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Autore: _Lilli_    27/05/2012    0 recensioni
Chi è Margherita? Un fiore delicato, una fragile semidea, o semplicemente una ragazza che vuole vivere la sua vita senza il pregiudizio di chi la guarda con sospetto? O mgari queste tre cose insieme...
La mia vecchia fanfiction veduta e corretta, spero vi piaccia e che la apprezziate come avete fatto con la precedente..
Genere: Avventura, Azione, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro personaggio, Claudia Auditore , Ezio Auditore, Nuovo personaggio, Quasi tutti
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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Erano trascorse poco più di due settimane dalla spiacevole discussione avvenuta tra Gilberto e Margherita, ma nessuno dei due aveva voluto affrontare il discorso nei giorni seguenti, per paura di inasprire il loro già delicato rapporto.

La vita trascorreva tranquilla e serena nel piccolo borgo, che di notte si trasformava in un ritrovo di ladri, disinibite cortigiane, e membri della guardia cittadina; alcune volte a loro si univano soldati della guardia personale dei Borgia, i bersagli preferiti di Falco e degli altri ladri: la taverna offriva birra di ottima qualità agli avventori, che spesso si cimentavano poi nel gioco dei dadi o delle carte perdedo anche grosse somme di denaro, abilmente sottratte con inganno dagli uomini esperti di Gilberto.

L'inizio della convivenza tra i ladri e Margherita non fu facile come la ragazza si aspettava: molti degli uomini più anziani l'avevano accolta con diffidenza e timore, a causa del suo aspetto; altri per il semplice fatto che fosse una donna, mentre i ladri più giovani e inesperti con curiosità. Mai nessuno però, le aveva mai mancato di rispetto, cercando comunque di rendersi utili e di non farle mancare nulla. Margherita era dell'idea che l'essere apparsa al fianco di Gilberto aveva contribuito molto, condizionando il loro modo di vederla e trattarla, dato il profondo rispetto che essi nutrivano per la Volpe; lei se ne rammaricò non poco: ricordava come i loro visi quella mattina trasparissero incredulità e sorpresa, alcuni cercando di nascondere a fatica le loro emozioni, ma questo non la scoraggiò.
Il mattino seguente si recò da Gilberto, chiedendogli un impiego che la tenesse occupata, in modo da potersi rendere utile per la Gilda: non voleva passare tutto il giorno chiusa in camera a leggere o guardare gli abitanti del borgo, e prendersi cura del piccolo Michele non le bastava. Gilberto allora la condusse nella grande cucina, da cui si accedeva da un porta nel retrobottega, presentandola alla cuoca che la accolse calorosamente, mettendola subito a suo agio e facendola lavorare al suo fianco.

Aurelia, questo il nome della cuoca, era più bassa di Margherita di alcuni centimetri e in carne, sorridente e con due grandi occhi scuri, aveva lunghi capelli castani legati in una treccia che portava nascosta sotto una bianca cuffia; indossava sempre abiti colorati, coperti da un grande grembiule perennemente coperto di macchie. Lei ed il suo defunto marito Alfonso erano i proprietari di una vecchia locanda di passaggio, non molto distante dal borgo, dove avevano lavorato per tutta la vita finchè i Borgia non decisero di farla chiudere. Alfonso, accecato dalla rabbia, cercò di combattere contro le guardie che purtroppo lo ferirono mortalmente, e indispettiti diedero fuoco all'edificio prima di andar via. La locanda bruciò per tutta la notte, e quando il fuoco fu finalmente domato della vecchia locanda non rimaneva ormai che un mucchio di cenere fumante; qualche giorno più tardi si era recata presso una banca decisa a ritirare la discreta somma di denaro che lei ed Alfonso erano riusciti a mettere da parte durante il corso degli anni, in quel modo avrebbe vissuto degnamente per il resto della sua vita. Gilberto, venuto a sapere cosa era accaduto, decise di farla lavorare per lui alla Volpe Addormentata, con grande gioia dei ladri che finalmente potevano gustare pasti decenti a tutte le ore.
-Il Signore non ha voluto benedire la nostra unione con dei figli nostri.- Raccontava spesso a Margherita, quando la portava con se a far visita alla piccola tomba del marito posta al fianco della collina, nascosta dal fitto degli alberi. -Ma lo ringrazio lo stesso ogni giorno per avermi dato la possibilità di prendermi cura dei ragazzi di Gilberto.- Diceva poi con un caldo sorriso, e gli occhi lucidi.
Aurelia era una donna dalle mille risorse, instancabile e piena di energie: al mattino presto preparava il pane, si occupava del piccolo orto che aveva dietro casa, e da sola mandava avanti l'intera cucina cercando sempre di preparare dei piatti nuovi con quel poco che avevano. Potevano permettersi di mangiare la carne solamente una volta alla settimana, ma grazie ad un lontano parente Aurelia aveva sempre dell'ottimo pesce; solo nel tardo pomeriggio si liberava finalmente di cuffia e grembiule e lasciava la cucina per tornare nella sua modesta casa in fondo alla strada.
Nel giro di una settimana Margherita, sotto l'occhio attento e vigile di Aurelia, aveva imparato a cucinare perfettamente un arrosto, a preparare il pane e diversi tipi di zuppe e minestre; in quella successiva la cuoca le insegnò a rammendare e prendere le giuste misure con il metro per confezionare abiti: prima di sposarsi, Aurelia aveva lavorato come apprendista nella bottega di famiglia, che però era passata al suo fratello primogenito, ed imparò i trucchi del mestiere che ora stava tramandando a Margherita.


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Era una mattina soleggiata, e Margherita stava preparando alcuni lucci d'acqua dolce quando Aurelia entrò in cucina urlando come una furia. -Io questa volta le uccido! Giuro che lo faccio!- Strillava agitando il mestolo in aria come un'ossessa.
Margherita posò l'affilato coltello sul tagliere e si avvicinò a lei preoccupata. -Aurelia cosa ti prende?- Afferrò prontamente il mestolo dopo averlo evitato un paio di volte, posandolo sul tavolo accanto alle verdure che servivano per la zuppa.
-Quelle due sgualdrine! Hanno di nuovo rubato le scorte di verdure che tenevo nella credenza, e non solo! Mi hanno preso anche le costose spezie che mi ero fatta inviare dall'Oriente! -Continuò ad urlare sempre più furiosa.
Le due "sgualdrine" di cui parlava Aurelia, erano le cameriere che la sera lavoravano alla taverna servendo la birra ai numerosi avventori; avevano anche la fama di essere molto lascive con i ladri e Margherita le aveva viste spesso lasciare il posto di lavoro in loro compagnia, alcune volte aveva visto anche suo fratello Falco con una delle due cameriere. La ragazza scosse la testa, allontanando quei pensieri.
-Ma ne sei davvero sicura?- Chiese con poca convinzione, dato che quella non era la prima volta che le cameriere entravano per prendere le scorte di carne o di verdura che lei e Aurelia preparavano.
-Certo che ne sono sicura!- Rispose mentre Giulio e Gilberto, attirati dalle urla entrarono in cucina; con loro c'era anche Michele, che si sedette sul tavolo mangiando biscotti alle mandorle ed osservando la scena divertito.
-Che cosa succede qui?- Chiese Volpe osservando con cipiglio severo la cuoca. Giulio nel frattempo, si era silenziosamente avvicinato a Margherita, con grande nervosismo da parte di quest'ultima.
-Succede che quelle due hanno di nuovo rubato nella MIA cucina!- Rispose prontamente Aurelia, e Gilberto si portò una mano alla fronte, scuotendo piano la testa. -Che c'è, non mi credi forse?- Continuò la cuoca, portandosi le mani sui fianchi, lo sguardo furente.
-Aurelia non accusare le cameriere senza una prova, forse hai cucinato le provviste e non te lo ricordi.- Disse l'uomo con tono gentile, cercando di calmarla, ma per Aurelia questo era troppo...
-BENE, ALLORA TIENITI QUELLE DUE SGUALDRINE DA DUE SOLDI PERCHE' IO ME NE VADO!- Urlò con quanto fiato aveva in gola, uscendo a grandi passi dalla cucina. Gilberto esasperato la seguì, con Michele che li tampinava per non perdersi la sfuriota di Aurelia.
-Cos'hai?- Chiese Giulio vedendo l'espressione turbata di Margherita, carezzandole piano una guancia pallida che si colorì leggermente a quel tocco; la ragazza, istintivamente, si ritrasse un poco cercando di dissimulare l'imbarazzo.
-Sono dispiaciuta per Aurelia... Si da così da fare, e questo è il ringraziamento.- Si portò una ciocca bianca dietro l'orecchio. -Sappiamo tutti che sono state loro due, ma perchè Gilberto non fa nulla?- Giulio si limitò a scrollare le spalle, osservando la dispensa che traboccava di barattoli e pacchetti di ogni genere, tranne che per l'ultimo scaffale in basso, completamente vuoto.
-Vedrai che Volpe riuscirà a calmarla e si comporteranno come se non fosse accaduto nulla, credimi.- Disse Giulio con convinzione prendendola poi per mano. -Vieni, un po' di aria fresca ti farà bene.- Margherita annuì piano e lo seguì titubante fuori dalla cucina.

Quando furono fuori dalla cucina, nel piccolo giardino dietro la taverna, Margherita dovette ammettere di sentirsi meglio e si sedette su una cassa vuota osservando il borgo dal suo nascondiglio; Giulio si accomodò accanto a lei, osservandola con un piccolo sorriso.
-Cos'ho che non va?- Chiese la ragazza, pulendosi da eventuali tracce di farina o di scaglie di pesce; Giulio scosse la testa afferrandole una lunga ciocca di capelli tra le dita. -Nulla, a parte essere bellissima.- Margherita arrossì violentemente, iniziando a giocherellare con un lembo della gonna.
-Non ci credo, lo dici a tutte le fanciulle che ti passano davanti.- Disse con un piccolo sorriso imbarazzato. -Dico solamente quello che penso mia dolce Margherita, o forse non mi credi?- Esclamò il ladro simulando un tono indignato, e la ragazza scoppiò a ridere dandogli un piccolo colpetto sulla spalla. -Sempre il solito! Mai una volta che tu faccia il serio.- Giulio sbuffò piano, alzandosi e afferrandole una mano per farle fare lo stesso. -Sai che noia se fossi sempre serio? Non voglio diventare come Falco!- La fece girare una volta su se stessa, poi la abbracciò guardandola dritta negli occhi. -Sono semplicemente me stesso, e mi piace.- Sorrise al rossore che ormai si era impadronito del volto di Margherita, che alla fine riuscì a liberarsi e ad allontanandosi un poco da lui.
-Anche a me piaci così come sei.- Ammise portandosi le mani dietro la schiena e passeggiando intorno al tronco di un grosso albero. Ma si pentì di ciò che disse.
Giulio la raggiunse velocemente, fermandosi di fronte a lei. -Speravo me lo dicesti.- La fece indietreggiare finchè la ragazza non avvertì il tronco contro la schiena, e posò una mano sulla corteccia accarezzandole il volto con l'altra.
Margherita distolse lo sguardo sempre più imbarazzata, in preda a mille emozioni: aveva sempre nutrito un certo interesse per il ladro, ma il suo essere galante con tutte le donne che le capitavano a tiro non le piaceva. Inoltre Falco l'aveva avvertita di starne alla larga perchè Giulio era il tipo di ragazzo che non era interessato ad una storia duratura, e lei non voleva diventare una delle sue tante conquiste; e poi c'era Gilberto...
"Perchè mi è apparsa la sua immagine?" Si chiese confusa con gli occhi piantati sulle punte delle sue scarpe.
 Ma quel ladro, dai profondi occhi azzurri, aveva un fascino particolare a cui difficilmente resisteva.
-Margherita...Io non voglio farti del male.- La sua voce sembrava quasi dispiaciuta mentre con dolcezza le voltava viso, posando le sue labbra su quelle piene e tremanti di lei, che chiuse gli occhi rimanendo immobile per alcuni istanti; lentamente, intrecciò le dita tra le bionde ciocche ribelli del ladro schiudendo le labbra e rispondendo al bacio con dolcezza.
Quando Giulio si spostò un poco per osservarla, sorrise stringendola a se. -Perdonami, non ho resistito.- Dandole un fugace bacio sulla fronte, la lasciò andare e sparì dentro l'edificio.
Confusa da ciò che era appena accaduto, Margherita si lasciò scivolare sull'erba rannicchiandosi su se stessa; si sfiorò appena le labbra con gli occhi colmi di lacrime chiedendosi perchè mentre baciava Giulio, stava pensando ad un'altro uomo.


                                                                                                                                             ~~~


Nei giorni seguenti Giulio sembrava essere sparito nel nulla.
Margherita non sapeva cosa pensare: era ancora molto confusa per ciò che era accaduto e non capiva perchè il ladro non la cercasse, ma era anche dispiaciuta perchè aveva notato un ulteriore allontanamento da parte di Gilberto.
Forse li aveva visti scambiarsi quel bacio? O era stata la cuoca a raccontarle l'accaduto? Lei ricordava solamente di essersi rialzata per tornare in cucina a preparare il pranzo, e non si era accorta delle occhiate indagatrici che Aurelia le lanciava; dopo pranzo aveva aiutato la cuoca a riordinare e poi era salita in camera, dove aveva trascorso il resto della giornata cucendo degli abiti per lei e per il piccolo Michele. Alla fine, dopo aver cercato invano di nascondere la sua preoccupazione e le pressanti domande di Aurelia, si confidò con la cuoca in cerca di conforto.
-Bambina mia, non dare troppo peso a quello che c'è stato tra voi.- Le disse Aurelia senza tanti problemi, quando era salita nella sua stanza per portarle la cena. -Conosci bene la sua fama di donnaiolo, perchè devi perdere tempo dietro a lui quando puoi avere di meglio?- Margherita aveva rimuginato sulle parole della cuoca per tutta la notte, arrivando alla conclusione che il meglio che le voleva era, purtroppo, irraggiungibile.
Era ancora immersa nei suoi pensieri quando Volpe entrò in cucina mentre lei stava affettando dei cavoli per la zuppa.
-Salve Margherita.- Salutò Gilberto, facendola sobbalzare dallo spavento. -Non vi ho sentito entrare.- Rispose la ragazza rossa in viso, chinandosi a raccogliere l'affilato coltello che le era caduto in terra. -Sono un disatro, perdonatemi.- Disse mortificata, ma Gilberto non l'aveva nemmeno vista, troppo occupato a frugare qualcosa dalla dispensa. -Eh, avete detto qualcosa Margherita?- Si voltò verso di lei con una pagnotta tra le mani, strappandone un generoso pezzo e mangiandolo con gusto. -Il pane che prepara Aurelia è il più buono in assoluto!- Esclamò, ignorando la ragazza e dirigendosi verso l'uscita della cucina.
Margherita, ferita dal suo comportamento, si fece coraggio e fece un passo verso di lui. -Volpe..Vorrei parlarvi.- Disse tutto d'un fiato, perdendosi per un attimo negli occhi viola dell'uomo.
-Ditemi allora.- Si appoggiò allo stipide della porta con aria annoiata. -Ma sbrigatevi, non ho molto tempo a disposizione ed i miei uomini mi attendono.- Margherita si morse un labbro, ma ferita nell'orgoglio gli voltò le spalle. -Bene, allora andate dai vostri uomini. Ne riparleremo quando riuscirete a trovare qualche minuto libero per me... E comunque quel pane l'ho preparato io!- Riprese il coltello iniziando ad accanirsi sui cavoli con rabbia. -Margherita.- Mormorò Gilberto facendo un passo verso di lei, ma l'arrivo di un ladro che richiedeva la sua presenza lo costrinse ad andarsene.
-Di questo passo quei poveri cavoli diventeranno una poltiglia immangiabile.- Falco si avvicinò e le tolse il coltello di mano, poggiandolo accanto al tagliere. -Come mai la mia sorellina è così arrabbiata?- Chiese divertito, accarezzando la morbida massa di candidi capelli; Margherita sbuffò allontanando sgraziatamente la sua mano. -Colpa di Volpe. Volevo parlargli ma il signore era troppo impegnato!- Rispose indignata incrociando le braccia al petto.
-Non fare l'offesa Margherita, non ti servirà a nulla. Anzi, cerca di assumere un'espresisone allegra dato che hai ricevuto visite.- Falco armeggiò con il fiocco del grembiule che la sorella indossava. -Chi mai potrebbe farmi visita?- Chiese perplessa togliendosi il grembiule per posarlo sul tavolo, ed iniziò a stirarsi delle pieghe immaginarie sull'abito consunto che indossava sempre per cucinare. -Chiunque sia, non posso presentarmi così!- Esclamò nervosamente. -In questo momento sta parlando con Volpe, quindi hai tutto il tempo per renderti presentabile.- Falco rise divertito e la prese per mano trascinandola fuori dalla cucina.


La sala della Volpe Addormentata si stava lentamente riempiendo, così Margherita decise di usare una scala secondaria che la portò davanti ad una porticina che immetteva nel retrobottega dove si tenevano le grosse botti di birra, e dove Volpe ed i suoi uomini preparavano i loro colpi; posò un orecchio sulla superficie del legno udendo delle voci parlottare piano, così fece un bel respiro e bussò alla porta in attesa che qualcuno le aprisse.
Fu Volpe ad aprirle porta: trattenne per un attimo il respiro vedendo i suoi occhi viola apparire nella penombra, ma Gilberto la accolse con un caldo sorriso che la lasciò spiazzata, ma rassicurata entrò nella stanza rischiarata solo da alcune candele che bruciavano sull'unico tavolo coperto di cartine raffiguranti Roma ed il territorio circostante; si guardò attorno scorgendo la figura di suo fratello Falco e quella di un altro ladro che la salutò con breve cenno del capo, poi volse lo sguardo verso tre figure incappucciate che la scrutavano con interesse da sotto i loro bianchi cappucci. Tra loro riconobbe Ezio Auditore. -Salve Margherita, vi trovo davvero bene.- Fu il misero commento che le rivolse con un lieve sorriso, prima di tornare ad occuparsi dei suoi affari; la ragazza lo guardò perplessa ma non disse nulla, limitandosi a sedersi sulla sedia che Falco le porgeva.
-Allora, cosa vogliamo farne di loro?- Chiese l'Assassino massaggiandosi pensieroso il mento ispido. -Direi di tenerli in ostaggio finchè non canteranno come si deve.- La voce di Gilberto emerse dall'ombra, e l'uomo poggiò le mani sul tavolo guardando con attenzione i presenti, che annuirono in silenzio.
-Vuoi tenerli qui alla Volpe Addormentata?- Fu Falco a parlare, facendo un passo avanti e posando le mani sulle spalle di Margherita, che ascoltava distratta i loro discorsi. -Non puoi farlo!- Esclamò il ladro, furioso. -Perchè devi mettere in pericolo la vita di mia sorella?- Margherita aggrottò la fronte confusa, così prese coraggio e parlò. -Se aveste la decenza di spiegarmi cosa succede, forse potrei decidere anch'io se la mia vita è in pericolo o meno.- Ezio e Gilberto si scambiarono un'occhiata divertita.
-Margherita avete perfettamente ragione, ed è proprio per questo motivo che vi ho fatta venire qui. Quello che ho da mostrarvi vi riguarda molto da vicino. Lorenzo, Flavio andateli a prendere.- Rispose amabilmente l'Assassino mentre i suoi Adepti chinarono il capo ed uscirono in silenzio, per tornare pochi istanti dopo tenendo due uomini dall'aria piuttosto malconcia; Margherita sgranò gli occhi mentre i due Adepti li buttarono in terra senza troppe cerimonie.
-Cosa ci fanno loro qui?- Chiese la ragazza osservando turbata i due seguaci di Romolo che, con polsi e caviglie legate, giacevano privi di sensi ai suoi piedi.






Angolo Autrice
Eccoci qui, finalmente il 6° capitolo non mi sembra vero :D
Chiedo venia per l'imperdonabile ritardo, non sto qui a spiegare i motivi che mi hanno trattenuta dallo scrivere, l'importante è che il capitolo è finalmente publbicato^^
Ringrazio tutti i lettori silenziosi ed i recensori, spero che questo capitolo sia di vostro gradimento!
_Lilli_

   
 
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