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Autore: j_j_joker90    24/05/2012    0 recensioni
Cera una volta un paesino povero e disgraziato dove i raccolti erano scarsi...
L’unica fonte di guadagno e di speranza era un piccolo convento...
Un giorno, un dì casuale, passo dal piccolo villaggio una carovana di zingari...
Ella era una giovane zingara dai maliziosi e affascinanti occhi scuri...
Non aveva mai incontrato una femmina come lei.
Riassunto schifoso ma spero di attirare un po l'attenzione, buona lettura.
Genere: Angst, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Senritsu
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Cera una volta un paesino povero e disgraziato dove i raccolti erano scarsi, l’acqua non sempre era potabile e tutti vivevano una vita miserabile, l’unica fonte di guadagno e di speranza era un piccolo convento di suore che dava una mano, a quelli che allora erano considerati sfortunati, a crescere le loro figlie femmine.
Il piccolo monastero a poco, a poco divenne una scuola per ragazze, che altrimenti, non avrebbero avuto alcun futuro; nel villaggio servivano braccia forti e muscolose per lavorare i campi ed erano certi che una signorina non avrebbe mai avuto la forza necessaria per farcela; l’unica cosa che le rimaneva era lo studio dell’educazione, per trovare marito o avvicinarsi alla via del Signore.
Un giorno, un dì casuale, passo dal piccolo villaggio una carovana di zingari, che ballavano, suonavano e facevano festa, insomma infastidivano la sacralità del convento e portavano curiosità nei cuori degli stolti popolani.
Quello che non vi ho raccontato è che nel convento, insieme alla madre superiora c’era,a dirigere il tutto un prete, mandato li direttamente dalla sede principale, per indirizzare le persona alla religione cristiana e invogliarli a partecipare alle messe;  certo tutti si sentirono lusingati di questo, pensavano a quanto fosse bello l’ arrivo di questa persona nuova, ogni dozzinale si “innamorò” delle sue prediche e del suo fascino regale, tutti volevano bene a quest’ uomo saggio eppure vigoroso, sembrava  buono e benevolo, nessuno avrebbe mai pensato il contrario.
Il convoglio di gitani si fermò lì per una sola notte, e che nottata.
Festa, scandalo, peccato, erano le parole che più potrebbero descrivere ciò che accadde quella notte, oppure svago, amore e calore.
Le sorelle del cenobio disgustate dalla vita trasgressiva e per niente adatta di queste bestie e impaurite dall’influenza negativa che questi potevano dare ai popolani, si spazientirono e informarono, delle loro preoccupazioni, il giorno che venne la madre superiora, che poi domandò al prete se si potesse fare qualcosa in proposito.
Il prete inizialmente era ben protendo alle richieste della madre e accolse i reclami, per poi dimenticarsene appena vide Pierre.
Ella era una giovane zingara dai maliziosi e affascinanti occhi scuri, due palle nere assottigliate con la punta esterna verso l’alto, uno sguardo da gatta; la pelle era scura che emanava calore; i capelli neri con riflessi rossi, vaporosi e ispidi che ricordava una istrice, ma erano lunghi, lunghissimi.
Tutto ciò andava a toccare corde che il prete nemmeno sapeva di possedere e così iniziò ad avere attenzioni particolari verso quella donna bellissima e sensuale che lo capiva e lo ascoltava senza fare storie, non aveva mai incontrato una femmina come lei.
E mentre lui la osserva ballare con quei quattro stracci che le drappeggiavano il corpo, un altro uomo si preoccupava tra le ombre della notte.
Una sera di ubriachezza e ilarità il loro amore sboccio nel più classico e selvaggio momento di unione, i loro corpi si legavano e le loro voci piene di lussurie riecheggiavano tra le mura e nei boschi e anche chi non doveva sentire e vedere, osservò e ascoltò.
Mentre il giorno tornò a illuminare le strade, i muri e le persone, i raggi si specchiavano sul viso di un giovane uomo, che dovrebbe esser casto e su una donna che non dovrebbe trovarsi tra quelle mura, il sole svegliava il resto del villaggio pronto a ricominciare dopo una notte peccaminosa e sleale.
La carissima zingara della storia scappò prima che chiunque nel palazzo potesse vederla felice tra le braccia del suo uomo, in fretta si rivesti delle sue logore vesti per tornare nella carovana che da lì a pochi giorni sarebbe ripartita lasciando in Pierre un vuoto che ben presto si sarebbe riempito di una creatura più piccola ma più bisognosa di amore.
Dopo un periodo più o meno lungo venne alla luce la scoperta dell’essere che oramai risiedeva nella giovane e che fece cadere il prete in un baratro senza fondo.
La carovana partì per nuova meta salutando con tristezza quel luogo che aveva tolto a ognuno di loro una parte essenziale della loro vita.
Pierre rimase nel villaggio in attesa di partorire di nascosto, la creatura nata da un amore impossibile e peccaminoso.
I mesi passarono e la pelle del ventre della donna diventava sempre più tesa e quando fu troppo evidente, il prete decise di portarla in una capanna lontana dal villaggio, con appresso solo una vecchia e fidata suora.
Prima di partire ordinò a delle guardie fedeli di imprigionare chiunque facesse domande scomode e di uccidere chi conoscesse la presunta motivazione del suo viaggio, nessuno apparte i tre dovevano conoscere questo segreto scomodo, tanto meno le guarnigioni la cui unica informazione era quella del prete che partiva in pellegrinaggio portandosi con sé l’anziana monaca e una giovane da purificare decisa a vivere nel convento e ritrovare la sua verginità.
Il tempo passava e l’amore che lui aveva per l’altra si spense velocemente, forse perché la snella e consenziente ragazza che aveva conosciuto, stava diventando sempre più una donna troppo grassa e indocile da sopportare.
Il giovane prete aveva capito che il suo peccato non era colpa sua, lui non aveva mai provato amore verso quella giovane, la colpa non era sua ma della controparte.
Lui non si era innamorato e quindi non aveva rinnegato la promessa di purezza eterna, quella ragazza, era stata lei a macchiarlo e a sedurlo, non era animo ma il corpo di quella che lo aveva compiaciuto.
Non era stato lo spirito ma in corpo vizioso di quella ragazza, era tutta colpa sua, cosa avrebbe potuto fare un uomo contro il potere del demone che s’insidiava in quella ragazza.
Quella ragazza, Pierre si era trasformata da donna dei sogni ad amante, da persona da evitare a demone, rinnegato di Dio, era diventata per l’uomo che amava “quella ragazza”.
Il giorno fatidico arrivo, le urla di Pierre si potevano udire da ovunque, il dolore straziante di una vita che nasceva per lei e di un essere immondo per lui.
Solo quando venne finalmente alla luce, dopo tante fatiche lo stesso padre si rincuorò e vide il viso della bambina più bella mai vista e mentre la madre canticchiava una canzone rom il padre decise che ella sarebbe stata sua per sempre, lei la sua nuova protetta Senritsu.
  
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