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Autore: MaggieMary    27/05/2012    3 recensioni
Io, Kim Jonghyun, mi persi in quel ragazzo che così delicatamente sembrava custodire tutto il dolore del mondo.
[JongKey]
Genere: Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Jonghyun, Key
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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*....ok....-_-....fortuna che avevo detto che non avrei più scritto una JongKey! >.<
E invece eccomi qui (di nuovo!) con una nuova fanfiction! xP
Forse questa volta ho un po' esagerato col romanticismo...O.O...Jonghyun sembra davvero un cretino innamorato! ._.
Poverino...-_-...come l'ho rovinato...! >_<
L'ispirazione mi è venuta proprio stando davanti a una finestra di casa mia! ( che per "puro caso" è in campagna! ._.)
Peccato che il mio vicino non sia Kibum! +_+
Comunque...ecco a voi la mia seconda JongKey!
Come al solito, mi piacerebbe ricevere vostre recensione per sapere cosa ne pensate! ^O^
Bye
Maggie! ^3^



Fogli volanti

 




Da quando mi ero trasferito in campagna, avevo trascorso le mie giornate a fissare un ragazzo della casa vicina.
Aveva corti capelli biondi, occhi nocciola e passava tutto il suo tempo seduto davanti alla finestra che dava sul mio appartamento.
Era splendido.
Spesso scriveva qualche riga su bianchi fogli volanti, ma una volta avevo avuto la fortuna di sentire la sua voce.
Infatti in un pomeriggio d’estate aveva cantato. Una canzone talmente malinconica e romantica che non aveva potuto far altro che versare qualche lacrima senza un motivo preciso.
La voce del ragazzo era particolare e melodiosa allo stesso tempo.
Non ne avevo mai sentita una più bella.
Può sembrare infantile, ma me ne innamorai all’istante.
Io, Kim Jonghyun, mi persi in quel ragazzo che così delicatamente sembrava custodire tutto il dolore del mondo.
--
Non l’avevo mai visto uscire da quella stanza, nonostante i tre mesi che avevo già trascorso nella mia nuova casa.
Mi pareva una cosa piuttosto strana.
Non capivo se non voleva o non poteva uscire da quelle mura.
In ogni caso, il ragazzo continuava a rimanere segregato nella sua stanza a scrivere senza sosta, come se avesse paura di non riuscire a raccontare tutto quello che voleva.
 
La mattina mi svegliavo presto per la mia solita corsa nel verde della campagna, e al mio ritorno lui era puntualmente sveglio, alla finestra.
Col tempo avevo imparato che si svegliava sempre alle 8 e andava a dormire alle 9 di sera.
Né un minuto prima, né un minuto dopo.
Come fosse una macchina che deve rispettare orari precisi.
--
A prima vista pareva sicuramente un ragazzo fuori dal comune.
Infatti, nonostante non uscisse mai era sempre perfettamente pettinato e vestito.
Aveva un gusto tutto suo nel vestire, facilmente discutibile, ma che mi attraeva ancora di più a lui.
Con quei suoi abiti eccentrici, colorava la stanza dalle semplici pareti bianche e -allo stesso tempo- anche il suo umore, che pareva perennemente perso e depresso.
Avrei tanto voluto conoscere la ragione di quel suo malessere, per poterlo aiutare e farlo tornare felice.
Nonostante non l’avessi mai visto, immaginavo già il suo sorriso: splendido come lui.
Prima di questo, però, avrei dovuto almeno presentarmi…
Ma come facevo se lui se ne stava sempre chiuso nella sua camera?
--
Incrocia il suo sguardo per sbaglio, un sabato mattina.
Era tornato dalla mia abituale corsa e passando davanti alla sua finestra, notai il suo sguardo perso che fissava il cielo azzurro.
Era la prima volta che lo vedevo da così vicino.
Solitamente mi ero limitato ad osservarlo dalla mia casa, ma già così mi sentivo una sorta di stalker.
Lanciai un sasso lontano, in modo che il suo sguardo si abbassasse su di me.
Volevo assolutamente che i suoi occhi si fermassero su di me.
Volevo assolutamente incrociare il suo splendido sguardo.
E così fece.
I suoi occhi nocciola fissarono i miei più scuri, per un attimo.
Un attimo che gli bastò per arrossire appena.
Era bello anche quando era imbarazzato.
Sobbalzò e velocemente distolse lo sguardo, riportando la testa all’interno della sua stanza dalle pareti bianche.
Di certo non era stato il massimo e avevo ricevuto solo un occhiata veloce.
Ma almeno lui mi aveva notato, no?
--
Il ragazzo biondo amava gli uccelli.
Lo avevo scoperto quella primavera, quando i primi pennuti avevano cominciato ad arrivare nelle campagne.
Appena un uccellino cinguettava, il giovane si precipitava alla finestra per osservalo.
Ammirava quella piccola bestiolina fare il suo canto e poi volare via verso il cielo, una destinazione dove il ragazzo non sarebbe potuto mai andare.
Forse era questo senso di libertà illimitata che lo attirava.
Era pur sempre segregato nella sua stanza. Chiunque avrebbe provato le stesse sensazioni nella sua condizione.
Dopo che l’uccellino, che il giovane aveva ammirato, se ne andava, cominciava a cantare lui stesso.
Sempre la stessa canzone malinconica che riusciva a commuovermi tutte le volte con uguale intensità.
Lo amavo.
Ma era un amore a senso unico.
Solo io conoscevo la sua esistenza. Lui aveva solo visto di sfuggita la mia figura innamorata.
--
Non mi era mai piaciuto più di tanto il vento. Eppure quel giorno di primavera, quando le strade di campagna erano più isolate del solito, gli fui seriamente grato
Come sempre, la mia corsa mattutina era finita e stavo passando davanti alla finestra del ragazzo di cui mi ero follemente innamorato, senza conoscere nemmeno il suo nome.
Il giovane era seduto davanti alla finestra e scriveva, passando velocemente da un foglio all’altro con una furia impressionante.
Quando dal nulla soffiò un forte vento che scompigliò i miei capelli e fece volare via alcuni fogli dalle mani del biondo.
-Ma che…?!- esclamò questo mentre quelle pagine ancora bianche volevano giù in strada verso di me.
Senza nemmeno pensarci un momento, mi precipitai a raccoglierle, una alla volta , cercando di prenderli tutti.
-Li ho presi!- gli urlai quasi con tono vittorioso.
-Graz…- il giovane non riuscì a finire il suo ringraziamento. Infatti quando incrociò i miei occhi, si bloccò di colpo.
Alzai appena un sopracciglio, non riuscendo a capire la ragione del suo cambio d’umore, ma continuai comunque a parlare.
-Te li porto su, se vuoi..!- gli dissi confidenzialmente, dandogli del tu.
-No, no, no!- rispose di scatto, muovendo le mani per accentuare il suo disaccordo.
Piegai la testa di lato: questa era la mia occasione per parlargli faccia a faccia. Non me la sarei certo lasciata scappare!
-Insisto!- urlai io- Lo faccio volentieri…!
Per un attimo il ragazzo continuò a scuotere la testa in segno di no, ma notando il mio tono dolce e servizievole non poté far altro che aprirmi.
Abitava al 3° piano, da solo.
Dopo aver salito quelle rampe di scale, arrivai al suo appartamento e mi bloccai a fissare la porta d’entrata.
Dopo tanto tempo a sognare quel momento, finalmente ero lì. Dentro quella stanza mi aspettava il ragazzo che avevo osservato per mesi e mesi dalla mia casa.
Quel ragazzo dall’aspetto e la voce meravigliose.
Il ragazzo che amavo.
Senza neanche bussare, aprii la porta, trovandola felicemente aperta.
Lui era lì, in piedi davanti alla finestra, che mi fissava con il suo solito aspetto perfetto.
Un'altra folata di vento.
Questa volta tutti i fogli scritti, ben disposti sulla scrivania di legno scuro, volarono fuori dall’appartamento che avevo lasciato aperto.
Come prima, mi avviai a raccoglierli con ancora in mano le altre pagine bianche, ma il ragazzo mi fermò.
-No!- urlò, per poi aggiungere vedendo la mia faccia confusa- Li raccolgo io…grazie….
-Non ti preoccupare!- gli dissi io, cominciando a prendere dei fogli dal pavimento.
-No!!- ripeté lui, ma lo ignorai.
Quando raccolsi il primo foglio, mi bloccai, sconvolto dalle parole.
La prima frase, scritta con una calligrafia sbrigativa, era questa:
“Avevo sempre osservato quel ragazzo di bassa statura, che correva ogni mattina.”
Strinsi quel foglio con le mie forti mani per poi passare alle altre pagine.
Tutte parlavano dello stesso ragazzo.
Tutte parlavano di me.
Il giovane che avevo sempre segretamente osservato, aveva fatto lo stesso con me e senza rendercene conto avevamo formato un nostro legame.
Io lo amavo, lui mi amava.
Era tutto quello che avevo sempre desiderato.
Il biondo si stava mordendo un labbro, imbarazzato.
E in quel momento, feci quello che avevo sempre sognato di fare.
Senza rifletterci gli andai incontro e lo baciai.
Un bacio, che sapevo, avevamo entrambi aspettato a lungo.
Il ragazzo all'inizio cercò di liberarsi, sorpreso, ma alla fine si lasciò andare, ricambiando il mio gesto d'affetto.
Finalmente avremmo smesso di osservarci da lontano, dalle nostre finestre.
Il nostro amore era venuto allo scoperto, grazie a dei fogli volanti.
 
 
 
 
 
 
  

   
 
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