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Autore: Nikki Cvetik    23/05/2012    6 recensioni
La sua prima volta in un frangente del genere. Era agitata e tesa per la paura di poter commettere qualche errore fatale.
Studiò la situazione con calma, cercando di focalizzare un piano di azione per calibrare al meglio tempi e logistica. Sotto i suoi occhi, un movimento improvviso le fece capire di dover fare in fretta. O avrebbe fatto sfumare il fattore sorpresa. Presto il problema sarebbe diventato ingestibile.
Genere: Comico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Kate Beckett, Rick Castle
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nel futuro
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On a Mission.
 
 
Kate osservò il piccolo tavolo davanti a sé.
La sua prima volta in un frangente del genere. Era agitata e tesa per la paura di poter commettere qualche errore fatale.
Studiò la situazione con calma, cercando di focalizzare un piano di azione per calibrare al meglio tempi e logistica. Sotto i suoi occhi, un movimento improvviso le fece capire di dover fare in fretta. O avrebbe fatto sfumare il fattore sorpresa. Presto il problema sarebbe diventato ingestibile.
-Sei sicura di non volere il mio aiuto?
Le disse Castle avvicinandosi silenziosamente. Un minimo rumore e l’intero piano sarebbe saltato.
-Credo di potercela fare da sola.
-Ricordi cosa ti ho detto? Resta calma e tutto filerà liscio.
-La fai facile, Castle. Tu sei un esperto. Scommetto che hai fatto anche delle ricerche, a suo tempo.
-Sono state totalmente inutili. In questi casi, solo l’esperienza può essere di qualche vantaggio.
-Allora posso stare tranquilla…
-Te l’ho detto. Il segreto è restare calmi, qualsiasi cosa succeda. Qualsiasi cosa vedrai o sentirai, dovrai rimanere rilassata e pronta, d’accordo? Comunque, tieni a mente che ci sono io qui ad aiutarti in qualsiasi momento.
-Ora sì che sono calma, Castle.
-Non scherzare. Puoi iniziare quando vuoi.
Si voltò di nuovo verso il tavolo. Raccolse tutto il suo coraggio e, tirandosi su le maniche, iniziò il lavoro.
Per prima cosa, scollò dal loro sostegno le due strisce adesive sul davanti. Castle le aveva detto che era uno dei momenti peggiori e, suo malgrado, dovette ammettere che aveva ragione. Ebbe un primo cedimento. Chiuse gli occhi e cominciò a respirare con la bocca. Grossi e profondi respiri per immagazzinare aria.
Ora la parte più delicata: doveva rimuovere l’involto con un movimento delicato e deciso, con la stessa maestria di quei camerieri che tolgono la tovaglia lasciando intatte le stoviglie. Per di più, la “situazione ambientale” stava precipitando velocemente. In poco tempo, la stanza sarebbe divenuta un trappola mortale di gas.
Afferrò l’oggetto con fermezza e lo tirò via con un movimento fluido. Tirò un sospiro di sollievo quando capì di non aver fatto scattare il sensibilissimo apparato davanti a sé. Consegnò ciò che aveva in mano a Castle, che sparì nell’altra stanza.
Lo vide ritornare poco dopo e guardarla intensamente.
-Puoi farcela.
Kate inspiro ancora una volta e, con circospezione, lo sollevò. In due passi era già davanti al lavandino, prontamente aperto dal compagno. Lasciò che l’acqua e il sapone facessero il loro lavoro, asciugando il tutto con una pezzolina appena lavata.
Tornò al tavolo. Stavolta aveva bisogno di tutta la collaborazione possibile. Guardò Castle in segno d’assenso.
-Passami il contenitore.
L’uomo gli tese il piccolo cilindro di plastica e lei ne riversò il contenuto dove ce n’era più bisogno.
-Il tubetto.
Ne sparse il contenuto con precisione millimetrica, assicurandosi di coprire tutto senza correre il rischio di fuoriuscite.
Mancava una sola mossa e avrebbero completato la missione: dovevano soltanto richiudere tutto come se nulla fosse accaduto.
-Ci sei quasi. Manca davvero poco.
-Lo so, Castle. Ora girati a destra. Sono dentro il mobile sullo scaffale più alto.
Lo scrittore corse subito all’ordine della detective, tornando poco dopo con ciò che le aveva richiesto. Un ultimo sforzo. La chiusura e le due etichette ben strette e…
 
Un sottile garrito fu emesso dalla creaturina che aveva tra le mani. Il piccolo aprì gli occhi e si portò i pugni chiusi sotto il nasino, mentre Kate era ancora impegnata a rivestirlo dei pantaloni della tutina.
-Oh…l’aquilotto si è svegliato! Avanti, Daniel, dillo alla mamma che cambiarti il pannolino non è una missione impossibile.
-Parla per te, Castle, lui non può ancora.
Lo scrittore sollevò il piccolo e se lo adagiò al petto, tenendolo per il sederino. Gli posò un bacio tra i folti capelli scuri, ancora sottilissimi e delicati, dello stesso colore dei suoi.
Kate i avvicinò ai due, stringendoli entrambi in un abbraccio. Posò anche lei la testa sul petto di Castle, in modo da poter avere gli occhi del suo bambino di fronte ai suoi. Verdi, luminosi e già un po’ monelli.
-Sono felice che abbiano ripreso il tuo colore.
-E io che abbiano ripreso il tuo sguardo. Mi ha colpito sai, quando l’ho visto in ospedale, appena nato. Aveva negli occhi la stessa espressione che avevi tu la prima volta che mi hai vista, al party per l’uscita del tuo libro.
-Con una mamma bella come te, mi sarei stupito del contrario.
Kate sorrise, mentre anche lei riceveva un bacio sui capelli dal marito. Accarezzò la testolina del suo aquilotto, seguendo con la punta delle dita le sinuose linee delle sue piccole orecchie.
-Devo ammetterlo, non ci so proprio fare a cambiare i pannolini. Ma, chissà, magari un giorno diventerò brava come te.
-Acquisterai il tocco anche tu. Con un po’ di pratica…
  -…Tanta pratica! E chissà, magari anche con una piccola Johanna.
-Oh-oh! Il loft pieno di tanti piccoli Castle. Mi piace!
-No, aspetta…ho cambiato idea!
-Non ci credo.
-Ok. Sì, forse la casa piena di tanti piccoli Castle non è davvero una prospettiva così brutta.
-Vuoi metterti subito al lavoro?
-Magari dopo cena…se fai il bravo…e il prossimo turno di pannolini lo fai tu!
-Ehi, non vale!! Kate…Kate…Kate torna qui!!

The Corner:
Chi non muore si rivede!
Un bacione a tutti.

Nikki C.
  
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