True Love’s Kiss
{ can break any curse }
È finita,
è tutto finito. E gli occhi di Henry sono aperti e più puliti che
mai.
Emma non riesce a
smettere di guardarli e non smette di sorprendersi del fatto che quegli occhi non cercano altro che lei.
La stanza è
diventata silenziosa. Regina è scomparsa; il dottor Whale
siede con lo sguardo fisso nel vuoto, a ripercorrere chissà quale vita; tutti hanno lo sguardo fisso nel vuoto e
ripercorrono chissà quale vita, ora che la maledizione è stata
spezzata – perché Henry aveva ragione, solo lei poteva farcela,
solo lei poteva salvarli, ed è stato lui a crederci abbastanza per tutti
e due. Lui ha sempre creduto in lei.
«Qualcuno...»
Deglutisce a fatica; piange ancora così tanto che la gola le fa un male
cane. «Qualcuno gli tolga questa roba di dosso. Voglio abbracciare mio figlio.»
Henry sorride ed
è come se la luce nella stanza si facesse più intensa. La donna
che qualcuno ha chiamato ‘madre superiora’ si fa avanti precedendo
le infermiere, lo libera dai cavi e dai tubi e da tutto ciò che le ha
fatto credere che non c’era più speranza, e ora Emma apre le
braccia e Henry ci si tuffa dentro, e anche se non è la prima volta
è come se lo fosse.
Forse non ha mai capito,
mai prima d’ora, quanto gli volesse bene. Forse è per questo che
le ci è voluto tanto per credere a qualunque cosa.
«Quella è
la Fata Turchina» sussurra Henry vicino al suo cuore, con un sorriso esitante,
come se temesse di allontanarla con questa ennesima strampalata rivelazione.
Emma ride. Certo, la
Fata Turchina. Ha senso. Si china un po’ di più su di lui,
inzuppandogli la tempia di qualche lacrima.
«Lo sai, ho
scoperto chi è il signor Gold.»
Henry alza gli occhi,
meravigliato ed eccitato. È pur sempre un bambino. Per i bambini persino
la più spaventosa delle realtà può avere l’aria di
un gioco divertente.
«Davvero?»
Emma annuisce, si china
ancora e glielo bisbiglia. Sa che è l’unica cosa che lo
renderà ancora più felice di così: vedere quanto lei gli crede. Vedere che ormai
è così certa di aver
spezzato la maledizione da rivelargli la natura di quell’unico abitante di
Storybrooke che il suo adorabile, intelligentissimo
bambino non è riuscito a smascherare da solo.
Al suono di quel nome,
Henry sussulta tra le sue braccia.
«È vero...
Avrei dovuto capirlo... Ecco perché la Regina aveva paura di lui! Lui ha
sempre voluto che tu vincessi!»
Emma si inginocchia
accanto al letto. Si è appena accorta che le gambe le hanno tremato fin
da quando ha messo piede qui dentro, e niente le assicura che non
crollerà da un momento all’altro.
«Henry»
esordisce, e subito lui si acciglia e rifugge la sua stretta.
«Eccolo. Ancora quel
tono che usavi quando non mi credevi. Cosa
c’è adesso?»
Emma scoppierebbe a
ridere, se l’argomento non fosse così spinoso. «Henry, il
signor Gold prima mi ha svelato che il rimedio alla
maledizione era il vero amore, e poi si è preso ciò che mi aveva
fatto recuperare ed è scomparso. Credi davvero che fosse dalla mia parte?»
Henry non ha neanche
bisogno di pensarci.
«È perché
lo sapeva» risponde con assoluta semplicità.
Emma deve riconoscere di
non essere altrettanto scaltra. «Sapeva cosa?»
«Tremotino è diverso dalla Regina. Lei ha perso tutto
perché era diventata cattiva, lui è diventato cattivo
perché ha perso tutto. Sono sicuro che ha visto in te qualcosa di quello
che aveva perso, e ha capito che un po’ vi somigliavate, in fondo.»
So riconoscere un’anima disperata.
«E sapeva che mi
avresti salvato comunque. Non avevi bisogno di recuperare niente per spezzare
la maledizione. Alla fine ce l’avresti fatta da sola: mi volevi
già bene, anche se non lo sapevi.»
Emma starebbe per ore ad
ascoltare la voce di Henry. Non ha solo la capacità di farle dimenticare
tutto – l’ospedale, le persone che li circondano e li ascoltano in
meditativo silenzio, lo sguardo di Gold quando le ha
detto che non era facile amarlo – ma rende ogni parola così semplice, così chiara, così
assolutamente vera. Quasi non riesce
a credere di averci messo tanto a fidarsi di lui.
A fidarsi di suo figlio.
E adesso, all’improvviso,
crede di capire anche perché il signor Gold
abbia abbassato lo sguardo quando le ha parlato dei bambini che, prima di
accorgersene, si perdono.
Cade di nuovo il
silenzio e Henry traccia con un dito il contorno della mano di Emma, ancora
stretta a lui. Ci saranno altre cose di cui parlare, altre cose da condividere,
e ci sarà tutto il tempo. Non se lo lascerà mai più portar
via, mai più, da niente e da nessuno.
«Ehi, dov’è
August?»
Emma si scuote. Non riesce
a rispondere subito.
«Era così
intenzionato a farti credere» torna all’attacco Henry, «si
è persino unito all’Operazione Cobra di nascosto. Pensavo che alla
fine ti avrebbe convinto, ma...» Poi deve notare qualcosa nel suo
sguardo, perché ad un tratto si fa molto serio. «Cos’è
successo?»
«Henry...»
Sospira. «August è... è Pinocchio.»
«Sì, lo so.»
Naturalmente. «Beh,
lui... La maledizione... Lui si è...»
Henry impallidisce. Adesso
è più bianco del letto e delle pareti che lo circondano.
Non c’è
bisogno di continuare, Emma sa bene che suo figlio ha già capito. Si sente
sprofondare lo stomaco al pensiero di quel misero involucro di legno che
è rimasto disteso in un letto dalla Nonna. Si sente ancora peggio al ricordare
di aver detto una volta a Gold che di August si
fidava, molto più di quanto non si fidasse di lui – e invece, non
ha capito né l’uno né l’altro. Non ha mai capito
niente, non senza Henry.
«Forse non
è troppo tardi.» Henry la sbircia di sotto in su. «Potresti
andare a baciarlo.»
Emma lo guarda. E –
forse perché è tutto così assurdo, forse perché è
tutto così logico – si ritrova a ridacchiare.
«Adesso non esagerare,
ragazzino.»
E gli scompiglia i
capelli e lo attira di nuovo a sé e lo abbraccia forte, e stavolta
è decisa a non lasciarlo andare mai più, mai più, mai più.
Spazio dell’autrice
MEGASPOILER 1x22 (season
finale).
Avevo troppo bisogno di scrivere su Emma e
Henry in quella stanza d’ospedale. Andiamo oltre le nostre ossessioni per i personaggi complessati, andiamo oltre il nostro amore per i vari pairing: sono loro la vera colonna portante di Once Upon a Time.
Questa scena vuole incastrarsi tra la fuga
di Regina e il momento in cui Emma chiede a Henry perché, ora che la
maledizione è scomparsa, i personaggi delle favole non se ne tornano nel
loro mondo. Ho immaginato che, in quei minuti che non ci vengono mostrati,
parlassero a lungo di tutto e di niente, e il vero motivo per cui ho tanto
indugiato su Gold è che ho voluto cercare di riscattarlo
(agli occhi di Emma, ma anche a quelli di alcuni di noi): ultimamente leggo
molte opinioni di persone che lo giudicano duramente, dicendo che non avrebbe
esitato a lasciar morire Henry pur di riportare la magia a Storybrooke,
ma io non penso affatto che sia così. Lui sapeva che Emma avrebbe salvato comunque
suo figlio. Non dimentichiamoci che Gold è
sempre stato un passo avanti a tutti, persino a Regina.
Quindi non prendetela necessariamente come
una Gold/Emma: per quanto siano ANCORA il mio OTP per
eccellenza nella serie, qui i sentimenti di Emma non scendono nel romantico,
perciò ancora una volta lascio tutto alla vostra libera interpretazione.
Anche perché, ribadisco, il mio intento era di concentrarmi sul suo
rapporto con Henry.
E niente, tutto qui. Hope you liked it.
Aya ~