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Autore: iceygaze    07/05/2004    0 recensioni
VERSIONE RIVEDUTA E CORRETTA "Hanamichi e Haruko sono sposati da alcuni anni ed hanno pure un figlio, ma una foto dei tempi del liceo risveglia in Hanamichi molti ricordi. >>Paring vario e variabile ma con Hanamichi come fulcro<< E' UNA FIC SIA YAOI (pochino pochino) CHE NON"
Genere: Romantico, Sportivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Hanamichi Sakuragi, Haruko Akagi, Kaede Rukawa
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Se tornerai

by iceygaze

 

PROLOGO

 

Era una serata come tante altre in casa Sakuragi e il nostro Hanamichi era seduto su una comoda poltrona accanto al lettino del piccolo Ruky. Il suo intento era leggere una fiaba per farlo addormentare ma la cosa, come ogni sera del resto, si stava dimostrando molto ardua. Il suo figlioletto era decisamente una piccola furia (tale e quale a suo padre, del resto).

Finalmente, dopo quasi un’ora di racconti, proprio mentre stava per addormentarsi lui stesso, era riuscito a fargli prendere sonno e il rossino ora poteva felicemente dedicarsi alla sua Harukina-cara. “Aahh… tesoro, Ruky stasera era veramente scatenato, mi è sembrato di leggere per due secoli prima che si addormentasse!” gridò mentre scendeva le scale per dirigersi in cucina dove la sua dolce metà lo aspettava divertita., “Eh eh, tutto suo padre, non è vero?”

Hana allora si avvicinò alla moglie ed esclamò “Mi sa che hai proprio ragione, diventerà sicuramente un genio come suo padre, non ho dubbi e ...”. Ma Haruko lo prese per la vita e lo tirò a sé dicendo sensualmente “Smettila di esaltarti e baciami stupido”. Il rossino non osò controbattere e iniziò a baciare con dolcezza la sua bella facendo scivolare le sue dita lungo corpo di lei. La passione ormai aveva preso il sopravvento sui due e Hana era intento a sbottonare la camicetta di seta della sua amata, ma una voce alle loro spalle li sorprese “Mamma, papà, cosa state facendo?”. Loro, visibilmente imbarazzati, urlarono all’unisono “Cosa ci fai ancora sveglio tu!!!!!!!!!!”.

Il piccolo rispose rivolgendosi al papà “Ho avuto un incubo e mi sono svegliato. Non riuscivo a prendere sonno e così ho preso uno dei tuoi manga per leggere un po’: all’interno ho trovato questa foto, papà chi è questo signore con te nella foto?”.

Quella era una fotografia scattata più di dieci anni prima su di un campo da basket vicino alla scuola dove Hana era solito, negli ultimi due anni di liceo, allenarsi insieme al misterioso signore della foto. Vista l’esitazione del rossino Haruko intervenne “Beh, vedi caro, questo signore è stato un grande amico di tuo padre ai tempi del liceo, non è vero Amore?”. Visto che Hana esitava ancora, con lo sguardo perso nel vuoto e la bocca semiaperta, la moglie preoccupata continuò “Cosa c’è tesoro, non stai bene?”. Ma Hana si riprese all’istante e con sicurezza affermò “No, no cara, è stato solo un momento di défaillance”. In realtà Hana non aveva avuto solo una breve défaillance, al contrario in un solo istante una moltitudine di ricordi di esperienze passate lo avevano bombardato, in un semplice lunghissimo istante era stato coperto da infinite emozioni. Ancora un po’ scosso, ma riavutosi da quel crogiolo di emozioni, o almeno così cercava di fare intendere, disse quindi al figlio “Facciamo un patto piccolino; tu adesso vai a letto e cerchi di dormire ed io domattina, appena sarai sveglio, ti racconterò le mitiche gesta del tuo magnificente, grandioso, nonché stratosferico papà. Ok?”. Ruky rispose argutamente “Va bene, ma dovrai aggiungere anche una partita di basket al campetto” “Tutto quello che vuoi, ma ricordati che ti sarà impossibile battere il grande Tensai del basket – disse scompigliandogli simpaticamente i capelli – ah ah!” Il piccolo esclamò “Ma quanto sei stupido quando fai così papà, comunque buona notte a entrambi” E loro, insieme “Notte tesoro”

Una volta che Ruky ebbe lasciato la stanza, Haruko guardò seria Hana e gli chiese, più preoccupata di prima “Senti tesoro cosa c’è? Il piccolo Ruky può non averlo capito, ma io si: come mai hai cambiato così repentinamente umore quando hai visto la foto di Rukawa?”

Allora Hana, ormai messo alle strette, si lasciò cadere su di un divano e cacciò un sospirone quasi per raggruppare le idee quindi disse “E’ una lunga storia, lunga e triste, sei sicura di volerla sentire?”. A questo punto Haruko annuì e si sedette accanto al marito dicendo “Certo amore, ci mancherebbe altro: non voglio che ci sia qualcosa che ti turba. Sai che non mi piace vederti triste”. Dopo qualche attimo di silenzio Hana scosse lievemente la testa ed affermò “Va bene cucciolo, ma se proprio vuoi dovrai aspettare due giorni, perché voglio raccontarti tutto solo a Kanagawa”. Haruko fu decisamente presa in contropiede e domandò ancora “Come mai?!?”, ma Hana la fermò dicendo “E’ meglio così, fidati”.

Dopo essersi alzata in piedi ed essersi piazzata davanti a Hana che era sprofondato in un divano, Haruko ribatté “Ma come faremo: devi giocare i play-off e poi con la scuola del piccolo come la mettiamo?”. A questo punto anche Hana si alzò e con le mani unite dietro alla schiena cominciò a passeggiare per la stanza, mormorando qualcosa che non arrivava distintamente alle orecchie della moglie. Comunque dopo due giri completi della stanza, si avvicino ad Haruko, le mise le mani sulle spalle e con un gioviale sorriso rispose “Il piccolo Ruky lo possiamo affidare a tuo fratello mentre per le partite non c’è alcun problema, questi avversari non sono assolutamente preoccupanti e poi con Akira la squadra può fare a meno di me, e poi c’è Fujima che, oltre a dovermi un favore, se decide di scendere in campo è la fine per chiunque”. Detto questo la baciò dolcemente sulla bocca e restò in attesa di una risposta, la quale non si fece attendere “Allora partiamo quando vuoi te”. Quindi Hana la abbracciò teneramente ed esclamò “Domani prendiamo il primo volo e poi saprai tutto. Comunque… che ore sono?… le 22:00. Adesso vado a prendere la macchina ed esco a fare un giro, vorrei rimanere un po’ solo per pensare”. Haruko seguì con lo sguardo il suo uomo che prendeva le chiavi dell’auto e si avviava verso l’uscita, e disse “Va bene; io ne approfitterò per chiamare Takenori

Uscendo di casa puntualizzò “Ok; ma non stare sveglia ad aspettarmi, penso di rincasare piuttosto tardi. Ciao”.

 

Due giorni dopo i due si trovavano a Kanagawa, in Giappone, dove si trova l’istituto Shohoku, il luogo dove tutto era cominciato e che rappresentava non pochi ricordi per il nostro amico. Erano tutti e due ancora un po’ scombussolati dalla differenza di fuso, e stavano girovagando per l’aeroporto.

Ad un certo punto Hana si girò verso la moglie dicendo “Andiamo amore, prendiamo  il taxi, andiamo in albergo, riposiamo un po’ e poi ti porto nel luogo dove tutto è cominciato”, Haruko annuì con gli occhi e seguì il marito verso l’uscita.

Tre ore dopo i due erano sul promontorio della città, una specie di belvedere dal quale si aveva dominava tutta la cittadina. C’era solo una panchina, proprio sul bordo, vicino alla ringhiera che li separava dal vuoto. Si sedettero su quella panchina e stettero a contemplare il panorama per qualche secondo. Tutto ad un tratto Hana esordì “Bene, adesso che siamo qui posso svelarti tutto: RUKAWA ED IO SIAMO STATI UNA COPPIA PER QUASI UN ANNO PRIMA CHE LUI MORISSE!”

 

“FLASH BACK”

 

…Erano trascorsi solo tre mesi dalla leggendaria partita contro il Sannoh e per Hana era ormai giunto il momento di tornare a Kanagawa, il nostro rossino di nuovo in perfette condizioni, (l’infortunio alla spalla era ormai acqua passata) e non vedeva l’ora di tornare dai suoi amici e dichiararsi finalmente alla sua Harukina-cara. Qualunque sarebbe stata la sua risposta almeno avrebbe potuto almeno mettersi il cuore in pace e, in caso di risposta negativa, cambiare obbiettivo.

Steso sotto un ombrellone intento a leggere un manga sul litorale di Onomichi, (ignoro se lì ci siano bei litorali e come Hana abbia fatto a finanziare questo viaggio, ma questo posto esiste e non vi sto pigliando in giro- NdR) era assorto nei suoi pensieri “E’ triste dover abbandonare questa bella spiaggia” pensava Hana, esponendosi agli ultimi raggi che quel caldo sole gli offriva “ma ormai il Torneo Città di Hiroshima è in procinto di iniziare e il sig. Anzai punta sul Tensai Sakuragi per vincerlo e non certo su quella stupida volpe di Rukawa”.

In quel momento Hana fu distolto dai suoi pensieri a causa del potente rombo di una moto: era Tetsuo, l’ex-compagno di risse di Mitsui, il quale dopo esser diventato amico dell’armata di Sakuragi e primo supporter dello Shohoku, era venuto a prenderlo per evitargli un lungo e snervante viaggio di ritorno, in treno, fino in città.

Hana in un primo momento non capì chi fosse il motociclista, e fu decisamente colto di sorpresa nello scoprire chi lo stava salutando “Ehilà Tensai, come vanno le cose?” gli chiese il motociclista togliendosi il casco. “Ah, ciao Tetsuo, mi sento bene, così bene che potrei affrontare mille campionati da solo e sono sicuro che finalmente potrò dimostrare a tutti il mio vero valore” urlò ai quattro venti l’ex matricola n°3 dello scorso campionato (poveretto quando gli avevano detto la classifica finale, nella quale si era visto superare sia dal volpino sia da Nobu-scimmia, pianse e pianse come un bambino per cinque giorni filati tanto che quelle poverette delle infermiere del Centro Fisioterapico lo dovettero imbottire di sonniferi con dosi elefantine per farlo smettere, NdI).

Dai campione salta su, che tra due ore arriviamo a casa tua. Lì ti aspetta una bella sorpresa” disse il centauro porgendogli il casco. Hana esclamò “Non penserai che io metta il casco, vero? Rovinerei la mia nuova chioma!!!” (alla Sendoh, tanto per darvi un’idea NdB). “Ma sì, sicuro, proprio ora che finalmente non ho più problemi con i pulotti e non devo più scappare ogni volta che li vedo. replicò Tetsuo con un miscuglio di voce e sguardo che lasciava trasparire un bel po’ di ironia. “Va beh, se la metti su questo tono penso che lascerò perdere la mia capigliatura” ribadì il rossino scherzando.

Hana era pensieroso mentre l’autostrada scivolava sotto la moto, da una parte era terrorizzato dalla velocità mantenuta dall’amico, dall’altra era un po’ emozionato per l’attesa del suo rientro ed un po’ preoccupato per i futuri allenamenti, Akagi infatti gli aveva promesso che lo avrebbe massacrato fino a che non avrebbe iniziato i corsi universitari.

Arrivati a Kanagawa i due giovani si fermarono davanti alla casa di Hanamichi. Qui accadde un fatto inaspettato, il rossino fu infatti colpito alla testa, il colpo lo fece cadde a terra dolorante ed un secondo colpo lo fece svenire (so che ci vorrebbe una bomba per abbattere così Hana ma mi serve così, NdB), fu così legato come un salame e messo in un sacco.

Quando il nostro basket-man riprese i sensi si trovò solo in un ambiente tetro ma alquanto familiare e che gli infondeva una sensazione di sicurezza; ad un tratto sentì delle voci a lui tanto care e familiari che gridavano BENTORNATO, le lacrime cominciarono a solcare il suo viso e finalmente dopo tanti mesi poté riabbracciare tutti i suoi amici.

Il primo di tutti a fare gli onori di casa fu Ryota il quale non poteva credere quanto il suo compagno si fosse irrobustito e alzato (quasi 10 cm!!!!): “Ti trovo bene vecchio mio, scommetto che il tuo cambiamento sia dovuto al fatto che ti sia allenato tutta l’estate visto che eri un pivello!!!” scherzò il playmaker; “Certo che mi trovi bene, io sono il Tensai Sakuragi” ribatte Hana.

“Idiota” ribatté con la solita freddezza Rukawa; il quale comunque tentò di stringere la mano del suo compagno, contento anche lui (per quanto un freezer potesse essere contento, NdB) del ritorno del compagno, se non fosse che Haruko e le sue amiche lo anticiparono e sommersero il rossino di domande e attenzioni. Oramai i loro rapporti erano di gran lunga migliorati, si poteva quasi affermare che tra i due ormai ci fosse amicizia.

Hana però aveva notato l’intenzione di Rukawa, per cui appena poté si avvicinò subito a lui e lo salutò cordialmente; “Ciao, Volpino, passate bene le vacanze?” chiese il rossino, stupendo tutti i presenti. Rukawa per non smentire la sua fama di frigorifero ambulante rispose con indifferenza “Guarda idiota che mentre qualcuno quest’estate si riposava e passava le giornate in spiaggia, qualcun altro ha sgobbato durante il ritiro della nazionale e non mi sembra che fossi tu”, ma quello che stupì maggiormente i presenti fu la reazione e la conseguente risposta del Tensai “Penso proprio che tu abbia ragione, ma non pensare che io non abbia lavorato, mi sono molto impegnato anc...” peccato che prima del termine della frase Akagi lo colpì con uno dei suoi possenti pugni.

 “Ahia Gorilla, mi hai fatto male” ma di contro l’ex capitano replicò seccamente: “L’ho fatto per il tuo bene, stavi straparlando, evidentemente la botta di prima ti ha confuso le idee” “Non stavo mica straparlando, io non ho intenzione di minare l’equilibrio della squadra come al contrario facevi tu con il tuo atteggiamento da gerarca nazista e con i tuoi pugni dati a destra e a manca” al che tutti i presenti svennero, dall’incredulità di aver sentito tanta saggezza da parte di quell’esaltato che era il loro amico, a parte Akagi che era intento ad inseguire il rossino per ucciderlo e Rukawa che era rimasto impassibile come al solito, anche se era leggerissimamente colpito (ma così in profondità che in paragone la fossa delle Marianne è una buca del golf, NdB) dalle parole di Hana che dimostravano una notevole maturità.

Cmq passato lo smarrimento del momento tutti ripresero a divertirsi e grazie a qualche (qualche… diciamo pure un bel po’, al cambio attuale circa una duecento, non è proprio una cosetta da nulla – NdR) lattina di birra di troppo molti divennero brilli e Ryota mostrò il suo spirito da cabarettista grazie al quale allietò la serata.

Verso la fine della serata Ayako prese la parola: “Ragazzi, come sapete da domani iniziano gli allenamenti, non voglio che li prendiate alla leggera solo perché siamo all’inizio, come sapete a fine mese ci sarà il torneo Città di Hiroshima, spero bene che vi impegnerete e farete bella figura, sono sicura che lo farete ed è per questo che abbiamo intenzione di premiarvi se le cose andranno bene”

Tutti i ragazzi rimasero esterrefatti ed incuriositi per le parole della manager, ma il troppo alcool aveva annebbiato il cervello di gran parte della squadra (tranne Kogure e Akagi visto che il primo era astemio mentre il secondo non aveva alzato troppo il gomito visto che era il più assennato, NdB) quindi tornarono a casa senza però farci troppo caso (visto che la maggior parte di loro era in fattanza, NdB).

 

Il mattino dopo andando a scuola Hana e Mito passeggiavano allegramente e il moretto stava raccontando le sue avventure estive quando ad un tratto Hana sbattè contro qualcosa.

Questo qualcosa era un ragazzo, alto sopra i due metri, che usciva da un negozio anch’egli senza badare alla strada; il quale però si scusò subito coi ragazzi dato che era stata colpa sua.

I due stupiti da tanta educazione accettarono le scuse senza pensarci due volte e si rincamminarono verso scuola; rimasero alquanto sorpresi quando notarono che quell’armadio a tre ante aveva la loro stessa divisa, ma visto che rischiavano di arrivare a scuola in ritardo affrettarono il passo e non ci pensarono più.

Arrivati a scuola Hana passò la giornata a raccontare le sue mirabolanti imprese estive, e i professori, visto che era il primo giorno di scuola, lo lasciarono perdere; tanto più che anche loro erano divertiti da queste storie.

Dopo la pausa pranzo il preside chiamò a raccolta tutti i giocatori che avevano partecipato all’ultimo campionato nazionale e diede loro una simpatica quanto inattesa notizia: “Ragazzi, dovete sapere che io e il sig.Anzai visti i vostri risultati abbiamo deciso che se al prossimo torneo Città di Hiroshima arriverete almeno in semifinale potrete andare per due settimane alle Terme di Fukuoka (che come città esiste ma non ho la più pallida idea se abbia delle terme, NdB) per poter riposarvi e iniziare l’allenamento per il prossimo campionato nazionale dove spero che vi farete onore e riconquisterete, almeno, il piazzamento dell’anno scorso; CAPITO RAGAZZI!?!?” e tutti in coro anche se stupiti risposero: “SIIIIII!!!!!”

Ripresi dallo stupore e dall’emozione i ragazzi si diressero verso la palestra per iniziare gli allenamenti e per conoscere le nuove matricole. Hanamichi si stupì parecchio quando vide il gigante con cui si era scontrato la mattina il quale, ancora più imponente in pantaloncini e canottiera, oltre a sembrare Akagi (solo nel fisico, non aveva anche la faccia da gorilla, NdB) aveva qualcosa di conosciuto.

Hana non si sbagliava, si trattava infatti di Mido Fujima, il fratello di Kenji l’allenatore/giocatore dello Shoyo; il ragazzo affermò che aveva scelto lo Shohoku su consiglio del fratello, il quale gli aveva fatto notare che così facendo avrebbe potuto vincere il campionato nazionale anche se avrebbe un po’ tradito lo Shoyo (dato che lo Shoyo a causa del cambio generazionale non era più forte come l’anno precedente, NdB).

Ryota, il nuovo capitano, rimase abbastanza sorpreso di questo fatto ma ne fu anche contento visto che con l’abbandono di Akagi non avevano un degno sostituto sul piano fisico e sperava in cuor suo che Mido avrebbe fatto dimenticare presto le imprese dell’ex capitano.

Per testare le capacità dei nuovi arrivati (erano otto, un vero record per lo Shohoku) Anzai decise di fare una partitella di allenamento, un quattro contro quattro a tutto campo.

Nella partita, oltre a Mido, che si era rivelato un vero portento, quasi al livello di Akagi, altri due ragazzi si erano messi in evidenza: Toshi Nakatomi, un ottimo tiratore da tre e Tommy Kanabuki, un giocatore universale che si era appena trasferito dall’America (scusate la somiglianza tra Mido e Toshi con Akagi e Mitsui ma primo avevo bisogno di due giocatori con queste caratteristiche e secondo non mi piache che Inoue-sensei abbia bocciato Mischi, NdB).

Finito l’allenamento Ryota propose di andare tutti insieme a mangiare un boccone per festeggiare l’arrivo dei nuovi componenti; tutti accettarono la proposta convinti che in questo modo le matricole avrebbero potuto conoscere meglio i compagni più anziani.

 

Fine Prima parte.

  
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