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Autore: La Kurapikina    27/05/2012    0 recensioni
Un primo incontro fra Achille e Patroclo... che cambierà il loro destino
Genere: Commedia, Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Ci voltammo entrambi: Odisseo.

“Sapevo che un guerriero Acheo come te doveva avere un valido motivo per anche solo pensare di rinunciare ad una così grande gloria.” Continuò il re di Itaca con un sorrisetto accondiscende che mi fece andare su tutte le furie: lui pensava di poter fregare tutti con quei suoi stupidi trucchetti!

“Certo che ho un motivo validissimo: la mia vita! Sai, non è che sia proprio la mia massima aspirazione quella di lasciare la pelle sul campo di battaglia!” ribattei acido e sarei andato avanti con il mio sproloquio, che avrei sicuramente finito con una serie di insulti se solo Patroclo non mi avesse interrotto, stringendomi leggermente il braccio.

“Nemmeno tu vuoi questo, vero re di Itaca?” sussurrò dolcemente con un sorriso debole e vidi chiaramente Odisseo sobbalzare: che avesse trovato la verità negli ingannatori di quell’uomo?

“Ti nascondi dietro il desiderio di gloria,” riprese avanzando di un passo:“Ma in realtà sei costretti da legami di ospitalità ed amicizia con Agamennone, come tutti: perché altrimenti combattere? Certo, so quanto voi guerrieri teniate all’onore, ma tu ami tua moglie, la tua vita… il tuo desiderio di conoscere. Se morissi dove andrebbe a finire tutto ciò?”

Quel ragazzo era dannatamente intelligente e dolce… tenero! Nonostante io fossi arrabbiato con Odisseo, Patroclo aveva mantenuto la calma ed aveva saputo leggere la verità sotto la solida corazza che il re di Itaca si era costruito con il tempo e l’esperienza, con una semplicità disarmante. Era davvero la persona più speciale che avessi mai incontrato e forse il primo che riusciva a capire veramente Odisseo.

“Che carino…” commentò quest’ultimo facendomi accigliare: “Tranquillo Achille, non voglio portartelo via!” rise vedendo la mia espressione, ma io, anche a costo di sembrare stupido, volevo mettere in chiaro la questione e tirai Patroclo contro il mio petto, abbracciandolo da dietro; lui ridacchiò appena, quasi aggrappandosi alle mie braccia.

“Comunque, ora capisco perché lo ami e da come lo baci è evidente che lo ami.” riprese l’uomo portandosi una mano al viso e sedendosi su uno scoglio, come se all’improvviso fosse vecchio e stanco: “E’ davvero un ragazzo speciale: sa leggere nel cuore delle persone e gli viene anche molto bene. Nessuno, tranne mia moglie Penelope, aveva mai capito che in realtà odio andare in guerra e che lo faccio solo se costretto da legami di amicizia ed ospitalità: infondo, cosa te ne fai della gloria nell’oltretomba? Le anime dannate certo non ti loderanno per le tue vittorie terrene.”

Ecco su una cosa siamo d’accordo.

“Tieniti stretto quel ragazzo Achille, perché non esistono molte creature splendide come lui e quindi cercheranno più volte di portartelo via… io ho trovato il mio angelo in Penelope, tu in lui. Ad ognuno il suo… Ad ogni modo, anche tuo zio è legato ad Agamennone dall’ospitalità e, siccome in guerra sono i giovani che combattono, non esiterà a costringerti a combattere al suo fianco, anche se non lo vuoi. Poi, ovviamente, si prenderà lui il merito di aver addestrato un abile guerriero come te, sminuendo la tua gloria… Invulnerabile figlio di dea… nemmeno Zeus, forse sa il fato che grava sulla tua giovane bionda testa…” così dicendo Odisseo si alzò e, dopo averci rivolto un cenno di saluto si allontanò lentamente, mormorando qualcosa contro le ingiustizie e le costrizioni della guerra.

Quando il re di Itaca non fu che un ombra in lontananza, per un motivo a me sconosciuto strinsi maggiormente Patroclo, facendolo voltare nell’abbraccio per baciarlo e lui mi lasciò fare, docile, forse intuendo meglio di me perché avevo così bisogno di sentire il suo corpo fra le braccia, le sue labbra sulle mie.

Forse quella stupida guerra ci avrebbe divisi. Forse qualcuno me lo avrebbe portato via… non ero sicuro che sarei riuscito a sopportarlo, non dopo aver scoperto la sua piacevole compagnia.

Cavolo, avevo sfidato mio zio per lui ancora prima di conoscerlo solo perché il suo bel faccino mi aveva colpito! Senza contare che poi avevo mentito a mio zio ( e sarò eternamente grato ad Antivo per il suo aiuto in quella situazione) senza contare che mi ero messo in modo evidente contro Ade, giurando di difenderlo da suo padre… ah, cavolo! Mi ero cacciato in un bel casino!

“Non dimenticare che mi hai disubbidito, figlio.” la voce falsamente pacata e veramente furiosa di mia madre mi fece sobbalzare.

“Non farlo!” mi ritrovai ad urlare senza lasciar andare il mio piccolo angelo dagli occhi grigi: “Sai che odio quando leggi i miei pensieri!”

“Ti comporti come uno stupido, Achille.” riprese lei abbandonando la falsa calma: “Ora sai anche la sua storia, come fai a non capire che ti sta usando!”

“Non lo farei mai!” ribatté Patroclo, agitandosi nel mio abbraccio.

“Lo hai già fatto con altri!” giuro che in quel momento temetti che mia madre volesse scuoiarlo per assicurarsi di tenerlo lontano da me e pensavo che lui si sarebbe spaventato, cosa che invece non successe.

“Infatti, altri.” si limitò a dire con tono duro e secco, quasi cattivo.

Oh, mi ero quasi scordato della sua doppia personalità.

“La tua voce rende ancora più evidente il male che alberga nel tuo cuore.”

“Non mi sembra che tu sia molto più gentile!” Cavolo, avere Ade come padre lo aveva reso una tigre quando si trattava di affrontare divinità con le palle girate! Anzi mia madre doveva sembrargli un bambino viziato che fa i capricci in confronto al suo adorabile paparino!

Ah, cavolo, dovevo ricordarmi di non parlar troppo male di lui altrimenti correvo pure il rischio che mi fulminasse senza pensarci troppe volte.

Mia madre aprì la bocca per ribattere, ma io fui più rapido: “Ho preso la mia decisione e non la cambierò: Patroclo è sincero con me, ne sono sicuro, quindi smetti di voler controllare la mia vita e non protestare più, tanto non otterresti nulla. Dimmi invece, cosa sai della guerra di Troia?”

“Alla fine è successo!” di colpo sembrò sconvolta : “Sapevo fin da quando sei nato che sarebbero venuti a cercarti per questa guerra che ha come stupido pretesto il tradimento di una donna!” Indietreggiò trattenendo a stento le lacrime, ma non ero proprio in vena in quel momento di consolarla, visto anche quanto era stata antipatica con Patrolco, quindi mi limitai a chiederle nuovamente cosa sapeva senza preoccuparmi che il mio tono suonasse duro.

“Se vai in guerra il tuo nome sarà ricordato per sempre, ma la morte di attende sotto le mura di Troia; se non vai, vivrai, ma senza fama. Hai la possibilità di scelta, nessuno a parte te può decidere del proprio fato, Achille: mostrati saggio, almeno in  questo.” mi lanciò un’ occhiataccia, evidentemente arrabbiata per la mia freddezza nei suoi confronti, quindi:“ Salutami tuo padre, quando gli porterai il tuo bottino, figlio di Ade.” ringhiò e sparì rapida e silenziosa come era venuta.

“Il figlio di Ade ha un nome!” strillò Patroclo al vento e capii che in quel momento avrebbe volentieri preso a calci in culo mia madre. Beh, io lo avrei volentieri aiutato.

“Io non sono solo figlio suo… io sono Patrolco, sono diverso da lui. Devo essere diverso da lui…” con quelle parole tristi si lasciò scivolare a terra, portando entrambe le mani al viso e singhiozzando.

“Oh, piccolo!” sussurrai inginocchiandomi al suo fianco ed

abbracciandolo:“ Non lasciare che ti faccia piangere… è stata una stronza infernale… Oddio, no! Perché ho nominato l’inferno?”

Lo sentii ridacchiare fra le lacrime (si, la mia scemenza riuscirebbe a far sorridere anche i disperati): “Andrai a Troia?” chiese.

“Non lo so… anche se non penso di avere molta scelta…” gli scostai gentilmente la mani dal viso trovandomi così a fissare i suoi dolce occhi grigi ora velati; sorrisi e gli asciugai le lacrime con i pollice, carezzandolo delicatamente e lui, tenero come sempre (ok, quasi sempre) arrossì lasciandosi abbracciare nuovamente: “Non pensare a mia madre, se ne farà una ragione e le passerà…”

“A lei forse si, ma io non dimenticherò lei tua menzogne, ragazzo. Sai che me la pagherai cara, vero ragazzo?”

Ah, cavolo! Ma proprio non c’era un attimo di pace nella mia vita! Si, questo fu il primo pensiero decisamente poco razionale che passò nella mia menta malata quando mi resi conto che, si, alla fine mio zio ci aveva scoperti. Il secondo pensiero fu: “Ok adesso ci tira il collo e ci fa imbalsamare entrambi per tenerci sul comodino…”

  
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