Underground
Love.
Superarono
le porte
scorrevoli automatiche che si chiusero velocemente alle loro spalle.
Lui
andò dritto verso due
posti davanti a loro e si sedette aspettando Lei.
Lei
sbuffò per l’ennesima
volta. Odiava la metro.
Si
appoggiò alla sua
spalla per cercare un silenzioso ritrovo… Lo
trovò.
Lui
le prese la mano e
sussurrò qualcosa che Lei non capì.
<
Eh?> chiese Lei,
tirandosi su.
<
Ti Amo.>
Pronunciò
queste parole
con la semplicità di un bambino ma con la verità
di uomo che sapeva di star
diventando.
Le
pronunciò come se non
fosse la prima volta, come se fosse il fatto più ovvio e
scontato del mondo…
Lui l’aveva solo puntualizzato, aveva messo il puntino sulla
famosa i.
Lei
sorrise, non sapendo
cos’altro fare.
Un
attimo dopo disse le
stesse parole, con lo stesso tono di Lui.
Poi
tornò con la testa
sulla sua spalla, come se niente fosse successo.
<
Perché me l’hai detto
in metro?>
Magari
si aspettava
qualcosa di più romantico, magari no.
Le
cose vere non sempre
coincidono con le romantiche ed è meglio così.
<
Perché odi la metro
ma sei costretta a prenderla. Se l’amore entra nelle cose
banali che odiamo poi
cambia tutto, dicono. Che ci costa scoprire se è vero?
Volevo dirtelo prima,
sul Pincio. Ma p->
<
Meglio così> lo
interruppe Lei.
Rise.
Anche lui odiava la
metro.
Poi
Lei baciò Lui.
O
Lui baciò Lei.
Non
importa, ora sono in
piedi davanti alle stesse porte scorrevoli: è la loro
fermata, il loro vero
inizio.
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Lo ripeto ancora una
volta… Non so come sia nato
tutto ciò. So solo che ero in metro, sabato sera, tornando a
casa e mi è venuto
da prendere il telefono e iniziare a scrivere.
Un’ispirazione che
non potevo non ascoltare dopo
tanto tempo.
E ho voluto metterla anche
qui… Spero vi piaccia.
Fatemelo sapere, ci tengo!
Ps chissà che poi
non nasca un’originale molto più
lunga da queste poche righe….
Un abbraccio stritolante,
Rach_