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Autore: darkroxas92    22/05/2012    3 recensioni
E se ci fosse qualcuno che è a conoscenza di tutto quello che è successo, e che succederà, a Shinichi Kudo da quel fatidico appuntamento al Luna Park?
E se questa persona provenisse da un mondo parallelo, dove ha assistito a tutti gli eventi di Detective Conan, e decidesse quindi di aiutarlo, spacciandosi per suo fratello maggiore?
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro Personaggio, Ran Mori, Shinichi Kudo/Conan Edogawa, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: Spoiler!
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Ed eccomi qui per la prima volta nella sezione Detective Conan!
Non so come risulterà questa fan fiction, essendo, possiamo dire, un genere totalmente nuovo per me, dato che invece di scrivere eventi futuri, come ho sempre fatto finora, proverò a riscrivere una storia.
In questa fiction inserirò una nuova versione del mio (spero XD) famoso personaggio Dark, che si ritroverà catapultato nel mondo di Detective Conan direttamente dal nostro. E qui, deciderà di cambiare gli eventi futuri.
La fiction inizierà da dopo l’episodio in cui Conan incontra per la prima volta i suoi genitori dopo la sua trasformazione.
Vi avverto che sono una frana nei gialli, perciò mi limiterò alla trama, senza soffermarmi sui vari casi XD.


Capitolo 01: Un piccolo grande detective. Il fratello di Conan?
Un ragazzo dai capelli castano scuro, vestito di nero e con un paio di occhiali a coprirli gli occhi azzurri, si fermò di fronte all’ingresso di un luna park.
“Qui è dove tutto ha avuto inizio…” mormorò, sorridendo, tirando fuori da una tasca un cellulare. “È stata una vera fortuna che avessi salvato tutte le informazioni più importanti per leggerle con calma… Anche se di certo non pensavo succedesse tutto questo.”
Il ragazzo mise via il cellulare, girandosi e cominciando ad allontanarsi.
“Credo sia il caso di iniziare il mio piano. Che cosa dirai quando mi vedrai, Kudo Shinichi?”

 
Conan sbadigliò sonoramente, mentre finiva di leggere il volume di un manga.
‘Che noia… di recente non c’è stato alcun caso…’ pensò, osservando Koro che stava dormendo beatamente sulla sua poltrona, dopo essersi bevuto diverse lattine di birra, ore tutte vuote per terra.
‘Di questo passo non scoprirò nulla sugli uomini in nero. Ne devo ancora fare di strada per far diventare famoso Koro e fargli assegnare sempre più casi.’ Continuò tra se e se, scendendo dal divano e dirigendosi verso la stanza che condivideva con il detective.
“E Ran è uscita con Sonoko. Questa serata sarà una vera noia…” mormorò, sbadigliando nuovamente.
Ma il suo lamentarsi venne interrotto dal campanello, che suonò tre volte.
“Un cliente? A quest’ora?” si chiese Conan, guardando l’orologio, che segnava le nove di sera.
“Chi accidenti è che suona a quest’ora?!” esclamò il detective, svegliandosi. “E dire che stavo facendo un così bel sogno su Yoko… Moccioso, va’ a vedere chi è!”
Conan sbuffò, ma obbedì, andando alla porta e aprendo.
“Ci spiace, ma siamo chiusi.” Cominciò a dire, senza nemmeno guardare. “Ripassi domat-”
“Quanto sei cresciuto, Conan-kun!” esclamò una voce maschile.
Il bambino spalancò gli occhi, girandosi a guardare chi aveva parlato.
Era un ragazzo vestito completamente di nero, con un cappello dello stesso colore sulla testa.
Gli occhi erano azzurri, coperti da un paio di occhiali da vista.
Conan sbiancò immediatamente, arretrando.
“E tu chi sei?” chiese Koro, alzandosi e dirigendosi verso di loro, senza accorgersi della reazione del bambino.
“Mi spiace doverla disturbare a quest’ora.” Fece il ragazzo, facendo un piccolo inchino. “Ma sono tornato da poco da un viaggio. Il mio nome è James Edogawa. Piacere di conoscerla.”
“Non dirmi che sei un parente del moccioso!” esclamò sorpreso il detective, mentre Conan guardava spaventato il nuovo arrivato.
“Beh, sono suo fratello maggiore.” Rispose James, facendo una piccola risata e togliendosi il cappello. “I nostri genitori mi hanno avvertito che si era fermato da voi, e così ho deciso di venire a trovarlo.”
“Non ci avevano detto nulla.”
“Sono sempre stato uno spirito vagabondo. Ho studiato in diversi paesi, continuando così il mio corso di studi. Ma ora intendo stabilirmi definitivamente qui a Tokyo. Il tempo di trovare un appartamento e un ufficio.”
“Umpf! Un altro ragazzo come quel Shinichi. Oggi la nuova generazione non sa stare ferma un secondo…” commentò aspro il detective.
“Oh, non credo proprio. Come le ho detto, intento fermarmi. E qualcosa mi dice che anche Shinichi presto farà lo stesso. In fondo, tutti e due siamo detective.”
Conan divenne ancora più pallido.
Si guardò intorno, in cerca di una via di fuga.
“Così anche tu ti vuoi mettere a indagare, eh? Lascia perdere, non è un lavoro che fa per te, credimi. Non nella stessa città del qui presente Koro Mori almeno!” rispose l’uomo, mettendosi a sghignazzare.
“Noi Edogawa, proprio come i Kudo, siamo famosi per le nostre doti da investigatori. Ed è per questo che se non vi dispiace, vorrei prendere con me mio fratello. Questo ovviamente non appena avrò trovato una casa.”
“Intendi dire che lo porterai via? Dici sul serio?!” esclamò Koro, senza nemmeno tentare di nascondere la sua felicità.
“Ma io non voglio!” urlò Conan, con voce da bambino. “Io voglio rimanere con Zio Koro e Ran neechan!”
“Non fare i capricci! Tuo fratello è venuto a prenderti e tu ti comporti così?!” lo rimproverò il detective.
“Non si preoccupi. Conan è sempre stato così. Probabilmente ora si sta chiedendo perché io lo sia venuto a prendere. E la risposta è semplicemente che i fratelli devono aiutarsi a vicenda, no? Dopotutto, di questi tempi è meglio non agire mai da soli.”
Conan si sorprese.
“Beh, dato che al momento sono in hotel, ti va di venire a prendere un gelato prima che io me ne vada, Conan-kun?” chiese James, sorridendo verso il bambino. “Proprio come l’ultima volta che ci siamo visti, in quel luna park.”
Conan rimase in silenzio per qualche secondo, cogliendo al volo l’indizio.
“Posso andarci, zietto?” chiese infine a Koro, senza però mostrare alcun sorriso.
Cosa che però il detective non notò.
“Fa’ pure, basta che non fai tardi. Non voglio rimanere sveglio per aspettare te.”
“Tranquillo, lo riporterò qui tra poco.” Disse l’Edogawa maggiore, per poi uscire, seguito da Conan.
I due rimasero in silenzio finché non furono abbastanza lontani dall’abitazione del detective.
“Chi diamine sei?” chiese infine Conan. “E non rispondermi dicendo che sei mio fratello. Sai bene quanto me che non ho fratelli o sorelle.”
“La mia vera identità per te è top secret.” Rispose il ragazzo, sorridendo. “Ti basti sapere che so tutto su di te, Shinichi Kudo.”
“Okay… chi ti manda? I miei veri genitori? O l’organizzazione degli uomini in nero?” continuò il bambino, portando la mano sull’orologio.
“Calmati, loro non sono gli unici vestiti di nero al mondo, sai?” replicò James. “E per quanto riguarda chi mi manda… la risposta è nessuno. Ho assistito al tuo avvelenamento, senza trovare il coraggio di intervenire. Per questo so tutto sul tuo conto. Ti ho tenuto d’occhio in queste settimane. E ora ho una proposta per te.”
“Che genere di protesta?”
“Non dirmi che non sei stufo di dover agire nell’ombra inventando assurdi stratagemmi per far credere a tutti che è Koro a risolvere i casi e non tu, con l’aiuto di un sonnifero e di un’invenzione del tuo amico Agasa. Tra tutto quello che ho detto prima, c’è una sola cosa che è vera: ho intenzione di aprire uno studio investigativo. E vorrei che tu mi aiutassi, Kudo. Io purtroppo non ho affatto una mente brillante come la tua. Certo, sicuramente sono migliore di Koro, ma non sono lontanamente al tuo livello.”
“E io cosa ci guadagnerei? Sempre nel caso che tu non sia uno di quei uomini, ovviamente.”
“Direi diverse cose: il mio silenzio, la possibilità di investigare liberamente, dato che ti darei tutti gli strumenti che desideri, e infine, nessun altra situazione imbarazzante con la tua amata.”
Conan sgranò gli occhi, diventando leggermente rosso.
“Non hai fatto altro che tenerci sotto controllo?”
“Se qualcuno avesse dei sospetti su di te, non ci metterebbe molto a ritracciarti. Non te lo hanno già dimostrato i tuoi genitori?”
“Una persona normale non penserebbe mai che esiste un veleno in grado di farti ringiovanire.”
“Una persona normale…” ripeté James, sorridendo triste. “Già… direi che hai ragione.”
Conan lo guardo curioso, per poi sospirare.
“Dimmi… tu in realtà non hai nemmeno la più pallida idea di dove cercare una casa e uno studio, vero?” chiese.
“Già… A dir la verità, ho a malapena i soldi per mangiare.”
“Allora non hai molte possibilità. Ti lascerò usare casa mia.” Fece Conan. “Basterà che tu parli a Ran, dicendole che sei un amico di Shinichi, e dato che al momento è fuori città ti lascia usare provvisoriamente casa sua.”
“Ne sei sicuro? Potrebbe essere il primo posto dove andranno a controllare.”
“E cosa potrebbero trovare di sospetto in due fratelli?” replicò il bambino, sorridendo. “E sia. Ti aiuterò a farti un nome, così da poter avere sempre più clienti. E magari un giorno riuscirò a ritracciare quegli uomini in nero… e a tornare normale!”
“Chissà…” fece James, guardando l’orologio. “Ora però credo sia il caso di tornare indietro. Se è tornata Ran, in questo momento come minimo starà pestando suo padre per averti fatto uscire a quest’ora.”
Conan sorrise al pensiero.
“Immagino di sì, e sinceramente un po’ mi dispiace non vedere la scena. Ad ogni modo…” e qui il bambino tornò serio. “Se sei sicuro dei rischi che correrai avendo me al tuo fianco, credo sia meglio che mi porti via fin da stasera.”
“Ho già analizzato tutti gli aspetti. Basterà solo che cominciamo a risolvere casi, e presto si rivolgeranno prevalentemente a noi invece che a Koro.”
“Mi dispiace per Ran, però se quel che hai detto è vero, avrò più libertà con te, oltre al fatto che immagino tu non mi intralcerai durante le indagini, no?”
“Basterà che tu mi dica come comportarmi, ma a questo ci penseremo dopo. Prima di tutto, pensiamo a fingere di essere fratelli e di aprire la nostra agenzia. Poi ne riparleremo.”
Mentre diceva ciò, i due si fermarono di fronte alla porta dell’agenzia di Koro.
“Pronto?” chiese James.
Conan sospirò.
“Spero solo di non pentirmene.”
Detto ciò, bussò per poi aprire la porta.
“Siamo torna-”
“Eccoti qui!” esclamò una voce femminile, anticipando Ran, che mise le mani sui fianchi, guardando minacciosa il bambino, mentre dietro di lei Koro era nuovamente caduto tra le braccia di Morfeo.
“C-Ciao…” la salutò lui, deglutendo.
“Ti sembra l’ora di uscire a prendere un gelato? Se poi stai male non venire a lamentarti da me, chiaro?!”
“Non credo ci sarà un simile pericolo.” Rispose James, affiancandosi a Conan.
Ran si girò verso di lui.
“Così sei tu il suo famoso fratello, di cui non ci aveva nemmeno parlato.”
“Finora è sempre stato in giro per il mondo.” Rispose Conan, portandosi le mani dietro la testa. “Perciò non credevo si sarebbe presentato per prendermi.”
“Quindi lo porterai con te?” chiese Ran, rivolgendosi a James, che annuì.
“Sì. Poco fa ho chiamato Shinichi. Sai, è un nostro lontano parente. So che al momento è impegnato in un caso difficile, perciò gli ho chiesto se al momento posso usare casa sua sia come abitazione che come studio.”
“Shinichi è un vostro parente?!” ripeté sorpresa la ragazza, guardandoli.
“Eh eh… già…” rispose Conan, guardando leggermente storto James.
“Su Conan.” Disse questi. “Prendi le tue cose.”
“Lo porti già via?” chiese la ragazza, senza nascondere un velo di tristezza.
“Beh, visto che non ci vediamo da tempo, voglio sapere tutto quello che ha combinato questa piccola peste in mia assenza. Scommetto che è ancora un patito di gialli e misteri, vero?”
“Direi proprio di sì. Anche perché la presenza di mio padre non lo ha di certo aiutato a distrarsi, visto che di recente si è ritrovato coinvolto in diversi casi di omicidi. Però è strano… Shinichi non mi ha mai parlato di voi…”
“Non ci vediamo spesso. Noi Edogawa e i Kudo siamo lontani parenti, e sinceramente, ci parliamo solo quando ne abbiamo bisogno, come questa volta. Per questo Shinichi non ci avrà nemmeno pensato finché non l’ho chiamato.” Rispose James, mentre Conan andava a prendere tutte le sue cose.
“Così vi occuperete voi di casa sua, esatto?”
“Conan mi ha detto che finora eri tu ad andare a occupartene. Ti ringrazio da parte di Shinichi, visto che alla fine sarò io ad averne il vantaggio. Comunque se vuoi, puoi sempre venire a trovarci. In fondo, siamo noi gli ospiti di Shinichi, e se lui ti ha lasciato le chiavi, significa che si fida molto di te.”
Ran a quelle parole voltò leggermente la faccia.
“Però lui non si fa più sentire come prima…”
“Sono sicuro che non è per volontà sua. A volte, per proteggere chi ci è caro, dobbiamo allontanarci temporaneamente da lui.” Disse James. “O altre volte ancora, per salvare qualcuno bisogno rinunciare a tutto.”
Mentre diceva ciò, la voce del ragazzo si abbassò leggermente.
“Tu… Shinichi per caso ti ha detto che cosa gli è successo? Non sono una stupida… ho capito anch’io che è sparito di punto in bianco per un buon motivo. Però vorrei che me ne parlasse, non m’importa dei pericoli che potrei correre!”
James la guardò seria.
“Se la pensi veramente così, allora comincia a investigare. Controlla tutte le ipotesi, anche le più assurde. Solo, un consiglio: tieniti lontana dal nero.”
“Dal nero?” ripeté Ran. “Che cosa vuoi dire? Che cos’è successo esattamente a Shinichi?!” urlò, prendendo per il colletto James.
“Te l’ho detto: non sta a me dirti la verità. L’ho giurato su me stesso quando sono arrivato in questa città. Ad ogni modo, quando ne avrò il tempo, cercherò di aiutarlo con il suo caso.”
“Allora permettimi di partecipare con voi alle indagini!”
“Non posso.” Replicò James, guardando Conan, che li stava fissando serio, con in mano uno zaino.
“Eccomi qui.” Disse lui, lanciando lo zaino al ragazzo, che lo prese al volo. “Possiamo andare, fratellone.” Continuò, senza riuscire a velare una leggera ironia nell’ultima parola.
“Perfetto.” Rispose lui, mentre Ran lo lasciava andare. “Allora noi andiamo. Ci vedremo presto. Ho intenzione di continuare anche qui i miei studi, almeno per poter prendere un certificato valido.”
“Quindi hai intenzione di iscriverti al mio liceo?”
“Credo proprio di sì. Ma prima voglio sistemare qualche affare che ho in corso. Ti ringrazio per esserti presa cura di Conan.”
Dicendo ciò, James si inchinò assieme a Conan, per poi girarsi e uscire.
“Aspetta!” lo fermò Ran. “Se dovessi scoprire la verità… tu saresti disposto a raccontarmi tutto?”
Il ragazzo si fermò.
“Se scoprirai la verità, credo che sarà lui stesso a spiegarti la situazione. Ma sinceramente, spero per te che tu non ci arrivi.”
Concludendo così il discorso, i due Edogawa uscirono, chiudendo la porta alle loro spalle, lasciando una Ran in preda ai dubbbi.

   
 
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