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Autore: Sashaprati    26/05/2012    0 recensioni
Dopo quello che è successo nella puntata "All my children", Elijah va a New York. Avrà un incontro inaspettato con una persona che non vedeva ormai da secoli...
Genere: Drammatico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Elijah, Katherine Pierce
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Contenuti forti, Spoiler!
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Elijah e Katherine proseguirono senza troppi problemi in direzione dell'albergo. A vederli sembravano particolarmente affini, quasi come due fratelli... o come due fidanzati.
L'originario sorrise a Katherine, la quale osservava il Roosvelt Hotel con un sorriso vagamente ironico riflettendo sui gusti dell'originario.

- Sempre tutto impostato sulla massima eleganza, o sulla massima virtù... Eh, Elijah?

Lui la fissò con aria come di sufficienza tuttavia lei, per nulla infastidita, cominciò a ripensare ai dettagli del loro primo incontro secoli addietro.
Elijah era riflessivo e lei, a causa della giovane età, aveva confuso quella sua "timidezza" come vigliaccheria.
Invece lei aveva avuto un istintivo terrore del fratello Klaus, quando era vicino a quest'ultimo si sentiva un agnellino vicino ad un giovane leone affamato.

Elijah diede il braccio a Katherine ed entrambi entrarono nel Roosvelt Hotel.
Parevano davvero una coppia di sposi, tanto che il cameriere che li accolse non poté fare a meno di rivolgersi a loro in tal senso. 

- Signor Mikaelson, non ci aveva detto di sua moglie...

Katherine trattenne a stento una risata, mentre Elijah rispose apparentemente impassibile.

- Non è mia moglie, ma una persona che non vedevo da un sacco di tempo... quasi dei secoli, per così dire!

Il cameriere annuì con un sorriso e aggiunse che la "saletta riservata" era pronta per la loro cenetta.
L'originario fece un cenno di ringraziamento e si diresse in quella direzione. Katherine proseguì tranquillamente vicino ad Elijah arrivando nella saletta riservata accompagnata dall'originario.
Elijah sorrise e volle precisare un dettaglio.

- Non l'ho soggiogato, non è nel mio stile!


La sala da pranzo per "ospiti privati" del Roosvelt Hotel era una novità recente: consisteva in una vera e propria sala privata, arredata lussuosamente ma in modo tale da fornire una sensazione di intimità e riservatezza agli utilizzatori.
Elijah afferrò una bottiglia di vino e ne versò un bicchiere alla Petrova, senza sorridere ma con la massima premura. 
Lei se ne accorse. E dire che era convinta che un uomo che praticava il massimo stoicismo, come Elijah appunto, dopo millenni non ricordasse nemmeno più come si ridesse; stranamente però non le veniva da deriderlo, piuttosto si dispiaceva per lui.
Pur di far cessare quei pensieri che scavavano dolorose gallerie nel suo cervello, Katherine pose dunque una domanda all'originario.

- Come mai mi hai voluto portare qui?

Elijah si sedette e la fissò negli occhi, con quel suo sguardo apparentemente distaccato ma in grado di leggere nell'animo altrui, e la sua risposta sorprese Katherine per diversi motivi.

- Ti sei mai interessata alla tua discendenza? Penso di no, perchè il figlio che ti è stato strappato ti fa ancora male adesso dopo diversi secoli...

Katherine dovette trattenersi dallo scattare in piedi.
Non capiva come mai l'originario avesse toccato quell'argomento, pur sapendo benissimo cosa questo aveva significato per lei.

- Vai avanti - mormorò lei con rabbia evidente. - Mostrami dove vuoi arrivare!

Il suo tono era gonfio della più viva irritazione. Se ne sarebbe andata alla prossima parola fuori posto dell'originario e della reazione di Elijah non gliene importava.
I gesti che l'originario compì furono quantomeno singolari agli occhi della Petrova: Elijah si alzò e si diresse verso un cassetto posto affianco del tavolo da pranzo, tirando fuori una voluminosa cartella.

- Quando ho sostenuto che per me la famiglia viene sopra tutto è perchè ci credo - sottolineò l'originario, con voce calma e allo stesso tempo chiaramente sincera. - Nei secoli che ho trascorso affianco di Klaus, non ho mai smesso di gettare uno sguardo sulla discendenza di tuo figlio... oltre alla doppelganger!

Katherine non sapeva cosa pensare.
Aveva sempre desiderato conoscere che fine avesse fatto suo figlio e i suoi discendenti oltre ad Elena.
La risposta ad Elijah non fu particolarmente cortese, ma venne dal cuore ed esprimeva i sentimenti più puri di Katherine, al di là della sua maschera di strafottenza e di "femme fatale".

- Ti ringrazio, Elijah - esclamò in tono molto più addolcito. - Conoscere la vita del figlio che mi è stato strappato è una consolazione... Ma cosa dovrei fare ora? Tornare dai discendenti e rivelarmi? No, ormai per loro sarei solamente un disturbo, se non addirittura un intralcio; che vivano in pace, senza la presenza di Katherine Pierce!

Elijah tacque, puntando per una frazione infinintesimale lo sguardo in direzione del volto di Katherine. Lei sembrò indifferente e proseguì imperterrita nel suo discorso.

- Lo sai? Tu hai la tua famiglia ancora viva e non ti senti un estraneo, però io come mi sentirei? Non siamo in un film, su delle lampade elettriche che vengono chiamate vampiri!

Elijah non rispose, il suo corpo parlava per lui e comunicava a Katherine che il messaggio era stato recepito.
La pierce sorrise e si avvicinò a lui con un modo di fare familiare ed amichevole e gli sussurrò nell'orecchio un'unica frase.

- Comunque grazie, carissimo originario!

Dopo aver fatto questo, tornò a sedersi dall'altro lato della tavola e iniziò a consumare le portate che Elijah aveva fatto preparare. Era l'unica persona dalla quale non si sarebbe staccata per molto tempo, del resto era un pò "anziana" per credere a sciocchezze come l'amore eterno e altre simpaticherie.
Durante il pasto si accorse di un fatto piuttosto strano: I suoi occhi continuavano istintivamente a fissare l'originario il quale, compito e in modo molto elegante, mangiava cercando di ricambiare lo sguardo senza dire una parola.

  
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