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Autore: ErisVera    23/05/2012    1 recensioni
Katniss e Peeta si allontanano da Capitol City dopo la fine della guerra.
Il presidente Snow è morto e mentre il mondo tenta di rinascere dalle sue ceneri gli innamorati del distretto 12 tornano a casa.
Genere: Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Katniss Everdeen
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Non c'è nulla in questa stanza, nessun rumore che mi distoglie dal mio respiro.
Sento solo la luce del sole che mi scalda piacevolmente il viso.
Apro gli occhi e penso di essere in un sogno, in un bel sogno. Ho vinto gli Hunger games e adesso vivo in una bella casa con mia madre e mia sorella. Qui non soffriremo mai più la fame.
Non ho nemmeno il tempo di mettermi a sedere che subito mi ritorna tutto alla mente.
No.
La mia vita non è più felice ora. Si, ho vinto gli Hunger Games, ma sono appena tornata da una guerra. Panem è finalmente libera ora, Snow è morto. Mia sorella è morta.
"Prim..." sussurro il suo nome, non do nemmeno il tempo a una delle mie lacrime di cadere, qualcuno sta entrando nella mia stanza.
"Buongiorno" Peeta avanza verso di me con un enorme vassoio colmo. Deve essere la mia colazione "Ho pensato avessi fame, sono giorni che non tocchi cibo".
Il forno non c'è più, il forno dove la famiglia di Peeta faceva il pane per la popolazione del distretto 12 (Beh, per chi poteva permetterselo) ma cosa non fa il caro Peeta nella mia cucina.
"Grazie" dico sforzandomi di sorridere, anche se per me è difficile, non voglio fargli pesare un'altra giornata. Siamo soli, mia mamma è voluta rimanere in città per dare una mano all'Ospedale centrale dove continuano ad arrivare decine di feriti ogni giorno. E poi ritornare in questa casa l'avrebbe fatta stare troppo male, tutto qui sa di Prim, mentre a Capitol City è così impegnata da non potersi mai fermare, da non poter mai pensare.
Mentre io avevo un disperato bisogno di starmene nell'unica casa che mi è rimasta, lontana da tutte le persone che mi additano riconoscendomi per le strade.
Peeta appoggia il vassoio sul letto. Succo d'arancia, brioches appena sfornate, burro, marmellata e yogurt con frutta fresca. Non vedevo una colazione così da tempo.
"Dai mangia qualcosa, per favore" quasi mi supplica così prendo una brioches e comincio a gustarmela trasformando il suo broncio in un sorriso "Ti devi rimettere in forze. Se non per te fallo almeno per me!" è serio adesso.
Peeta mi ama e l'ennesima prova dei suoi sentimenti nei miei confronti è questa, è venuto con me nell'abbandonato distretto 12. Vuole starmi vicino mentre mi riprendo da tutto ciò che c'è successo, e se c'è una persona che voglio accanto adesso è proprio lui.
"Te lo prometto" dico guardandolo negli occhi. Non so esattamente cosa provo per Peeta ma è il sentimento più forte che io abbia provato in vita mia e mi penso di averlo capito solo quando stavo per perderlo. Solo quando Snow ha cercato di portarlo via da me depistandolo.
Rimetto la deliziosa brioches che Peeta mi ha preparato sul vassoio e gli metto le braccia attorno a collo abbracciandolo, mi siedo sulle sue gambe in modo da stargli più vicina.
"Cosa farei se tu non fossi qui con me?" gli chiedo in un sussurro mentre mi passa le mani calde sulla schiena. Non si spinge oltre e mi stringe. Non c'è stato nulla fra noi, se non qualche bacio,  benché siamo qui da più di una settimana.
"Potrei farti la stessa domanda" non lo vedo ma so che sta sorridendo. Il contatto fisico non è il mio forte anche se mi ritrovo spesso a desiderarlo disperatamente "Ma niente coccole finché non finisci la tua colazione" mi stacca dolcemente dal suo corpo e mi rimette davanti il vassoio che ospita ancora la mia brioches mezza mangiucchiata.
 
PEETA.
Mi sento terribilmente impotente. Vorrei poter aiutare Katniss, far si che ogni sua paura, ogni suo incubo, ogni sofferenza venga spazzata via. E vorrei tanto essere io la persona che la farà andare avanti, che la renderà felice.
Non posso fare a meno di pensare che Gale, in questa situazione, potrebbe fare più di me. Potrebbe farla felice, ma allontano l’idea, Katniss è me che ha voluto al suo fianco. Ha chiesto a me di venire a casa con lei.
La sento scendere le scale e mi volto di scatto quasi potesse ascoltare ogni mio pensieri entrando nella stanza.
“Andiamo a fare una passeggiata al lago?” più che una domanda mi sembra un’affermazione. Le sorrido in risposta.
“Vuoi che prepari qualcosa ? Facciamo un piccolo pic-nic?” tutto questo mi ricorda terribilmente la nostra ultima giornata assieme a Capitol City, l vigilia dei settantacinquesimi hunger games. Quella giornata era stata assolutamente perfetta !
“Caccerò un po’ mentre ci avviciniamo al lago. So che abbiamo cibo in abbondanza ma ho una voglia matta di usare il mio arco. Possiamo accendere un fuoco vicino al lago e mangiare coniglio fresco. Ti dispiace?”
“No assolutamente”.
Il sole è proprio caldo oggi, anche se sono solo i primi di Marzo, la primavera sembra che quest’anno abbia fretta di arrivare. Meglio così, in una giornata nuvolosa mi sarei perso lo spettacolo dei mille riflessi che il sole fa scivolare silenziosi sui capelli di Katniss. Ambra pura.
Stiamo camminando da circa un paio d’ore, i suoni della foresta ci accompagnano. Io rimango qualche metro dietro a Katniss, voglio darle la possibilità di cacciare e io faccio troppo rumore. Grazie alla sua mira infallibile abbiamo già un bel coniglio. Credo non abbia intenzione di ucciderne altri, siamo solo due. Uccidere si, ma solo se è necessario. Io ogni tanto raccolgo qualche radice commestibile, qualche bacca e delle erbe aromatiche che crescono a ridosso di alcuni arbusti. Ne uscirà un bel pranzetto ne son sicuro.
Gli alberi si stanno diradando segno che siamo in prossimità del lago.
Katniss si gira e mi sorride, si ferma per aspettarmi e quando sono abbastanza vicino mi tende la mano.
La stringo senza esitazione e quando distogliamo lo sguardo l’uno dall’altra guardiamo davanti a noi e il lago è proprio li davanti. Bellissimo e calmo.
“Questo è il posto che preferisco in tutta Panem!” e lo si vede Katniss !Non ti vedevo sorridere così da settimane, da mesi.
Alzo le nostre mani intrecciate fino alle mie labbra e dopo aver lasciato un lieve bacio sulla sua mano dico
“Il mio posto preferito è ovunque ci sia tu!”.
 
 
 
  
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