Gray è seduto al bancone, pensieroso e in un certo senso triste, mentre sorseggia una bibita piena di ghiaccio (o forse ha ordinato ghiaccio con un po’ di bibita?).
Con una mano si regge stancamente il volto e con l’indice dell’altra traccia il contorno del bordo spesso del bicchiere.
Non è come al solito a far baldoria con gli altri, ma se ne sta in disparte a fissare il cielo azzurrissimo attraverso la finestra di fronte a lui.
Se la tristezza di Lluvia porta la pioggia, pensa, la sua dovrebbe portare grandine, allora.
Eppure il cielo è più limpido che mai.
Ma poi è davvero tristezza quella che prova?
Non riesce a capire, Gray. Non è mai stato particolarmente bravo a capire né gli altri né se stesso.
Forse è paura, la sua.
Maledetta Erza: era così comodo crogiolarsi nell’essere devotamente amati senza dovere mai dare dimostrazioni di un contraccambio.
Ma no, no. Chi voleva prendere in giro?
Erza non aveva fatto altro che palesargli una situazione che stava diventando ormai insostenibile e che dentro di sé conosceva già.
Ma la rinnegava, per non doverla affrontare.
Vigliacco. Vigliacco ed egoista, si dice da solo.
Pensa a quando non è intervenuto per salvare la sua famiglia, pensa a quando ha permesso a Ur di sacrificarsi per lui.
Quanto vorrebbe fosse lì, per congelare un’altra volta le sue paure.
Eccolo che fugge di nuovo dai problemi.
E anche volendo, cosa potrebbe mai fare Ur adesso: congelare Lluvia? Non la trova affatto una buona idea.
Si copre il viso con la mano sbuffando: il troppo pensare gli sta facendo fondere il cervello e per lui, un mago del ghiaccio, non è certo una bella situazione.
Prendere una posizione non è facile.
E di certo Lluvia non lo aiuta. Se mai dovesse dichiararsi a lei, rimarrebbe così riverente e appiccicosa?
La ragazza, nel frattempo, l’ha notato in disparte e approfittando di una delle poche occasione per stare sola con lui, si siede timorosa nello sgabello accanto.
Ma lui è troppo preso nei suoi pensieri per accorgersene. Sta addirittura sudando per la concentrazione con l’inevitabile conseguenza di un inconsapevole strip-tease.
«G-Gray-sama…».
Finalmente si accorge della sua presenza, ma in realtà è ancora intento ad arrovellarsi il cervello.
Si volta verso di lei con aria impensierita, la fissa per qualche secondo facendola arrossire e all’improvviso le dice di getto: «Sei troppo appiccicosa».
E ovviamente tutte le ca**ate hanno delle conseguenze.
Conseguenza numero uno: Lluvia, dopo attimi di smarrimento, fugge in lacrime dalla gilda.
Conseguenza numero due: Erza inevitabilmente arrabbiata lo minaccia con una spada alla gola dicendo con voce seria: «Ti sembra questo il modo di trattare una fanciulla innamorata?»; Gray se la cava con qualche contusione e una serie di lividi.








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Note dell'autrice
La notte porta consiglio...e ispirazione! Quando non riesco ad addormentarmi, tra le altre cose, spesso penso a qualche storiellina e proprio così nasce questa flashfic. Ovviamente ci sarà un seguito: non posso mica lasciare Gray così, proprio nel bel mezzo di un conflitto interiore! ;)
Grazie mille per la lettura. A presto! :D