Avvertenze: è strano ! Inoltre, se danno fastidio accenni su eventuale omosessualità (inesistente, tra l'altro, per le menti aperte che sanno leggere tra le righe) preferisco che non lo leggiate, piuttosto che ricevere commenti omofobi. Buona lettura <3
 

Nicholas entrò nella piccola stanza degli ospiti che da quando loro erano andati a vivere lì si era trasformata nella stanza di un bambino, e si affacciò alla culla: lì dentro ci dormiva una piccola creatura di solo un anno che assomigliava terribilmente alla madre. A Nicholas, mentre guardava quel dolce viso, scappò un singhiozzo; era già passato un anno dalla morte della sua amata Helen, che gli mancava ogni giorno di più. Quando la ragazza morì, Joe aprì subito le porte al povero vedovo e al nipote, offrendo un tetto ed una spalla ad entrambi, ma soprattutto a suo fratello; il suo amato fratellino.
Il piccolo Josh aprì lentamente gli occhi, e avrebbe sicuramente pianto per attirare l'attenzione se non avesse messo a fuoco lo sguardo dolce e i soffici ricci del padre. Trovando una faccia amica, il bambino allungò le braccia e venne subito preso in collo.
‹‹Ciao dormiglione.››
‹‹Papà...››
‹‹Buongiorno piccolino mio.›› Disse Nick, con la voce un po'incrinata da quanta dolcezza riusciva a donare.
‹‹Dov'è zio Joe ?››
‹‹E' a lavoro, piccolo. Ti manca, eh ?››
Josh annuì vigorosamente e Nick, con un sospiro disse: ‹‹Anche a me.››
Padre e figlio, insieme, andarono in salotto e mentre il bambino giocava con camioncini e dinosauri, il ragazzo di ventun'anni prese un album fotografico e si sedette sul divano, sfogliandolo: quell'album conteneva immagini, ritagli di giornale, lettere; tutti ricordi della band composta dai tre fratelli che era esistita fino all'anno prima. Si sciolsero ufficialmente quando Nicholas perse sua moglie e tutta la famiglia si divise: Kevin e sua moglie Danielle si trasferirono a New York all'improvviso, senza anticiparlo a nessuno, e i genitori - che avevano cercato in tutti i modi di aiutare il figlio ad attraversare il suo dolore - se ne tornarono in New Jersey, rassegnati al fatto che l'unico che potesse salvare Nicholas fosse Joe.
Una lacrima rigò la guancia del ragazzo, che sorrise malinconicamente tra sé e sé.
Verso le sei del pomeriggio la porta d'ingresso si aprì e il cuore di Nick cominciò a tambureggiare contro la sua cassa toracica. E' tornato Joe! - Pensò.
Quello tra Joe e Nick era un sentimento grande, sconosciuto da molti: era amore, in fin dei conti, ma non amore 'normale': era più di un amore fraterno, ma era qualcosa che soltanto loro due potevano capire, ed era sempre stato così.
Il ragazzo si ricordò di quando il suo amato fratello lo chiamava Angel, da piccoli, e con un moto di gioia si precipitò da lui.
‹‹Ciao, Nicholas.›› Disse Joe sorridendogli e facendo combaciare le loro labbra per un istante.
Insieme si sedettero sul divano e al fratello maggiore, accorgendosi dell'album, scappò un sorriso.
‹‹Ti voglio bene, Angel.›› Disse lui.
Rimasero un po' lì, abbracciati, fin quando il piccolo Josh non gattonò verso di loro e si issò sul divano, tra le braccia dello zio.