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Autore: AdharaSlyth    22/05/2012    7 recensioni
Glimmer guardava Cato, solo Cato.
Ed era convinta che Cato avrebbe guardato solo lei.
C’era solo Cato per lei. E solo lei per Cato.
Anche più semplice di uccidere.
Era stato ovvio per lei allearsi con lui nell’ arena.
Era stato ovvio aiutarlo nel massacro iniziale.
Era stato ovvio seguirlo nella caccia alla ragazza del Distretto 12.
Ovviamente GlimmerxCato!
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altri, Cato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Note:
Allora… è la prima ff che scrivo su questo fandom indi per cui siate clementi. Vi prego!
E mi raccomando, ditemi cosa ne pensate!
Baci Adhara.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Solo Cato per lei…
 
 
 
 
 
 
 
Glimmer guardava Cato, solo Cato.
Marvel non era altro che un compagno di accademia per lei, non le suscitava interesse alcuno in effetti.
Ed era convinta che Cato avrebbe guardato solo lei.
Clove era una buona combattente,ma era poco più che una bambina, una rivale da nulla.
C’era solo Cato per lei. E solo lei per Cato.
Anche più semplice di uccidere.
Era stato ovvio per lei allearsi con lui nell’ arena.
Era stato ovvio aiutarlo nel massacro iniziale.
Era stato ovvio seguirlo nella caccia alla ragazza del Distretto 12.
Per Glimmer era tutto ovvio quando si trattava di Cato, ciò che diceva era legge, ciò che faceva esempio.
La prima volta che lo aveva visto uccidere non era stata particolarmente colpita, forse perché presa anche lei dalla foga della battaglia, poi,la prima notte, una ragazzina aveva avuto la brillante idea di accendere un fuoco. A trovarla non ci avevano messo niente.
Aveva strillato e supplicato, le sue grida erano assordanti mentre Clove le asportava lentissimamente pezzi di carne, come per scuoiarla.
E quando il suo Cato aveva messo a tacere quelle urla con un netto colpo di machete, il silenzio che era seguito era parso ancora più raccapricciante.
Peeta era rimasto in silenzio, disgustato dalla scena e forse anche da se stesso, mentre Marvel e Clove ridevano sguaiatamente e imitavano le preghiere della bambina.
Lei era rimasta in silenzio e aveva semplicemente guardato Cato, perché ciò che lui faceva era giusto.
Gli occhi di lui brillavano,soddisfatti e liquidi di eccitazione, la stessa che gli tirava il tessuto dei pantaloni.
Di riflesso gli si aggrappò al braccio strusciandoglisi addosso. <> gli aveva sussurrato lascivamente all’ orecchio mentre con la mano si avvicinava al cavallo teso.
Lui non si era spostato né l’aveva respinta e Glimmer si era sentita potente. Vincitrice.
Quando si erano accampati a notte fonda, avevano aspettato che gli altri dormissero e poi si erano allontanati insieme.
Per Glimmer quello che avevano fatto era amore, Cato l’aveva presa sull’erba macchiata del sangue dei ragazzi che avevano ucciso insieme, scordandosi che c’era tutta Panem a guardarli, era stato violento, l’aveva morsa fino a farla sanguinare.
Glimmer non si era lamentata.
Cato era perfetto in tutto ciò che faceva, quei segni rossi sulla pelle erano solo il simbolo della sua passione.
Più il gioco continuava e più Glimmer prendeva coscienza del fatto che Cato era eccitato solo dalla vista del sangue, solo dalla sensazione della sua consistenza sulle dita, anche mentre era con lei.
Ma non le importava.
Tutto ciò che voleva era Cato, pregi e difetti.
Poi un giorno l’avevano trovata, la ragazza del 12. L’avevano inseguita attraverso la foresta e si erano accampati in attesa che scendesse dell’albero su cui si era rifugiata.
Tutto sommato Glimmer era contenta mentre chiudeva gli occhi. Poteva dormire abbracciata a Cato senza il dolore delle notti precedenti.
Quando si svegliò, di soprassalto, il dolore c’era di nuovo.
Più intenso, feroce, era attorno a lei, sopra di lei, dentro la sua pelle.
Aghi Inseguitori.
Urlò,non era in grado di muoversi.
Urlò, chiamò Cato con tutta la forza che aveva in corpo, pregando che la salvasse.
Ma l’unica cosa che ottenne fu il sorriso malvagio di Clove, mentre il suo compagno la trascinava via. Lontano da lei, che tanto lo aveva amato.
Strinse forte l’arco tra le mani.
E su quell’immagine calò il buio.
 
 
 
 
   
 
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