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Autore: ChiaWeasley    27/05/2012    6 recensioni
Il suono di due lame lo costrinse ad alzare la testa dal fuoco: vicino a lui c’era Clove, mentre affilava i suoi coltelli, senza dire una parola. Clove, la ragazza che fin da piccola gioiva ogni volta che colpiva i suoi bersagli con le sue armi. Clove, la ragazza sempre con un sorriso beffardo sulle labbra. Clove, la ragazza alta venti centimetri in meno di lui ma con una forza tale da poter uccidere un gigante. Clove, la ragazza che si era offerta insieme a lui alla Mietitura e che gli era sempre rimasta vicino dall’arrivo a Capitol fino a quel momento, la ragazza che lo aveva sempre spronato ma che lo aveva anche aiutato a frenare i suoi istinti da guerriero forte e audace. Clove, la ragazza che non piangeva mai. O meglio, che piangeva ma sempre di nascosto e Cato se ne accorgeva quando vedeva i suoi occhi rossi e ancora umidi. Clove. L’unica alleata che gli era rimasta, e probabilmente l’unica vera amica che si fosse tenuto stretto fino a quel momento.
La mia prima Cato/Clove, vi prego abbiate pietà di me!
Genere: Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Cato, Clove
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Shattered.

 (Clove/Cato)

And I've lost who I am,
and I can't understand
Why my heart is so broken
rejecting your love,  without,
love gone wrong; lifeless words carry on

(Shattered – Trading Yesterday)

 

La notte non gli era mai sembrata così lunga da quando erano iniziati i giochi. La quiete di quella sera sembrava quasi opprimente e strana; non si sentivano urla o i rombi di un cannone, solo un silenzio assordante. A quanto sembrava nessuno avrebbe agito quella notte e, a dire la verità, nemmeno lui: anche il guerriero più forte ha bisogno di riposo. Se ne stava seduto, di fronte ad un piccolo fuoco che scoppiettava, in attesa dell’alba o anche solo di un segnale, per poter risvegliare il suo animo spietato e crudele, pronto ad uccidere e a vincere su tutti. Poche ore prima li avevano avvisati che, la mattina dopo, alla Cornucopia sarebbero arrivati dei doni dagli sponsor.
Il suono di due lame lo costrinse ad alzare la testa dal fuoco: vicino a lui c’era Clove, mentre affilava i suoi coltelli, senza dire una parola. Clove, la ragazza che fin da piccola gioiva ogni volta che colpiva i suoi bersagli con le sue armi. Clove, la ragazza sempre con un sorriso beffardo sulle labbra. Clove, la ragazza alta venti centimetri in meno di lui ma con una forza tale da poter uccidere un gigante. Clove, la ragazza che si era offerta insieme a lui alla Mietitura e che gli era sempre rimasta vicino dall’arrivo a Capitol fino a quel momento, la ragazza che lo aveva sempre spronato ma che lo aveva anche aiutato a frenare i suoi istinti da guerriero forte e audace. Clove, la ragazza che non piangeva mai. O meglio, che piangeva ma sempre di nascosto e Cato se ne accorgeva quando vedeva i suoi occhi rossi e ancora umidi. Clove. L’unica alleata che gli era rimasta, e probabilmente l’unica vera amica che si fosse tenuto stretto fino a quel momento.
La osservò: i capelli neri erano legati in una lunga coda ma numerose ciocche ricadevano ai lati del viso, ed erano sporchi di fango e cenere; anche i suoi vestiti erano ancora macchiati del sangue delle loro vittime, e sul collo ancora i segni delle punture che si era procurata quando la ragazza in fiamme aveva gettato sopra di loro un nido di Aghi Inseguitori.
-Stanotte dormono tutti, a quanto pare.- affermò lei, con un’aria in parte annoiata, in parte rassicurata. Cato ghignò, trattenendo un risata:
-La quiete prima della tempesta, presto saranno tutti morti e io e te gli unici vincitori.- anche Clove sorrise beffarda, poggiò uno dei coltelli a terra e lo guardò:
-Non sottovalutiamo i nostri avversari: sono tutti forti, è solo la rossa del 5 che è un po’ fuori di testa ma è la più furba di tutti, da come l’ho vista in azione.-
-Io non sottovaluto nessuno. Non sottovaluto nemmeno me stesso. Non sottovaluto nemmeno te.- disse il ragazzo, con aria fiera. A quel punto Clove rise, la sua risata beffarda risuonò nelle orecchie di Cato come una dolce melodia, e lui sorrise ancora più compiaciuto. Adorava Clove quando faceva così.
-Quanta adulazione! Sei davvero bravo con le parole. Sai ingannare bene le persone.-
-Esatto: come ho fatto con il 12 per poter cercare la ragazza in fiamme, come ho fatto con Marvel e Glimmer per farli stare dalla nostra parte: hai visto quanti sponsor ci saremmo guadagnati grazie a loro. Ora che sono morti anche loro, dovranno appoggiare per forza noi.-
-Sembri felice che Glimmer sia stata fatta fuori.- disse Clove, con tono serio, non più divertito, e abbassò gli occhi; Cato si accorse subito che era arrossita per colpa di quella affermazione.
-Cosa dici Clove?- le chiese, avvicinandosi e scostandole la ciocca dal viso.
 -Niente di che, solo che sembravate piuttosto affiatati.- puntualizzò lei. –Lei era una ragazza affascinante.-
-Affascinante… ! Io non me la filavo neanche di striscio! Era tanto noiosa e incapace, non sapeva neanche tenere in mano un arco… Non cercavo di fare niente con lei: sarebbe morta comunque, per mano mia o di qualcun altro.-
-Se  non avessero cambiato le regole… Anche io sarei potuta diventare una tua vittima. Come tu una mia.-
-Non sarei mai in grado di ucciderti.- disse Cato, con un sussurro e le guance di Clove si colorarono di un lieve colore roseo. Ridendo le mise un braccio attorno alle spalle mentre lei si stringeva a lui con un lungo sospiro.
-Neanche io.-
L’alba giunse in fretta, e Cato non si era reso conto di quanto veloce fosse passata quella notte; il fuoco si era spento ma lui, ancora abbracciato a Clove, non aveva per niente sentito freddo. La ragazza stava ancora dormendo, e per un attimo il ragazzo non vide più la coraggiosa combattente e assassina, con cui sarebbe tornato presto a casa, al Distretto 2. Stava bene in quel momento: nonostante fosse sempre con i riflessi pronti era sempre preoccupato di ciò che sarebbe potuto capitare da un momento all’altro e Clove aveva lo strano potere di riuscire a tranquillizzarlo, in ogni occasione, senza fare niente di particolare, se non guardarlo negli occhi e dirgli ciò che pensava. Si mise a sedere e prese la spada per affilarla: anche Clove si era alzata, e sembrava già pronta per agire.
-Ma vai da sola?-
-Una persona dà meno nell’occhio… E poi, non voglio perdermi l’occasione di poter uccidere la Ragazza in fiamme.-
-Oh no!- disse Cato, scherzando. –Mi togli l’onore di porre fine alla sua vita!-
-Ci sono ancora altri tre Tributi oltre a lei, e sicuramente saranno tutti tue vittime. Non preoccuparti per me, farò in un lampo.- e si voltò.
-Clove aspetta!-
La ragazza si fermò e lo guardò negli occhi: Cato non sapeva perché l’aveva fermata. Forse aveva paura per lei? Non poteva avere quel timore: lei era un carro armato, una forza della natura; avrebbe fatto solo la figura dello stupido raccomandandole di fare attenzione.
-Dimentichi uno dei tuoi coltelli..- le disse, ricordandosi di averlo usato per affilare la lama della spada.
-No, tienilo tu… Te lo regalo, è l’unico che sono riuscita a portarmi dal Distretto 2.- doveva averlo proprio nascosto bene se era riuscita a farlo entrare nell’arena.
-Torna presto però!- lei si rivoltò sorridendo.
-Quando mai ho fallito?-
 
Cato rimase in piedi, appoggiato ad uno degli alberi, mentre giocherellava con il coltello che l’amica gli aveva regalato.
L’attesa si faceva lunga: Clove era veloce, sarebbe sicuramente riuscita ad uccidere qualche Tributo e a prendere le provviste e le armi che i gestori del gioco volevano offrire; era ovvio che si trattava di una scusa per spargere un po’ di sangue.
-Cato!- l’arma gli scivolò dalle mani e le dita cominciarono a sanguinare. Era la sua voce. La voce di Clove.  -Cato! Aiutami!-
Il ragazzo rimase in piedi sgomento: lei in pericolo? Come era possibile? Scacciò subito dalla mente quel pensiero incredulo ed iniziò a correre, velocissimo, verso la Cornucopia, con le gambe che sembravano muoversi da sole.
-Clove!- urlò, ma non ottenne più risposta. Appena raggiunse la Cornucopia la trovò deserta: non aveva ancora sentito nessun cannone e per un attimo, si sentì tranquillizzato. Ma poi la vide: Clove era a terra, in mezzo al prato, immobile e la testa immersa in un bagno di sangue. Il viso era rivolto verso il cielo, ma gli occhi sebbene aperti erano colmi di un vuoto infinito; perfino il sorriso malefico che Cato aveva sempre amato era scomparso.
-No… Clove!- mormorò con la voce mozzata, e si inginocchiò accanto a lei, prendendole una mano; aveva il corpo freddo, senza vita. Vide il sangue sgorgare dalla testa e una grossa pietra a pochi centimetri dalla ragazza. –Che ti hanno fatto? Resta con me, ti prego!-
Idiota, ti illudi ancora che possa essere viva?
Ci sperava. Lui voleva che fosse ancora viva, ma non era così: aveva ucciso molte persone, ma ora che si trovava davanti al cadavere di Clove provava solo un grande dolore ed un grande odio per chiunque l’avesse ammazzata. Le strinse forte la mano e ingoiò i singhiozzi: non voleva piangere, non poteva. Sarebbe stato solo un debole. Con delicatezza chiuse gli occhi della ragazza e le baciò la fronte gelida.
-Dormi Clove, dormi.- disse con fiato corto; rimase ancora a guardarla, continuando a toccarle i capelli e il viso, finché non si decise a lasciarle la mano e rialzarsi.
Iniziò a correre, senza voltarsi indietro per un solo istante, le lacrime che stavano inumidendo i suoi occhi; mentre stava attraversando il bosco, all’improvviso, sentì il colpo di cannone e nel cielo vide, per l’ultima volta, il volto di Clove. La rabbia lo investì e scagliò la spada contro il tronco di un albero; gridò forte, finché non ebbe la gola secca e il fiato che cominciava a mancargli. Era solo, senza più nessun alleato. Senza più Clove.

Per il resto del giorno cercò gli altri Tributi, con molto insuccesso, perché di loro ne aveva smarrito le tracce. Solo poche ore dopo che vagava nell’arena senza sosta udì un altro colpo di cannone: era giunta la fine anche per Faccia di Volpe. Un rumore tra gli alberi lo mise in guardia: un altro tributo era nei paraggi, poco dopo si ritrovò faccia a faccia con Thresh.
-Tu, 11!- gridò con tutto il fiato che gli era rimasto in gola e il ragazzo si alzò di scatto, la spada in pugno.
-Cato! Da quanto non ti fai vedere! Sei qui per uccidermi eh?- disse, con aria furiosa e provocante.
-Sì… perché sei stato tu ad uccidere Clove.- sibilò. -Non è così? Rispondimi!-
-Voi avete ucciso Rue!- sbraitò. Il ragazzo capì che si stava riferendo alla bambina dell’11, quella che sembrava tanto piccola e innocente, ma che invece durante l’addestramento aveva rivelato delle grandiose capacità. Quella che era morta subito dopo Marvel.
-È stato Marvel, io e lei non centriamo niente.-
-Non mi interessa: eravate alleati! E poi, ammettiamolo! Vorrei tanto provare il piacere di uccidere il Favorito di questi giochi. Prima la tua amica, ora te: sarebbe una grande soddisfazione!-
Cato scattò in avanti, roteando la spada, ma mancò di lunga il suo avversario; fece in tempo a difendersi da un suo attacco frontale e il rumore delle lame che s’incontravano gli fischiava nelle orecchie. L’odio che provava per il ragazzo era talmente tanto, che stava combattendo come non aveva quasi mai fatto prima: il pensiero di Clove che, tra le grinfie di Thresh, veniva colpita senza alcuna pietà, mentre gridava il suo nome. E lui non aveva fatto in tempo a salvarla. Un attimo di distrazione e il tributo dell’11 lo colpì. Cato cercò di contrattaccare ma la spada lo colpì alla guancia, facendolo urlare per il dolore. Un calcio di Thresh allo stomaco gli fece quasi perdere i sensi. Sentì il sangue in gola.  
Poi si ricordò: il coltello di Clove! Con le forze che aveva ancora lo afferrò e lo lanciò a Thresh, prima che potesse finirlo, colpendolo in pieno petto. Sulla faccia dell’avversario si disegnò un’espressione di sgomento; Cato si rialzò da terra, lo afferrò per il collo e, senza troppi complimenti, glielo spezzò.
Il corpo cadde e Cato sputò del sangue per terra, mentre si udiva il rumore del cannone.
Era distrutto, non ne poteva più: mancavano soltanto i due ragazzi innamorati e sarebbe finita. Ma sentiva che non ce l’avrebbe fatta. Senza Clove al suo fianco era soltanto quello che sembrava agli altri: un ragazzo di diciassette anni, nato per essere solo uno spietato assassino. Pianse, stringendo nella mano il coltello della ragazza, che era riuscita ancora una volta ad aiutarlo; ora doveva cercare di vincere, di tornare a casa, anche se sapeva che senza di lei la sua vita non sarebbe più stata la stessa.
Sto cadendo a pezzi.
Ghignò e si rialzò dirigendosi verso la Cornucopia.

Yesterday I died;
tomorrow is bleeding
Fall into your sunlight


 
{   Spazio Autrice
Ecco, la mia prima sperimentazione su Hunger Games, libro che ho adorato e che non potrò mai smettere di leggere; ho deciso di scrivere su Clove e Cato perché non tutti parlano di loro e la cosa un po’ mi dispiace.
Ho voluto ambientarla verso la fine dei giochi, e il titolo è preso da una canzone che a me piace moltissimo, che mi fa sempre piangere e il testo mi sembrava azzeccato con i pensieri di Cato.

Un bacio a tutti,
“Possa la fortuna essere sempre dalla vostra parte’’

ChiaWeasley
  
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