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Autore: MerylSilversburgh    15/12/2006    5 recensioni
In una gelida notte, prima che l'ultimo scontro abbia inizio, Anakin ritorna e scrive una lettera ai suoi figli...
Genere: Triste, Malinconico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Anakin Skywalker/Darth Vader, Luke Skywalker, Principessa Leia Organa
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Era una notte come tante altre dell’era imperiale

MY CHILDREN, PLEASE KILL ME

Era una notte come tante altre dell’era imperiale. Fredda, inconsistente. Che esprimeva desolazione e sconforto. Che col suo profondo silenzio faceva tacere gli echi delle vittime urlanti della giornata, le vite distrutte per mano del signore dei Sith.

Buia. Nera. Oscura. Come la vita che Lord Vader aveva scelto.

In alcune di queste notti, raramente, capita che una parte assopita ma mai eliminata del tutto degli animi umani, si risvegli ed esploda, pretendendo di tornare. La parte nascosta di noi, quella che qualcuno definisce il nostro vero io.

E fu in quella notte, che Anakin Skywalker tornò, combattè con la sua stessa anima e lasciò un segno della sua temporanea vittoria.

Ma Vader tornò presto, assieme all’alba, come se per ironia fosse lui la vera luce della sua esistenza, ed eliminò presto il segno della sua sconfitta.

Qualche minuto prima però, chiunque avrebbe potuto osservarlo mentre attraverso i suoi occhi elettronici iniettati di porpora leggeva file di strette parole su un foglio di carta stropicciato. Un foglio che riportava parole di perdono che andavano immediatamente distrutte.

Figli miei,

ovunque voi siate, qualunque cosa stiate facendo, vorrei scrivervi ciò che potrei dirvi a parole se la luce si rimpossessasse di me.

Sono intrappolato nell’odio, nel rancore, e ciò che so provate per me non mi aiuta a rinsavire.

Ho più paura adesso di quando ero un giovane padawan. Paura di non riuscire ad essere perdonato, paura di non riuscire a farmi amare da voi. Cosa succederebbe se tornassi? Io ho distrutto e mantenuto nel terrore la galassia, ho distrutto i vostri compagni ma soprattutto, ho ucciso vostra madre.

Già, vostra madre. Voglio parlarvene un po’, voglio parlarvi di quanto è possibile amare qualcuno come io ho amato lei, e come la amerò per sempre.

Sapete cosa significa vivere mesi nell’inferno della guerra e far sparire ogni sofferenza solo pensando a quando rivedrete il sorriso della persona che amate?

Ogni suo tocco era un infuso di vita, avrei rinunciato a vivere per vedere ogni mattina il suo viso. Avrei fatto qualunque cosa per lei, perché mi teneva in vita. La più tremenda delle punizioni, con lei accanto si sarebbe trasformata nel più dolce dei ricordi. E quando ho saputo che il nostro amore avrebbe presto avuto forma vivente, la gioia mi ha invaso. Poi vi ho odiato, purtroppo lo confesso, quando ho cominciato a fare quei sogni. Sogni maledetti in cui la vostra nascita mi portava via lei.

Non sapete come è facile passare dal più felice dei giorni alla più disperata caduta nell’inferno.

La mia testa non funzionava più. Non esisteva più nulla per me se non trovare la possibilità di salvare mia moglie. Avrei ucciso me stesso, se fosse stato quello il modo più efficace. Come avrei voluto…

Pensai ai baci sullo sfondo dei laghi, alle notti di passione in cui la felicità era talmente intensa da darmi dolore, a quel sogno proibito di un bambino ingenuo che era diventato pura realtà. A quanto ero fiero degli ideali della donna che amavo, del suo impegno per la gente, del suo amore incommensurabile verso ogni cosa, del suo coraggio e della sua forza d’animo. Quella dolcezza che nascondeva una donna forte e generosa, sicuramente più meritevole di me di un grande potere.

Pensai a tutto questo, prima di farlo. Prima di firmare la condanna di Anakin.

“Farò tutto ciò che vuoi, ma aiutami a salvare Padmè…non posso vivere senza di lei”

Gli dissi questo. Dissi questo in ginocchio a Palpatine dopo averlo aiutato ad uccidere il maestro Mace Windu.

Il lato oscuro. Era quella l’unica soluzione che mi si era presentata davanti. E non avevo esitato a prenderla. Ho sbagliato, ero solo e confuso, ma ho sbagliato. Non sono mai riuscito a credere in me, e credo che nonostante gli elogi ricevuti per le mie grandi imprese, nessuno l’abbia mai fatto veramente a parte Padmè. Una volta avrei citato anche Obi Wan, ma non posso biasimarlo se non ha soccorso un Sith assetato di sangue in mezzo alle fiamme. Anche se non mi avrebbe salvato solo dalle fiamme probabilmente…ma il destino ha voluto altro per noi.

Se fossi stato un Jedi saggio come lui avrei riconosciuto la trappola, avrei capito che solo rimanendo fedele ai miei ideali e continuando a stare vicino alla mia sposa tutto si sarebbe risolto. Come ho potuto credere che un potere alimentato dall’odio salvasse quell’amore incommensurabile che mi aveva riempito la vita, davvero non lo so. Eppure ora è tutto così chiaro…solo adesso è cristallino come l’unico potere che avrebbe migliorato il mondo all’epoca lo custodivo nel cuore. Un potere che, su quello Palpatine aveva ragione, i Jedi non potevano possedere per le loro ligie regole. Io fui il Jedi che poteva amare, non ho mai pensato di sbagliare neanche quando il pensiero di stare con vostra madre mi sfiorava appena. E mio fratello, ora lo so, l’avrebbe capito. Anzi, sono completamente convinto che Obi Wan sapesse di noi due dall’inizio. E ci ha sempre protetto. Come un angelo custode del più grande dei poteri. Solo l’amore batte l’odio, e questo semplice mistero non era mai passato neanche per l’anticamera del cervello del grande ma troppo cieco maestro Yoda. L’unico complotto veramente necessario nella tremenda storia del tradimento di Skywalker, sarebbe stato quello contro i dogmi dell’ordine, anche se in cuor mio so benissimo che non sarebbe stato necessario. Se fossi stato attento, io e Kenobi avremmo sconfitto i Sith e riportato la pace. Avrei detto a tutti della mia famiglia segreta, e ne sono sicuro, Yoda mi avrebbe permesso di restare un Jedi. Avrebbe capito, perché era un grande maestro. Tutti d’altronde, fanno errori, e detto da me suona veramente comico.

A volte figli miei, mi chiedo chi sono. Che ruolo ho ancora nel destino? Sono il mezzo grazie al quale sorgerà il nuovo ordine Jedi fondato sull’amore? Perché so di per certo che uno di voi mi ucciderà presto, anzi, ucciderà Vader, la parte di Anakin convinta di aver portato la pace e l’ordine nell’ universo. La parte che crede che grazie al male non soffrirà mai più. E io, figli miei, non aspetto altro che voi lo finiate, ma non posso fare a meno di pensare a come la realizzazione di qualcosa di più grande di noi ci abbia rubato la vita. Mi immagino sempre la faccia e il sorriso che avrei fatto guardandovi nascere. Le lacrime che avrei versato e i baci che avrei dato alle mie tre ragioni di vita. Sogno come vi avrei toccato leggermente con timore, come vi avrei protetto con ossessione per paura di perdervi, come avrei abbracciato Padmè vedendovi crescere. Mia moglie, ne sono certo, sarebbe diventata il cancelliere più giusto e leale della storia e avrei addestrato uno di voi solo per sfizio, poiché ne sono sicuro, nessuno avrebbe mai più alimentato la guerra. Quando morirò, e spero per mano vostra, vorrei tanto che il paradiso sia così, la mia vita perduta e sacrificata. La vita perfetta. Ma si sa che la perfezione non dura, e a volte non si realizza neanche. Anche se ancora non mi spiego come la grande senatrice Amidala abbia ammesso di amarmi dopo avermi sentito in tutta la mia rabbia, dopo avere appreso la mia furia omicida contro i Tusken a causa di mia madre. A volte mi chiedo anche cosa avrebbe detto a Darth Vader. Sono sicuro che non avrebbe avuto alcun timore a presentarsi al suo cospetto, probabilmente, lo avrebbe anche abbracciato. Quella maschera putrida, fredda e nera, l’avrebbe amata allo stesso modo, ne sono certo. E io che ho creduto volesse uccidermi, quando invece sono io che ho ucciso lei. All’inizio credevo con la forza, adesso grazie alla vostra esistenza so che l’ho fatto col tradimento, ma forse è anche peggio…Palpatine non mi ha salvato per compassione, ma per alimentare il dolore di Vader, perché se fossi morto con lei, sarei rimasto in pace. E lui voleva solo alimentare il rancore del suo Sith, fargli credere che colei per cui aveva venduto se stesso lo aveva tradito, e che il suo amico Kenobi non era abbastanza fratello per tendergli una mano e aiutarlo, non era abbastanza fratello da credere ancora in lui dopo quel massacro che aveva compiuto.

Nei primi tempi dell’impero mi sembrò di riuscire a sentire i pianti di Obi Wan, da Tatooine. Le sue scuse e urla di sconforto, e le sue richieste di perdono rivolte ad Anakin.

Sono ancora qui Obi Wan, sono nascosto ma ci sono, e sarò libero quando i miei figli toglieranno di mezzo Vader.

E ho fiducia in voi ragazzi, perché lo facciate presto. Aiutatemi.

Come si è già detto, Lord Vader bruciò quel pezzo di carta appena tornò a prendere possesso della sua anima, e quelle parole volarono via come se non avessero alcun significato, come se fossero state lo sforzo inutile di un uomo ormai morto, sepolto, assassinato.

Ma quella notte, Luke e Leia, molto lontano, vennero scossi durante il sonno da qualcosa che non conoscevano e si alzarono a guardare le stelle. Sentirono chiaramente quella richiesta di aiuto, anche se non seppero mai la sua provenienza. Solo qualche tempo dopo, anche grazie a quella sensazione, il giovane Luke fu guidato verso la realizzazione dell’ultimo desiderio di Anakin Skywalker.

  
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