Latitanza forzata parte II
Appartamento di Haruka e Michiru
“Pensi siano
andati via?”
“Non si
sente niente”
“Andiamo di
sopra senza fare rumore”
Avevano
osservato la strada dalla loro finestra e dell’auto che le seguiva non c’era
traccia, dopo la folle corsa le condizioni di Haruka erano peggiorate
portandola più volte sull’orlo dello svenimento.
“Serve un
medico”
“Io so
sistemare i punti ma credo che qui ci sia dell’altro lavoro da fare”
“Setsuna
chiama il medico che l’ha fatta uscire e fallo venire qui”
“Andrò a
prenderlo”
“È
pericoloso”
“Fidatevi”
Setsuna era
scesa in garage senza fare il minimo rumore, aveva avvertito il medico del suo
arrivo e si era premunita di portare con se un sacchetto nero.
Se tutto va secondo i piani non
dovrebbe vedermi nessuno
Velocemente
aveva fatto retromarcia e si era diretta a tutta velocità verso l’ospedale.
Lanciava occhiate fugaci al retrovisore per essere sicura di non essere seguita
e che nessuno avesse trovato il loro nascondiglio.
Arrivata
davanti l’ospedale si era appostata nel parcheggio buio all’angolo
dell’entrata, ma del medico nessuna traccia.
“Buona sera
agente Meio”
Merda!
“Scenda
dalla macchina e si volti per favore”
Una
sportellata in pieno viso e il poliziotto era steso a terra, in quel momento
vide il medico uscire velocemente dall’ospedale portando con sé la classica
borsa da dottore.
“Da questa
parte, svelto!”
Con la
portella del passeggero aperta si era lanciata a tutta velocità verso il medico
che era rimasto imbambolato a fissare l’entrata, con una frenata e uno
strattone l’aveva tirato su e con una sgommata era ripartita per il centro
della città.
“Dottore mi
creda non vorrei farlo, ma è necessario. Le ho spiegato la mia situazione”
“Non si
preoccupi capitano”
Setsuna
aveva passato il sacco nero e il medico si era preoccupato di metterlo sulla
sua testa sotto lo sguardo attento ma fugace della donna al suo fianco.
Guidavano orma da diversi minuti e di poliziotti alle calcagna neanche l’ombra,
si era diretta prudentemente verso casa e in tutta fretta si era infilata nel
garage chiudendosi la strada alle spalle.
“Dottore
adesso si fidi di me, non posso ancora levarle il sacco dalla testa, stia
tranquillo che è in ottime mani”
L’aveva
condotto lentamente verso l’appartamento dove le altre la stavano aspettando
impazienti. In quel lasso di tempo le condizioni di Haruka erano peggiorate, le
ferite aperte l’avevano indebolita ulteriormente e l’avevano portata in una
condizione di vita o di morte.
“Presto!”
“Sarò
franco, in queste condizioni precarie potrebbe anche morire nel giro di pochi
minuti”
A quelle
parole la calma che da sempre distingueva Michiru in certe situazioni era
andata a farsi benedire, aveva preso il medico dal colletto della camicia e
aveva cominciato a strattonarlo urlandogli contro con tutta la rabbia che aveva
in corpo.
“Se la lasci
morire ti farò morire nello stesso identico modo!”
“Mi lasci!”
“Lei mi
prometta che salverà la mia Haruka e io la lascerò finire il suo lavoro!”
“Non posso
prometterle niente!”
“Allora non
sono stata abbastanza chiara!”
“Ho capito,
ho capito. Adesso mi lasci!”
Ufficio del Presidente
“Come
procede la ricerca?”
“Signore non
riusciamo a trovarle, abbiamo perquisito i loro alloggi ma di loro nessuna
traccia”
“È
impossibile! Tutti gli agenti hanno dichiarato la loro residenza!”
“Lo sappiamo
signore, abbiamo seguito tutte le procedure, controllo dei cellulari,
abitazioni, GPS e tutti hanno dato esito negativo”
“Non c’è che
dire, sanno come nascondersi!”
“Signore io
proporrei di agire diversamente!”
“Sentiamo”
“Io
proporrei di diffondere il chip come se niente fosse, dopotutto una di loro è
in gravi condizioni. Sapete anche voi che non si muovono mai senza un loro
componente”
“Hai
ragione, ma se decidessero di provare a farsi vedere ugualmente?”
“L’intera
città è in allerta, sono state avvisate tutte le forze dell’ordine, chiunque
risulti sospetto verrà mandato direttamente qui”
“Eccellente!
Procedete”
“Si
signore!”
“Un’altra
cosa, Haruka è ancora in ospedale?”
“No signore,
questa notte l’hanno portata via. Non sappiamo quale sia il medico che l’ha
dimessa”
“Non
importa, se la conosco bene adesso starà imprecando contro qualcosa per le sue
condizioni. È questione di tempo, presto le arresteremo e il For all the world
to see sarà avviato con successo”
Appartamento di Haruka e Michiru
“Ho finito,
deve riposare per almeno un mese e ci vorrà almeno un altro mese prima che si
rimetta del tutto”
“Sta dicendo
che ci vogliono due lunghi mesi?”
“Esattamente
signorina, mi dispiace ma non posso fare altro per aiutarla”
“Non si
preoccupi, però adesso dottore ci deve promettere che non dirà nulla su di noi,
tantomeno dove ci troviamo”
“Oh non ci
sono problemi per questo. Mi occuperò io di lui”
“Va bene”
Al posto di
Setsuna era andata Rei in strada, aveva deciso di non lasciare il medico
davanti l’ospedale per paura di un’imboscata. Seguendo le istruzioni che
Setsuna le aveva dato aveva condotto il medico al molo e dopo aver aperto la
portella e dato uno spintone mentre gli levava il sacchetto, si era diretta a
tutta velocità verso l’appartamento.
Avevano due
mesi per riprendersi dall’attacco e trovare una strategia migliore di quella
che avevano usato tempo prima, avrebbero aspettato il tempo necessario anche se
questo significava mettere in circolazione il chip.
Questo è il
dodicesimo capitolo ho preferito interrompere qui così da fare i prossimi
capitoli senza spezzarli , il prossimo capitolo è l’ultimo xD
Sarà più
lungo ma più completo, per il resto ringrazio chi recensisce, chi legge in
silenzio e chi ha inserito la storia tra le seguite/preferite e ricordate :3