E' la mia prima FF...
intanto un grandissimo grazie a fede, senza la quale non mi sarei mai messa a scrivere nè tantomeno pubblicare... grazie mille mia dolce stanathan da ricovero!
Spero vi piaccia... fatemi sapere cosa ne pensate! ;D
Sofy



Qualcosa non andava. Faceva troppo caldo e... merda, aveva le braccia bloccate. L'istinto da detective ebbe la meglio sulla sua parte razionale, ancora annebbiata dal sonno, e prima di potersene rendere conto Kate si tirò su a sedere allontanando con tutta la forza possibile quella maledetta cosa che gli impediva di muoversi liberamente. Si rese immediatamente conto di essere nuda, nel letto di Richard Castle.

“Beckeeeeett...” dalla sua destra arrivò indistinto il mugolio dello scrittore che, coperto solo a età dal lenzuolo, massaggiava il braccio appena maltrattato mentre cercava di usarlo come scudo dalla luce mattutina.

Kate si ributtò a peso morto sul materasso. Era passata una settimana, una fottutissima settimana, e non riusciva ancora a rilassarsi del tutto. Appena abbassava la guardia le immagini dello scontro sul tetto le tornavano in mente, le parole dell'uomo,le sue mani intorno al collo. Il suo sorriso gelido, quello era il ricordo peggiore. Era la prima volta che le succedeva quando Castle era vicino, però.

“Scusa Rick, io... vado...” lasciò la frase in sospeso, mentre si girava per scendere dal letto. Non sapeva nemmeno lei cosa avrebbe fatto o perchè si stava allontanando da lui. Aveva bisogno di qualche secondo da sola, magari per trovare una scusa convincente per quello che aveva appena fatto, perchè era sicura che lui aveva già capito tutto. Era come un libro aperto davanti ai sui occhi, lo era sempre stata.

“Kate.” il braccio dello scrittore la fermò. Di nuovo. “Torna qua.”

Rimise le gambe sul letto e si lasciò avvolgere dall'abbraccio di Rick. Appoggiò il viso nell'incavo del collo, le mani sul petto, e iniziò a piangere.

Chi voleva prendere in giro? Era questo il motivo per aveva cercato di scappare dalla stanza. Non voleva farsi vedere così debole, così complicata, così a pezzi. Certo, lui la amava, ma chi vorrebbe passare i suoi giorni a ricostruire le parti della vita di un'altra persona?

“Kate, guardami.” Era riuscita a leggerla, ancora una volta. Spostò una mano dalla sua schiena e le alzò il mento, per poterle vedere gli occhi. Non cercò di toglierle le lacrime né le disse di smettere di piangere. La osservò in silenzio per qualche secondo. “Ti amo. Sempre, Kate. Quando puoi uccidermi con uno sguardo e quando non hai nemmeno la forza di parlarmi. Sempre.”

Le lacrime non si fermarono, ma sapeva che Castle aveva visto il velo di paura scomparire dai suoi occhi. Aveva già capito tutto, come sempre, ma gli avrebbe parlato, gli avrebbe spiegato. Ma non ora.

Ritornò a nascondersi nell'abbraccio dello scrittore, aspettando che il sonno riavesse la meglio sulla sua parte razionale. Non voleva pensare, voleva solo sentirsi al sicuro vicino all'uomo che amava.