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Autore: ProcrastinatingPalindrome    23/05/2012    2 recensioni
America fa indigestione di dolci di Pasqua e Russia si offre di assisterlo nel mentre.
Genere: Comico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: America/Alfred F. Jones, Russia/Ivan Braginski
Note: Traduzione | Avvertimenti: nessuno
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Questa storia non mi appartiene è una storia di ProcrastinatingPalindrome, non possiedo né i personaggi qui usati né il fumetto dal quale provengono. Questa storia non è a scopo di lucro.


America lasciò cadere la testa contro i cuscini del divano con un gemito. “Voglio morire.” Piagnucolò.

Russia canticchiò allegramente e accarezzò gentilmente la pancia di America. “In genere è questo che succede quando uno mangia il suo equivalente in peso di ovetti di cioccolato.”

“Non ho affatto mangiato il mio equivalente in peso di cioccolato.” Brontolò America. “Forse la metà. Forse. Abbiamo dell’altro ginger ale? Mi sento meno peggio quando bevo quella roba.”

Russia gli passò un’altra bottiglietta dal minifrigo che si era portato dietro per l’occasione e stava quasi per commentare la scena davanti a lui quando un trillo lo interruppe. “Era il tuo telefono?”

America lanciò un’occhiata al tavolino, dove il suo telefono prese a illuminarsi avendo appena ricevuto un messaggio. “Immagino. Lascialo là, non mi interessa cosa dice.”

Aveva appena finito di parlare che il cellulare squillò di nuovo. E ancora. E ancora.

Dopo altri sei bling-blong Russia finalmente lesse i messaggi.

“Sono di Inghilterra.” Disse allegramente. “Sembra che Sealand abbia vomitato nella sua macchina mentre tornavano a casa. Pare che sia piuttosto arrabbiato con te. Per dirla con leggerezza.”

America sbuffò e bevve un altro sorso di ginger ale. “Chi se ne frega. È solo più burbero del solito perché è stressato per le Olimpiadi. Non è colpa mia se gli hanno vomitato in macchina.”

“Hai sfidato Sealand ad una gara per vedere chi mangiava più dolcetti di Pasqua.”

“Allora? Non doveva farlo! Non l’ho obbligato!”

“Hai promesso di riconoscerlo come nazione se avesse vinto.”

“Hey, sto solo cercando di mantenere vivo il suo sogno. Devo dargli qualcosa a cui mirare!”

Russia roteò gli occhi e ricominciò ad accarezzare diligentemente la pancia di America. “Suppongo tu sia molto orgoglioso della tua vittoria di oggi.”

“Diavolo sì.” Disse America sorridendo debolmente. “Devo difendere il mio titolo.”

Russia sollevò le sopracciglia. “Hai un titolo? Per aver mangiato una quantità eccessiva di dolci Pasquali?”

“Adesso ce l’ho!”

“E hai vinto un mal di pancia.”

“Non me ne pento. I dolcetti di Pasqua sono maledettamente deliziosi. Uova e coniglietti di cioccolato e quei…quei piccoli ovetti ricoperti di zucchero candito, o come diavolo si chiamano…”

“Ma non gli ovetti Kinder, da?” Russia non poté trattenersi dall’aggiungere.

“Hey!” Scattò America, alzando la testa dal divano per guardare Russia. “Quei cosi sono dannatamente pericolosi.”

“Il pericolo numero uno per America dopo gli orsi?”

“Hai capito.” Disse America, facendo una linguaccia a Russia tanto per farlo. “Quello è l’unico tipo di cioccolato che non mangio. Il cioccolato è tipo…il paradiso in bocca. Ricordo la prima volta che ne ho avuto un po’…” Sospirò felicemente, incamminandosi per il viale dei ricordi. “Ero piuttosto piccolo a quel tempo, e Inghilterra mi fece visita, il che era una roba GRANDIOSA per me perché ogni tanto se ne andava per anni interi e sai, era bruttino starsene da soli…”

La mano di Russia rallentò e poi si fermò nel mentre di una carezza alla pancia di America, e silenziosamente si mosse verso il suo ginocchio dandogli qualche pacca rassicurante. America lo guardò, tossicchiò imbarazzato e continuò.

“C-comunque, mi portò in città e mi comprò una tazza di cioccolato per celebrare, perché non è che potevi andare da Walmart e comprarti un dolcetto a quel tempo; il cioccolato era un lusso per me. E così ne bevvi un sorso…e fu tipo, whoa, porca miseria, dove cazzo è stata questa roba per tutta la mia vita? E da allora divenni un ciocco maniaco. Ovviamente non dissi cazzo e porca miseria a quel tempo perché da bambino ero un maledettissimo angelo.”

“Oh, davvero?” Sorrise Russia prendendolo in giro.

“Diavolo sì. Non hai mai sentito Inghilterra straparlare di quanto ero carino a quel tempo?”

“Inghilterra dice anche che bagnavi il letto di frequente e hai avuto un periodo nel quale correvi in giro nudo.”

“…come ti dicevo, Inghilterra è un bastardo inattendibile e non ti puoi fidare neanche di una parola di quello che dice.”

“Ah, sì. Ovviamente.”

America mise un piede in faccia a Russia. “Finiscila di sghignazzare, scemo. Avanti, devi raccontarmi di quando eri piccolo tu. Mi pare giusto.”

Russia si picchiettò il mento con un dito, pensando. “Ah, beh, ovviamente io non ho mai assaggiato il cioccolato quando ero bambino. Non avevamo una cosa simile a quel tempo. Ma mi piaceva molto il miele.”

“Heh, come Winnie the Pooh.” Ridacchiò America, sistemandosi e riprendendo in mano il suo ginger ale.

“Vinni Pukh.” Lo corresse automaticamente Russia. Se c’era una cosa sulla quale lui e America non riuscivano a mettersi d’accordo, era su chi aveva creato il miglior adattamento dell’orsetto grassottello.
“Ma sì, mi piacevano le cose dolci da bambino. Frutta e frutti di bosco, quel genere di cose. Ah, ricordo che Ucraina mi faceva dei dolci bollendo i frutti di bosco finché non diventavano appiccicosi, e poi li arrotolava intorno ad un bastoncino…era il mio dolce preferito.”

“Allora non infilavi direttamente la mano dentro un vasetto di miele o cose così?”

“Mi sarei preso una sculacciata per una cosa del genere.” Disse Russia, facendo una smorfia al pensiero. “Mi piaceva il miele, ma sfortunatamente ero piuttosto impopolare con le api.”

America quasi si soffocò con il ginger ale scoppiando a ridere. “Oh cavolo, sei proprio Winnie the Pooh.”

“Vinni Pukh.”

“Chi se ne frega. Allora ti pungevano?”

“Da. Era davvero ingiusto. Potevano esserci centinaia di persone e loro volavano sempre verso di me! Devo esser stato punto migliaia di volte…”

“Aw, povero piccolo.” Disse America prendendolo in giro scherzosamente. “Ti facevano piangere?”

“Solo se venivo punto molte volte.” Brontolò Russia sulla difensiva, dimenticando di menzionare che ‘molte volte’ significava ‘più di una’.

“Beh, non preoccuparti, ragazzone.” America gli fece l’occhiolino. “Terrò lontane da te le api cattive d’ora in poi.”

“Un gesto davvero eroico. Come sei coraggioso.”

“Lo sai bene, piccolo.” Rise America.

Russia annuì e si stiracchiò, sentendosi un po’ irrigidito dopo essere rimasto così a lungo seduto a terra vicino al divano. “La tua pancia sta meglio adesso?”

America lanciò un’occhiata al suo stomaco, pensieroso. “Sì, ci stiamo arrivando. Credo che questa si possa chiamare un’altra Pasqua di successo!”

“Perché? Perché il tuo stomaco non è esploso?”

“Certo, facciamo così. Beh, la mia Pasqua è passata, adesso tocca alla tua!”

Russia si fermò, sorpreso. “Vuoi celebrare con me la mia Pasqua?”

“Ovvio!” Rispose America, inclinando la testa di lato. “Voglio dire, già festeggiamo il mio e il tuo Natale, perché non festeggiare anche entrambe le Pasque! E poi tu fai sempre della roba super grandiosa durante le feste. Non voglio perdermela. Hey, che mi dici di quelle stravaganti uovo fatte con gioielli? Le fai ancora?”

Russia sentì un rossore corrergli su per le guancie ai complimenti. “Abbiamo smesso di fare le uova Faberge quasi cent’anni fa, se ti riferivi a quelle.”

“Sì? Oh beh, quelle che hai bastano.”

“…posso mostrarti quelle che abbiamo durante la tua visita. Se vuoi. Alcune sono andate perse durante la Rivoluzione, ma ne abbiamo ancora abbastanza.”

America s’illuminò. “Perfetto! Abbiamo un appuntamento!”

Un appuntamento. Russia ne aveva avuti così tanti da quando il suo rapporto con America aveva cominciato a mettersi a posto per davvero, ma la parola ancora lo faceva arrossire e sorridere.

“Da, un appuntamento. E non devi preoccuparti di stare attento a non mangiare troppo quando verrai da me. sarà felice di massaggiarti la pancia se mangerai troppo di nuovo.”
 
Note:
In Russia la Pasqua si celebra in un giorno diverso da quello dell’Occidente perché la Chiesa Ortodossa segue un calendario diverso da quella Cattolica. Gli ovetti Kinder sono proibiti negli USA perché considerati pericolosi, il che per molte persone è una stupidaggine. Le uova Faberge vennero create dal 1885 al 1917. Alessandro III e Nicola II vollero delle uova speciali per ogni Pasqua, ma per ovvie ragioni il tutto arrivò ad una fine piuttosto repentina quando scoppiò la Rivoluzione. Il dolce descritto da Russia viene da una ricetta di vecchi cibi Russi durante il medioevo.

 
  
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