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Autore: Julia Veiss    25/05/2012    4 recensioni
Fuori piove e la mia macchina da scrivere è affamata di parole.
(il non-senso è la chiave di tutto).
Genere: Demenziale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: Incompiuta
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Me ne sto qui, con le coperte tirate su fin sopra alla faccia, ad aspettare. Ad aspettare cosa?
Sto aspettando che sboccino i fiori, ecco cosa.
Intanto fuori sta arrivando la tempesta. I tuoni rimbombano sopra di me, come lo stomaco di un orco affamato di bambini, o come i passi di un gigante.
Gigante come le nuvole, nere e minacciose che si stagliano sopra l'azzurro cristallino del cielo. Fanno quasi paura.
Pioverà, ma a chi importa?

Ecco, senti come piove.
Plic plic plic plic plic plic plic .


Le gocce d'acqua battono forte sui vetri della finestra.
Chiudo gli occhi e mi immagino un ragazzo innamorato che tira dei sassolini contro la finestra della sua amata in piena notte, per svegliarla e convincerla ad uscire sola con lui.
Ma lei non scenderà. Non perchè non lo ama, anzi. Ma rimarrà in casa.
Non perchè i suoi genitori siano contrari alla loro relazione, figuriamoci. Lui è un ragazzo di buona famiglia, è dolce e gentile.
Ma lei non uscirà di casa quella notte, perchè
piove.

E mi sa che continuerà per un bel pezzo.

I tombini sono intasati, e l'acqua ha cominciato a formare tante pozzanghere ai lati dei marciapiedi.
Forse un passante verrà schizzato da una macchina in corsa, che va troppo in fretta per fermarsi e chiedere scusa. Il passante imprecherà in tutte le lingue del mondo, si strizzerà i vestiti bagnati e riprenderà a camminare, borbottando.
Chi lo sa.

Plic plic plic plic.
Oh, aspetta. Le gocce di pioggia si fanno più rade. Forse smette, o forse è solo un'illusione.

Ci prepareremo per uscire, tutti in ghingheri, con il vestito buono della domenica e le scarpe lustre, credendo ciecamente alle previsioni del meteo. Ci hanno fatto credere che verrà il sole.
Ma Madre Natura è una burlona, e non appena siamo abbastanza lontani da casa per tornare indietro, inizia a diluviare.
Nonna si bagnerà il suo vestito di lino leggero, prenderà una broncopolmonite. Mamma rovinerà le scarpe con i tacchi nuove, mai usate, ma non si arrabbierà perchè tanto le ha pagate poco.
E i bambini si leveranno i giubbotti costosi e le scarpette di marca per andare a spruzzarsi di fango sotto la pioggia incessante, mentre gli adulti tenteranno stupidamente di tenere a freno il loro istinto di seguirli e andranno a cercare un rifugio sotto una tettoia pericolante.

Plic.

Ma forse stavolta no. Stavolta ha smesso davvero.
Il sole splende, fuori. L'erba è tutta bagnata, sembra che l'abbiano ricoperta di tante perle luccicanti.

Rosso, arancio, giallo, verde, azzurro, indaco, violetto.

Toh, guarda, è spuntato l'arcobaleno.
  
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