È il momento. La battaglia finale sta per iniziare. Kilgharrah mi ha detto che il mio destino è proteggere Artù, ma il  mio vero destino è stare con lei. Ho sempre sentito, nel profondo del mio cuore, che io e lei siamo destinati ad amare e condannati a combattere. Ma io sono stanco di combattere, non posso più fingere un odio che non ho mai provato. Sono stanco di stare lontano da lei, la voglio per me.

I due eserciti sono schierati uno di fronte all’altro. Al grido di Artù incomincia la battaglia. Il mio obiettivo è trovare Morgana, ma non per combattere, ma per mettere fine all’angoscia, al dolore.

La trovo e per un momento rimango incantato dalla sua bellezza, poi mi ricordo che non c’è tempo da perdere, così le afferro un braccio e la trascino in una grotta lì vicino. Con mia grande sorpresa lei non oppone resistenza. Rimaniamo qualche secondo a fissarci.

“Non deve essere per forza così”, esce dalla mia bocca.

Lei corruga le sopracciglia per meno di un secondo, poi ritorna a guardarmi come prima.

“Ne abbiamo già parlato Merlino, non c’è un altro modo”.

“Sì invece”, dico avvicinandomi di un passo. “Tutto può tornare come era un tempo. Ti ricordi com’era una volta?”.

Vedo il suo volto cambiare espressione. Ora è nostalgico, triste.

“Certo che me lo ricordo. Quando dovevo sottostare al potere di mio padre, quando.. ogni giorno avevo paura di essere scoperta, quando.. ogni giorno avevo paura che fosse il mio ultimo giorno. Mi ricordo com’era una volta Merlino, me lo ricordo perfettamente. Nessuno mi poteva aiutare, ero sola”

“No tu avevi me, io ero un tuo amico”, le dico a voce più alta, avvicinandomi ancora di un passo.

“Potevi anche conoscere il mio segreto, ma non avresti mai potuto capire cosa provavo”.

Inizio ad avere i sensi di colpa. È tutta colpa mia se lei ha scelto la strada sbagliata, è colpa mia se si è allontanata. Se solo… se solo gli avessi detto il mio segreto. Se solo gli avessi detto che la capisco, che anch’io ho provato quello che ha provato lei, che lei non era sola, che potevamo affrontare insieme le ingiustizie. Non l’ho fatto un tempo, ma posso ancora rimediare.

“Io potevo capire benissimo, perché l’ho provato anch’io. Anch’io possiedo la magia Morgana”. Faccio un incantesimo e gliene do la prova.

“Tutto questo tempo… Perché? Come?... I-io non riesco a capire. Sei rimasto al fianco di Artù tutto questo tempo, eppure lui odia la gente come noi. Perché?”

“Perché è il mio destino. Artù è destinato a diventare il più grande re che Albion abbia mai avuto e un giorno, grazie a lui, la magia sarà riammessa”

“Perché non me lo hai mai detto?”

“Io non.. non lo so”

“Be’ ormai è troppo tardi. Anche se volessi, non potrei cambiare le cose. Nessuno mi perdonerebbe per quello che ho fatto”

“Io sì”

“Perché?”

“Perché ti amo”, urlo. Lei spalanca gli occhi per qualche secondo, mentre io non posso credere di averglielo detto.

“Ti amo anch’io Merlino”, risponde lei con mia grande sorpresa, “è per questo che non ti ho mai ucciso”, aggiunge con un sorriso spento.

Mi avvicino di due passi. Siamo così vicini che i nostri nasi si sfiorano, ci guardiamo dritti negli occhi. Indugio sul da farsi, ma alla fine cedo ai miei sentimenti, così la bacio ardentemente e in modo passionale. La stringo forte a me. Ricomincio a baciarla con più ardore, con più desiderio, con più lussuria, mentre lei intreccia le sue dita nei miei capelli. Dalla bocca scendo lungo il collo, lungo il petto. Al posto di combattere troviamo una soluzione migliore.