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Autore: larottona    24/05/2012    0 recensioni
Salve a tutti. Questa sera, stavo pensando alla quarta stagione di The Vampire Diaries visto che la terza è finita e ho voluto raccontare in un unico capitolo, come per me dovrebbe aprirsi la stagione. Buona lettura a tutti!
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: Damon/Elena
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ciao a tutti! Ho voluto racchiudere in questo unico capitolo la mia fanatica passione per la coppia Delena. Spero che a molti di voi questa piccola storia piaccia. Se vi è piaciuta, non mancate di recensire! Un bacio a tutti. XD Larottona.

 

Capitolo 1_La mia nuova vita

DAMON POV

Che strana che è diventata Mystic Falls. All'epoca non era così diversa. Le foreste si sono dimezzate e, stamattina andando a vedere la vecchia casa mia e di Stefan, mi aspettavo di trovarla restaurata, invece c'erano solo una montagna di rovine. L'unico ricordo che mi ricordava il buon rapporto che avevo con mio fratello. Tutto prima che mi trasformasse in vampiro. In questo momento sono sdraiato sulla strada di un ponte, a guardare le stelle e a pensare i bei vecchi tempi.

Una voce in lontananza, colse la mia attenzione. Mi voltai, curioso di sapere a chi apparteneva quella voce. Adesso che ci facevo caso, sembrava quella di Katerine. Possibile che sia ancora viva? Avevo sempre creduto che fosse rimasta a seccare nella cripta. Affilai la mia vista vampiresca e misi bene a fuoco. Era lei! Era Katerine. Con una velocità assurda, mi alzai dall'asfalto e mi catapultai davanti a lei.

Katerine...”, la chiamai. Dio com'ero felice di vederla! L'avevo sempre amata, e adesso che l'avevo ritrovata, non l'avrei mai più lasciata andare via. Lei, incuriosita, alzò il volto verso di me. Lei non sembrava riconoscermi. Quando i nostri occhi si incontrarono, capii che non era Katerine. Katerine non aveva quegli occhi e quell'espressione così dolce. Il viso di Kate era più audace, accattivante. Rimasi zitto, facendo finta di niente e aspettando la sua risposta.

No, io...”, disse titubante. “Sono Elena.”, concluse. Mi era andata male, ma c'era qualcosa, in questa Elena, che mi attraeva più di quanto mi attraeva Katerine due secoli fa. Era diversa. Mi decisi a parlare.

Oh, tu... Assomigli...”. Lei mi guardò storta. “Scusami. È solo che mi ricordi tantissimo una persona.”, dissi avvicinandomi di poco a lei. Mi accorsi che ero stato un gran maleducato. Non mi ero presentato, mentre io sapevo già il suo nome. “Sono Damon.”, dissi aspettando una sua risposta.

Non per essere maleducata o altro, Damon, ma il fatto che tu sia qui in un posto sperduto, è un po' inquietante.”, disse. In effetti, non aveva tutti i torti. Ero sbucato così dal nulla chiamandola con un altro nome, era normale che un provasse un po' di timore. Non le avrei fatto certo del male, ma lei non lo sapeva.

Senti chi parla.”, feci per battuta. “Tu sei qui fuori tutta sola.”. La spiazzai.

Siamo a Mystic Falls, qui non succede mai niente di brutto.”, disse difendendosi. Se non succedeva mai niente di brutto, perchè aveva timore? La guardai con un sorrisetto stampato in faccia. Aveva gli occhi marroni, dolci come il cioccolato. Mi persi e ci navigai. Lei, vedendo che non aggiungevo parola, fece il primo passo.

Ho litigato con il mio ragazzo.”, mi disse senza alcuna esitazione. Si fidava tanto di me mi han detto. Non ci conoscevamo nemmeno e già mi raccontava i fatti suoi. Volevo esserle d'aiuto, in qualche modo. Saranno pur serviti più di 100 anni di esperienza...

Per cosa?”, chiesi. Mi sentii leggermente invadente, così aggiunsi: “Se posso chiedere.”.

La vita... Il futuro. Lui ha già pianificato tutto.”, disse pensierosa.

E tu non lo vuoi?”, chiesi curioso. Lei mi guardò con un leggero sorrisetto in volto.

Non lo so cosa voglio.”, disse. Errato Elena, errato. Alzai gli occhi al cielo, tenendoli chiusi.

Beh, questo non è vero.”, dissi guardandola. “Vuoi quello che tutti vogliono...”, dissi cercando di attirare la sua attenzione. Appoggiò il peso sul fianco sinistro e guardandomi mi chiese:

Cosa?”. Lei aspettò con ansia una mia risposta. “Uno sconosciuto misterioso che ha tutte le risposte.”. Audace la ragazza. Risi e mi girai col viso di lato. Mi rivoltai subito e mi imbattei di nuovo in quei grandi occhi marroni.

Beh, diciamo solo che sono in giro da un bel po'.”. Solo cento e passa anni pensai tra me e me. “Ho imparato una cosetta o due.”.

Allora, Damon... dimmi un po'. Cos'è che voglio?”, mi richiese più curiosa di prima. La guardai per un paio di secondi e, avvicinandomi ancora di più a lei, cominciai a dirgli quello che probabilmente lei voleva.

Vuoi un amore che ti divora. Vuoi passione... e avventura. E anche un po' di pericolo.”. Le sorrisi e dalla sua espressione, sembrava che ci avessi azzeccato. Non sapeva cosa dire. Mentre trovava qualcosa da dire, io continuai a guardarla negli occhi e a studiarla internamente.

E tu cosa vuoi?”, mi chiese. Volevo risponderle un sacco di cose, ma soprattutto volevo dirle che volevo lei. In quei pochissimi minuti, l'avevo studiata e avevo capito che lei era una persona splendida. Volevo conoscerla più a fondo. Volevo che lei diventasse la mia ragazza. Le avrei dato tutto quello che voleva. L'amore che la divora, avventura, pericolo, passione. Tutte cose che sapevo di poterle concedere. Quegli occhi mi avevano stregato e facevo fatica a staccare i miei occhi dai suoi. Stavo per dargli una risposta di riserva, ma un clacson mi salvò. Lei si girò verso il suono e io feci un sospiro di sollievo. La macchina si avvicinava sempre di più...

Sono i miei genitori.”, disse rivoltandosi verso di me. Incatenai di nuovo i miei occhi ai suoi.

Voglio che tu trovi tutto quello che stai cercando.”, dissi volendole solo del bene. “Ma ora come ora voglio che dimentichi questo incontro. La gente non deve ancora sapere che sono in città.”. Dopo averla soggiogata, le sorrisi, e fece lo stesso anche lei. Mi affrettai ad aggiungere le ultime parole. “Buona notte, Elena.”, dissi scomparendo nel nulla. Mi inoltrai nella fitta vegetazione e contemplai la conversazione che c'era stata tra me e Elena. Non volevo che si scordasse di me, infatti, mi era costato parecchio costringerla a dimenticarmi, ma non volevo che nessuno venisse a sapere che ero in circolazione. Magari le voci sarebbero arrivate anche a Stefan, e l'unica cosa che volevo, era rivederlo. Un giorno, forse, l'avrei rivista ancora una volta e avrei tentato un approccio diverso.

Mi fermai dietro un albero e scrutai Elena che saliva in macchina. Origliai la conversazione, assicurandomi che il soggiogamento avesse fatto il suo effetto. Non aveva accennato di me. Bene, ma una fitta di dolore trapassò il mio cuore. Mi convinsi che era meglio così. Io non ero un umano. Potevo, si, dargli la passione, l'amore travolgente e tutto il resto, ma rimanevo comunque un vampiro. Seguii la macchina per tutto il tragitto dal ponte alla sua abitazione. Abitava in una casetta in mezzo a tutte le altre case.

Elena, scese dalla macchina e si incamminò verso la porta d'ingresso, seguita dal padre. Entrò in casa e si chiuse la porta alle spalle. Avrei voluto chiamarla e parlarci un altra volta, ma sarebbe stato ambiguo. Sempre origliando, cercai la voce di Elena.

Io vado a letto, mamma. Notte papà, notte mamma.”, disse salendo le scale. I suoi genitori la salutarono e le diedero un bacio. A sentivo camminare sul parquet. Aprì una porta e salutò un certo Jeremy. Probabilmente era il fratello. Richiuse la porta e andò ad aprirne una altra. Dopo aver capito che era camera sua, corsi verso un albero lì vicino e mi ci arrampicai sopra. La sua camera aveva una finestra, e io stavo sbirciando da lì. Andò nel bagno lì a fianco con degli indumenti intimi in mano. Pizzo nero... sarei morto quella sera.

Dopo essersi lavata e preparata per la notte, ritornò nella stanza da letto. Aveva indosso delle culotte di pizzo nero. Molto, molto sexy. Sopra indossava una magliettina sgualcita che le arrivava appena sopra l'ombelico. Aveva un corpo mozzafiato, dovevo ammetterlo. Spostò le coperte di lato e si coricò. Spense la luce e dopo dieci minuti, il suo respiro si fece più pesante. Si era addormentata, ma restai lì per ore ad osservarla dormire.

 

ELENA POV

Tirai un grosso sospiro di rinsavimento. Perchè respiravo ancora? Perchè esistevo ancora? Ero sdraiata su un lettino di metallo, e in parte a me c'era Stefan che mi guardava preoccupato. Cosa era successo? L'ultima cosa che mi ricordavo era che io e Matt eravamo sott'acqua aspettando la morte perchè le portiere della macchina non si aprivano. Dopo qualche minuto, non riuscivo più a respirare a causa della mancanza di ossigeno. Lì, fu la fine della mia esistenza, ma perchè allora ero ancora qua? Dopo tutte queste riflessioni, chiusi gli occhi e ripensai a quello che avevo fatto nelle ultime ore. Magari Stefan o Damon mi avevano dato da bere il loro sangue, ma io non mi ricordavo che era successa una cosa del genere. Damon... Dov'era Damon? Perchè non era lì con me? Chiusi gli occhi, ripensandolo in tutta la sua perfezione. Lo amavo e la decisione che avevo preso, un po' mi rattristava. Amavo Stefan e Damon alla stessa maniera. Forse no... Il mio primo pensiero quando mi ero svegliata, era Damon. Stefan era lì con me, ma non mi ero preoccupata per lui. Magari la mia era solo delusione perchè, Damon, quando mi ero svegliata non c'era. Svuotai la mente, ma invece che svuotarsi, si riempì di più. Pensavo solo a Damon.

A un certo punto, un flashback. Stavo camminando in mezzo alla strada. Ero al telefono con Bonnie per comunicarle che me stavo andando via dalla festa e che aveva ragione su Matt. Io e lui eravamo in crisi in quel periodo e io non provavo più gli stessi sentimenti che provavo prima. La salutai e dopo aver riattaccato, una voce maschile a me sconosciuta disse: “Katerine.”. Lo guardai perplessa e dopo avergli detto che si era sbagliato, si presentò. Avevamo sostenuto una lunga conversazione ma, poi, mi ricordai che mi aveva soggiogata per dimenticarmi di lui e della sua presenza. Solo ora mi ero ricordata.

Nelle ore che avevano preceduto la mia trasformazione, comunicai a Damon la mia scelta con queste esatte parole: “Forse se ti avessi conosciuto per primo...”. Lasciai la frase in sospeso, e lui fece una lunga pausa. “Si, forse...”, aggiunse desolato. Ora capivo perchè quando gli dicevo quella frase, rimaneva sempre zitto. Non era stato Stefan il primo dei fratelli Salvatore che avevo conosciuto. Era stato Damon, e io avevo scelto Stefan.

Una lacrima rigò la mia guancia e le labbra si incresparono. Stefan si avvicinò a me tutto preoccupato.

Che c'è, Elena?”, mi chiese. Io misi le mani davanti al viso per coprire i fiumi che scendevano dai miei occhi.

Mi dispiace, Stefan. So che le mie decisioni vi porteranno al conflitto, e mi rendo conto di essere capricciosa. Due ore fa ho scelto te, ma mi rendo conto di aver voluto scegliere Damon. Il mio primo pensiero appena mi sono svegliata, era Damon. Sono davvero dispiaciuta, Stefan. Spero tu possa perdonarmi.”, dissi piangendo.

Lui mi prese un braccio con la mano e cercò di levarmelo dagli occhi. Scoprii il mio viso e lui mi accarezzò le guance comprensivo. “Io voglio solo che tu sia felice, qualunque sia la tua scelta. Se vorrai andare con Damon, io non te lo impedirò.”, mi disse. Mi diede un bacio sulla fronte e si allontanò di poco da me. Lo abbracciai e gli diedi un bacio sulla guancia.

Grazie.”, gli dissi sollevata.

Elena?”, urlò una voce a me tanto cara. Subito, mi staccai da Stefan e mi girai verso la voce. Vidi una figura scura avvicinarsi a me. Era Damon! Quanta felicità che trapassò il mio cuore. Scesi dal lettino e corsi in braccio a Damon. Lui non si aspettò la mia reazione, infatti, ci mise un po' prima di contraccambiare l'abbraccio. Lui affondò il viso nei miei capelli e ne annusò l'essenza. Era felice di vedermi almeno quanto me. Presi il suo viso tra le mie mani e gli sorrisi, felice più che mai di essere con lui. Le mie gambe erano avvolte al suo bacino, e dopo esserci guardati negli occhi, lo baciai intensamente. Più intensamente di come lo avevo baciato quel giorno a quel lurido motel. L'unica differenza era che nessuno ci stava interrompendo. Stefan se n'era andato appena aveva sentito la voce di Damon, quindi eravamo completamente da soli. Mentre ci stavamo ancora baciando, lui iniziò a parlare.

Ehi, ehi, ehi.”, disse con un gran sorriso. “Ma tu non avevi scelto Stefan?”, mi chiese. Mi staccai da lui con il viso e lo guardai intensamente negli occhi.

No, io ho sempre scelto te, amore mio. Ti avevo sempre detto che se ti avessi incontrato prima di Stefan, tu saresti stato la mia scelta. Tu sei stato il primo. Mi hai soggiogata, ma quando mi sono svegliata e ho pensato a te, ho avuto un flashback e mi sono ricordata che io, da quel giorno, ti ho sempre amato. Solo che non lo sapevo ancora. Ci sono volute un sacco di terribili esperienze per capirlo, ma ora sei qui con me e nulla ha più importanza di te.”, dissi guardandolo con le lacrime agli occhi. Anche lui aveva gli occhi lucidi, stava per piangere ma si trattenne. Mi teneva ancora stretta a sé e poi aggiunse:

Hai intenzione di completare la trasformazione?”, mi chiese.

Certo che si!”, dissi con foga. “Adesso che so di poter passare l'eternità con te, sarei disposta a completare la trasformazione altre 100 volte!”, dissi entusiasta. Lui mi baciò di nuovo e mi portò fuori dal capannone dove mi ero svegliata. Mi fece sedere in macchina e raggiunse il posto di guida. Accese il motore e io le infilai una mano nei capelli. Lo guardavo intensamente, scrutando, con la mia nuova e perfetta vista, ogni particolare del suo viso. Mi soffermai sugli occhi, color del cielo senza una nuvola. Meravigliosi.

Si girò verso di me inchiodando i suoi occhi ai miei.

Allora, adesso sai cosa vuoi davvero.”, mi disse dolce. Io mi girai verso la strada e sorrisi. Portai le mani al grembo e abbassai il capo.

Si, voglio un amore che mi divora, voglio passione e avventura. E anche un po' di pericolo.”, dissi imitando le sue identiche parole di quella notte. “Solo con te ho quello che voglio. E tu cosa vuoi?”, chiesi infine curiosa.

Te!”, mi rispose secco, guardandomi negli occhi. Ritornai ad accarezzargli i capelli e lui si concentrò sulla guida.

Dove stiamo andando?”, chiesi.

A casa. Nello scantinato ci sono delle sacche di sangue.”, mi disse. Non dissi nient'altro e non vidi l'ora di completare la trasformazione per gustare quel tratto di eternità insieme a lui.

Arrivammo a casa e scesi dalla macchina con Damon al mio fianco. Camminammo mano nella mano fino alla porta d'ingresso. Lui entrò tranquillamente, mentre io non riuscivo ad entrare. C'era qualcosa che mi bloccava. Lui mi guardò storto, ma poi capì e mi invitò ad entrare. Entrai e ritornai al suo fianco. Mi fece strada verso lo scantinato e aprì un mega frigorifero con dentro svariate sacche di sangue. Mi avvicinai e ne presi una. La aprii e cominciai a ingurgitarne il contenuto. Dopo aver bevuto tutto con bramosia, buttai la sacca vuota nel cestino. Mi direzionai verso Damon, ma lui mi bloccò subito.

Devi berne almeno tre per completare la trasformazione.”, mi disse dolce come non mai. Obbedii e ne bevvi altre due. La voglia di poterlo baciare di nuovo, era più forte della sete di sangue, infatti, passarono in tutto dieci secondi per bere tre sacche di sangue. Questa volta non fui io ad avvicinarmi a lui, ma fu lui stesso a venire da me.

Mi prese il viso tra le mani e cominciò a baciarmi intensamente. “Allora. Sei pronta per la tua nuova vita?”, mi chiese. Io gli feci un cenno con il capo e riprendemmo a baciarci. “Prometto di non lasciarti mai e poi mai, per nessun motivo. Combatterò per far sì che tu sia sempre mia. Non avrai più via di scampo.”, mi disse leggermente divertito.

Lo guardai intensamente negli occhi e gli dissi che la stessa cosa valeva anche per me. Non l'avrei mai lasciato per nessun motivo. Avremo combattuto insieme, per l'eternità.

Lo presi per la mano e salii i gradini per poi ritrovarci in salotto davanti al camino. Ci sedemmo davanti al fuoco e parlammo per molto tempo. Ebbi degli altri flashback, di tutte le volte che Damon mi aveva soggiogata. Rinnovò i suoi sentimenti e, portandomi in camera sua, mi fece sedere sulla sedia e mi disse di chiudere gli occhi. Obbedii e aspettai. Quando mi disse che potevo riaprirli, mi imbattei in due meravigliosi occhi azzurri tendenti al grigio. Aveva in mano una scatoletta rettangolare in camoscio blu. La presi in mano e lui mi mise le mani sulle ginocchia, aspettando che aprissi la scatolina per vederne il contenuto. La aprii e vidi una meravigliosa collanina con il ciondolo cosparso di diamanti da 18kt.

Portai una mano davanti alla bocca e con le lacrime agli occhi, la sollevai e la guardai meglio.

E' meravigliosa!”, gli dissi. “Grazie.”.

L'avevo acquistata in caso che tu avessi scelto me. Ora so di aver fatto bene.”, mi disse fiero della mia reazione. Lui si alzò e mi incoraggiò a dargli la collana così me l'avrebbe messa al collo. Gliela diedi in mano. Mi fece alzare dalla sedia e mi portò davanti a uno specchio. Si mise dietro di me e mi fece passare la collana davanti al collo. Aspettò un po' prima di agganciare il gancetto.

Questi diamanti sono puri, come il mio amore per te.”, disse decidendosi ad allacciare il gancio. Rimasi a guardare il dono che mia aveva appena fatto. Tra me e me pensai che il regalo più bello che potevo ricevere, era lui.

Indossavo una maglietta scollata sul dietro e, Damon, passò una mano lungo la mia schiena nuda. Mi vennero i brividi, ma lui continuava ad accarezzarmi. Mi girai verso di lui, lentamente e, cominciai a sbottonargli la camicia. Mentre lo facevo, lui abbassò la testa e la appoggiò alla mia spalla, che ormai stava baciando. Si lasciò sfilare la camicia dalle braccia, e poi, sempre baciandomi le spalle, il collo e il viso, prese i lembi della mia maglietta e tirò su in modo da sfilarmela del tutto. Ci baciammo per qualche minuto. Allungai le mie mani verso la cintura dei suoi jeans e cominciai a sfilarglieli. Fece lo stesso con me e ci ritrovammo semi nudi. Io indossavo un completino intimo in raso blu notte, che lui notò con piacere. Mi fece salire in braccio e mi fece sdraiare sul letto. Lui mi sovrastò con il suo corpo e, sempre baciandomi, si sfilò i boxer e sfilò le mie culotte e il mio reggiseno.

Ci baciammo ancora per un po', lentamente. Avvolsi i suoi fianchi con le mie gambe e gli diedi il permesso di penetrarmi. Teneva la barba leggermente incolta e con essa, mi solleticava lo stomaco, i seni, il collo e il ventre. Posti dove, lui stesso era consapevole di essere in grado di provocarmi gemiti e brividi. Ogni volta che che tremavo, lui sorrideva. Mi stava uccidendo.

Un incastro intimo così armonioso che sembrò quasi irreale. Le sue spalle larghe e ponderose mi fecero sentire al sicuro, mi proteggevano. Avevo ancora le gambe intrecciate al suo bacino e, lui, aveva le mani sulle mie natiche per affondare più in profondità. Le nostre mani erano premute sulle nostre schiene, quasi ad illuderci di diventare un tutt'uno. Una cosa sola. Petto contro petto. Cuore contro cuore. Ad ogni spinta fu una goccia di sudore spillata, un battito cardiaco mancato, un bacio rubato, un ansito pronunciato, uno slancio verso il paradiso e un brandello di anima remissivamente ceduto. Toccammo l’apice allo stremo della sopportazione, allo stremo delle forze, stringendoci l’uno all’altro così forte da smorzarci il respiro, la sua testa sepolta tra i miei seni imperlati di sudore. Dopo l'amplesso, lui continuò a baciarmi i palmi delle mani, il naso, la bocca, gli occhi. Mi accarezzava la schiena, i fianchi e ogni cosa palpabile. Ci addormentammo, distrutti per l'amore appena consumato. Si perchè, non era stato sesso, ma bensì puro amore tra due persone che si amano. Ci tenemmo abbracciati per tutta la notte e godemmo della reciproca compagnia che sarebbe durata per chissà quanti svariati anni.


 


 

Vi è piaciuta? Questo racconto è stato scritto per interpretare come per me, dovrebbe essere l'inizio della quarta stagione di The Vampire Diaries. Spero davvero di aver soddisfatto i vostri palati e di avervi incuriosito almeno un pochino. Lasciate una recensione per farmi sapere cosa ne pensate della mia storia. Grazie a tutti e tanti tanti baci! XD Larottona!

  
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