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Autore: Magnifica Me    28/05/2012    5 recensioni
Rosanna è una ragazza italiana di appena quattordici anni che, ottenuta una borsa di studio, si recherà al liceo Dolce Amoris. Ma la nostra protagonista riuscirà al dimenticare il proprio passato ed a crearsi una vita nuova? Riuscirà a fronteggiare pregiudizi, soprusi, professori odiosi e le difficoltà quotidiane? O rimarrà la semplice “sfigata” che tutti evitano?
[Basata sul gioco "Dolce Flirt"]
Genere: Comico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 1

Inizialmente quando seppi d'aver vinto una borsa di studio per il Liceo Dolce Amoris rimasi perplessa e non poco, era la prima volta che l' avere una media alta mi aiutava; sin da piccola ero stata vittima di bullismo proprio per la mia passione per lo studio, ma fu lei a portarmi qui in Francia, lei che mi costrinse a vivere lontana dalla mia famiglia. Ma ben venga: ogni occasione è buona per accrescere il proprio bagaglio culturale, no?

Immersa in questi pensieri recuperai i libri, lo zaino e gli occhiali. Mentre correvo verso l'uscita dell'appartamento mi fermai d'inanzi allo specchio, non mi ero mai reputata carina: il viso coperto di brufoli, sopracciglia folte, apparecchio ai denti e vestiti larghissimi i primi che avevo trovato nell'armadio. Ok, potevo tranquillamente competere con la protagonista della telenovella “Il mondo di Patty”. Del mio fisico sopportavo solo i miei capelli: neri, lucenti e mossi che avevo ereditato da mia madre. Scossi più volte la testa allontanando i pensieri nostalgici, era il mio primo giorno da liceale non potevo permettermi di fare tardi!

Misi in spalla lo zaino, presi il giubbotto e chiusi la porta dall'appartamento; la strada la feci quasi tutta in corsa temendo d'arrivare in ritardo. Varcai la soglia della porta timorosa, non ero mai stata brava nel relazionare.

“Speriamo che quest'anno sia diverso dai precedenti.” mormorai a bassa voce non accorgendomi di una minuta presenza che richiamava rumorosamente la mia attenzione.

“Siete voi...Rosanna? La nuova alunna? Io sono la Direttrice del liceo.”

La squadrai da capo a piedi: la Direttrice appariva una dolce anziana prossima alla pensione, ma sapevo fin troppo bene che gli anziani sono forse più cocciuti ed esigenti di noi giovani.

“Sì, sono io. Piacere di conoscerla!”
“Oh il piacere è tutto mio, piccola. Ora credo che il tuo fascicolo sia in regola...” controllò una piccola cartellina gialla “ma sembra mancare il modulo d'iscrizione con la foto-tessera!”
“Impossibile, ho fatto firmare personalmente il foglio ai miei genitori e l'ho spedito via e-mail”

“Non ti preoccupare, cara. Vai in segreteria, magari il segretario non ha erroneamente stampato l'iscrizione. Seconda porta a destra, quando avrai finito vieni pure a consegnarmi il foglio nel mio ufficio. Terza porta a sinistra.”

Annuii memorizzando le indicazione; quando la preside voltò l'angolo mi diressi in segreteria. Sulla porta vi era scritto in stampatello: “La segreteria è accessibile a gli studenti dalle 8:15 alle 14:45”; cavoli ero cinque minuti in anticipo!
“Figurati, Rosanna, se causerai problemi...per cinque minuti, per di più!” riflettei e con decisione aprii la porta. Ecco, ciò che vidi non si poteva definire assolutamente brutto; avevo immaginato il segretario come un uomo baffuto, calvo e magari sovrappeso ma il ragazzo che avevo difronte non aveva niente a che fare con le mie fantasie! Un bel ragazzo dai biondi capelli a caschetto era seduto dietro ad una scrivania mentre scriveva qualcosa al computer.

“Mi spiace ma la segreteria è chiusa.”

Non alzò nemmeno lo sguardo, che maleducato!
“M-mi scusi, s-sono la nuova alunna e la Direttrice m-mi ha fatto notare l'assenza di alcuni documenti che potrebbe avere lei in possesso.”

Forse a causa della mia parlata, così inusuale tra i ragazzi, forse per l'accento straniero ma il ragazzo alzò il capo e mi guardò stralunato. Occhi meravigliosi, di una strana tonalità giallognola, caldi e penetranti.

“Oh, oui! Lei deve essere Rosanna, l'italienne.” si alzò con fare lento, e mi porse la mano sorridente. Io la strinsi titubante: “Oui, scusi il disturbo.” le guance s'imporporarono, maledetto imbarazzo.

“Non ti preoccupare! Mi chiamo Nathaniel e come avrai intuito sono il segretario scolastico. Ora, c'è qualcosa che posso fare per te? Hai detto che ti mancavano dei documenti.”

“Sì, l'iscrizione e la foto-tessera.”
Vidi il suo volto scurirsi, la fronte aggrottata in un'espressione di concentrazione; poi veloce prese da una pila di fogli un piccolo fascicolo.

“E' per caso questo?” mi tendendomi i fogli.

“Oui, ma la foto-tessera...?”
“Mi spiace ma a noi non è arrivata alcuna foto, ciò significa che dovrai procurartene un'altra. Guardi, qui vicino c'è un bazar. Potresti farla lì. Non ti preoccupare per le lezione, spiegherò l'accaduto alla Direttrice. Una volta ottenuta la foto-tessera, consegnala a me e va' in classe. ”

Uscita dalla segreteria mi diressi di corsa verso l'uscita, ma finii con lo scontrarmi contro qualcuno.

“Fa' attenzione a dove metti i piedi, stupida!” era una voce maschile, leggermente rauca e fredda rispetto a quella di Nathaniel così calda ed ammaliante. Quando guardai il ragazzo dovetti reprimere un urletto: era un punk! Non che avessi nulla in contrario ma quella t-shirt rossa con sopra un teschio, quei pantaloni a vita bassa, quella catena e quella giacca di pelle, tutto ciò unito a degli innaturali capelli rosso fuoco, conferivano al giovane un aspetto minaccioso.

“Ti si è fermato il cervello, racchia?”

Come, come , come? Racchia!?

“Senti fungo velenoso che non sei altro, togliti dalle palle prima che decida di rovinarti quel bel visino che hai.”

Ok, non era un comportamento corretto, ma quell'insulto l'avevo sentito così tante volte gli anni precedenti che adesso non potevo non perdere le staffe.

“Abbiamo qui un'italiana, eh? Sei quella nuova, lo sapevo io: italiani tutti volgari.” un sorriso beffardo s'era dipinto sul quel volto. Va bene, era bello. Ma non potevo permettere che mi trattasse così!

“Toh! Abbiamo qui un francese! Ma non sapevo che i francesi si tingessero i capelli come checche!”

Il ragazzo era furibondo, mancava poco che scoppiasse: “Come osi....!?”
“Sei stato tu il primo a cominciare. Io mi difendo.”

Parve calmarsi, per la prima volta mi volse lo sguardo: gli occhi erano di un verde acceso, ma piacevole. Cavolo! Possibile che in questo liceo tutti i ragazzi siano incredibilmente belli!?

“Uhmf, come ti chiami?”
“Rosanna.”
“Castiel.”
“Cosa?”

“Il mio nome, Castiel.”

Nome bizzarro. “Bene, au revoir! Devo andare, scusami.”

Scansato Castiel, riuscii finalmente ad arrivare al bazar dove, sia ringraziato Dio, ottenni la tanto sospirata foto-tessera.

Tornata al liceo consegnai la mia foto al segretario e finalmente potei dirigermi verso la mia aula, quella prima ora avevo storia: perfetto! Amavo quella materia.

Bussai alla porta dell'aula e mi aprì il punk di poco prima, come si chiamava...? Castiel, vero!

“Sei in ritardo, italienne! Ma...” sorrise e abbassò sensibilmente il tono di voce: “...mi hai salvato da un'interrogazione.”

“Castiel! Qui elle est?” un omino piccolo e baffuto dalla sgradevole voce gli si rivolse, guardandomi come se fossi un mostro.

“La nouvelle étudiante, professeur. ”

Mi feci avanti e con un timido inchino mi presentai:” Bonjour, Je m'appelle Rosanna, je suis italienne e je suis la nouvelle étudiante. Pardon moi, professeur pour mon retarde.”

Ringraziai mentalmente i miei genitori per aver insistito a far frequentare un corso di francese accelerato prima di venire qui, la mia pronuncia era perfetta.
“Oui, oui. Ma per giustificare il vostro ritardo potreste rispondermi alla domanda che avevo posto al tuo compagno: quando fu firmato il patto “Molotov-von Ribbentrop” e cosa sanciva? Non è una vera e propria interrogazione, voglio solo capire cosa vi ricordate del programma di terza media.”

Sospirai: iniziava bene l'anno.

“Il patto “Moltov-von Ribbentrop” fu firmato il 23 agosto 1939, prende il nome dai ministri tedesco e russo che lo firmarono. Il patto sanciva un'alleanza tra la Russia e la Germania, inoltre conteneva un documento segreto che permetteva ai russi, in caso di una precedente invasione da parte dei tedeschi della Polonia dell'ovest, di occupare la parte orientale della nazione senza provocare una reazione armata dell'esercito del Fuhrer. ”

Il professore sorrise soddisfatto per poi guardare truce il rosso: “Castiel non vorrai esser bocciato anche quest'anno, vero?”
“Non, professeur.”

Castiel ritornò al proprio banco e le lezioni si susseguirono senza troppi intoppi; arrivata l'ora di pranzo mi diressi verso la mensa a testa china persa in dolci pensieri nostalgici: chissà come stavano i miei genitori, le mie poche amiche e il mio cucciolo. Mi mancavano tutti ma non potevo certamente restare chiusa in un angolo per il resto della mia vita, assolutamente no avrei preso in mano la situazione e sarebbe iniziata una nuova vita.

“Salut! Tu devi essere l'italienne, oui?” una ragazza dai rossi capelli e gli occhi azzurri mi rivolse la parola.

“Oui. Sono Rosanna.”
“Mi chiamo Iris! Perché non ti siedi con me, così magari ci conosciamo un po' meglio.”
Accettai scettica, nessuno prima s'era mai rivolto tanto gentilmente ma la ragazza sembrava esser sincera. Ci sedemmo ad un tavolino leggermente distaccato dal resto della scolaresca; in quella marmaglia riuscii ad individuare il segretario e il punk.

“Chi guardi?”
“Quei due, quello che sembra un fungo si Super Mario e l'angelo sceso dalle nubi.”
Iris ridacchiò:”Parli di Nathaniel e Castiel, giusto? Sono entrambi carini, ma hanno entrambi dei difetti. Ad esempio Nathaniel è fratello di Ambra.”
“Ambra...?”
Mi indicò un gruppetto di tre ragazze: una sembrava esser orientale, la seconda aveva i capelli legati e la terza s'atteggiava, o forse lo era realmente, come una reginetta di bellezza.

“Sono Ambra, Lee e Carla. Comandano loro in questa scuola, Ambra è una prepotente ma il fratello le para sempre il fondo-schiena.”
“Beh, lo farei anch'io se fosse mia sorella, insomma...tra famigliari ci si aiuta, no? Almeno, loro seguono la mentalità italiana: la famiglia è sacra.”

“Come l'hai detto...! Sembra tanto una cosa mafiosa.” scoppiò in una sonora risata, attirando su di noi lo sguardo di Ambra e le sue amiche.

“Oh, guarda guarda chi abbiamo qui...? La Carota e...un anatroccolo?”

Bene, ora anche lei ci si metteva.

“Avrei un nome, sai bella?”
Iris, come Lee e Carla, era sorpresa.

“Tsk, so' il tuo nome. E so' che ronzi intorno a mio fratello.”
“Ma che caz...!?” mi morsi il labbro “ Ho parlato con Nathaniel solo per ottenere dei documenti per l'iscrizione.”

“Ah-ah! Ammetti d'averci parlato.”

Ma questa era scema...?
Mi alzai contrariata senza degnarmi di risponderle, ma sembrò non gradire e mi fece uno sgambetto facendomi finire per terra con la faccia nella pasto al sugo.

Immediatamente l'intero corpo studentesco mi rivolse la sua attenzione; chi ridacchiava, chi commentava a bassa voce e chi semplicemente sorrideva. Nessuno sembrava volermi aiutarmi, nessuno sembrava provare un minimo di pietà, ma infondo c'era d'aspettarselo.

Rialzandomi non curante guardai dritta negli occhi Ambra: “S.T.R.O.N.Z.A.” scandii lettera per lettera la parola, ignorando se sapesse realmente cosa significasse. Poi la sua graziosa maglietta si dipinse di uno sgradevole rosso carminio; avevo avuto la mia vendetta.

Mi diressi a passo deciso fuori dalla mensa, sostenendo prima lo sguardo divertito di Castiel e poi quello furente di Nathaniel. In bagno scoppiai a piangere.

“Non cambierà nulla, vero? Perché mi sono illusa...!?”
L'acqua scorreva sul mio volto, il lavandino sporco di sugo, gli occhi rossi e lucidi.

Qualcuno bussò alla porta.

“Ti aspetto nella Sala Delegati, ti voglio parlare.”

Che primo giorno di schifo, ed era solo mezzogiorno!  

Angolo della Magnifica:
Ok, lo so che ho diverse long-fic in corso ma una mia CARA amica mi ha costretto a pubblicare questa storia nata per diletto.
*guarda in cagnesco White_*
Oh bhe! Spero che vi piaccia, lasciatemi un commentino e mi farete felice!
Baci,
Magnifica Me.

   
 
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