Una lettera nel fuoco
Caro Vincent,
Come stai? Mangi come si deve?
Sinceramente non so perché ti scrivo questa lettera, in realtà non so nemmeno bene cosa dovrei dirti… beh, potrei iniziare dicendoti che io sto bene e che anche i miei gattini sono in salute come me. Ah, poi ieri Elliot-kun mi ha sgridato, di nuovo, perché uno dei miei gattini era finito nella sua stanza, pensavo che ce l’avrebbe avuta con me per diverso tempo, invece la sera a cena si è comportato gentilmente; anche se questo suo atteggiamento era, come sempre, nascosto dal suo finto caratteraccio.
Sai, anche se non lo ammette è ovvio che si preoccupa per gli altri e che è una gran brava persona.
Sai caro Vincent, è da tanto che ti ammiro, che sono innamorata di te.
Probabilmente penserai di me che sono una sciocca ragazzina che come unico pregio ha il suo casato e la sua nobiltà, ma sai, se c’è una cosa che ho imparato da mio fratello è vedere oltre; oltre le apparenze, leggere attraverso le righe e percepire ciò che le persone vogliono mascherare.
Io, mio amato Vincent, mi sono resa conto da tempo che le tue intenzioni nei miei confronti non sono esattamente lodevoli, ma al tempo stesso mi sono accorta che provi qualcosa per me, è sicuramente qualcosa di flebile, ma è grazie ad esso che non mi hai mai fatto del male.
Con tutta probabilità non lo ammetterai mai, ma forse io ti piaccio, sicuramente non quanto tu piaci a me, però una piccola e minuscola parte di te sente che può accettarmi, non amarmi, non volermi bene, semplicemente puoi sopportarmi.
E’ decisamente poco per esultare, ma siamo solo all’inizio, no?
Anche se è solo una mezza possibilità su cento miliardi, forse un giorno potrei farti cambiare idea.
Sai Vincent adoro conversare con te, perché nonostante tu le nasconda, ho notato la tua premura e la tua gentilezza.
Ultimamente continuo a pensare al nostro ultimo incontro, i tuoi capelli color oro freddo venivano accarezzati dal vento, mentre il tuo profumo delicato, appena percettibile, adornava l’aria e la tua candida pelle era tesa in un sorriso, per metà vero e per metà falso, in quell’istante i tuoi denti parevano brillare, ma ciò che attira la mia attenzione sono i tuoi occhi.
I tuoi adorabili occhi, uno di un colore e uno di un altro, parlano apertamente di te e della tua personalità; il primo rosso come il sangue che hai versato e come il dolore che hai provato, lui è la tua falsità; l’altro invece, oro come il sole caldo per l’affetto che dai e come la luce, che nonostante tutto ancora fiocamente brilla in te, lui è la tua bontà.
Per quanto ancora combatterai?
A me non importa chi vincerà, solo, voglio te, null’altro.
Vincent tu sei esattamente come le due maschere del teatro, quella felice e quella piangente, niente ti rappresenta meglio.
Eppure io tutto ciò non posso dirtelo e tu non dovrai mai saperlo, perché tu Vincent devi vedermi come la tua piccola, ingenua e sciocca Ada, non dovrai mai sapere di questo lato di me, poiché altrimenti non mi vorresti più. Altrimenti spegneresti quel piccolo fuocherello che è nato, ed io, piccolo fuocherello quale sono non voglio essere spento, voglio vivere e propagarmi, magari diventando un giorno un enorme inarrestabile incendio. Per questo tu acqua, elegante e incontrollabile, non dovrai mai sapere che io fuoco posso continuare a vivere senza la tua pietà.
Ti amo tanto e per te darei la mia vita, se poi un giorno dovessi essere in pericolo, per te la rischierei senza pensieri o pentimenti… perché in fondo tu sei il mio adorato Vincent.
Sai, mi rattrista molto pensare che non leggerai mai una sola riga di questa lettera, ma purtroppo per ora devi rimanere all’oscuro della vera me; infine queste poche righe, come le altre che le hanno precedute, finiranno nel fuoco e lui le brucerà per me.
Ricordati che ti amo ora e per sempre.
Solo tua Ada.