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Autore: Iwantasmile    27/05/2012    23 recensioni
Non esiste una persona giusta per noi. Esiste una persona che, se ti fermi un attimo a pensare, è in realtà la persona sbagliata. Perchè la persona giusta fa tutto giusto: arriva puntuale, dice le cose giuste, fa le cose giuste ma noi non abbiamo sempre bisogno delle cose giuste.
La persona sbagliata ti fa perdere la testa, fare pazzie, scappare il tempo, morire d'amore. Verrà il giorno in cui la persona sbagliata non ti cercherà e sarà proprio in quel momento in cui vi incontrerete che il vostro donarsi l'un l'altra sarà più vero. La persona sbagliata è, in realtà, quello che la gente definisce una persona giusta. Quella persona ti farà piangere ma un'ora dopo ti asciugherà le lacrime. Quella persona ti farà perdere il sonno ma ti darà in cambio una notte d'amore indimenticabile. Quella persona forse ti ferisce e dopo ti riempie di gentilezze chiedendo il tuo perdono. Quella persona potrà anche non essere sempre al tuo fianco ma ti penserà in continuazione..
Io ho trovato quella persona.
Genere: Erotico, Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: Lemon, Lime | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 46
Mi portò fino alla sua auto e mi mise sul sedile, poi in piedi di fronte a me aspettò il mio racconto.
Nel frattempo, il dolore diminuì, probabilmente era stato attutito il colpo.
“Parla Eva.. “ Disse incitandomi con i gesti a sbrigarmi.
“Una rissa..” Sussurrai.
Spalancò gli occhi, e scosse la testa..
“Ti hanno coinvolta?” Disse quasi urlando..
“L’ho scatenata io..” Risposi fiera di ciò che avevo fatto.. Una donna deve pur sempre mantenere alto il proprio onore.
Si mise le mani ai capelli e scosse la testa.
“Dio mio.. tu sei pazza.. sei pazza. Ma ti rendi conto che avresti potuto mettere in pericolo la vita di nostro figlio?” Mi urlò in faccia.
“L’ho fatto per proteggere nostro figlio lo vuoi capire?” Gridai con le lacrime agli occhi.
Non era mai accaduta una lite del genere, a tal punto da sentirmi così inutile.
“Proteggere? Eva, devi spiegarmi per bene, se vuoi che ti aiuti.” Disse poi mettendosi con le mani sui fianchi di fronte a me.
“Ero in bagno, stavo dando di stomaco.. quando lei mi ha fatto una foto e ha minacciato di dire in giro del bambino.. Dovevo farlo..” Dissi trattenendo le lacrime.
Abbassai lo sguardo, fissando i suoi piedi, che dopo due minuti scomparvero dalla mia vista.
“Scusa” Disse prima di allontanarsi correndo verso la mia scuola.
Mi alzai, e ignorando il forte dolore alla pancia, lo raggiunsi e lo fermai.
“Justin.. per favore.. lascia perdere.” Si voltò, verso di me, allargò le narici e fece una smorfia.
“Dimmi solo chi è stato.” Gli presi la mano.
“Per favore Justin.. Lascia stare. Ti chiedo di farlo per me.” Lo implorai. Entrando in quel maledetto Liceo avrebbe solo peggiorato la situazione.
Mise le mani sui fianchi in segno di rassegnazione e diede un calcio ad una lattina.
“Eva, non voglio che vieni più a scuola..”
“Justin, il fatto che sia venuta l’ambulanza a prenderla, mi sembra abbastanza necessario a fargli capire di non rompermi più..” Dissi afferrando la sua mano.
Rise.
“L’ambulanza?” Annuii.
Mi prese sottobraccio e mi baciò, poi mi disse:
“Andiamo in ospedale..” Trasalii.
“Non ce n’è bisogno. Sto bene, il dolore è passato sarà stato solo per il colpo.”
“Voglio comunque fare un controllo..” Lo interruppi.
“Ti prego Justin, voglio solo andare a casa.”
In silenzio salimmo in auto, e raggiungemmo casa.
-----
I seguenti sei mesi, trascorsero in allegria e serenità.
Justin, mi fece abbandonare la scuola per continuare a studiare privatamente,
Simone, si prese di coraggio, e venne a trovarci, così più volte lo invitammo a pranzo..
Tra Sam e Pauly, le cose andavano benissimo. Finalmente lei sembra aver messo la testa a posto in quanto a ragazzi.
Mia madre? Bhe di mia madre non potrei dire nulla, perché non so più nulla.. a parte il fatto che mi manca.
Mi guardo allo specchio, la mia pancia si evidenzia con qualunque maglia metta, persino con il pigiama. Ma non mi interessa coprirla, voglio che il mondo intero veda quanto amore possa esserci tra me e Justin.
Alcune delle sue fan mi odiano, altre hanno persino fondato un Fan-Club di nome ‘Jeva’.. Questo a causa delle innumerevoli foto che recentemente i paparazzi ci hanno scattato.
“Eva, per favore puoi venire in bagno un secondo?” Urlò Justin. Probabilmente come al solito, ha dimenticato di prendersi gli asciuga-mano.
Abbandonai la mia figura allo specchio, e attraversai il corridoio, di quella che ormai era anche casa mia.
Arrivai di fronte al bagno, e mi affacciai di poco.
“Eccomi.” Dissi.
Prima di darmi una risposta, mi afferrò dal braccio e mi trascinò all’interno di esso.
Era nudo, i suoi capelli erano bagnati e scompigliati, ma era comunque un piacere agli occhi.
“Che succede?” Chiesi, fingendo di non aver capito le sue intenzioni.
Mi attrasse a se e mi baciò.
Mi allontanai.
“Justin sei bagnato.” Urlai prima di scoppiare a ridere.
Non gli importò quanto avevo detto, e venne di nuovo verso di me per avvolgermi contro fra le sue braccia.
Potevo sentire la pressione del suo corpo su me stessa.

Poi successe.
Spalancai gli occhi e urlai.
“Justin, mi si sono rotte le acque.”
Mi abbassai e iniziai a premermi l’addome, non è una sensazione piacevole.
Sentii Justin dire:
“Oh Dio mio. Andiamo in ospedale.”
Mi prese in braccio e chiusi gli occhi per poi ritrovarmi al piano di sotto.
Ma era idiota?
“Justin, ma sei scemo? Corri a vestirti.”
Era ancora nudo.
Mi sdraiò sul divano, dove restai a contorcermi qualche istante. Poi ritornò, con addosso una camicia, abbottonata male e dei pantaloni di tuta.
Non so dove trovava la forza di prendermi in braccio,nonostante il mio peso attuale.
Mentre mi sistemava sul sedile, lo guardai in volto, era completamente pallido.
I suoi capelli ancora bagnati, lasciavano cadere sul viso delle goccioline d’acqua, che attrassero la mia attenzione.
Poi un forte dolore alla pancia. Cercai di trattenermi, ma fu difficile, così lo manifestai.
Justin salì al lato guida e partimmo sfrecciando.
“O Dio mio..” Lo sentii esclamare.
Qualcosa nel suo sguardo non andava, forse solo ora stava realizzando di avere un figlio?!
Tra un gemito e l’altro, riuscii a dire:
“Justin, hai paura?”  Si voltò, e quella che prima mi sembrò una gocciolina, ora era una lacrima.
Sono terrorizzato.” Disse con una voce angosciata.
Mi voltai e iniziai a guardare fuori dal finestrino. I dolori persistevano, ma non avrebbero potuto farmi male quanto mi faceva male sapere che Justin era spaventato dall’idea.
“Ho paura che qualcosa possa andare storto all’ultimo minuto.. Per te, o per lui..o lei.”
Buffo che il dottore, non abbia potuto dirci il sesso del bambino, perché quest’ultimo, è stato nove mesi rivolto con il fondoschiena verso di noi.
Era proprio figlio di Justin.
Allontanò la mano dal cambio, e la appoggiò sulla mia, che  continuava a stringere forte il lato esterno del sedile.
Proprio nell’istante in cui Justin parcheggiò davanti all’ospedale, gettai l’ultimo gemito, poi mi prese in braccio e mi portò fino al pronto soccorso, dove degli infermieri mi sdraiarono in una barella.
La barella iniziò a sfrecciare per i corridoi. Cercai tra i volti degli infermieri quello di Justin, che trovai affianco a me.
Malgrado tutto gli sorrisi.
Entrammo in una stanza, la sala parto.
Mi spostarono dalla barella su un lettino, dopo di che mi posizionarono le gambe su delle travi.
La mia dottoressa entrò dalla porta e mi sorrise. Dopo un’accurata ‘diagnosi’ disse:
“Allora Eva, il piccolo Bieber sembra aver fretta.. Ti senti pronta?
Avevo passato nove mesi,a  pensare a come gli altri avrebbero reagito, di fronte ad una cosa del genere.. Ma io? Come avrei reagito?
Mi voltai, guardai Justin, che era in piedi accanto a me,e gli sorrisi.
Era questa la mia decisione.
Annuii alla dottoressa, che si infilò i guanti, dopo di che si abbassò sotto di me e la persi di vista.
Potei solo sentire la sua voce:
“Al mio tre, spingiamo leggermente ok Eva?” Guardai Justin che mi porse la mano e gliela strinsi.
Era un dolore troppo forte, non riuscivo a controllare le mie urla,che iniziarono a spargersi per la stanza.
La dottoressa contò, ed io spinsi, poi però continuai a contorcermi dal dolore.
“Respira Eva, respira..” Mi urlò la dottoressa.
Continuai ad urlare, ed una lacrima mi rigò il volto.
Era atroce.
“Spingi Eva cazzo.”  Urlò la dottoressa.
Poi sentii la voce di Justin, che si sporse verso di me:
One day, when the sky is falling
 I’ll be standing right next to you
 Right next to you
 Nothing will ever come between us
 I’ll be standing right next to you
 Right next to you.

You had my child
You make my life complete
Just to have your eyes on a little me
That’d be mine forever.”


Strinsi la sua mano ed urlai, poi spinsi. Spinsi. Spinsi. Ignorai il dolore, sentendo la sua stretta.
Quanto finalmente la dottoressa, fece un’esclamazione positiva.
“Ohhhh, eccoti qua, meraviglia.” Disse. Poi un pianto.
Improvvisamente fu come se tutti i dolori del parto, fossero svaniti in un istante.
Mi voltai per guardare Justin, che si sporse verso la dottoressa.
Dopo di che, sbiancò in viso, e sentii la sua stretta farsi sempre più lenta, fin quando non mi trovai io a stringere la sua mano per sorreggerlo.
Era svenuto.

“Justin.” Urlai. Ma prima che io potessi fare qualcosa, degli infermieri lo caricarono sulla barella in cui precedentemente c’ero stata io, e lo portarono fuori.
“A quanto pare tuo marito ha ceduto..” Mi disse la dottoressa ridendo.
Trascorsi dieci minuti, mi ritrovai in una stanza d’ospedale, sdraiata con il cuore a mille.
Poco dopo, la dottoressa, entrò, trascinando con se una piccola culla.
Arrivò vicino a me,e mi sorrise:
“Congratulazioni, è un maschietto stupendo.” Mi misi una mano sulla bocca, e mi sentii il cuore colmo di gioia.
Lo prese dalla culla, e me lo mise fra le braccia.
“Sei stata bravissima tesoro..” Mi disse.. Dopo di che scomparve, senza darmi il tempo di chiedere di Justin.
Il cuore iniziò a correre, a sfrecciare, quando quel bambino stupendo mi strinse il dito.
Non piangeva, anzi, teneva gli occhi aperti e apriva in continuazione la bocca.
Aveva i capelli di un castano molto chiaro, e gli occhi scuri.. Ma il colore di essi si sarebbe formato successivamente, mi aveva detto la dottoressa.
Stetti dieci minuti con il piccolo fra le mani, dopo di che mi affacciai nella speranza di vedere un’infermiera e chiederle di Justin.
Ma la visione che ebbi fu ancora meglio.
Justin in carne ed ossa.
Sorrisi, e mi guardò attontito.
Come avrebbe reagito con il bambino? E come lo avremmo chiamato?
Mia madre avrebbe voluto vederlo?!


Ragazze :D
Saaaaaaaaaaaaaaaalve.
Innanzitutto, SCUSATEMI SCUSATEMI, davvero. In questi due giorni non ho potuto pubblicare, ma mia madre mi aveva sequestrato il computer, -__- così accedevo solo dal telefono..
Poi.. Mhh, volevo chiedere a voi.. Ho sentito voci su Twitter, che hanno rubato le canzoni a Justin, e che è successo qualcosa con Selena..
In pratica non collegarsi un giorno è come perdere una puntata di Beautiful.
Chi aspetterà l'uscita ufficiale delle canzoni prima di aprire youtube, a parte me?!
Vi adoro ragazze..
Fatemi sapere se vi piace il capitolo..
Un bacione e scusate ancora per il ritardo.
-Erika

PS. Il prossimo sarà l’ultimo..
  
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