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Autore: _Ame_941    21/05/2012    5 recensioni
Questa One-shot la dedico al piccolo riccio (stecchito =,( ) che ho trovato vicino al cinema.
Beh, la storia parla proprio di questo, buona lettura,
viwi941
Genere: Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo Personaggio
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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IL RICCIO
Era una giornata nuvolosa, il sole si divertiva a fare capolino dalle nubi grigiastre che sovrastavano imponenti il cielo azzurro di Toronto. Non tirava vento, però l’aria era umidiccia e appiccicosa, come le sere d’estate, anche se era solo maggio.
Un ottima giornata per andare al cinema.
Dawn osservava annoiata dal finestrino i pali della luce che si susseguivano in modo monotono, i semafori con i vetri mezzi rotti che scattavano da rosso direttamente al verde e le persone grigie e pensierose che passavano sul marciapiede sporco di cartacce e di cicche. Non le piaceva molto andare al cinema, in quella sala buia, con la musica che ti rompeva i timpani e soprattutto senza alcun contatto con il mondo esterno.
Ma sua cugina Dakota aveva insistito tanto, era la prima di un film con un attore “super fighissimo”(per lei) e ce l’avevi trascinata a forza, poco mancava che ce la portasse in catene.
Ancora stava pensando a quanto fosse noioso andare al cinema quando scorse, nel lungo parcheggio delle auto, vicino alle ruote di una fiat rossa, un piccolo riccio accovacciato. Dawn scattò subito e ordinò alla zia di fermare l’auto.
Ma lei non ne volle sapere niente. Parcheggiarono davanti al cinema, era affollatissimo, a quanto pare, Dakota non era l’unica a pensare che quell’attore fosse bello.
La fila era chilometrica e sarebbero voluti minimo quindici minuti per arrivare alle casse. Raggio di luna stava ancora rimuginando a quel povero riccio, chissà se era ancora vivo … doveva scoprirlo! Così mentre la zia faceva la fila, e Dakota era intenta ad osservare tutta sbavante un cartellone del tanto nominato attore, Dawn con una scusa del tipo “Mi sono dimenticata la borsetta in macchina”, si avviò al parcheggio in fretta ,alla ricerca dell’istrice perduto. Dawn si precipitò sgomitando fuori dal cinema pieno zeppo e si guardò attorno.
Il parcheggio era piuttosto lontano dal cinema, ma per gli animali questo ed altro. Attraversò la strada e si diresse al parcheggio.
Dopo un quarto d’ora di corsa incessante e sfiancante, scorse una piccola palletta ispida e marroncina accanto ad una macchina rossa. Dawn con il fiato corto gli si accovacciò vicino e lo stuzzicò col dito procurandosi due belle spine appuntite nell’indice.
Con un gemito di dolore se le estrasse. Parve che il piccolo istrice si muovesse ma a fatica… Dawn era settimo cielo e con gli occhi che le brillavano, forse faceva ancora in tempo a salvarlo! Si sarebbe diretta in macchina per trovare qualcosa con cui curarlo, Madre Natura sarebbe stata fiera di lei.
Ma non andò esattamente così…
Raggio di Luna stava correndo verso la macchina, le aspettava un bel tragitto da percorrere.
Stava attraversando la strada come un fulmine quando non vide arrivare una macchina.
E quando se ne accorse era troppo tardi…
La BMV la prese in pieno. In quel momento era come se Dawn fosse stata divisa in due . Si schiantò sul parabrezza dell’auto, il colpo fu duro e il dolore lancinante, poi ricadde pesantemente sull’asfalto nero.La testa le pulsava paurosamente, mettendo caso che ce l’aveva ancora la testa. Per non parlare dell’addome che era stato praticamente piegato in due, e per un attimo Dawn non riuscì a respirare, rimanendo senza fiato. Dentro la gola scendeva a fiotti un liquido caldo e denso, tossì e si accorse che era sangue, il suo sangue. Sentiva delle voci indistinte risuonare rimbombando nella sua testa e intorno a lei, ma non vedeva niente a causa della vista appannata , riusciva solo a scrutare, una macchia rossa sopra di lei, poi il buio. O svenuta o era morta. Più plausibile che fosse morta ma…

7ANNI DOPO…

-Addy, Alice, sveglia, è ora di andare a scuola!- una voce dolce ma squillante interruppe l’atmosfera mattutina, irrompendo su per le scale e risvegliando, due piccole bimbe dai loro sonni beati.
Un odore di caffè amaro vagò per la stanza facendo starnutire Alice, ancora accoccolata nelle calde coperte, e intenzionata a rimanerci. Addy scese di malavoglia dal letto infilandosi le pantofole coniglietto e avvicinandosi al letto della sorella e scuotendola energicamente, tanto che la fece scivolare giù dalle lenzuola.
–Hey ma sei matta? Lasciami dormire!- gridò lei prendendo il cuscino e sbattendoselo sopra la testa.
–Ragazze, non obbligatemi a far venire il mostro!- questa volta era una voce maschile e potente a invadere la casa. Le due bambine si guardarono negli occhioni azzurri spaventate e scesero in fretta e furia le scale spintonandosi e facendosi le pernacchie e vicenda.
Quando entrarono nella cucina, videro il padre che leggeva un giornale grigio con le gambe accavallate sotto il tavolo di mogano, mentre stava innaffiando la peonia rosata sul davanzale della finestra che si affacciava un giardino ben curato.
La madre gli aveva già preparato la loro tazza piena di latte e succo d’arancia con dei biscotti di diversi gusti vicino. Le due corsero a salutare e a dare il buon giorno al papà e a dare un bacio alla mamma, come ogni mattina, e poi iniziarono a inzuppare i biscotti nel latte.
–Amore, dovresti smetterla con quella storia del mostro nell’armadio…- disse Dawn avvicinandosi al coniuge e posando le mani pallide sulle spalle possenti e lentigginose del marito. –Però intanto obbediscono subito, visto?- ghignò.
–Mamma, posso farti una domanda?- chiese Addy mentre sgranocchiava un biscotto al cioccolato, smollicando dappertutto. La mamma le si avvicinò e si sedette al posto vicino al suo, mettendosi a giocherellare con i capelli ramati e chiusi a codino della bimba.
–Dimmi tesoro, cosa c’è? – chiese dolcemente, come solo lei sapeva fare.
–Mi sono sempre chiesta come tu e papà vi siete conosciuti…
La mamma e il papà si scambiarono due sguardi divertiti. –Vedi tesoro, tuo padre mi ha investita.
  
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