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Autore: Cherolain    25/05/2012    12 recensioni
"Una porta si apre, c'è un ragazzo, avrà sui sedici anni, è scortato dai Pacificatori.
Seneca lo osserva, è un vincitore di alcuni anni prima, lo riconosce, si chiama Finnick Odair.
I suoi tratti, nonostante la sua giovane età, sono duri e i suoi occhi vuoti.
Sembra spezzato."
Suo padre gli diceva sempre che il Presidente è la speranza dell'intera Panem, la via da seguire.
Ma è questa la vera speranza?
Prima fanfiction in questo fandom, è estremamente gradito un piccolo parere (:
Che la fortuna sia sempre a vostro favore.
Cherolain
Genere: Drammatico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Finnick Odair, Presidente Snow, Seneca Crane
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Hope

La rosa è candida come la neve, si trova su un tavolo di mogano, in un vaso di cristallo.
Seneca la osserva, con occhi pieni di ammirazione.
Seneca Crane ha ventisette anni, ed è fiero di vivere a Capitol City.
" E' destinato a grandi cose, è intelligente e obbedisce al Regime" ha detto più volte il Presidente Snow a suo padre.
Seneca è fiero di queste parole, è contento di avere reso orgoglioso almeno una volta il grande Capo Stratega, prima della sua prematura morte.
Sta succedendo così velocemente, ma è così che vanno le cose. Dopotutto presto ci sarà la Nuova Edizione dei Giochi.
Tocca a lui, al brillante Seneca, prendere con orgoglio il posto del precedente Crane.
Tra pochi minuti sarà convocato dal Presidente in persona, per ricevere ufficiamente la nomina a Capo Stratega.
Una porta si apre, c'è un ragazzo,  avrà sui sedici anni, è scortato dai Pacificatori.
Seneca lo osserva, è un vincitore di alcuni anni prima, lo riconosce, si chiama Finnick Odair.
I suoi tratti, nonostante la sua giovane età, sono duri e i suoi occhi vuoti.
Sembra spezzato.
Seneca non ha mai visto ragazzo più bello, ma la disperazione nelle sue iridi chiare stonano incredibilmente nel suo viso meraviglioso.
Finnick lo guarda per un istante, intensamente.
Non è uno sguardo cattivo, ma disperato.
Seneca Crane, per la prima volta,  si vergogna.
Non può fare altro che ricambiare lo sguardo, per pochi secondi.
Il ragazzo non si ribella tra le mani dei Pacificatori, ma ha subito delle percosse.
Percosse, pensa Crane nella sua mente, fatte a posta per punire senza rovinare il suo bel visino.
Sicuramente Odair ha sbagliato qualcosa, si è comportato in maniere irrispettosa nei confronti del Presidente Snow.
Seneca, nonostante quella povera figura,  vuole crederci fermamente.
Finnick viene scortato verso l'esterno dell'edificio, sembra non volere avanzare, motivo per cui i due Pacificatori lo sostengono per le braccia.
Tossisce.
Tossisce più volte, tremando leggermente.
Cerca di darsi un contegno, Seneca lo riconosce, ma è altamente sconvolto.
Tossisce di nuovo, tentando di espellere qualcosa.
Non un veleno, non una medicina, forse semplicemente una parola, o un discorso.
Scortato passa davanti al tavolo di mogano, un altro colpo di tosse.
Questa volta, però, piccole macchie di sangue si disperdono nell'aria.
Una di queste, viscosa, compromette la purezza della rosa bianca.
La stanza, di colpo, perde il suo splendore e trionfo, diventando gelida.
E' in questo piccolo, banale momento che l'incanto si rompe.
Un'altra goccia di sangue ricopre un petalo.
E un'altra ancora.
I Pacificatori lo trascinano velocemente fuori dalla ricca stanza, prima che possa compromettere del tutto il simbolo di Snow.
Ora Seneca capisce, come se avesse ricevuto una secchiata di acqua gelida in testa.
Suo padre gli diceva sempre che il Presidente è la speranza dell'intera Panem, la via da seguire.
Il simbolo di Snow sono le rose bianche, pure e candide.
Ma è questa la vera speranza?
Il candore, dopo avere visto quel giovane ragazzo disperato, è solo apparente.
Dietro le rose bianche si nasconde l'odore metallico del sangue.
Il mondo, i suoi sogni, le sue convinzioni crollano rapidamente in pochi istanti.
Finnick Odair ha vinto gli Hunger Games, ma a guardarlo è come se fosse morto.
Seneca è sempre stato abituato dal padre a vedere i Tributi come piccole e inutili pedine, ma si è sempre sforzato di vedere tutti come vite umane.
Fin da piccolo era orgoglioso del fatto che il suo Presidente aiutasse il vincitore, fornendogli perdono e misericordia.
Ma solo ora comprende, guardando il ragazzo del Distretto 4, che i Tributi provano realmente dolore e cercano speranza, non c'è più bisogno di sforzarzi di crederli esseri alla pari.
Cercano una speranza che Snow non concede.
Anche chi vince gli Hunger Games, capisce, non si salverà, mai.
Quel ragazzo ha probabilmente una famiglia, una fidanzata, ma il Presidente ha deciso di non salvarlo, donandogli solo per uno o due anni una speranza apparente.
Una felicità destinata a spezzarsi.
Seneca Crane si sente un mostro.
E pensa che dovrebbero sentirsi così tutti i cittadini di Capitol.
Con orrore si rende conto che sta diventando il più grande complice di Snow.
Il profumo del sangue fresco gli penetra del cervello.
Non può più tirarsi indientro, non può, neanche volendo.
Spera solo, un giorno, di cercare di fare uscire dall'Arena qualcuno dandogli una felicità reale, dandogli delle speranze fondate.
Sarebbe perfetto salvare una coppia, due giovani innamorati, o magari due fratelli, anche se è impossibile.
Però si aggrappa a questa certezza ora che ha compreso il gioco del Presidente Snow, a cui farà irrimediabilmente parte.
 Non vuole lavarsi le mani di tante vite come Pilato, ma neanche macchiarsele.
E, sopratutto, vuole rimanere vivo.
Un Pacificatore lo chiama, il Presidente può riceverlo, dice.
Entra a passi lenti nel suo sfarzoso studio, esibendo un sorriso smagliante.
Ora è lui che esibisce una maschera, avendo scoperto quella di Snow.
Il Presidente lo fissa con i suoi piccoli occhi serpenteschi, accogliendo affettuosamente.
Ora che ci pensa Snow fa di tutto per profumare di rose, porta una rosa bianca sul bavero della sua giacca, ma questo non basta a placare il penetrante e metallico odore di sangue che emana la sua figura.

Le rose bianche non possono celare il sangue.





ANGOLO AUTRICE
Ebbene, buonasera a tutti!
Questa idea è iniziata a ronzarmi in testa questa mattina, dopo avere visto su we heart it la bellissima immagine che ho inserito nella storia.  Io spero che Seneca Crane non vi sia risultato OOC, non ho la minima intensione di farlo apparire in questo modo. Credo che sia questo il suo vero essere, ho cercato di descriverlo come meglio ho potuto. Ha un cuore, non può negarlo nessuno. Se non l'avesse avuto non avrebbe permesso di fare sopravvivere sia Peeta sia Katniss, sono sicura che l'ha fatto non solo a scopo governativo e/o a scopo di non fare passare Capitol come la zimbella di turno. Nella ragazza di fuoco si accenna, dopotutto, con una battuta di scherno, al suo cuore sentimentale.
E' la mia prima storia qui, mi farebbe davvero   contenta un piccolo parere.
Alla prossima,
Cherolain ^^

   
 
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