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Autore: _Milla3    24/05/2012    3 recensioni
Leòn nasce una notte, in anticipo.
Camelia arriva in ritardo, in una giornata di maggio.
Stella esce fulminando tutti con il suo sguardo.
Violetta fa il suo ingresso nel mondo rendendolo più profumato.
George nasce da una donna forte e coraggiosa.
Cassia non vedrà mai sua madre, e renderà felice suo padre.
Sun arriva a colorare la giornata di chi la vede.
Le nascite dei bambini che di Fairy Oak segneranno la storia.
Una nuova, meravigliosa, storia.
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Nuovo personaggio
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'Fairy Oak..Dopo.[Camelia's and Stella's adventures]'
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Il suo primo ruggito.

Jim e Vaniglia dormivano abbastanza distanti, ingombrati dall'enorme pancione di lei. Sarebbe stato un maschio, aveva detto il dottor Chestnut. Un maschio bello grande, anche. E ormai mancavano pochi giorni.
Lui aveva appena preso sonno, in preda al nervosismo che lo assaliva da ormai una settimana. Era emozionante sapere che di lì a poco sarebbe nato il suo primo figlio. Insomma, il sonno l'aveva colto da pochi minuti, quando un gemito proveniente dal suo fianco lo destò.
Sollevandosi sui gomiti, si girò verso Vaniglia, che si era portata una mano sulla pancia.

«Sta scalciando, amore?»
Lei annuì, un po' incerta, per poi cacciare un altro gemito, più forte.

«Okay, forse no.»
Una goccia di sudore scivolò dalla fronte di Jim, un secondo prima di rendersi conto che era Vaniglia quella che avrebbe dovuto essere nervosa. Le prese una mano, scivolando giù dal letto più velocemente possibile.

«Mi stai dicendo che sta arrivando il piccolo?»
Ancora una volta Vaniglia annuì, stringendo contemporaneamente gli occhi, e la morsa che stringeva la mano del marito. 

«D'accordo, amore mio. Tu stai calma. Io vado a cercare il dottore, non ci metterò molto.»
L'uomo fece per muoversi, ma la stretta di lei glielo impediva.

«Non lasciarmi sola, ti prego.»
Jim si avvicinò, dandole piano un bacio sulla fronte, e stringendola a sé.

«Andrà tutto bene, te lo prometto.»
Detto questo, lei gli lasciò la mano, dandogli la possibilità di correre a cercare il dottore. Mentre correva, un miscuglio di emozioni contrastanti lo riempiva, e faceva correre la sua mente. Un figlio. Lo sapeva già da nove mesi, certo, ma riusciva a focalizzare la notizia solo in quel momento. 
Un figlio.
Arrivò dal dottore in tempo brevissimo, mentre il fianco gli doleva per la corsa forzata, e bussò furiosamente alla porta. In vestaglia e berretto da notte, il dottore aprì, stupito.

«Jim! Che ci fai qui?»
Il ragazzo, ancora con il fiato corto, raccolse i suoi ultimi sforzi per parlare.

«Vaniglia..Il piccolo..Sta nascendo..»
In una frazione di secondo, anche il dottore cadde in agitazione, e lo spinse per le spalle. 

«Io corro immediatamente a casa vostra, tu vai a chiamare Cicero, Dalia e Lillà. E torna più in fretta che puoi.»
Jim, che stava per chiedere un bicchier d'acqua, riprese a correre furiosamente, verso casa Periwinkle. Anche lì si ripetè la stessa scena, e mentre Cicero andava a svegliare Pervinca e Grisam, lui, distanziando di parecchio le due donne in agitazione, corse verso la sua casa, giusto in tempo per vedere il dottor Chestnut che arrivava. 
Aveva lasciato Vaniglia sola troppo tempo, ed aveva paura di trovarla in pessime condizioni. Si sentiva terribilmente in colpa.
Aprì la porta al dottore, che si precipitò dentro, impedendogli di fare lo stesso.

«Aspetti, io devo starle vicino!»
«Non servirebbe, Jim.»
Gli disse una voce dolce alle sue spalle. Il ragazzo si girò e vide Tomelilla.

«Ma io..»
Provò a balbettare lui, senza risultati. 
Le ore trascorrevano lente e inesorabili, con le urla di Vaniglia a fare da contorno a tutto questo. A Jim sembrava di esplodere. Pervinca, nonostante cercasse di fare la forte, si tappava le orecchie per non sentire gli strilli della sorella. Ci volle poco, in realtà.
E con le prime luci dell'alba, si udì un grido più forte, e un pianto di bambino. Jim non resistette, e spalancò la porta. Lei era lì, fragile come non l'aveva mai vista, e allo stesso tempo forte e valorosa: Aveva appena superato una delle prove più difficili della sua vita, eppure riusciva ancora a sorridere, mentre le lacrime le rigavano il volto, sia per il dolore che per la commozione.
Il dottor Chestnut, non appena finì di lavare il bambino, lo mise in braccio alla madre. 

«Avete già deciso come chiamarlo?»
I due ne avevano parlato, e il pianto forte di un momento prima, tanto simile ad un ruggito, li aveva convinti ancora di più. Con gli occhi fissi in quelli verde smeraldo del bambino, mormorarono con in un'unica voce:

«Leòn.»
E Leòn fu.

Ciaaaaaaaaaaaaaao! Rieccomi tornata nel fandom! Spero vi sia piaciuta la prima nascita, quella del nostro Leo. Spero di essere riuscita a rendere bene le emozioni, e di avervi resi partecipi, in qualche modo.
La prossima? La nostra Camelia, ovviamente.
Vi anticipo da ora che saranno Leòn, Camelia, Stella, Violetta, Sun e George. Se vi interessa qualcun altro - ovviamente per chi ha letto 'Sette anni dopo' - chiedete pure.
Un bacio, e alla prossima.
_Milla3
  
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