Ci
voltammo entrambi:
Odisseo.
“Sapevo
che un guerriero
Acheo come te doveva avere un valido motivo per anche solo pensare di
rinunciare ad una così grande gloria.”
Continuò il re di Itaca con un
sorrisetto accondiscende che mi fece andare su tutte le furie: lui
pensava di
poter fregare tutti con quei suoi stupidi trucchetti!
“Certo
che ho un motivo
validissimo: la mia vita! Sai, non è che sia proprio la mia
massima aspirazione
quella di lasciare la pelle sul campo di battaglia!” ribattei
acido e sarei
andato avanti con il mio sproloquio, che avrei sicuramente finito con
una serie
di insulti se solo Patroclo non mi avesse interrotto, stringendomi
leggermente
il braccio.
“Nemmeno
tu vuoi questo,
vero re di Itaca?” sussurrò dolcemente con un
sorriso debole e vidi chiaramente
Odisseo sobbalzare: che avesse trovato la verità negli
ingannatori di quell’uomo?
“Ti
nascondi dietro il
desiderio di gloria,” riprese avanzando di un
passo:“Ma in realtà sei costretti
da legami di ospitalità ed amicizia con Agamennone, come
tutti: perché altrimenti
combattere? Certo, so quanto voi guerrieri teniate all’onore,
ma tu ami tua
moglie, la tua vita… il tuo desiderio di conoscere. Se
morissi dove andrebbe a
finire tutto ciò?”
Quel
ragazzo era
dannatamente intelligente e dolce… tenero! Nonostante io
fossi arrabbiato con
Odisseo, Patroclo aveva mantenuto la calma ed aveva saputo leggere la
verità
sotto la solida corazza che il re di Itaca si era costruito con il
tempo e l’esperienza,
con una semplicità disarmante. Era davvero la persona
più speciale che avessi
mai incontrato e forse il primo che riusciva a capire veramente Odisseo.
“Che
carino…” commentò
quest’ultimo facendomi accigliare: “Tranquillo
Achille, non voglio portartelo
via!” rise vedendo la mia espressione, ma io, anche a costo
di sembrare
stupido, volevo mettere in chiaro la questione e tirai Patroclo contro
il mio
petto, abbracciandolo da dietro; lui ridacchiò appena, quasi
aggrappandosi alle
mie braccia.
“Comunque,
ora capisco perché
lo ami e da come lo baci è evidente che lo ami.”
riprese l’uomo portandosi una
mano al viso e sedendosi su uno scoglio, come se
all’improvviso fosse vecchio e
stanco: “E’ davvero un ragazzo speciale: sa leggere
nel cuore delle persone e
gli viene anche molto bene. Nessuno, tranne mia moglie Penelope, aveva
mai
capito che in realtà odio andare in guerra e che lo faccio
solo se costretto da
legami di amicizia ed ospitalità: infondo, cosa te ne fai
della gloria nell’oltretomba?
Le anime dannate certo non ti loderanno per le tue vittorie
terrene.”
Ecco
su una cosa siamo d’accordo.
“Tieniti
stretto quel
ragazzo Achille, perché non esistono molte creature
splendide come lui e quindi
cercheranno più volte di portartelo via… io ho
trovato il mio angelo in
Penelope, tu in lui. Ad ognuno il suo… Ad ogni modo, anche
tuo zio è legato ad
Agamennone dall’ospitalità e, siccome in guerra
sono i giovani che combattono,
non esiterà a costringerti a combattere al suo fianco, anche
se non lo vuoi.
Poi, ovviamente, si prenderà lui il merito di aver
addestrato un abile guerriero
come te, sminuendo la tua gloria… Invulnerabile figlio di
dea… nemmeno Zeus,
forse sa il fato che grava sulla tua giovane bionda
testa…” così dicendo
Odisseo si alzò e, dopo averci rivolto un cenno di saluto si
allontanò
lentamente, mormorando qualcosa contro le ingiustizie e le costrizioni
della
guerra.
Quando
il re di Itaca non
fu che un ombra in lontananza, per un motivo a me sconosciuto strinsi
maggiormente Patroclo, facendolo voltare nell’abbraccio per
baciarlo e lui mi
lasciò fare, docile, forse intuendo meglio di me
perché avevo così bisogno di
sentire il suo corpo fra le braccia, le sue labbra sulle mie.
Forse
quella stupida
guerra ci avrebbe divisi. Forse qualcuno me lo avrebbe portato
via… non ero
sicuro che sarei riuscito a sopportarlo, non dopo aver scoperto la sua
piacevole compagnia.
Cavolo,
avevo sfidato mio
zio per lui ancora prima di conoscerlo solo perché il suo
bel faccino mi aveva
colpito! Senza contare che poi avevo mentito a mio zio ( e
sarò eternamente
grato ad Antivo per il suo aiuto in quella situazione) senza contare
che mi ero
messo in modo evidente contro Ade, giurando di difenderlo da suo
padre… ah,
cavolo! Mi ero cacciato in un bel casino!
“Non
dimenticare che mi
hai disubbidito, figlio.” la voce falsamente pacata e
veramente furiosa di mia
madre mi fece sobbalzare.
“Non
farlo!” mi ritrovai
ad urlare senza lasciar andare il mio piccolo angelo dagli occhi grigi:
“Sai
che odio quando leggi i miei pensieri!”
“Ti
comporti come uno
stupido, Achille.” riprese lei abbandonando la falsa calma:
“Ora sai anche la
sua storia, come fai a non capire che ti sta usando!”
“Non
lo farei mai!”
ribatté Patroclo, agitandosi nel mio abbraccio.
“Lo
hai già fatto con
altri!” giuro che in quel momento temetti che mia madre
volesse scuoiarlo per
assicurarsi di tenerlo lontano da me e pensavo che lui si sarebbe
spaventato,
cosa che invece non successe.
“Infatti,
altri.” si
limitò a dire con tono duro e
secco, quasi cattivo.
Oh,
mi ero quasi scordato
della sua doppia personalità.
“La
tua voce rende ancora
più evidente il male che alberga nel tuo cuore.”
“Non
mi sembra che tu sia
molto più gentile!” Cavolo, avere Ade come padre
lo aveva reso una tigre quando
si trattava di affrontare divinità con le palle girate! Anzi
mia madre doveva
sembrargli un bambino viziato che fa i capricci in confronto al suo
adorabile
paparino!
Ah,
cavolo, dovevo
ricordarmi di non parlar troppo male di lui altrimenti correvo pure il
rischio
che mi fulminasse senza pensarci troppe volte.
Mia
madre aprì la bocca
per ribattere, ma io fui più rapido: “Ho preso la
mia decisione e non la
cambierò: Patroclo è sincero con me, ne sono
sicuro, quindi smetti di voler
controllare la mia vita e non protestare più, tanto non
otterresti nulla. Dimmi
invece, cosa sai della guerra di Troia?”
“Alla
fine è successo!” di
colpo sembrò sconvolta : “Sapevo fin da quando sei
nato che sarebbero venuti a
cercarti per questa guerra che ha come stupido pretesto il tradimento
di una
donna!” Indietreggiò trattenendo a stento le
lacrime, ma non ero proprio in
vena in quel momento di consolarla, visto anche quanto era stata
antipatica con
Patrolco, quindi mi limitai a chiederle nuovamente cosa sapeva senza
preoccuparmi
che il mio tono suonasse duro.
“Se
vai in guerra il tuo
nome sarà ricordato per sempre, ma la morte di attende sotto
le mura di Troia;
se non vai, vivrai, ma senza fama. Hai la possibilità di
scelta, nessuno a
parte te può decidere del proprio fato, Achille: mostrati
saggio, almeno
in questo.”
mi lanciò un’ occhiataccia,
evidentemente arrabbiata per la mia freddezza nei suoi confronti,
quindi:“
Salutami tuo padre, quando gli porterai il tuo bottino, figlio di
Ade.” ringhiò
e sparì rapida e silenziosa come era venuta.
“Il
figlio di Ade ha un
nome!” strillò Patroclo al vento e capii che in
quel momento avrebbe volentieri
preso a calci in culo mia madre. Beh, io lo avrei volentieri aiutato.
“Io
non sono solo figlio
suo… io sono Patrolco, sono
diverso da lui. Devo essere diverso
da lui…” con quelle parole tristi si
lasciò scivolare a terra, portando
entrambe le mani al viso e singhiozzando.
“Oh,
piccolo!” sussurrai
inginocchiandomi al suo fianco ed
abbracciandolo:“
Non lasciare
che ti faccia piangere… è stata una stronza
infernale… Oddio, no! Perché ho
nominato l’inferno?”
Lo
sentii ridacchiare fra
le lacrime (si, la mia scemenza riuscirebbe a far sorridere anche i
disperati):
“Andrai a Troia?” chiese.
“Non
lo so… anche se non
penso di avere molta scelta…” gli scostai
gentilmente la mani dal viso
trovandomi così a fissare i suoi dolce occhi grigi ora
velati; sorrisi e gli
asciugai le lacrime con i pollice, carezzandolo delicatamente e lui,
tenero
come sempre (ok, quasi sempre)
arrossì lasciandosi abbracciare nuovamente: “Non
pensare a mia madre, se ne
farà una ragione e le
passerà…”
“A
lei forse si, ma io non
dimenticherò lei tua menzogne, ragazzo. Sai che me la
pagherai cara, vero
ragazzo?”
Ah,
cavolo! Ma proprio non
c’era un attimo di pace nella mia vita! Si, questo fu il
primo pensiero
decisamente poco razionale che passò nella mia menta malata
quando mi resi conto
che, si, alla fine mio zio ci aveva
scoperti. Il secondo pensiero fu: “Ok adesso ci tira il collo
e ci fa
imbalsamare entrambi per tenerci sul comodino…”