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Autore: Lost dream    24/05/2012    1 recensioni
---"Sergio"
"Si, dimmi".
"Stasera, siamo giovani".
"Si, lo siamo".
Dopo che Sergio le prese lo zaino si concessero ad un bacio appassionato, un bacio che tutt'ora non dimenticano, non so che fine abbiano fatto, non so se stiano ancora insieme, se sono morti o se hanno avuto figli.
Quello che so è che si sono amati come nessun altro al mondo e che il loro amore echeggierà in quella scuola in eterno. ---
Raffaele posò il giornale sul tavolo soddisfatto, sorseggiando il suo caffe sorrise pensando di aver fatto un ottimo lavoro per aver finalmente pubblicato un racconto vero.
Un racconto che esce fuori dalla banalità della vita.
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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La storia d'amore più bella di sempre

I muri della casa dei "---" erano ormai vecchi e ingialliti, il giardino era ormai ridotto a due piante che erano posizionate in maniera sgarbata e confusionaria, l'interno sembrava il luogo di uno scontro campale, il bagno era esente da ogni tipo di vero servizio igenico, l'unica cosa che in quella casa ormai funzionava era il cervello del proprietario che giorno e notte pensava a ciò che dovesse scrivere.

Lavorava per un piccolo giornale di provincia che mensilmente pubblicava racconti, questo mese il racconto sarebbe uscito il 14 Febbraio e come tema aveva ovviamente l'amore.

Ma per un signore che non aveva mai provato ad amare scrivere un qualcosa che non si conosce è un'attività a dir poco impossibile.

Ma cos'è effettivamente l'amore se non un qualcosa che viene provato solo da chi ne è capace?

Cosa rappresenta l'amore in una società dove il sesso e i soldi dominavano su ogni valore, ogni tradizione e ogni emozione proveniente dal nostro animo.

Scrivere per Raffaele era diventata ormai un'impresa, e non aveva idee...e non le aveva perchè non sapeva cosa fosse l'amore.

Anche se non bisogna provare direttamente l'amore per poter scrivere di esso, basta semplicemente viverlo anche dall'esterno.

L'idea venne a Raffaele quando in preda ad un delirio e a un blocco dello scrittore decise di andare a trovare la sua insegnante liceale di Italiano che gli diede il suggerimento migliore che possa esistere e con una sola domanda rispose a tutti i quesiti e a tutti i dubbi che venivano all'interno della mente di Raffaele "Qual è la più grande storia d'amore che tu abbia mai visto".

E Raffaele capì subito che era arrivato il momento di narrare quella storia che se pur banale era in realtà la più grande storia d'amore di sempre.

Perchè non è importante la grandezza del gesto d'amore ma è importante il massimo impegno che un individio mette in questo gesto.

Il 14 Febbraio Raffaele riuscì a scrivere il racconto tornando indietro nel tempo di venti anni rincontrando (anche se nella sua mente) un grandissimo amico e la sua fidanzata che con la loro storia d'amore resero il mondo un posto migliore.


 

14 Febbraio 2032 - Il Quotidiano (Sezione racconti)

"Simò cosa aspetti?" erano queste le parole che ripetutamente echeggiavano sul pullman che era diretto verso la scuola.

La scena era sempre la stessa Sergio, il bel ragazzo, che leggero se ne andava girando per l'autobus mentre Simone, l'amico, con il suo zaino in spalla più quello di Sergio cercava di seguirlo cercando di non inciampare sui piedi delle persone che non entrando nei normali sedili sentiva la necessità di sedersi come se fosse in una stalla.

In molti dicono che la vita sia banale e soprattutto noiosa, ma c'è chi la può rendere interessante anche nei momenti di assoluta pacatezza, perché è proprio lì che nascono gli spiriti liberi che in realtà nascondono un grande amore.

Come ogni mattina Sergio saliva sull'autobus alla fermata di Diamante aspettando l'amico Simone che come era solito gli portava lo zaino.

Simone era un ragazzo tranquillo, alcuni lo definirebbero "privo di personalità", non era quello che pensava Sergio, in quanto per lui era un amico, un confidente e la mattina "il portaborse" nel caso di studenti liceali "il portazaino".

Tuttavia l'amicizia tra i due era solida come il diamante che non viene scalfito neanche dalla lama più sottile e affilata.

Durante la mattinata le giornate di Sergio erano le solite, appena arrivato a scuola iniziava a perder tempo giocando tutto il tempo a pallone o nascondendosi nell'armadio per spaventare i suoi insegnanti che molto probabilmente lo odiavano ma allo stesso tempo erano attratti dal suo atteggiamento ribelle, poco remissivo e assolutamente fuori dal comune ma allo stesso tempo geniale.

Ma le attenzioni del ragazzo non erano nè per Simone nè per le insegnanti per quanto potessero essere giovani ed eleganti, le sue attenzioni erano per una ragazza che ha fatto della cultura la sua ragione di vita e dell'amore per Sergio uno scopo.

Paola era una ragazza intelligente e non era assolutamente il tipo che esprimeva tutti i suoi sentimenti esattamente come Sergio, il loro rapporto era basato sulla cultura, sullo stare bene e sull'essere più che amici ma niente gesti d'affetto, niente sentimentalismi o abbracci troppo "sentiti". Il loro rapporto poteva essere paragonato all'amore che...beh non possono esserci esempi perchè il loro amore era unico proprio come l'amore che Sergio provava per Paola e Paola per Sergio.

Suonata la campanella l'aula del III G in fondo al corridoio era libera e vuota osservata solo dalla collaboratrice scolastica che come un guardiano controllava che ogni cosa fosse in ordine.

Ma in ordine non c'era mai nulla, perchè solo il disordine spiega l'intelligenza e l'esuberanza di una classe che rappresenta la società.

Anche se una cosa era in perfetto ordine:

I due ragazzi restavano sempre lì al suono della campanella, sperando che quei dieci minuti durassero anni e anni ma purtroppo non facevano in tempo ad esprimere i loro sentimenti che già il tempo sfuggiva dalle loro mani come in una clessidra dove la sabbia scandisce il tempo e ti fa capire che la fine è vicina.

Mentre Paola cercava l'amuchina nella sua borsa per sterilizzarsi le mani il ragazzo appallottolava cartacce da lanciare nel cestino che tuttavia essendo a due metri di distanza era impossibile prendere.

"Paola, ti senti bene?" disse il ragazzo mentre continuava nel lavoro che stava facendo.

"Oh, bene esisto" l'ironia le si leggeva da ogni zigomo del viso "Ho mal di schiena stamattina".

Si toccò un attimo la spalla cercando di massaggiarsi da sola per placare quel dolore che dalla mattina la stava disturbando mentre Sergio continuava imperterrito ad accartocciare palline e a lanciarle verso il cestino.

Alla fine della ricreazione le uniche cose che vi erano in quella stanza erano un pavimento ricoperto di carte lanciate male ed un dolore di schiena che sarebbe aumentato durante la salita per la piazza con un peso sulla spalla impossibile.

La bellezza del Greco e del Latino di certo non era evinta dal peso dei loro dizionari che causavano più problemi che aiuti.

"In ogni caso non preoccuparti, passerà presto" concluse il ragazzo nel momento in cui il resto della classe rientrò per continuare quella giornata stancante che forse non sarebbe mai finita ma che di certo Paola avrebbe ricordato per tutta la vita.


 

La quarta ora passò più in fretta del previsto non che uno abbia dei dubbi visto che si parla di Religione ma a volte la noia sta proprio nelle materie più semplici che non richiedono un ulteriore impegno da parte del ragazzo, anche se non fu la stessa cosa per la quinta ora dove la spiegazione di Italiano non sembrava durare quei 10 minuti anzi al contrario sembrava durare un'eternità.

I due ragazzi anche se in diverso modo passarono quell'ora nella pazienza più assoluta.

La prima passò l'ora a toccarsi la schiena dolorante mentre l'altro ignaro di ciò che stesse succedendo alla fidanzata parlava allegramento con il compagno di banco Simone.

Tutto ciò mentre la classe si inoltrava in un percorso di cultura e di Rinascimento.

"Simò portamelo tu lo zaino fin sopra"

"D'accordo, ma domani latino devo portarlo io?" rispose cauto Simone

"Ovvio, pesa troppo non riesco a portarlo, sai cosa significa trasportare chili di libri e dizionari?"

"Beh a cosa ti serve la palestra allora?"

"Si bravo, fai lo spiritoso" disse Sergio tirando una pacca sulla testa del compagno "La palestra mi serve per rinforzare i muscoli per portare ben altri pesi".

"Tipo?"

"Tipo una ragazza che si è rotta la caviglia e che non può camminare o problemi del genere."

"Ma tu conosci una ragazza che ha problemi del genere, perchè non lo fai allora" sorrise Simone

"Cosa intendi scusa?"

In quel momento entrò dalla porta dell'aula la signora Silvana, la segretaria della scuola ad avvisare che Simone era autorizzato ad uscire prima dalla madre.

Mentre Simone si preparava per uscire e sistemava lo zaino Sergio si avvicinò e gli sussurrò "Cosa intendevi prima?".

"Sergio e Simone smettetela di parlare" urlò la Professoressa.

"Se sei uomo lo capirai da solo" rispose secco Simone "oggi non posso portarti lo zaino, forse non dovrò farlo mai più" fece l'occhiolino e lasciò la classe insieme alla signora Silvana che chiuse la porta alle sue spalle mentre Sergio pensieroso rimase a riflettere su quella strana conversazione.

E' strano il destino che ci fa capire le cose più semplici dopo svariate emozioni e le cose più difficili nei primi momenti in cui esse crescono.

L'amore è il risultato tra l'unione di due sentimenti molto forti che creano un assoluto stato di ebbrezza positiva che rendono la vita interessante.

Il mondo ci sottopone continuamente a delle prove, ma queste prove spesso o non sono capite o vengono ignorate per l'inerzia dell'uomo che cerca incessantemente di privare se stesso dell'amore altrui o di una qualunque forma d'affetto.

"Paolaaa" chiamava Sergio mentre i ragazzi della scuola lasciavano sorridenti l'edificio per dirigersi verso i pullman che li avrebbero portati nel loro dolce nido dove finalmente avrebbero potuto rilassarsi.

Ma nonostante i richiami la ragazza non si trovava, Sergio ripensava ancora alle parole dell'amico Simone ma non riusciva a trovare una risposta.


 

Mentre Sergio si dirigeva verso l'uscita della scuola alla ricerca della fidanzata che al suono della campanella era schizzata via senza dar il tempo di poterle andare dietro.

Quel giorno sembrava davvero strana, forse un po' adirata a causa del dolore ma sicuramente i suoi problemi non derivavano da Sergio che pur con il suo carattere l'amava.


 

Quando stava per salire i gradini incontrò una donna che eccelleva in virtù e cultura, che scendeva quelle scale come una vergine uscita da un dipinto, nonostante i suoi sessant'anni quella donna strabordava di cultura, passione, eleganza, saggezza e soprattutto nicotina.

Maria Iannuzzi si aggirava per la scuola fumando come una turca con le sue sciarpe e la sua voglia di insegnare cose che vadano al di fuori della routine quotidiana.

"Sergio, come mai ancora qui?" chiese la donna

"Sto cercando Paola, Prof.ssa." rispose l'altro

"Ahah quando si perde la fidanzata è sempre un problema, è difficile ritrovarla...sei sicuro che non sia salita in piazza?".

"Ma aveva promesso di aspettarmi".

"Magari è arrabbiata".

"Noo, non credo, non ho fatto nulla per farla arrabbiare".

"A volte i problemi nascono proprio da qui, dal non fare nulla. Da un amore non corrisposto, da un favore non ricambiato, da un prestito non ridato o da un aiuto non dato".

-un aiuto non dato-

queste parole risuonavano nella voce di Sergio quasi a suggerire qualcosa, ma la sua mente non era brillante nei suggerimenti.

Sergio scese un gradino poi disse " Prof.ssa mi dica la verità, voi crediate che io sia così stronzo?".

"Eccola"

"Cosa?"

"Eccola lì Paola, dietro di te".

Non appena si girò un sorrise comparve sul suo volto alla vista della fidanzata appoggiata al ponticello che collegava l'istituto del liceo scientifico/classico con quello pedagogico/linguistico.

"Grazie Prof.ssa io vado" non diede il tempo di rispondere che subito corse verso Paola poi come d'un tratto si ricordo della domanda, si girò e continuando a correre all'indietro gridò "NON AVETE RISPOSTO".

La Iannuzzi che ormai aveva sceso tutti i gradini e che con la sua sigaretta si stava dirigendo verso la sua macchina portò un'ultima volta la stecca alla bocca, la gettò a terra e rispose "NON LO SAPRAI MAI" concluse con un sorriso di assoluta complicità e affetto.

Sergio sorrise e continuò a dirigersi verso la ragazza, appena arrivato esclamò:

"Paola finalmente ti ho trovato, che ci fai qui?"

La ragazza in lacrime alzò un po' in su lo sguardo per poi gettarsi nelle braccia del ragazzo che la strinse forte a sè come segno del loro amore.

"Non mi abbandonerai mai, vero?". Disse la prima

"Certo, staremo insieme per sempre". Rispose il ragazzo.

Dimostrare i sentimenti spesso non è una cosa facile, ma laddove io avevo fallito, lui era riuscito a farsi capire benissimo.

"Posso portarti lo zaino?". Chiese sorridente Sergio

Lo sguardo della ragazza in quel momento assunse diverse facce diverse passando da quella felice a quella incredula per poi completare con quella che diceva "Co-cosa?"

"Lo zaino dico, se vuoi te lo porto io?".

"D...davvero?" la ragazza ancora non riusciva a credere a ciò che le era stato appena detto, cercando una vera spiegazione a ciò che stesse succedendo diede incredula lo zaino ad un ragazzo che da tre anni non solo non si sarebbe mai sognato di portare lo zaino di qualcun altro ma schiavizzava il suo migliore amico affinchè portasse il suo.

"Sergio"

"Si, dimmi".

"Stasera, siamo giovani".

"Si, lo siamo".

Dopo che Sergio le prese lo zaino si concessero ad un bacio appassionato, un bacio che tutt'ora non dimenticano, non so che fine abbiano fatto, non so se stiano ancora insieme, se sono morti o se hanno avuto figli.

Quello che so è che si sono amati come nessun altro al mondo e che il loro amore echeggierà in quella scuola in eterno.

NOTE:

(Questo racconto è liberamente tratto da fatti realmente accaduti.)

"Inoltre è dedicato a Sergio --- che con il suo semplice gesto mi ha fatto capire la grandezza dell'amore.

A. Raffaele Calafiori


 


 


 

Raffaese posò il giornale sul tavolo soddisfatto, sorseggiando il suo caffe sorrise pensando di aver fatto un ottimo lavoro per aver finalmente pubblicato un racconto vero.

Un racconto che esce fuori dalla banalità della vita.

  
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