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Autore: dragon_queen    26/05/2012    2 recensioni
Questa one-shot l'ho scritta per raccontare due momenti della mia fan fiction "Il sole rosso". Riporta episodi sul finale, quindi consiglierei a chiunque di leggerla.
Milo trova una bella sorpresa al suo ritorno al tempio. Cosa ha provato Elettra? Cosa ha provato lui?
Spero piaccia un saluto.
Genere: Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo Personaggio, Scorpion Milo
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'Saint seiya chronicle'
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Un dolce profumo di fiori si propagò per la stanza, mentre il canto degli uccelli riempiva il silenzio di quelle ore prima che il grande tempio si risvegliasse.

Elettra aprì lentamente gli occhi, volgendo lo sguardo in direzione della finestra, dove vide il sole alto nel cielo, mentre una leggera brezza la fece rabbrividire.

Tastò il posto al suo fianco: vuoto. D'improvviso si ricordò che lui non c'era, ormai da tre mesi, partito per chissà quale missione, lasciandola sola. Sorrise, anche se quel gesto era carico di nostalgia.

Si alzò, lentamente, il contatto dei piedi scalzi sul pavimento freddo la scosse in un brivido.

Si diresse verso il bagno. Si guardò allo specchio: era sempre la stessa ragazza che assieme alle sorelle era riuscita a sconfiggere una divinità come Ares, anche se in lei c'era adesso qualcosa di diverso.

Con calma e non curanza si portò una mano alla pancia: era difficile da notare, ma il rigonfiamento iniziava ad essere evidente. Lo aveva scoperto quando lui ormai era già partito e l'aveva lasciata ad affrontare quella situazione da sola.

Ricordava che quando lo aveva scoperto aveva trascorso due giorni in silenzio, senza voler vedere nessuno, neanche Niobe e Cleo. Poi però lo aveva accettato, anzi, era felice di poter condividere qualcosa di così importante con lui, l'unico uomo che le avesse rapito il cuore.

Posando una mano sulla pelle leggermente rigonfia della pancia, fu come se in quel momento avvertisse seriamente la presenza di quella creatura che cresceva dentro di lei, frutto del suo amore per il cavaliere dell'ottava casa.

Ad un tratto però il suo sguardo si fece serio. Se lui non lo avesse accettato?

Dopo essersi fatta una doccia, avvertì qualcuno accedere alla sua stanza.

-Sorellina ci sei?-

Era la voce di Niobe. Strano si presentasse da sola. Di solito era Cleo che la costringeva a passare del tempo tutte e tre insieme. La mezzana non aveva presp tanto bene la notizia della gravidanza, quindi si era sempre fatta vedere molto poco.

Elettra uscì dal bagno.

-Che sorpresa. Che ci fai qui?-

La sorella si sedette pesantemente sul letto ancora disfatto.

-Ci deve essere un motivo per venire a trovare la mia sorellona?-

-Pensavo che non mi volessi vedere sino a quando questa pancia non fosse sparita-

-E in fondo continuo a pensarla così, ma siccome quell'idiota del moro è partito proprio in un momento così delicato, non aveva intenzione di lasciare la neo mamma da sola a pensare a questa enorme catastrofe-

-Non esagerare-

-Elettra, queste cose ti cambiano la vita- rispose Niobe, guardandola intensamente negli occhi, costringendo la sorella a distogliere lo sguardo.

-Lo so, ma non puoi capire fino in fondo cosa sto provando. Io sono felice, è una sensazione unica sentire qualcosa che cresce dentro di te. Non è colpa di Milo. È solo accaduto-

Poi però si fece triste. Una mano le si posò su una spalla.

-Tu però sei preoccupata. Hai paura che lui non lo accetti-

-No. Sono sicura che sarà al mio fianco anche in questo-

 

***

 

Un figlio. Stava per diventare padre. Ormai mancava poco. La sua Elettra era bellissima, gonfia come un pallone, ma comunque bellissima. Ricordava ancora il giorno in cui aveva fatto ritorno al grande tempio e l'aveva trovata fuori dalla casa dello scorpione, in compagnia di Atena. Ricordava esattamente il suo volto imbarazzato quando gli aveva rivelato di aspettare un bambino suo.

Ormai erano passati quasi cinque mesi e il tempo stava per scadere.

Tutti erano in fibrillazione, compreso Deathmask, il quale cercava di sembrare indifferente alla cosa, ma continuava a passeggiare avanti e indietro per la quarta casa con sguardo preoccupato.

Camus aveva accettato di seguire la gravidanza di Elettra e aveva rassicurato l'amico dicendogli che la mamma era in salute e anche il bambino. Sarebbe dovuto nascere in estate.

Fu proprio durante uno dei giorni più afosi, mentre le donne del tempio si erano riunite con la nutrice nelle stanze di Elettra, che Milo, in attesa sulle gradinate della sua casa in compagnia di Camus, Ioria, Aldebaran, Shaka e persino Deathmask, avvertì un grido propagarsi per il tempio.

Si alzò come una molla, facendo spaventare anche i compagni. Come una furia si diresse verso le stanze della sua Elettra, preoccupato.

A sbarrargli la via la nutrice.

-Devi stare fuori- gli disse.

-Ma siete pazza?!? Voglio vederla-

-Non adesso. Devi aspettare- insistette la donna.

-Spostatevi- e fece per muovere un passo, quando avvertì una mano sulla spalla.

Si voltò e incontrò lo sguardo di Camus.

-Amico mio, facciamo come dice-

Quando la donna fu sparita al di là della porta, lui si lasciò scivolare contro una delle colonne, la testa tra le mani e il corpo scosso da ogni grido che la sua amata lanciava.

In quel momento giunsero anche le due sorelle, le quali, senza dire niente, si misero ad aspettare.

Milo non si era mai sentito così impotente in tutta la sua vita. Avrebbe voluto risparmiare alla sua cara Elettra tutta quella sofferenza. Ad ogni grido che lei lanciava, lui avvertiva come se una lancia gli trafiggesse il petto.

Ad un tratto il silenzio. Lui alzò lo sguardo verso la porta, mentre la nutrice usciva, le braccia scoperte sino ai gomiti.

Dopo un'occhiata severa al cavaliere e ai presenti, si schiuse in un sorriso.

-E' andato tutto bene. Potete entrare-

Milo non se lo fece ripetere. Di corsa accedette alla stanza di Elettra, incontrando il suo sguardo provato, ma comunque bellissimo.

Tra le braccia due piccoli fagotti...un attimo...due?!?

La ragazza gli sorrise, vedendo il suo sguardo stranito.

-Gemelli- si limitò a dire, facendogli segno di avvicinarsi.

Lui mosse qualche passo, sino a scorgere il piccolo volto dei due neonati: un maschio e una femmina. Lui con pochi capelli castani, lei invece folti capelli neri come quelli del papà.

Orgoglioso e pieno di gioia, si abbassò per baciare la fronte della sua donna, per poi fare lo stesso con quello dei bambini.

Quando vide Camus però, gli dette una sonora pacca, maledicendolo per non averlo avvertito della doppia sorpresa.

Dopodichè si fermò per un attimo per vedere la scena nel suo complesso: aveva degli amici, una missione e adesso una donna che lo amava e due figli da crescere con cura e affetto.

Sorrise. Non avrebbe potuto chiedere di meglio.

  
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