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Autore: ErinKirihara    23/05/2012    7 recensioni
Salve a tutti! Vedo che ancora non c'è una sezione di Inu x Boku, peccato. ;AA; Ecco, amo la coppia Watanuki x Karuta, perciò ho scritto questa breve One shot, tanto per tenermi in allenamento.
Genere: Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Rimasi sbalordito.
Quella scena... non mi sarei mai aspettato di viverla sul serio. Karuta era a letto. Le sue guance erano completamente arrossate. E sembrava più tra le nuvole del solito.
La osservai strofinarsi gli occhi, con fare debole, mentre le mie braccia tremavano. Sentivo il sangue al naso salire. Trattenni un po’ il respiro, tentando di calmarmi. Prima di pronunciarmi deglutii, come per mandar giù l’agitazione, infondo allo stomaco.
“K- Karuta chan, che ti succede?”
Si voltò lentamente verso di me. La sua voce sembrava appena percettibile. O almeno, lo sembrava più del solito.
“ Watanuki … Umh … E’ finito …”
Finito?
La osservai confuso, avvicinandomi al suo comodino. Un termometro.
Segnava 38.4. Sobbalzai preoccupato.
“Karuta, allora hai la febbre?!”
Ero incredulo, quasi shockato. Dopo anni di umiliazione, in cui era stata lei a proteggere me, quella era la giusta occasione per prendermene cura, e farle vedere  che uomo aveva davanti!
Senza accorgermi del fatto che stavo ridendo da solo, e anche in modo piuttosto subdolo e perverso, cercai di mostrarle la faccia più affascinante che potessi fare.
“Va tutto bene? Non preoccuparti, mi prenderò io cura di te!”
Il suo viso si fece implorante. 
Oh, no,  sta davvero cosi male? E ora cosa faccio?!
Scossi la testa. Dovevo riprendermi, calma e sangue freddo. Come un vero uomo.
“Wata … nuki …”
Protese una mano verso la mia, afferrandola delicatamente. Sentii una vampata improvvisa di calore percorrermi tutto il corpo. Mi morsi il labbro inferiore, strizzando gli occhi, mentre tentavo di tornare in me in qualche modo. Ma il suo essere carina stava decisamente avendo il sopravvento.
“D- dimmi purè!”

Per qualche secondo il mio sguardo si perse nel vuoto.  Karuta inclinò il capo, senza capire.
“Purè?”
Scuotendo di nuovo il capo, feci un passo indietro, sciogliendomi dalla sua presa.
B- bene, ora posso ragionare.
Sospirai un po’ sollevato, ed anche un po’ triste.
“D- dicevo. Ecco, volevo dire, dimmi pure! Se … Se hai bisogno di qualcosa.”
Karuta annuì, e sembrò immergersi nei suoi pensieri. Mi sedetti incrociando le gambe sul fondo del letto. Non riuscivo a fare a meno di fissarla, in quelle condizioni. Pensare che fosse carina, e che potevo approfittarmi della situazione per mostrarmi bello ai suoi occhi, era meschino.
Ma dopotutto, sono un teppista, io.
E quel suo essere malata la rendeva ancor più graziosa del solito.
La calma dei miei pensieri però, fu interrotta dallo sguardo sofferente di Karuta. Si stava contraendo, sembrava provare molto dolore. Balzai in piedi.
“Karuta chan! Che succede?!”
Prima di rispondere ansimò un po’.
“Mi fa male la pancia … ho caldo … Ho .. b – bisogno di …”
 Sembrava costargli molto, il parlare. Vedendola in quello stato, i pensieri egoisti che mi avevano percorso la testa pochi minuti prima, svanirono in un attimo. Ero davvero preoccupato, il mio cuore aveva preso a battere  ad un ritmo allucinante.
“Che cosa?!”
La voce di Karuta si sciolse un sussurro.
“… Ge … gelato.”
Mi bloccai.
“Gelato.”
Il mio viso si sformò in un’espressione alquanto indescrivibile. Un misto fra sollievo, rassegnazione e indignazione. Sospirai.
“Certo che non fai altro che pensare al cibo tu, eh.”
Karuta chiuse gli occhi. Sentii il suo stomaco … ringhiare.
Capendo che era il momento di andare, mi stiracchiai.
“La gelateria è qui di fronte, non preoccuparti, ci metterò poco. Tu nel frattempo riposa un po’, ok?”
Karuta mosse la testa appena, quel poco per farmi capire che mi aveva sentito.
Imprimendomi bene nella mente il suo aspetto fragile di quel momento, uscii dalla porta, con il cuore che sembrava voler piombare fuori dal mio petto. Prima di uscire dalla residenza, percorsi  le scale correndo, e mi fermai al cancello per riprendere fiato. La mia faccia era completamente rossa, e non volevo che gli altri mi vedessero. Soprattutto quell’ idiota di Natsume, di sicuro mi avrebbe preso in giro per sempre.  Alzai poi lo sguardo, avvistando la gelateria. Portando le mani in tasca, attraversai la strada cautamente.  Una volta di fronte alla gelateria mi bloccai.
“Dannazione. Un vero teppista avrebbe attraversato la strada senza guardare! Con nonchalance! Devo migliorare. “
Poggiai un pugno sul vetro della porta, entrando.
Mi percosse un brivido. Non ricordavo che dentro una gelateria facesse tanto freddo.  
La commessa, sobbalzò sorpresa.
“Oh, salve! “
Accennai un sorriso di cortesia.
“Salve.”
La ragazza sembrò per un attimo in difficoltà, lasciando cadere sulla scena un silenzio imbarazzante.
Poi, parlò, balbettando un po’.
“B-beh? Cosa vorrebbe le preparassi!”
Oh, ecco cos’era. Ovviamente quando si fa vivo un cliente ci si aspetta che ordini.
Misi mano al portafoglio, mentre cercavo di formulare l’ordinazione. Poi mi bloccai.
“E- ehm … Ecco …”
Rabbrividii di nuovo, questa volta per un altro motivo.
Non le ho chiesto che gusto vuole!
Portai violentemente una mano alla fronte.
“Aah,  torno subito. “
Notai lo sguardo confuso della ragazza, ma non ci feci troppo caso. Attraversai la strada correndo.
E’ cosi che farebbe un teppista.
Sorrisi, soddisfatto. Passai il cancello che avevo sbadatamente lasciato aperto, e corsi per le scale.
Infine aprii , frenando a stento i miei piedi, la porta della stanza di Karuta.
Stavo quasi per cadere, ma poggiai una mano a terra appena in tempo.
A quel punto alzai lo sguardo. 
Karuta, era li, in piedi, con in dosso la sua corta, cortissima camicia da notte.
Oh, mio, Dio.
“S-SCUSA!”
Urlai come una femminuccia.
Portai una mano alla bocca, girandomi dal lato opposto, immediatamente. Sentivo di nuovo il sangue al naso salire. Poi, mettendo a fuoco l’immagine di poco prima nella mia testa, mi accorsi di una cosa. Mi rivolsi di nuovo verso di lei, tentando di tenermi a freno.
“K-Karuta chan … Tu …  perché hai un secchio pieno di ghiaccio sopra la tua testa?”
Non avevo visto male. 
Karuta mi fissava con la sua solita espressione apatica, ma il suo rimanere immobile senza dir nulla provava che era rimasta davvero sorpresa.
Rivolse lo sguardo a terra, come pensando ad una controbattuta.
“Umh. Stavo tentando di tenerlo in equilibrio sopra la testa. Comunque, poi ce l’avrei immersa.”
Rimasi a guardarla per qualche secondo.
“ … S- SEI PAZZA?! METTI GIU’ QUELLA ROBA. STUPIDA!”
Corsi verso di lei, e le sfilai dalle mani quell’inutile e pericoloso secchio.
La guardai arrabbiato.
“ Non ti avevo detto di rimanere a letto? “
Karuta si sedette.
“ E io avevo chiesto a Watanuki- kun di prendermi un gelato. “
Sobbalzai.
“Aaah, beh, ecco … N-no aspetta, non rigirare la frittata! “
Karuta si infilò sotto le coperte, sospirando.
“… Ecco. Era questo che volevo evitare … ”
Sorpreso, notai che la sua espressione, sembrava quasi … seccata. Il solo fatto che fosse cambiata, una volta tanto, era un fatto incredibile. Scossi la testa, spaesato.
“Che … ? “
Portò la coperta sopra le orecchie.
“… Io … non è vero che penso sempre al cibo. È che non volevo mi vedessi in questo stato.”
Persi ancora un battito.
Rimasi in silenzio, senza parole. Il respiro si era bloccato.
Coprii la mia faccia con una mano, tentando di nascondere il rossore, e di tornare a respirare.  Non ci potevo credere. Di nuovo lei …
Lei ha pensato … unicamente a me …
Deglutii. Dovevo dire qualcosa. Ma non sapevo cosa. Dopo alcuni secondi di riflessione, decisi di buttarmi.
“E- ecco. Karuta- chan.”
Tentai di tirare giù le coperte, senza riuscirci. Strizzai gli occhi, intimorito da ciò che io stesso stavo per dire.
“ Karuta- chan. Prendermi cura di te è sempre stato il mio sogno. N- non voglio dire che voglio che tu stia male. Ma il vederti cosi … Al pensiero del poterti accudire io … M- mi sono sentito …  I- insomma, cosi mi sembri anche più carina del  … solito.”
Lo avevo detto. Ero riuscito a dire tutto, dall’inizio alla fine. Bene o male.
Cavolo, avrei dovuto dire tutto con un tono più figo e sicuro di me.
Sentii qualcosa sfiorarmi la mano.
Aprii gli occhi di scatto.
Sopra la mia mano, c’era quella minuta e delicata di Karuta. E il suo viso era cosi vicino al mio …
Troppo. Troppo vicino.
Cosi non potrò mai trattenermi! Però, forse … Forse questo è il suo permesso?
Karuta aveva immerso i suoi occhi nei miei, e sembrava non voler mollare la presa.
Sicuramente. Sicuramente mi sta dando il permesso!
Tremando, avvicinai le mie labbra alle sue.
“K-Karuta … chan …”
Chiusi gli occhi.
Finalmente quel momento stava arrivando. Finalmente Karuta avrebbe capito i miei sentimenti.
Finalmente …
I miei pensieri furono bruscamente interrotti da un rumore improvviso. Un rumore che riconoscevo.
Aprii di nuovo gli occhi.
“… Il tuo stomaco. “
Karuta- chan distolse lo sguardo, come pentita.
“ Ho fame.”
Sospirai.
Le spettinai i capelli, senza guardarla in viso.
Sentivo che sarei scoppiato d’ imbarazzo da un momento all’altro, dopo quello che era  successo.  
Anche se non era successo.
Però mi sentivo stranamente felice.
Felice da morire al pensiero che ci tenesse tanto a me. Poi un altro pensiero, si fece spazio tra tutti gli altri.
Riflettei.
“Vaniglia.  Ti piace la vaniglia? “
Karuta inclinò il capo.
“ … Mi piace molto. “
Senza voltarmi, mi stiracchiai di nuovo.
“Allora riposa un po’. Tornerò con del gelato alla vaniglia. E ti im- ... Imb - … Io ti … ”
“Uhm..?”
Aprii la porta. Presi fiato. Mi voltai verso di lei, puntandole un dito contro.
“Q-QUESTO TEPPISTA SARA’ BUONO IN VIA SPECIALE SOLO PER TE E TI IMBOCCHERA’! Tsk. “
A quelle parole, corsi fuori, con il viso in fiamme.
Per un attimo, prima di scappare, mi sembrò di vedere il viso di Karuta prendere colore.
Una visione stupenda.
  
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