Serie TV > Once Upon a Time
Ricorda la storia  |      
Autore: Feel Good Inc    25/05/2012    3 recensioni
{ Dedicata a Ray08 ♥ }
Due sole persone l’hanno guardato così, nessuna delle quali appartiene a questa vita. Occhi che attraversano, scavano, cercano il più profondo recesso di un’anima, domandandosi se mai ci sia o se quel poco che ne è rimasto sia ancora tale. Occhi che scrutano, che vogliono sapere. Occhi che vogliono, soprattutto, credere.
«Mi dica solo perché.»
Il signor Gold continua a sorridere; ha l’impressione che se smettesse crollerebbe in mille frammenti. Lei li raccoglierebbe, forse. Ma non sarebbe meno doloroso che calpestarli senza pietà.

{ Gold/Emma; ep. 1x22: 'A Land Without Magic' }
Genere: Introspettivo, Malinconico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Emma Swan, Regina Mills, Signor Gold/Tremotino
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

A Susy, perché sì.

 

 

 

 

Golden Swan ~

 

 

 

 

 

 

 

 

È successo all’improvviso, nessuno avrebbe potuto prevederlo. Nessuno, neanche il signor Gold era pronto a vedere le due parti della guerra – il nero e l’oro, la speranza e la vendetta – entrare insieme attraverso quella porta, fianco a fianco, in un improbabile simulacro di alleanza. Ma il patto è stato siglato, la magia ha sempre il suo prezzo – non doveva essere il ragazzo a pagarlo, ma è successo, è qui che siamo ora. E il signor Gold osserva con un sorriso sinceramente divertito le due donne così dissimili che si rivolgono a lui, l’una all’ombra del sospetto, l’altra nel timido lucore che solo quella magia potente che è il Vero Amore riesce a tramutare in incerta, combattuta fiducia.

È successo all’improvviso, e improvvisa giunge anche la consapevolezza. Oggi è il giorno. Oggi la maledizione verrà spezzata.

Il signor Gold continua a sorridere, sicuro di aver vinto, Emma Swan ha vinto. Regina ha giocato tutte le sue carte, ma tutto ciò che ha ottenuto è un povero bambino disteso in un letto d’ospedale, a lottare per la vita, per il futuro che un’empia maledizione ha sempre rischiato di strappargli – solo un altro bambino innocente. Ma Emma Swan è più armata che mai, e ha appena iniziato a giocare – e da qualche parte dentro di lui, forse, fa male il pensiero di deluderla, di lasciarla di nuovo sola, ma è così che deve essere. La salvatrice non ha bisogno della sua misera magia; non è debole quanto lui.

E il senso di trionfo si affievolisce sensibilmente al riconoscere che, dentro la polvere ingannevole di un negozio senza vita, è quella ragazza col viso ancora un po’ sgomento ad essere la più forte.

Emma Swan solleva la spada del Principe Azzurro, la spada di suo padre, e la lama splendente come ventotto anni fa cattura un riflesso dorato dalla luce dei suoi capelli, dal gioiello che porta al collo e dal quale ha preso il nome. Il signor Gold si chiede cosa pensi e si sorprende di non volerlo davvero sapere. Per la prima volta porrà la propria storia nelle mani di un’altra persona – per la prima volta ha accettato di farlo: non ha bisogno d’interrogarsi sul come o sul perché, non mentre la salvatrice percepisce l’energia immota del suo silenzio e guarda apertamente dentro i suoi occhi, e lo smaschera.

«Ci lasci soli.»

Una scossa, un momento senza fiato. Poi il sorriso del signor Gold si accentua.

«Signorina Swan, mio figlio è...»

«Mio figlio è a un passo dalla morte, lo so bene. Non penso che tu abbia il diritto di ricordarmelo, Regina Mills. Sappi che non avrei esitazioni ad affondarti questa cosa nelle budella. Lasciaci soli. Voglio parlare con lui.»

Lei ha perso, ha perso, e mentre morde il proprio orgoglio distrutto e obbedisce e torna dall’altra parte di quella porta di vetro gli occhi di Emma non abbandonano mai, neppure per un istante, quelli dell’uomo che le sorride di fronte, camuffando dietro quel sorriso un crescente rispetto venato di timore.

Due sole persone l’hanno guardato così, nessuna delle quali appartiene a questa vita. Occhi che attraversano, scavano, cercano il più profondo recesso di un’anima, domandandosi se mai ci sia o se quel poco che ne è rimasto sia ancora tale. Occhi che scrutano, che vogliono sapere. Occhi che vogliono, soprattutto, credere.

«Mi dica solo perché.»

Il signor Gold continua a sorridere; ha l’impressione che se smettesse crollerebbe in mille frammenti. Lei li raccoglierebbe, forse. Ma non sarebbe meno doloroso che calpestarli senza pietà.

È passato il tempo in cui ha permesso a qualcuno di stargli accanto e farsi male. È questo che pensa, ma intanto la guarda, la guarda e si chiede se sia consapevole di quanto è speciale, se sappia di essere invincibile e pura e bellissima – che può aver vissuto nella morsa fredda di qualunque dolore, ma niente è riuscito a intaccare la magia che l’avvolge da dentro, sottopelle. Si chiede se abbia letto qualcuno dei libri che a lui hanno fatto compagnia in tutti questi anni bui, se sappia che la donna più bella di questo mondo nacque da un uovo di cigno, che erano cigni le creature alle quali fu concesso il dono di trainare il carro della dea dell’amore. Si chiede se davvero raccoglierebbe i pezzi del suo essere, e infine – egoista – si chiede se dopotutto, lei che ha sofferto così tanto, che ha sanguinato e gridato per tutta una vita, costretta in un mondo sbagliato, se dopotutto non sia anche e semplicemente la sua salvatrice.

La sua Emma.

«Non ci pensi, cara. Suo figlio la sta aspettando.»

Emma Swan è forte. Non ha mai avuto paura di lui. E non ha mai saputo di aver sempre avuto la possibilità di vincere, fin dall’inizio, fin da quando col suo maggiolino giallo e vuoto è arrivata in città e ha cominciato a riscrivere una storia, con dita di tessitrice, sottili, inconsapevoli.

Ma Emma Swan è anche molto giovane – così giovane. Ha disperatamente bisogno di mani che la guidino e parole che la incoraggino. E si tende verso di lui, gli è vicinissima, respira del suo respiro, e mai, mai abbassa lo sguardo mentre ancora una volta cerca di capire, di credergli, di credersi ora che nel suo mondo sbagliato la magia improvvisamente esiste.

Restano così per qualche istante di troppo – non dovrebbe avere il desiderio di toccarla, non dovrebbe continuare a chiedersi se raccoglierebbe i pezzi – e l’aria del negozio dei pegni, per la prima volta da molto tempo, da sempre, vibra.

«Se mi sta mentendo» sussurrano le labbra di lei, muovendosi appena, «giuro che la ucciderò.»

Il signor Gold continua a sorridere, ma non riesce a impedirsi di abbassare le palpebre per un istante, rifuggirla per un solo istante – lei è così forte, così forte da abbagliare. E non lo saprà mai, perché lui non potrà mai dirglielo. Non può.

E poi, è tutto finito.

Il campanello ha trillato ancora dietro le sue spalle e la spada che tanto a lungo ha atteso il suo arrivo; il negozio è inesorabilmente vuoto; nella polvere e nel silenzio non respira più alcun significato. Emma lo ha visto inerme, ma non ha voluto finirlo. Il signor Gold sospira, sospira forte, tremando convulsamente e stringendosi al bastone, perché fa davvero sorprendentemente male il pensiero di lasciarla sola e non poter neanche sognare di essere all’altezza di tanta forza. Non allora, non adesso. I codardi non meritano le eroine.

Sullo scaffale dietro il banco c’è un ninnolo di coccio, a forma di cigno. Il signor Gold lo guarda domandandosi se lei l’abbia notato.

Non osa toccarlo.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Spazio dell’autrice

 

Tradizionalmente, la simbologia identifica il cigno con il concetto di purezza e di bellezza. Secondo il mito Elena di Troia, la ‘donna più bella del mondo’, nacque da un uovo di cigno. Erano dei cigni a trainare in volo il carro di Afrodite, dea dell’amore. Emma Swan porta sempre al collo un ciondolo con l’effigie di un cigno.

Mettete insieme tutte queste cose e il risultato è una shot incomprensibile persino a me stessa. XD

Ho cercato di rappresentare un momento posteriore al colloquio tra Gold, Emma e Regina nella season finale, quando lui parla a Emma dell’ampolla di Vero Amore e le dà la spada di James perché se la procuri e salvi Henry. Ho cercato anche di rendere i sentimenti contrastanti di un uomo che (e questa è un’espressa dichiarazione di Robert Carlyle) ormai prova un sincero rispetto per la salvatrice, e dunque, forse, non è poi così in pace con se stesso all’idea di tradirla più avanti per il proprio tornaconto.

Forse, mi sono detta, l’ha fatto anche perché lei da sola è molto più forte di Rumpelstiltskin, l’eterno codardo.

La sua Emma si riferisce alla credenza secondo la quale conoscere il nome di qualcosa equivale a possederlo. Anche il ninnolo a forma di cigno ha un perché, ma questo forse lo approfondirò altrove.

Resto sempre dell’idea che, in Emma, Gold riveda molto di Belle e probabilmente anche di Baelfire.

Aya ~

   
 
Leggi le 3 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Once Upon a Time / Vai alla pagina dell'autore: Feel Good Inc