagine relative sono mancanti, dottoressa....-
La frase dell'uomo fu interrotta dallo sbattere della porta, e Ryusei si lanciò all'interno della stanza nel medesimo istante nel quale il capoingegnere stava per porre il timbro "RESPINTO" sul progetto, esclamando:
-Dottoressa Houhouji!-
Fece due passi in corsa, scivolando per terra tenendo ancora in mano una pila di fogli scritti a penna. Sia Fuu che il suo interlocutore lo fissarono un pò sbigottiti, ma questo, rialzatosi, sbattè i fogli sulla scrivania del suo superiore dicendo:
-Ecco i risultati dei test...perdonatemi dottoressa, ma non ho avuto possibilità di terminare la trascrizione al computer!-
Fuu non sembrava meno stupita del capoingegnere: gli appunti erano stati presi direttamente sul terminale, quei fogli da dove erano saltati fuori? Vi gettò uno sguardo, non ebbe dubbi: li aveva scritti Ryusei in fretta e furia. Lo fissò con uno sguardo di rabbia mista a gratitudine e, mentre il capoingegnere li prendeva tra le mani e cominciava a leggere, si avvicinò al suo subordinato e gli sussurrò:
-Ma cosa è successo?-
-Stamattina non ho ricontrollato il progetto,prima di stamparlo...solo dopo l'operazione mi sono accorto che mancavano diversi file, relativi ai tests del Mind Link....ho scritto quello che mi ricordavo e l'ho portato qui, mi sembrava l'unica cosa da fare!-
-Casomai la cosa più stupida che tu potessi fare.- osservò irritata Fuu. -Dubito che al capoingegnere Kass degli appunti frammentari come quelli vadano bene...e se in seguito gli ripresenteremo il progetto dopo aver ripetuto i tests, potrebbe prenderli per manomessi e chiuderlo per sempre!-
-Ma...-
-Idiota!- quasi urlò lei, infuriata. Il suo sfogo venne però interrotto da un colpo di tosse del capoingegnere. I due si voltarono verso di lui, e questo affermò:
-A parte la grafia del signor Akai e la sinteticità del documento, mi sembra che queste prove siano più che soddisfacenti.-
Inserì i fogli nel fascicolo, ed etichettò il tutto con un timbro che lasciò la scritta "APPROVATO". Ridiede il fascicolo in mano a Fuu con un sottile ghigno sul viso, mentre la dottoressa guardava la scena un pò scioccata.
-Potrà effettuare il collaudo non appena rientreremo, dottoressa.- avvisò Kyoji, soddisfatto del lavoro della sua sottoposta.
Fuu prese il fascicolo, guardò il timbro per qualche secondo e si rivolse a Ryusei, sottovoce.
-Noi due dobbiamo parlare.-
Per poi uscire dalla stanza, ancora irritata. Ryusei stava per seguirla, quando la voce del capoingegnere lo chiamò:
-Akai.-
-Si, signore?-
-Ho apprezzato molto il suo tentativo di salvare il progetto della dottoressa. Lei è un uomo d'onore.-
-Il..mio...-
-Non pensate che non me ne sia accorto. Immagino che anche lei abbia scoperto dell'ammanco di files nella nostra banca dati, avvenuto questa notte, nonostante il tentativo mio e del capitano di tenerlo nascosto.-
Il ragazzo chinò il capo.
-E...esatto signore.-
-E' chiaro che sulla Teti c'è una talpa dell'esercito nemico- proseguì il capoingengere - che sta approfittando del nostro momento di confusione per colpirci dove meno ce l'aspettiamo, pur sapendo che così pregiudicherà la sua possibilità di rientrare sulla Terra. Un kamikaze. Tornando al discorso di prima, dovrei congratularmi con lei comunque, sia se i risultati che mi avete presentato sono veritieri o no. Nel primo caso, per la sua memoria. Nel secondo, per la loro plausibilità. Sia ben chiaro- affermò quindi, con un tono molto più freddo del precedente- che se fate un'altra volta una cosa del genere, siete fuori di qui, e non basteranno le prediche di mio fratello a farmi tornare sulla mia decisione.-
Ascoltò il discorso terrorizzato dalla freddezza dell'uomo, annuì e abbandonò la stanza.

  
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