OPPOSITES
OF
ATTRACTION
PROLOGO:
HEY GOD
2001.
Anche quella mattina Ville si alzò di cattivo umore, anzi, di pessimo oserei
dire. Un’altra delle sue depressioni improvvise; avrebbe dovuto farsi curare,
aveva ragione Migé, ma a lui non andava per niente di spiattellare i suoi
problemi in faccia a uno sconosciuto. Per lui era meglio tenerseli dentro e
conviverci, tanto pensarci troppo non li avrebbe risolti.
La sua
stanza era immersa in un caos totale, come sempre, e Ville inciampò in un paio
di jeans da lavare abbandonati di fronte alla porta della camera. «Dovrei
cominciare a mettere in ordine un giorno o l’altro…» si disse il cantante degli
HIM massaggiandosi la caviglia sulla quale era atterrato. «Ulteriore segno di
un’ennesima giornata partita col piede sbagliato!» esclamò poi lanciando i jeans
il più lontano possibile dalla sua vista. Era stanco di tutto: del mondo, di se
stesso, del gruppo, della musica…anche della sua amata Helsinki. Odiava tutto
quello che aveva a che fare con lui in qualche modo.
L’ennesima
depressione.
E anche
questa volta non ne sarebbe uscito tanto facilmente, non da solo almeno. «Basta,
basta, basta! Sono stanco di ritrovarmi sempre a questo punto! In certi casi
vorrei smettere di respirare e nient’altro, finirla così…fammi uscire da questa
situazione di merda!» urlò poi rivolto a qualcuno che si presupponeva risiedesse
da qualche parte nell’alto dei Cieli. “Basta…” pensò ancora Ville chiudendo gli
occhi e appoggiando la testa allo stipite della porta della sua camera
“Basta…”.
1987.
«E’ un no?» chiese Jon a una ragazza bionda che gli sedeva di fronte, al
tavolino del café in cui si erano dati appuntamento. La ragazza annuì
silenziosamente. «Perché?» le chiese ancora il cantante. Anche quella
volta?
«Perché
non riesco a vederti come più di un amico, Jonny, devi fartene una ragione. Non
starci male, sei un caro ragazzo, ma non riesco proprio ad andare oltre
l’amicizia con te, mi dispiace.» continuò la ragazza allungando una mano per
afferrare quella di Jon.
«Già,
finisce sempre così: da amici.» sbuffò il ragazzo.
«Possiamo
sempre rimanere amici, quello a me andrebbe benissimo…».
«No,
Martha, non sarebbe la stessa cosa per me. Chiudiamola qui piuttosto e chi s’è
visto s’è visto, ma non tirarmi fuori quelle stronzate sul restare amici ecc.
ecc.!» obiettò Jon ritraendo la mano da quella di Martha che lo guardò
dispiaciuta prima di alzarsi.
«Mi
dispiace, ma questo è tutto quello che posso offrirti. Stammi bene, ok? Addio.»
disse accarezzando con una mano i lunghi capelli ricci del rocker e uscendo dal
locale.
Già,
amici…come se per lui fosse lo stesso! Quando le donne avrebbero capito che quel
discorso del restare amici era una grossa presa per i fondelli, si sarebbe messa
a piovere birra! Richie non ce li aveva di quei problemi, lui con le donne ci
sapeva fare. Beato lui. Ne aveva sempre una diversa, mentre Jon era abituato a
Dorothea da quando aveva 17 anni, la sua assenza in quel momento lo spaesava,
lasciando un uomo di 25 anni a non sapere come avvicinare una donna senza
sentirsi rispondere picche.
«E’ che
tu non ci sai fare, Jonny» gli disse Richie quando gli ebbe esposto il suo
pensiero «E’ inutile che ti chiedi perché va sempre a finire così. Sei troppo “o
la va o la spacca”, con certe donne non attacca.».
«Be’,
allora dimmi tu come si fa! Insegnamelo!» sbottò Jon stravaccandosi ancora di
più nel divano. Se Richie aveva la soluzione perché non gliela
comunicava?!
«Non si
può insegnare così! E poi tu ed io siamo troppo diversi, abbiamo uno stile
diverso di avvicinare le donne…e poi una volta che ti presenti in un modo devi
poi saper sostenere quella faccia, se io ti insegnassi i miei metodi dopo un po’
come faresti a tenere su lo spettacolo? Siamo troppo, troppo diversi.» obiettò
il chitarrista accendendosi una sigaretta.
«Allora
dovrò rassegnarmi!» sospirò Jon. «Se trovo anche solo un altro mezzo giornale
che mi definisce un sex-symbol giuro che lo mangio! Vorrei che mi vedessero ora!
Non trovo più una ragazza da quando ho chiuso con Dorothea…tranne quell’altra di
cui non voglio nemmeno sentire parlare: mi ha usato come uno
strofinaccio.».
Richie
guardò comprensivo l’amico prima di alzarsi per tornare in sala d’incisione con
gli altri. «Dammi retta: continua sul tuo modo di essere. Non ha senso che ti
infervori tanto per queste cose, ti verrà solo l’ulcera.».
Facile
per lui, lui aveva tutte le donne ai suoi piedi. Lui aveva solo le fans 15enni.
Se Richie pensava che non si potesse imparare a conquistare le donne, Jon era
convinto del contrario. “Deciditi: o mi rendi sexy o mi insegni a diventarlo!”
pensò con foga rivolto al soffitto. «Non voglio più sentire la frase “rimaniamo
amici”!» sbuffò poi, prima di andare a raggiungere gli
altri.
Attenti, ragazzi, i sogni a volte possono anche realizzarsi…