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Autore: Francesca Akira89    25/05/2012    10 recensioni
{"Loki ha solo bisogno di un abbraccio, una bella dormita e un po' di terapia." - Tom Hiddleston}
- Parlami un po' di te.
Loki sollevò le sopracciglia, fissando l'insulso mortale al di là del vetro, certo di aver sentito male.
- Come, prego?- chiese, con calma. Con gli esseri inferiori ci voleva pazienza. Certo, se non fosse stato momentaneamente in condizione di non nuocere, la faccenda sarebbe stata diversa.
Tony Stark, anche noto come l' irritante-mortale-che-senza-la-sua-pacchianissima-armatura-sarebbe-già-morto, piegò le labbra in uno di quei suoi sorrisi che avrebbero scatenato istinti omicidi in persone più equilibrate di Loki.
- Perché non mi parli della tua infanzia?
- Cosa?!
- Stabilire con esattezza le origini del conflitto è alla base della psicanalisi. Di solito, sono da ricercarsi nell'infanzia dell'individuo. A meno che, certo, non ci sia stato un evento catartico particolare a determinare il cambiamento.
Genere: Angst, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Loki, Thor, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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"Loki ha solo bisogno di un abbraccio, una bella dormita e un po' di terapia."
- Tom Hiddleston

 



- Parlami un po' di te.
Loki sollevò le sopracciglia, fissando l'insulso mortale al di là del vetro, certo di aver sentito male.
- Come, prego?- chiese, con calma. Con gli esseri inferiori ci voleva pazienza. Certo, se non fosse stato momentaneamente in condizione di non nuocere, la faccenda sarebbe stata diversa.
Tony Stark, anche noto come l' irritante-mortale-che-senza-la-sua-pacchianissima-armatura-sarebbe-già-morto, piegò le labbra in uno di quei suoi sorrisi che avrebbero scatenato istinti omicidi in persone più equilibrate di Loki.
- Parlami un po' di te. Tanto, non mi sembra tu abbia altro da fare là dentro. E sono sinceramente curioso di sapere perché una divinità abbia deciso di discendere dall' olimpo dorato per cercare di conquistare la nostra piccola e inquinata Terra dalle risorse energetiche in esaurimento. Scommetto che ci sono obbiettivi ben più invitanti là fuori. 
- STARK!- una voce furibonda risuonò dall'interfono, ma il soggetto in questione la ignorò.
- Non provengo dall' Olimpo. Quelli sono i greci.- si sentì in dovere di precisare Loki, un po' infastidito.
- Oh beh, scusa se non ho una cultura classicista. Sai, alle medie ero troppo impegnato a studiare fisica e a ideare geniali congegni elettronici, che mi hanno reso quello che sono.
- Un insopportabile arrogante con il pizzetto, alto un metro e una banana?
- ...Stavo per dire un genio, playboy, miliardario, filantropo. E l' altezza è un estetismo del tutto sopravvalutato.  Ma non hai risposto alla mia domanda. Perché proprio la Terra?
Loki lo guardò per un po', meditabondo, finché decise che l'uomo lo divertiva abbastanza da meritarsi una risposta più o meno sincera.
- Beh, uno dei motivi, è che si tratta di un bersaglio facile.- ignorò lo sbuffo sarcastico di Stark, e proseguì prima che l'altro potesse fare qualche 'sagace' commento sul suo attuale status di prigioniero- L' altra ragione è che a Thor piace questo mondo.
- Il che ci porta alla seconda domanda... Perché ce l'hai tanto con il tuo fratellone? Anzi, rispondi prima al dubbio che sta affliggendo tutti noi Avengers... perché tuo fratello continua ad andarci piano con te, malgrado i tuoi ripetuti tentativi di fargli la pelle?
Loki prese in considerazione l'idea di commentare il modo di "andarci piano" del biondo, o di ribadire che non si trattava di suo fratello (davvero, quanto bisognava esser lenti per non aver ancora recepito il messaggio?), ma poi si limitò a scrollare le spalle.
- Thor non ha mai davvero voluto vedere la verità.
Tony Stark alzò le sopracciglia.
- ...Così parlò il dio dell'inganno.- fece, con un mezzo sorriso poco convinto.
- Quando dico la verità, nessuno ci crede. Quando mento, invece, pendono dalle mie labbra. Sai qual è la ragione?- si accostò al vetro, godendosi la differenza d'altezza tra lui e il mortale, e lanciandogli un sorriso freddo dall'alto. - Non è, solo, la mia incredibile abilità nell'arte dell'inganno. Il segreto risiede nel fatto che la gente crede a quello a cui vuole credere. Sente quello che vuole sentire. Vede quello che vuole vedere. Alla fine, io ho il ruolo del cattivo, ma in realtà le persone che si lasciano ingannare da me sono egualmente colpevoli.
Stark aveva smesso di sorridere e lo stava fissando con aria iperscrutabile.
Poi rilasciò un sospiro, prese un sorso dal bicchiere che aveva in mano e gli lanciò uno sguardo beffardo di sottecchi.
- Bel monologo ma non mi ha convinto. La squallida pratica di dare la colpa alle vittime ha perso mordente anni fa. Anche se devo ammettere che mi chiedo come abbian fatto lassù a non accorgersi che stavano allevando una serpe.- Fu il turno di Loki di rilasciare uno sbuffo beffardo.- Thor può raccontar storielle lacrimevoli sulla vostra infanzia insieme quanto vuole, ma trovo difficile credere che tu ti sia svegliato un dolce mattino e abbia deciso che sarebbe stata un'idea figa darsi all'omicidio di massa.
- Omicidio, che brutta parola. Io preferisco altri termini più accurati. Volendo potremmo considerarla anche legittima difesa.
- Legittima difesa?
- Mi annoiavo.- disse Loki, allargando le braccia come fosse una cosa ovvia.- E la noia può uccidere un uomo. Anche se quell'uomo è un dio.- si bloccò, e annuì in modo plateale: - Sì, credo che mi appellerò alla legittima difesa.- ribadì, con su la sua miglior faccia da schiaffi.
La sola risposta fu il silenzio.
A quel punto, Loki immaginò di essere riuscito ad irritare Stark abbastanza da convircelo a rinunciare al suo... tentativo di conversazione o bizzarro interrogatorio che fosse, e a togliersi dalle scatole.
Purtroppo per lui, Iron Man di ferro non aveva solo l'armatura.
- Perché non mi parli della tua infanzia?
- Cosa?!- a quello, Loki perse ogni traccia di compostezza, e fissò l'altro allibito.
- Stabilire con esattezza le origini del conflitto è alla base della psicanalisi. Di solito, sono da ricercarsi nell'infanzia dell'individuo. A meno che, certo, non ci sia stato un evento catartico particolare a determinare il cambiamento.
Tra l'indignazione, il puro sbigottimento e il dubbio se il mortale fosse serio o lo stesse prendendo in giro, Loki non poté frenarsi dal ricordare il disagio provato per le occhiate ironiche ricevute fin da bambino a causa del suo fisico minuto, l'amarezza per il fatto che le arti magiche in cui eccelleva fossero viste ad Asgard con derisione se non con sospetto, come niente più che un gioco da bambini o come un basso e vile espediente in battaglia. La rabbia e lo sconforto di sapere che non importava quanto potesse impegnarsi, non sarebbe mai stato abbastanza per uscire dall'ombra del suo fratello maggiore dorato, che tutti - i loro genitori compresi - vedevano come un eroe illuminato. E infine, lo scoprire che tutta la sua vita era stata una bugia, che le sue origini erano una bugia, che il suo stesso aspetto era una bugia. Che il dio dell'inganno era sempre stato ingannato.
Poteva anche definirsi legittimamente un dio? Lui, il mostro imperfetto abbandonato dai suoi veri genitori e raccolto dal re nemico per scopi politici, come un trofeo di guerra.
- Ad esempio...- la voce di Stark lo riportò al presente, e Loki sentì un'ondata di rabbia. Fissò con odio l'uomo che aveva risvegliato in lui pensieri che aveva in ogni modo cercato di sopprimere. Il mortale, inconsapevole o incurante della cosa, seguitò a parlare: - ...Perché non mi racconti il tuo primo omicidio? 
Loki alzò un sopracciglio, fissando Stark con occhi gelidi. Non sapeva se quell'uomo lo stesse facendo per una sua curiosità morbosa o semplice umorismo macabro, se questa fosse un'idea assurda di Fury per estorcergli informazioni o un ancor più assurda trovata di Thor per cercare di capirlo, ma se fosse servito a far sparire Tony Stark dalla sua vista, beh... allora gli avrebbe dato ciò che voleva.
- La prima volta che ho ucciso qualcuno...- esordì, godendosi l'occhiata stupita di Stark quando capì che aveva veramente intenzione di rispondere.- ...avevo circa quindici anni.- fece una pausa, aspettandosi lo sguardo di orrore del suo interlucotore. Ma l'altro mantenne un'espressione imperturbabile, anche se i suoi occhi avevano perso la scintilla ironica. Impressionato suo malgrado, Loki proseguì: - Lui si chiamava Algrim. Era l'ultimo sopravvissuto della sua razza, e uno dei più cari amici di mio fratello.- usò apposta il termine familiare, e fu ricompensato dal lampo di orrore che stavolta comparì puntualmente, mentre le labbra di Stark si piegavano in una smorfia di disgusto.
Loki sorrise, soddisfatto della reazione.
Stark lo fissò in silenzio per qualche secondo, prima di (finalmente!) iniziare a voltarsi per andarsene:
- Beh...- fece Stark.- Se Thor lo sapesse, e adesso lo saprà, non tenterebbe in ogni modo di giustificarti...
- Ma Thor lo sa già!- Loki non poté farne a meno: scoppiò a ridere, di fronte a quell'ingenuità. Quegli sciocchi mortali, chiaramente, erano talmente lontani dal mondo degli dei da non aver capito niente neanche della divinità che combatteva al loro fianco.- Cosa credi? Lui era lì. L'ho ucciso di fronte a lui.
Tony Stark, mezzo voltato per andarsene, lo fissò, apparentemente senza parole. Un traguardo che Loki era certo molta gente avrebbe dato di tutto pur di raggiungere.
Purtroppo, sembrò ritrovare presto l'uso della parola.
- E Thor...?
Loki fece spallucce.
- Mi ha tolto la spada dalle mani, dicendomi di star tranquillo, perché andava "tutto bene".- sbuffò, soffocando una risata. Quell' ovvia bugia, forse una delle prime e ultime di Thor, era stata tanto debole e pietosa da ferirlo molto più di quanto avrebbe potuto fare qualunque parola d'accusa. Strinse i denti e rivolse a Tony un sorriso beffardo, mascherando il suo stato d'animo. - Te l'ho già detto, Stark. Ognuno vede ciò che vuole vedere.
Tony Stark gli lanciò un ultimo sguardo disturbato, e poi uscì dalla stanza.
Loki rimase immobile, fissando la sua ritirata con un certo grado di soddisfazione. Abbastanza soddisfazione da permettergli di ignorare il modo in cui lo stomaco aveva preso a torcersi nel ricordare quell'episodio.
Ricordava ancora la rabbia bruciante, l'odio che era esploso nel suo petto rischiando quasi di soffocarlo, che aveva spazzato via ogni altro pensiero. E poi la disperazione, il dolore, la paura e la vergogna di guardare in faccia le persone che all'epoca aveva chiamato amici e famiglia. Ma, anche Algrim era stato un suo amico e la sua famiglia. E questo, naturalmente, aveva peggiorato le cose.
- E' stato in quella occasione...- sussurrò quasi sovra pensiero- Che mi sono reso conto per la prima volta che in me c'era qualcosa di sbagliato.
Si riscosse con un brivido, scuotendo la testa.
Strano come quell'omicidio, che in parte poteva essere anche giustificato, lo turbasse ancora fino a quel punto, considerato quante persone innocenti avesse ucciso solo nell'ultimo anno senza rivolgere loro un pensiero...
Ma... come si diceva su Midgard?, pensò con un sorriso amaro. Forse uccidere era come andare in bicicletta: non impari a farlo senza sbucciarti le ginocchia la prima volta, e una volta imparato non dimentichi più come si fa.


Note:

Ehilà! La mia prima fic su Thor (so che c'è anche Tony, ma visto che in principio questa era nata come fic sul film "Thor Tales of Asgard" e il prossimo capitolo sarà dedicato soprattutto a quello, ho pensato fosse meglio metterla qui piuttosto che nella sezione The Avengers). Beh, non proprio la prima... La prima è Mal Compris, ma quella riguarda il fumetto.
L'episodio di cui parla Loki, la morte di Algrim, avviene appunto in Thor: Tales of Asgard, un film d'animazione uscito nello stesso periodo di quello con gli attori, ma che a quanto pare è stato snobbato da tutti. Peccato.. :'(

Parla di Thor & co. ancora adolescenti innocenti e inesperti, Thor che non impugna ancora il suo mitico martello e Loki che sta appena imparando a padroneggiare le arti magiche.
I due, insieme ai tre guerrieri, partono per Jotunheim alla ricerca della spada di Surtur, un'arma potentissima che però sembra avere un influsso negativo su chi la usa.
Thor finisce con l'usarla contro due sentinelle Jotun, uccidendole. Sconvolto, capisce che la spada è pericolosa, ma ormai è troppo tardi: la notizia della rottura della tregua è giunta al re degli Jotun che attacca Asgard.
Dopo varie peripezie la spada finisce nelle mani di Algrim, un elfo oscuro (razza sterminata dai giganti di ghiaccio) consigliere di Odino, che serba molto rancore per la fine del suo popolo e si rivolta contro Odino, colpevole di non averli aiutati.
Odino resta gravemente ferito ma viene salvato da Thor, che riesce a disarmare Algrim. A quel punto Loki afferra la spada e uccide Algrim in un impeto di rabbia, dopo aver visto le condizioni del padre.
L'atto lascia Loki molto scosso, tremante e in lacrime. Thor gli toglie la spada dalle mani e abbraccia il fratello, rassicurandolo. Poi va a consegnare la spada di Surtur agli Jotun, per fermare la guerra.

  
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