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Autore: dragon_queen    22/05/2012    0 recensioni
"Non ricordo quando iniziai a vedere i fantasmi, ma sono sicura che sia accaduto molto tempo fa. Forse il primo che vidi fu proprio quello della mia adorata nonna, un paio di giorni dopo il suo funerale. Avevo quattro o cinque anni, non ricordo bene.
Lei mi si era semplicemente avvicinata, mi aveva accarezzato i capelli castano cioccolato e poi, con un sorriso era scomparsa.
Dagli altri ero considerata strana, eccentrica, insomma, da evitare. Fu per questo motivo che, quando un ubriaco stroncò la mia vita investendomi, nessuno venne a piangere sulla mia tomba, ad eccezione di mio padre. Si, forse era lui l'unico per il quale mi dispiaceva davvero lasciare quello schifo di mondo.
Mentre ancora lo guardavo, rassicurandolo in silenzio che non l'avrei mai abbandonato, un fascio di luce mi attrasse a sé.
Da quel momento, iniziò la mia nuova vita..."
****************
Una ragazza obbligata a diventare shinigami e mandata a fare di stanza sulla terra dopo la perdita del suo migliore amico...
Un inaspettato nemico...
Un Grimmjow che sarà costretto a proteggere qualcosa di diverso dal suo orgoglio di guerriero...
Fatemi sapere se vi piace o anche il contrario...Un saluto
[COPERTINA INSERITA NEL PROLOGO XD]
Genere: Avventura, Azione, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Jaggerjack Grimmjow, Nnoitra Jilga, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: Lemon, OOC | Avvertimenti: nessuno
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In pochi minuti e senza essere notati, Grimmjow e Yoko giunsero all'appartamento di lei.

-Che succede?- chiese la ragazza, prima di accedere al salotto dalla porta finestra.

-Non fare domande e riprendi le tue spoglie di shinigami- rispose lui serio, continuando a guardarsi intorno.

La ragazza cercò il simbolo e se lo posò sul petto. La sua anima si staccò immediatamente dal gigai. Tornò dall'espada.

-Ti vuoi decidere a dirmi cosa succede? Pensi che non abbia sentito anch'io quel reiatsu?-

-Yoko è di questo che volevo parlarti. Io...-

Vide l'espressione di lei cambiare d'improvviso e lui, inconsciamente, sapeva ciò che aveva visto. Si voltò lentamente. Davanti a loro, sospeso a mezz'aria, la solita espressione vuota, stava il quarto espada, Ulquiorra.

-Grimmjow, vedo che l'hai trovata con facilità. Devo ammettere che quando Aizen-sama mi ha consigliato di seguirti ero un po' restìo, ma come al solito le sue intuizioni si sono rivelate giuste-

L'espada sentì caricare una forte rabbia, mista a frustrazione. Quell'idiota era il solito leccaculo, ma in quel momento, anziché farglielo notare, tentò di trovare una soluzione per portare via Yoko, la quale però non accennava ad arrivare.

-Cosa significa?-

La sua voce alle sue spalle lo fece risvegliare. Si voltò a guardarla: il suo sguardo era sperso, non capiva la situazione. Sapeva però che lo stava odiando.

-Io...-

-Aizen-sama richiede la tua presenza a Las Noches. Siamo qui per portarti con noi- rispose Ulquiorra.

-Siamo?- disse lei, incredula, continuando a fissarlo.

-Aspetta, non è come sembra- tentò di giustificarsi il sesto espada, ma lei si scansò dal suo tocco, allontanandosi.

-Non ho intenzione di seguirvi da nessuna parte-

Gli occhi spenti del quarto espada la fissarono.

-Aizen-sama ha detto che se avessi opposto resistenza avremo potuto i nostri metodi per convincerti. Si è solo raccomandato di non danneggiarti troppo-

Senza che lei se ne rendesse neanche conto, velocissimo, l'espada sparò contro di lei un raggio di luce verde, il quale le trapassò una spalla da parte a parte. Una scossa elettrica le attraversò il corpo. Avrebbe voluto urlare, ma si trattenne.

Grimmjow, dal canto suo, avrebbe voluto intervenire, ma era come se il suo corpo fosse paralizzato.

-Dannazione- sussurrò lei, prima di toccare terra con i piedi, tenendosi la spalla ferita.

-Allora, ci seguirai adesso?-

-Mai- ed estrasse la sua spada.

-Rischiara il crepuscolo, Daiki- sussurrò alla lama e questa di sprigionò.

Per fortuna nessuno poteva vederli.

Con la mano sana prese a colpire, ma l'espada era veloce e riusciva ed evitare ogni suo attacco. Il sangue che stava perdendo la stava indebolendo velocemente, mentre la vista si annebbiava.

Stava per rilasciare ancora reiatsu, quando Ulquiorra le apparve davanti all'improvviso, prendendola per il collo. Il fiato le si mozzò in gola, la mano lasciò la spada, la quale tornò normale.

-Mi stai stancando, ragazzina- le soffiò lui in viso, sempre la sua espressione neutra sul viso.

Yoko non respirava più, i sensi la stavano abbandonando. Quella volta era proprio finita. Ma cosa volevano da lei quei tipi?

Ad un tratto una mano si pose sul braccio del quarto espada. Qualcuno disse qualcosa, ma lei non riuscì a sentire. La presa si fece meno forte e un po' d'aria tornò nei polmoni.

Il nemico la lasciò andare e lei cadde in ginocchio. Poi però il sangue perso e i minuti di apnea le avevano provocato un serio crollo fisico e lei non ce la fece più. Il suo ultimo pensiero andò a Grimmjow, maledicendolo, e a se stessa, considerandosi la solito sciocca sentimentalista. Dopodichè, in pochi secondi, il suo mondo divenne buio.

 

Quando riaprì gli occhi si trovò in una stanza dalle pareti immacolate, rischiarate dalla tenue luce di uno spicchio di luna che si intravedeva da una lunga e grande finestra.

Si voltò verso di essa, senza capire dove si trovava.

Poi un rumore richiamò l'attenzione verso la porta. Si girò verso quella direzione. Lo vide.

-Ti sei svegliata- disse lui.

-Che cosa vuoi?- chiese lei seria, tornando a fissare il soffitto.

-Spiegarmi-

-Non voglio le tue spiegazioni. Non mi interessano. Sono stata un'idiota a fidarmi-

-Non è vero- ringhiò lui, avvicinandosi.

-Fermati...- disse la ragazza, avendo capito le sue intenzioni.

Tentò di alzarsi, ma il suo corpo era ancora debole. Notò però che la sua spalla era stata medicata e fasciata. Che cosa avevano intenzione di fare con lei.

Grimmjow si stava avvicinando ancora.

-Yoko, ascolta...-

-Non pronunciare il mio nome!! Non voglio vederti mai più- disse tra le lacrime, riuscendo a voltarsi dall'altra parte.

Lui si bloccò. Perchè quelle parole gli facevano così male?

-Mi dispiace- disse solo, prima di sparire oltre la soglia, chiudendosi la porta alle spalle e lasciando la stanza immersa nella penombra.

 

Non sapeva quanto tempo fosse passato, ma avvertiva che le forze le stavano tornando. Daiki, dentro di lei, era ancora presenta, ma sembrava in modo del tutto differente. Mettendosi a sedere sul letto notò finalmente qualcosa di assai strano: ai suoi polsi due alti bracciali di uno strano materiale, i quali parevano bloccare il suo reiatsu.

-Maledetti- sospirò.

In quel momento la porta si aprì ancora. Stavolta però sulla soglia apparve Ulquiorra, serio come al solito.

-Aizen-sama vuole vederti-

Lei, rassegnata, si alzò. Anche se debole, riuscì a rimanere in piedi e si fece dietro al quarto espada.

Nessuno dei due disse una parola, fino a quando giunsero dinnanzi ad un alta porta bianca. Quando i due battenti si schiusero, rivelarono una grande stanza. Un sorta di strano trono sullo sfondo, mentre ai lati, impalati come statue, stavano gli espada, i quali si voltarono quando i due entrarono.

Yoko, per niente spaventata, spostò lo sguardo su ognuno di loro.

Incrociò lo sguardo di Grimmjow, il quale lo distolse immediatamente.

Dopodichè tornò a fissare davanti a sé. Sul trono, seduto scompostamente, la testa poggiata su di una mano, stava un uomo, di bell'aspetto, con lunghi capelli color della neve e algidi occhi ghiaccio. Le sorrideva, ma pareva un gesto strano, quasi quanto quello di Urahara.

Le porte si richiusero alle sue spalle. Finalmente lo sconosciuto parlò:

-Benvenuta Hime-sama-

  
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