Serie TV > Once Upon a Time
Ricorda la storia  |      
Autore: Ilovewrite    23/05/2012    3 recensioni
Un Archie preoccupato per la sparizione di una sua paziente, si trova di fronte ad una Ruby incredibilemente sconvolta. Dal testo: "I suoi splendidi occhi, di solito luminosi come due fiamme ardenti, erano spenti. Continuò a fissarlo immobile per una manciata di secondi; poi si butto sul suo petto e scoppiò a piangere"
Genere: Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Archibald Hopper/Grillo Parlante, Cappuccetto Rosso/Ruby
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Image and video hosting by TinyPic “ Ed un'altra giornata di lavoro si conclude” pensò Archie mentre chiudeva a chiave la porta del suo studio

Show me who I am.

 

 

 “ Ed un'altra giornata di lavoro si conclude” pensò Archie mentre chiudeva a chiave la porta del suo studio.

Camminava sospirando tra le strade di Storybrooke col cuore pieno di tristezza per quanto era successo alla signora Nolan. Non erano passati nemmeno due giorni da quando si era recata in lacrime nel suo studio chiedendo di essere ricevuta.

 

 Archie la vide così sconvolta da interrompere la seduta di Marco. Quando il suo amico andò via le preparò una tazza di camomilla che Kathryn non riusciva nemmeno a reggere a causa delle mani tremanti

Archie decise di non porle alcuna domanda e fu lei infatti ad iniziare la discussione.

Cominciò a raccontare dei problemi che aveva col marito (dei quali Archie a conoscenza grazie alle chiacchiere dei concittadini), di quanto impegno lei ci avesse messo per tentare di ricostruire il loro rapporto, per poi vederselo portare via da un'altra.

‹‹Forse però avrei dovuto sospettarlo›› mormorò ad un certo punto della discussione ‹‹Mi sono sempre illusa che il legame tra loro fosse dovuto al fatto che lei gli ha salvato la vita. E come una cieca non ho visto quello che c’era realmente››.

Poi aveva parlato del rapporto con Regina, considerata come la sua migliore amica, anzi l’unica che aveva.

Era difficile concepire come una persona buona come Kathryn era avesse potuto fidarsi di una donna gelida e senza cuore come Regina, ma subito compresi che a tanto era arrivata a causa della solitudine e della tristezza nata dalla consapevolezza di aver perso la persona amata.

‹‹E’ come se il mondo mi fosse crollato addosso. Come se la mia anima si fosse sbriciolata in mille e mille pezzi. Sento che non..›› le mancò il respiro per un attimo, poi riprese ‹‹Non potrò più guarire. Non riuscirò mai più a fidarmi di nessuno, ad amare nessuno. Io vorrei solo capire che cosa c’è che non va in me. Perché tutti mi dicono delle bugie? Perché tutti mi feriscono? Ho fatto qualcosa di male per meritare tutto questo?››.

Archie si massaggiò lentamente le tempie, come a scuotere il cervello per cercare la risposta adatta. Perché anche per uno psicologo, uno che dovrebbe essere un ottimo conoscitore dell’animo umano era difficile trovare le parole adatte da dire a chi ha cuore infranto.

‹‹Kathryn›› disse pacatamente Archie, dandole per la prima volta del tu ‹‹Sai io ho una convinzione. Dentro ognuno di noi esiste una voce interiore. Essa è debole, febbrile, difficile da ascoltare. Se noi fossimo in grado di ascoltare questa voce agiremmo sempre in maniera corretta. Eppure, come ho detto, è difficile sentire ciò che ci dice. Ed è qui che nascono gli errori degli uomini. Il brutto è che quando una persona sbaglia il più delle volte coinvolge nell’errore qualcuno che non ha colpa. L’errore di David è stato quello di non dirti il vero motivo per cui non poteva lasciare Storybrooke. Regina ha sbagliato a non dirti quello che stava succedendo tra.. ›› si interruppe timoroso di essere troppo indelicato ‹‹…Io non sto cercando di giustificare nessuno, ma secondo me il loro errore principale sta nel fatto che per tentare di non ferirti non hanno saputo ascoltare bene la coscienza e sono ricorsi alle bugie. Io condanno le menzogne sia chiaro, ma prova a guardare le cose da quest’altro punto di vista. Non c’è niente che non va in te. Sei buona, gentile, onesta. E tutti ti vogliono bene, anche David e Regina, pur non avendolo saputo dimostrare nel modo giusto››.

Kathryn lo ascoltava attenta, silenziosa e ad un certo punto gli rivolse una domanda.

‹‹Cosa devo fare dottor Hopper?››.

‹‹Una cosa che ora come ora ti sembrerà impossibile. Devi perdonarli››.

Kathryn fece una mezza risata isterica. Archie si aspettava quella reazione e continuò ‹‹Se non li perdonerai il tuo cuore sarà pieno d’odio, e se sarà pieno d’odio non potrai ricominciare da capo. Vuoi stare male come stai adesso?››.

La donna non rispose, si sfregava le mani con lo sguardo puntato sul tavolino di fronte a lei e al dottore.

‹‹Allora?›› insistette Archie.

‹‹No. Ma lei non può capire quanto sia difficile per me solo immaginare di fare una cosa del genere. Mi sta chiedendo troppo al momento››.

Archie sorrise ‹‹E se non fossi io a chiedertelo?››.

Kathryn  all’iniziò non capì cosa volesse dire il dottore, poi comprese.

‹‹La coscienza sa essere un ottima consigliera, se noi siamo buoni ascoltatori››.

Stettero un paio di minuti in silenzio; l’unico rumore della stanza erano le lancette dell’orologio e il fuoco nel camino.

Ad un certo punto Kathryn si alzò e indossò il cappotto.

‹‹Non vuole rimanere un altro po’?›› domandò cortese Archie.

Lei scosse la testa ‹‹Ho bisogno di riflettere per conto mio. Forse così sentirò meglio la voce della coscienza›› abbozzò un mezzo sorriso carico di tristezza ed Archie non replicò.

Le fece strada fino alla porta e mentre usciva si limitò a dirle: ‹‹Torni pure quando vuole››.

 

Di Kathryn però non si avevano più notizie ed Archie era sempre più preoccupato per le sue sorti.

Pensava a lei, al loro dialogo, ai suoi occhi tristi, alle sue mani tremanti, ai consigli che le aveva elargito. Che fine aveva fatto?

Immerso com’era in quei pensieri quasi non si accorse di aver urtato qualcuno, se non perché sentì cadere l’ombrello a terra, sul piede di chi aveva di fronte.

‹‹Mi scusi, ero distratto e non l’ho proprio vista›› disse arrossendo mentre si chinava a raccoglierlo.

Di fronte a lui, Ruby non prestava la minima attenzione.

Si mordicchiava insistentemente l’unghia del pollice e l’altra mano stritolava un guanto nero.
Archie non poteva credere ai suoi occhi.

 Ruby, la ragazza più solare e allegra che lui conoscesse, quella sera era in uno stato pietoso, tanto che se non le fosse stato a pochi centimetri di distanza forse non l’avrebbe nemmeno riconosciuta.

‹‹Ruby cosa c’è che non va?›› domando seriamente preoccupato Archie.

Lei non rispose, continuando a torturarsi il pollice. Archie la fermò prendendole la mano e finalmente lei lo degno di uno sguardo.

I suoi splendidi occhi, di solito luminosi come due fiamme ardenti, erano spenti.

Continuò a fissarlo immobile per una manciata di secondi; poi si butto sul suo petto e scoppiò a piangere. Archie la strinse delicatamente tra le braccia e le passo una mano tra i capelli morbidi come la seta. Poi le sussurrò all’orecchio: ‹‹Vieni con me››.

 

Pongo si precipitò all’ingresso nel momento in cui sentì infilare la chiave nella toppa.

Archie invitò Ruby ad entrare, un po’ imbarazzato per le condizioni in cui si trovava il salotto.

Di solito i clienti lo cercavano allo studio e non aveva amici all’infuori di Marco che avessero interesse ad andarlo a trovare a casa, per cui non era abituato a ricevere visite: questo lo portava a non curarsi troppo di tenere in ordine il suo appartamento.

‹‹Siedi pure›› le disse indicando il divano bianco alla loro destra e lei accolse l’invito ‹‹Io torno subito››.

Archie la lasciò lì ad accarezzare distrattamente Pongo per andare in cucina. Aperto il frigo, andò nel panico nel trovarlo quasi vuoto. Lo richiuse con una testata . Cosa accidenti poteva offrirle?

Si limitò solo a prendere un bel bicchiere d’acqua fresca e a tornare da lei, rendendosi conto che Ruby non era di certo lì per farsi offrire da mangiare o bere.

‹‹Grazie›› sussurrò tra un sorso e l’altro ‹‹Avevo tanta sete›› e poi lo poggiò sul tavolo vicino al berretto che si era tolta appena entrati.

‹‹Sai Archie questa sera è successa una cosa che non pensavo sarebbe mi sarebbe capitata mai. Ho pianto››.

Da quel che Archie ricordava non c’era stato un giorno in cui avesse visto una Ruby imbronciata, pensierosa o triste. Quella ragazza aveva sempre stampato il sorriso sulle labbra.

Un magnifico sorriso.

‹‹Non devi averne vergogna›› la consolò premuroso ‹‹Piangere è una cosa naturalissima››.

‹‹Lo so..o meglio lo immagino››.

Archie era un po’ perplesso da quella risposta, allora Ruby si spiegò meglio ‹‹Non ricordo assolutamente l’ultima volta che ho pianto in vita mia, né quando, né perché. Ho completamente dimenticato il sapore delle lacrime››.

‹‹E..ti va di parlare del motivo?››.

Sospirò passandosi una mano tra i capelli ‹‹Sai che ho lasciato la locanda?››.

Archie annuì. Si recava ogni mattina al Granny’s Diner, e l’assenza di Ruby era impossibile da non notare. La solarità e l’allegria di quella bella ragazza rendeva speciale ogni momento che si passava in quel locale ‹‹Si, tua nonna mi ha detto che hai cambiato lavoro. Come mai hai preso una decisione simile?››.

‹‹Disprezzavo quel lavoro. Detestavo vedere sempre le solite facce, prendere le solite ordinazioni, fare sempre i soliti gesti. E soprattutto detestavo l’atteggiamento di mia nonna nei miei confronti. Sempre lì a farmi la predica per come mi vestivo, per come mi truccavo, per come mi comportavo, per quanto tempo passassi fuori casa, per la priorità che davo a cose che lei riteneva futili. Così ho iniziato a ribellarmi, prima non rispettando gli orari, ignorando le sue raccomandazioni, infine, sentendomi sempre più pressata e infelice me ne sono andata››.
Archie provò tanta tenerezza per quella ragazzina dai mille sogni che si vedeva tarpate le ali dalla nonna iperprotettiva. E si era appena reso conto di quanto poco la conoscesse.

‹‹Avevo intenzione di trasferirmi a Boston e di cercare un lavoro che potesse essere gratificante. Però era notte fonda quando ho preso quella decisione per cui non ho trovato nessun autobus disponibile. Perciò Mary Margaret da amica premurosa ha deciso di ospitarmi per qualche giorno. Quando sono diventata l’aiutante di Emma pensavo che non ci fosse niente di meglio al mondo, tanto che non ho perso tempo ad andare a sventolare di fronte a nonna l’orgoglio per il mio nuovo incarico. In fondo come avevo trascorso la mia vita? A fare la cameriera in una minuscola locanda cittadina. Tu non hai mai avuto il desiderio di apportare qualche cambiamento nella tua vita?››.

Archie fu colto alla sprovvista: nessuno gli aveva mai rivolto quella domanda. E sebbene andasse contro il regolamento di uno psicologo, Archie decise di aprire lo stesso il suo cuore alla ragazza al suo fianco.

‹‹Poco più di un mese fa›› iniziò a raccontare notando che Ruby era molto interessata ‹‹Hai presente l’incidente della miniera?››.

La ragazza annuì e Archie continuò ‹‹Beh.. per paura di affrontare Regina io sono andato contro la mia morale di psicologo ma soprattutto contro quello che la mia coscienza mi consigliava, ed ho ferito Henry››.

Archie non scese nei dettagli, sia per rispetto della privacy di Henry, sia per la vergogna che provava per essersi fatto corrompere dalle minacce di Regina.

‹‹Tutti hanno paura del sindaco. A volte ho il dubbio che si faccia paura da sola›› lo consolò Ruby.

Archie sorrise della battuta, pensando che forse non aveva tanto torto. ‹‹Ad ogni modo ho fatto un grosso sbaglio ferendo un bambino innocente. Ti assicuro che non c’è niente di peggio. Tant’è che quanto stavo per morire in quella cava ho ritenuto che fosse una giusta punizione per come mi ero comportato. L’unica cosa che mi dispiaceva era che anche Henry ne stesse pagando le conseguenze. Eppure, miracolosamente, siamo riusciti a salvarci. E quando sono uscito dalla cava e ho rivisto la luce del sole, ho promesso a me stesso che quell’uomo che si faceva vincere dalla paura e non ascoltava la coscienza doveva rimanere seppellito. Da quel momento è nato un nuovo Archie››.

‹‹E’ una bella storia›› commentò Ruby ‹‹Specie per il fatto che al contrario della mia ha un lieto fine››.

‹‹Hai detto che eri davvero entusiasta del tuo lavoro. Cos’è successo di tanto sconvolgente?›› si decise infine Archie a chiedere, sperando di non essere stato troppo diretto.

Ruby però non sembrava turbata, per lo meno non più di prima.

‹‹Ho iniziato a collaborare con Emma nel caso della signora Nolan e purtroppo ci sono dei tragici aggiornamenti. Ho trovato seppellito vicino la riva del Troll Bridge un portagioie. Dentro c’era…un..un..un.. cuore umano››.

Archie rimase shockato. Così si era conclusa la vicenda della signora Nolan? In tragedia? Davvero non ci poteva essere un lieto fine per lei?

Mentre Archie si poneva tutte queste domande Ruby riprese in mano il bicchiere che le era stato offerto poco prima e bevve gli ultimi sorsi d’acqua rimasti.

‹‹Ne vuoi ancora?››.

La ragazza scosse la testa riprendendo a lacrimare.
‹‹Io non pensavo che..›› balbettò tra i singhiozzi ‹‹. Pensavo che condurre indagini, risolvere casi..queste cose mi entusiasmavano. Non mi sono mai soffermata a riflettere sui possibili risvolti negativi, come dover comunicare ad un uomo che sua moglie è morta. Io..queste cose fanno male..troppo male..e ..penso di non avere la forza di affrontare queste situazioni››.

Archie immaginò lo stato d’animo in cui David doveva trovarsi in quel momento e fu percorso da un ondata di tristezza, aumentata anche da vedere le guance della ragazza al suo fianco di nuovo rigate dalle lacrime.

Povera Ruby. Le lacrime le colavano a flotte e le sue guance divennero più rosse delle ciocche di capelli.

Archie non resistette all’impulso di avvicinarsi per accarezzarle il viso macchiato dal trucco nero colato per il pianto. Si aspettava che da un momento all’altra la ragazza accampasse qualche scusa per scansarsi o addirittura andarsene; invece Ruby poggiò la mano sulla sua e la strinse forte, facendolo rimanere di sasso.

‹‹Ruby..›› mormorò Archie incapace di formulare un discorso coerente ‹‹Pensi che sia questa la tua strada?››.

‹‹Dopo quello che è successo assolutamente no. Però ora come faccio a capire qual è? Dammi un consiglio Archie, per favore. Devo tornare da mia nonna? Devo andarmene da Storybrooke?››.

‹‹Mi spiace, ma non posso essere io a dirti ciò che fare. Nessuno all’infuori di te sa cos’è meglio per te.›› . 

‹‹L’unica decisione che ho preso nella mia vita è stata errata›› replicò amareggiata.

‹‹Tutti facciamo degli errori, Ruby. Io ne sono l’esempio. Ma chiunque sbaglia ha il diritto e il dovere di scegliere quella che sarà la sua seconda possibilità. Basta essere solo più attenti a quello che decidiamo. L’uomo ha tante possibilità di fronte a se: nel momento in cui intraprende una strada però è come se si bloccassero gli accessi a tutte le altre. Per questo le decisioni vanno prese con cautela. A volte quello che per noi può sembrare il peggio si rivela essere ciò di cui abbiamo bisogno››.

‹‹Marco mi riempie di complimenti quando gli preparo il pranzo›› disse ad un certo punto Ruby con un tono dolcissimo ‹‹Leroy quando beve un bicchierino in più del normale mi fa sempre fare tante risate. August mi racconta un sacco di storie interessanti sui suoi viaggi, sulle persone che ha conosciuto. Queste cose mi mancano, ma non quanto mi manca mia nonna. Nonostante non facciamo altro che bisticciare, nonostante non faccio che urlarle contro l’unica ragione per cui mi ribello a lei è che non vorrei altro che renderla fiera di me, ma qualunque tentativo si rivela essere un fallimento››.

‹‹Forse non hai tentato con il modo più semplice››.

Ruby inclinò il capo curiosa ed Archie le rispose ‹‹Provando ad essere te stessa››.

La ragazza sospirò pensierosa ‹‹Al momento non so nemmeno io come sono. Vorrei che ci fosse qualcuno in grado di mostrarmi chi sono realmente››.

‹‹ Io ho scelto di essere una persona onesta con me stessa e con gli altri, di seguire gli ordini della coscienza. Anche tu puoi fare questa scelta. Tu sarai quella che vorrai essere››.

‹‹E se sbagliassi un'altra volta?›› domandò timorosa lei. Archie le fece un'altra carezza, intenerito da quello sguardo carico di malinconia e preoccupazione. Quella che aveva di fronte non era la Ruby che aveva sempre un sorriso per tutti. Era una ragazza alle soglie della maturità in preda a mille dubbi, incertezze e paure. Cosa avrebbe dato in quel momento per offrire la soluzione alle sue inquietudini su un piatto d’argento…

 Archie guardò il suo orologio da taschino e sorpreso si chiese come avessero fatto quattro ore a passare così velocemente. Anche Ruby si accorse dell’ora tarda e decise di alzarsi.

‹‹Hai un posto dove rimanere stanotte?›› chiese ansioso Archie.

‹‹Mi ospita Ashley. Ma devo affrettarmi, prima che si faccia troppo tardi e rischi di svegliare la piccola››.

Archie l’accompagnò fino alla porta.

Prima di uscire Ruby gli fece un sorriso piccolo, appena abbozzato; eppure quel semplice gesto fece tremare il cuore di Archie, come mai gli era successo.

‹‹Grazie di tutto›› mormorò dolcemente ‹‹Senza di te sarei stata persa››.

La ragazza si era già incamminata quando Archie la richiamò.

‹‹Aspetta un attimo›› le chiese.

Lei si fermò curiosa di sapere cosa volesse.

Archie le andò incontro fermandosi a pochi passi di distanza.

‹‹Qualsiasi decisione prenderai, qualsiasi cosa la tua coscienza ti detterà di fare..Io sarò con te. Vicina o lontana che tu sia, potrai sempre contare sul mio supporto››.

Lei si fece ancora più vicina e gli schioccò un grosso bacio sulla guancia, poi  passò sopra il pollice probabilmente per cancellare il segno del rossetto.

‹‹Questa sera me ne sono resa conto.›› rispose sorridente la ragazza, poi riprese a camminare ed Archie la segui con lo sguardo finché non la vide sparire nella traversa in fondo alla strada.

Chiusa la porta alle sue spalle si lasciò cadere per terra con la testa piena di pensieri.

Quando si voltò verso il divano dove erano seduti poco prima, vide che Ruby aveva dimenticato il baschetto rosso sopra il tavolo, ed Archie pregò intensamente di poterla incontrare l’indomani.

 

Certo, solo per restituirle il cappello…

 

 

NdA

 

SIIII!!! Inizio con un esclamazione di gioia perché ad un certo punto ho seriamente pensato di non riuscire a finirla mai questa storia. L’ho riletta all’incirca trenta volte, e in tutte e trenta ho trovato qualcosa da correggere? Risultato? Non sono lo stesso sicura che vada bene XD
Questa storia è proprio una novità assoluta per me, perché come sa chi conosce le mie storie i protagonisti sono sempre MaryMargaret e David, se escludiamo la fan che ho postato ieri su Regina e una flash su Ruby. Il protagonista qui invece è niente popò di meno che…Archie Hopper! Il nostra caro grillo parlante. Sinceramente parlando se mi sono affezionata anche a questo personaggio è grazie alle storie di due carissime ragazze (a cui naturalmente dedico questa storia) capolavori che vi invito a leggere perché ne vale davvero la pena.


Una di queste è la cara Feel Good Inc, a parer mio una delle scrittrici migliori di EFp che su Jiminy Cricket ha scritto Sette giorni (lunghi ventotto anni), e l’altra è Ray08 anche lei bravissima che con Dove forse era sogno, ma sonno non era ha fatto aumentare la mia stima nei confronti della sua abilità.

Queste fan appena citate rientrano in quella categoria che noi tre definiamo Red Cricket, visto che shippiamo Archie e Ruby.

Nella mia storia il RC è poco intenso perché non conoscendo alla perfezione i personaggi temevo di fare un disastro.

E se qualcuno avrà da lamentarsi del fatto che ho dedicato anche ampio spazio alla vicenda di Kathryn, è libero di farlo. Volevo cancellare questa parte, ma poi avrei rischiato di rovinare la fan.

Ultimo chiarimento riguarda il titolo. E’ una frase della canzone “Rescue me” di Karrie Roberts, di cui mi sono innamorata ieri notte e che mi ispira tanto su questo fandom ** E visto che comunque la nostra Ruby qui chiede ad Archie di aiutarla a capire chi è e cosa deve fare, la frase calza a pennello, a parer mio.


Come sempre, vi invito a leggere queste meravigliose storie sul fandom OUAT

 

Feel Good Inc : 10 things I hate about you

                          All curses can be broken

                          Meteor Shower

kateausten:        Solo cinque minuti 

Ray08 :             Dove forse era sogno, ma sonno non era

RicksIlsa:       A Good Father  

 

Baci Marta.

  
Leggi le 3 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Once Upon a Time / Vai alla pagina dell'autore: Ilovewrite