Sweet
temptation
New
York.
Meravigliosa
città, forse toppo caotica per i gusti
di Rima, ma pur sempre meravigliosa.
Due settimane in
America, come fosse stata dietro
l’angolo della Cross Accademy. Le valigie fatte di fretta,
per colpa
dell’équipe che era stata avvisata
all’ultimo momento, e i due modelli di
conseguenza.
Eppure a Rima
non importava molto.
Aveva bisogno di
respirare un po’ di aria nuova e
pulita. Che poi, pulita, di certo
non era, con tutto lo smog che aleggiava sulla Grande Mela.
Eppure
le piaceva.
Un’altra
giornata era finita.
Senri e Rima
erano arrivati da due giorni, ma erano
subito stati costretti a lavorare strenuamente, senza potersi fermare
un
attimo. Tutto il
giorno.
New York, già.
L’azienda
per la quale lavoravano aveva preso tra le
mani qualcosa di grosso nell’ultimo periodo, questo era
ciò che Shiki aveva
riferito a Rima ascoltando casualmente una conversazione telefonica
della loro
manager.
Così,
l'intera équipe si era trasferita per un paio
di settimane negli show rooms americani. I due vampiri erano dovuti
andare
assieme a loro per completare il catalogo invernale, che sarebbe uscito
di lì a
poco.
Era Dicembre,
una fredda serata invernale.
Senri e Rima
avevano finito di lavorare da poco meno
di mezz'ora. Quando erano usciti dagli show rooms, il ragazzo si era
voltato
verso di lei e aveva detto: -Ho voglia di cioccolata-.
Così
si erano ritrovati a girare tra le strade
affollate, in cerca di un bar tranquillo dove consumare l'improvvisa
voglia di
Shiki.
Dopo alcuni
minuti intravidero all'angolo di una via
un pub dalle soffuse luci violette. Sembrava un locale tranquillo e non
affollato.
Decisero di
entrare: era un luogo adatto ai ragazzi,
l'ideale per le coppie o i single in cerca di un flirt notturno, uno
all'ultima
moda, ma non caotico come una discoteca.
Si diressero in
fondo alla sala, in un angolo
appartato, dove nessuno potesse disturbarli. Si accomodarono su un
divanetto
nero, dietro ad una delle finestre che davano sulla strada.
Rima si tolse il
cappotto bianco e lo stesso fece Shiki.
Si
voltò verso di lui, incrociando le dita
affusolate sotto il mento.
-Come mai
quest'improvviso desiderio?-.
Senri le si
sedette affianco, appoggiandosi al
morbido schienale. Incrociò i suoi occhi celesti, nei quali
aleggiava una punta
di curiosità.
-Volevo bere
qualcosa di caldo: questa sera fa
particolarmente freddo-, rispose neutro.
Dopo poco
arrivò una cameriera, vestita con un
completino nero e bianco a prendere le ordinazioni. Rima prese una
cioccolata
bianca e Shiki una fondente.
-Bianca?-, le
chiese quando la cameriera se ne andò.
La vampira
annuì: amava quel gusto particolarmente
dolciastro.
Accavallando le
gambe, in un gesto null'altro che
malizioso, si lasciò cadere stancamente allo schienale.
Era stata una
giornata veramente stancante: si era
dovuta alzare presto il mattino e non aveva staccato dai servizi, se
non per
consumare un misero pasto, che non l'aveva nemmeno soddisfatta.
Socchiuse gli
occhi, esalando un lieve sospiro,
quando avvertì la mano di Shiki afferrarle una ciocca di
capelli e
attorcigliarsela al dito.
Rima
aprì gli occhi sorpresa, voltando di poco il
volto verso di lui. Lo sguardo enigmatico di Senri la lasciò
per vari attimi
perplessa: da quando il vizio di giocare con i suoi capelli?
Anche
se, dentro di sé, sapeva, che per quanto strano fosse quel
gesto, le piaceva, e
molto.
-Perché
fondente?-, chiese all'improvviso, rompendo
il placido silenzio tra di loro.
Senri la
fissò, sbattendo le palpebre, non
afferrando il significato della domanda, poi capì e rispose:
-Mi piacciono i
sapori amari-.
A rompere
l'atmosfera tra i due fu la cameriera, che
portava due tazze fumanti tra le mani. Le appoggiò con una
leggera stizza sul
tavolino e, con un'espressione imbronciata sul viso, si
voltò, sgambettando
irritata.
"Umani...",
pensò la vampira, del tutto
indifferente.
Prese la sua
tazza e mescolò la cioccolata, inalando
il profumo che emanava.
Shiki, invece,
sembrò non accorgersi della reazione
della cameriera e riprese a fissare Rima. Indicò la sua
tazza con un cenno del
capo e le chiese: -Posso?-.
Rima
annuì e gli avvicinò il cucchiaino alle labbra.
Il vampiro aprì la bocca e assaporò il gusto
sconosciuto.
Chiuse per un
attimo le palpebre, con fare pensoso.
Dolce,
era veramente dolce. Le
riaprì alcuni
istanti dopo, trovando quegli occhi così simili ai suoi che
attendevano
pazienti una sua reazione.
Per tutta
risposta, Senri si avvicinò a Rima,
scostandole di poco i capelli dalla fronte e le sussurrò,
con tono
apparentemente disinteressato: -Troppo dolce-.
Balle.
L'indifferenza, di certo, nel suo cuore
non c'era stando accanto a Rima.
La ragazza fece
spallucce e prese a sorseggiare la
bevanda. Con un lieve sospiro, si appoggiò alla spalla di
Shiki.
Un piacevole
silenzio calò tra loro, interrotto solo
dal lieve ticchettio della pioggia contro i vetri.
-Comincia a
piovere, Shiki-, disse dopo un po' Rima,
assaggiando la cioccolata di lui. "Troppo amara", pensò di
riflesso,
leccandosi le labbra per pulirle.
-Ho l'ombrello
con me-.
Rima fece un
gesto di assenso con il capo, senza
guardarlo. Le iridi celeste scuro erano perse nel contemplare la
superficie
scura della bevanda, che sbuffava ancora calore.
Senri si avvolse
al dito un’altra ciocca bionda,
giochicchiandoci distrattamente.
-Ti piace?-,
chiese, tirandole un ciuffo con
leggerezza, -malizioso gioco
d’intrecci.
Se
avesse continuato così, non sapeva quanto lei avrebbe resisto…
Rima
alzò il viso, trovando il suo sorprendentemente
vicino. Scosse un poco il capo, replicando: -E' troppo forte-.
Appoggiò
la tazza sul tavolo, sistemandosi più
comodamente contro Senri, che lasciò scivolare la mano lungo
la sua schiena.
-Non hai
freddo?-, le mormorò. Aveva notato che la
lunga maglia che indossava quel giorno era di tessuto leggero, non
proprio
adatto all’inverno newyorkese.
Rima scosse
leggermente la testa, avvertendo il
calore di Shiki penetrarle fin nelle ossa. Decisamente no, non
aveva freddo.
Senri le sciolse
uno dei fiocchi neri con i quali
legava i capelli, lasciando liberi preziosi fili dorati.
Rima si
voltò e, con disappunto, gli lanciò uno
sguardo di rimprovero.
Shiki
però non si scompose, proseguendo con il suo
gioco. Cominciava davvero
ad essere divertente.
Le
scostò delicatamente le ciocche bionde dal collo,
osservando la superficie nivea e immacolata della sua pelle.
-Shiki-.
Alzò
il viso su di lei, per osservare la sua
espressione. Con sorpresa, non notò uno sguardo di
rimprovero, ma un luccichio
malizioso nelle iridi, celato sotto una maschera indifferente.
E Rima sapeva
che con lui quella barriera era insufficiente,
-e sapeva anche di farlo in parte
volontariamente, a volte.
-E’
ancora calda-, mormorò, con lo sguardo
incatenato a quello sfacciato di Senri. -La cioccolata, intendo-.
Il vampiro non
rispose, minimamente interessato alle
tazze che gli stavano di fronte. Si abbassò sul viso di
Rima, con lentezza.
Avvertiva il desiderio bruciarlo lentamente, mentre la
razionalità lo stava
completamente abbandonando.
Come
poteva fare il “bravo” con lei sempre
attorno?
Rima gli si
avvicinò di poco, i loro nasi si sfiorarono
per un istante, prima di toccarsi completamente.
“E’
gelata”, pensò in quell’istante Senri,
costatandone
la temperatura corporea.
Le fronti si
toccavano, mentre i respiri si univano,
lasciando le loro bocche a sospirare avidamente desiderio.
Il cuore batteva
forte a Rima, suonando nelle
orecchie come una cantilena stonata; la ragione che si contrapponeva
all’eccitazione,
traboccando liquida dai suoi occhi. Chiuse le palpebre e le labbra di
Shiki
premettero vogliose sulle sue.
Il suo braccio
le avvolse stretta la vita,
accostandola al suo corpo, in un abbraccio strano, -insieme
di emozioni confuse e complesse.
Rima
aprì piano le palpebre, lasciando scivolare piano
il labbro nella bocca di Senri. Lo intravide fissarla intensamente, per
poi
scomparire dalla sua visuale.
Il suo cuore
palpitava allo stesso ritmo di quello
del vampiro, riscaldandole l’animo di un sentimento
sconosciuto.
Senri schiuse di
più le labbra, permettendo alle
loro lingue di accarezzarsi, in un gioco umido.
La
trascinò più vicina a sé, facendola
sedere sulle
sue gambe, mentre le bocche si scostavano, colanti di saliva e si
ricongiungevano, bramose.
La pioggia
aumentò d’intensità, squarciando il
cielo
con un lampo bianco, ma nessuno dei due se ne accorse. Esattamente come
il
cellulare di lei, che continuava a vibrare.
Shiki si
scostò di poco, morsicandole il labbro
superiore, mentre con una mano le accarezzava un fianco. Rima
aprì leggermente
le palpebre, facendo scivolare la lingua sulla sua bocca.
Non era per
nulla galante, né aristocratico, ma non
le importava nulla. Assolutamente nulla.
Il vampiro fece
per parlare forse, ma lei lo fermò
prima che potesse farlo: gli artigliò i capelli e
catturò nuovamente la sua
bocca in un bacio peccaminoso.
Senri scese con
le mani sotto i fianchi, trovando il
tessuto morbido della gonna. Lo scostò, accarezzandole la
pelle morbida della
gamba. Quanto avrebbe voluto morsicarla…
Rima emise un
gemito, senza riuscire a trattenerlo,
sorpresa. Non si sarebbe mai aspettata che Shiki sarebbe arrivato fino
a quel
punto. Il cuore continuava a batterle frenetico nel petto, aveva quasi
paura che
lui potesse sentirlo. In quel momento, però, sembrava
concentrato su
tutt’altro.
Le sue mani
continuavano ad accarezzare la sua candida pelle, spingendosi verso
l’interno
coscia, finché non sfiorarono gli slip di Rima.
La vampira si
morse le
labbra, costringendosi a tacere e a non sospirare di piacere, impresa
che
risultò ancor più difficile quando gli occhi di
Senri si incatenarono ai suoi.
Una mano la
schiacciò
più forte contro il petto del vampiro, mentre
l’altra si fece più invadente,
mentre sfiorava il suo sesso.
-Rima…-,
sussurrò Senri, la voce roca che sembrava
promettere segreti lussuriosi e affascinanti.
La vampira
strinse forte la sua maglietta tra le
dita, morsicandogli leggermente la pelle del collo, sospirandovi sopra,
affamata e
eccitata. Ormai non riusciva più a controllarsi, lo sentiva, fin dentro le ossa.
Shiki le
afferrò il viso, schiacciandole le labbra
contro le sue, ansioso. La voleva,
voleva che lo mordesse, voleva percepire i suoi canini dentro la pelle
morsicarlo con violenza. Rima lo faceva eccitare,
da
morire.
Si
staccò dalle sue labbra, guardandola
intensamente. Sentiva chiaramente che era impaziente di morderlo e la
lasciò
continuare, mentre stringeva le ciocche bionde tra le dita.
Rima gli
leccò il mento, scendendo sulla superficie
del collo, immacolata. Quando affondò i canini dentro la sua
pelle, Senri sentì
una scossa attraversargli le membra.
La strinse
più forte, facendo fin boccheggiare Rima
per alcuni istanti, tanto la stretta si era intensificata attorno alle
sue
costole.
Shiki trattenne
a fatica un gemito, quando la
vampira si staccò per un secondo, leccando languidamente il
sangue che gli
stava colando lungo il collo.
Abbassò
lo sguardo, scorgendo per un istante
sfuggente gli occhi di Rima fiammeggiare estasiati.
E
la tortura ricominciò. Le emozioni e
i pensieri si miscelarono
in un potente cocktail, in cui entrambi ebbero paura di perdersi.
Senri le
sollevò un attimo il viso, respirando
affannato e le strappò un bacio.
Rima gli
ripulì il collo dalle tracce di sangue,
schioccandogli poi un lieve bacio sulla fronte madida. Si risedette al suo posto, sistemandosi
gli slip, -ormai era inutile
negarlo, umidi e la gonna.
-La manager ti
ha chiamata-, disse Shiki, indicando
il cellulare riposto sul tavolino.
La vampira
guardò l’apparecchio, la cui schermata
luminosa riportava il messaggio: Tre
chiamate perse.
-Richiamerà-,
rispose, totalmente indifferente alla
notizia che avrebbe dovuto riferirle. Era stata impegnata a fare altro e sicuramente non avrebbe
smesso per sentire altre
noiose notizie sui programmi lavorativi che si sarebbero tenuti il
giorno
seguente.
Senri
finì la sua cioccolata, annuendo e
s’infilò il
giubbotto.
-Torniamo in
hotel?-.
-Sì,
voglio riposarmi-, rispose Rima, sistemandosi la
coda.
Quando uscirono
dal bar, lo sbalzo di temperatura fu
repentino: aveva smesso di piovere, ma l’aria era carica di
umidità, segno che
avrebbe ricominciato a breve. Il
tempo
lì a New York era instabile, soprattutto durante quel
periodo dell’anno.
-Perché
non hai bevuto tutta la cioccolata?-, chiese
Shiki curioso, mentre camminavano tra le persone, intente a sorridersi,
a
salutarsi, a vivere.
Rima rimase in
silenzio per qualche istante,
socchiudendo le palpebre. La brezza fredda le sferzava il viso,
scompigliandole
i capelli dorati.
-Troppo
dolce-,
asserì, un tono che faceva trapelare molto
di più
da quella semplice risposta.
-Già…-.
Oddio,
sono emozionata! *__*
Buon
giorno miei cari lettori!<3 E’ un sacco che non sono
presente sul fandom, eh? ^^” Sarete tutti contenti, lo so, ma
ho voluto lo
stesso postare questa storia e.e
So
bene che devo continuare la mia long e devo postare i
capitoli revisionati, ma, un po’ per mancanza di voglia e un
po’ causa scuola,
non sono ancora riuscita a fare nulla! Gomenasai!<3
Comunque,
la storia.
Premetto che mi sono cimentata in un genere del tutto nuovo e non so
nemmeno se
ne è uscito qualcosa di… decente. Come sempre cerco di non sforare nell'OOC i personaggi, ma mi domando sempre se ci riesco…
Sono
un disastro di autrice, lo so! >.< (Se ne va
nell’angolino a disegnare cerchi in compagnia di Crona Nd)
Posso
solo augurarmi che piaccia a voi!
Un
bacione grande e grazie a tutti coloro che avranno il
coraggio di leggere e/o di recensire! (Ma… e tu ti illudi?:
coscienza Insomma,
lo so già! Non deprimermi!: autrice)
Au
revoir!<3